Armstrong confessa?

Ormai la notizia sta facendo il giro del mondo: Lance Armstrong, secondo fonti ben informate, starebbe trattando per una sua confessione sull’assunzione di sostanze dopanti.

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Secondo queste fonti, riportate da giornali autorevoli come il New York Times, Armstrong starebbe vagliando varie ipotesi su come fare questa confessione pubblica, anche se i suoi avvocati negano e stanno sul vago.

Vediamo i pro ed i contro di questa confessione se ci fosse:

Pro:

-Armstrong riabiliterebbe la sua figura, proponendosi addirittura come figura emblematica dell’antidoping. Un classico, che nel suo caso potrebbe avere anche successo visto che la figura del grande peccatore che diventa grande redento tutto sommato ha sempre un certo successo.

-Salverebbe la sua fondazione. Secondo le solite fonti il cambio di nome da Lance Armstrong Foundation a Livestrong ha avuto come effetto solo quello di un blando palliativo. Alcune figure dirigenziali della fondazione vorrebbero una confessione per “vuotare il sacco” e togliere perlomeno l’ambiguità attuale.

-Potrebbe tornare a fare lo sportivo e proporsi, almeno nel futuro, in veste dirigenziale. Al momento questa possibilità gli è preclusa vista la squalifica a vita, ma secondo il codice mondiale anti-doping, se confessasse in modo dettagliato potrebbe vedersi ridotta la squalifica fino a 8 o (improbabile) persino 4 anni. Aprendogli una qualche porta per il futuro.

 

Contro:

-tutte le controversie legali che ha aperte: UsPostal, SCA Promotions, Sunday Times. Pratiche di cui abbiamo già parlato e che valgono milioni di dollari di indennizzi da pagare per LA se dovesse perdere le cause.

-strettamente collegate con i casi sopra il famoso rischio di spergiuro in tribunale e la conseguente pena detentiva da scontare.

A quanto pare gli avvocati di LA stanno trattando con vari esponenti del Ministero della Giustizia e con Travis Tygart (USADA) in persona per fargli evitare ogni pena detentiva in caso di confessione e collaborazione. e persino pare ci siano tentativi di contattare David Howman, direttore generale della WADA. La via sembra piuttosto ardua da percorrere pero’.

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Insomma, da un lato c’è un Armstrong che puo’ preservare la fedina penale pulita, evitare la gogna globale alla Marion Jones e preservare il suo patrimonio, ma rassegnarsi ad un futuro fuori dallo sport, dall’altro un LA “superpentito” che puo’ vedersi prosciugare le finanze, rischiare la galera, ma ritagliarsi un posto di primo piano nella lotta al doping.

Questi i probabili stretti calcoli fatti col bilancino.

Poi resta da vedere il lato etico e morale.

Saprà stupire ancora una volta il buon Lance?

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