Eurobike 2016: Varie ed eventuali

Ed anche questa Eurobike 2016 va in archivio. E come ogni anno (il 7° di fila che vi offriamo) si tirano un po’ le somme su cosa si è visto e che “aria tira”.

In primis va detto che questa è stata la fiera con il più marcato cambio di gestione da parte degli espositori, a cominciare dalle grandi assenze: Specialized (ormai da 2 anni), Trek (ormai da 3 anni), ma quest’anno anche Cervélo, Focus, Pinarello, Felt e persino un gigante in Germania come Cube.

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Troppo alti i costi probabilmente, in rapporto ad una fiera che è sempre caotica e su cui gli espositori non riescono ad avere il controllo degli accessi e quindi delle informazioni. Troppi “amici degli amici” e curiosi che riescono ad entrare, con un’organizzazione che chiude un occhio, per non dire due, mirando solo a vendere pasti, birre e indotto alberghiero. Le aziende però pare comincino ad essere stufe e preferiscano, non a torto aggiungerei, concentrarsi maggiormente su demo day ed eventi propri. Vedremo.

Anche chi c’era però ha ridimensionato parecchio gli stand e portato solo qualche esemplare della gamma in luogo della gamma completa. Casi più vistosi Bianchi e Cannondale.

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Per quanto riguarda i trend, ormai i freni a disco si sono banalizzati, ma i puristi stiano tranquilli, non c’è alcuna rivoluzione in arrivo, semplicemente stanno diventando un’opzione come un’altra all’interno dell’offerta delle aziende. Tutti producono per i dischi (Zipp persino una lenticolare), ma non spingono più di tanto la cosa. Dischi che a dire il vero sono partiti un po’ col piede sbagliato, in particolare dal lato Racing con tutto il bailamme tra i pro, e l’UCI che ha le idee meno chiare dei produttori stessi, con chi li voleva spingere a tutti i costi e chi remava contro. Quindi la mia impressione è che la soluzione abbia perso il momento e non ci sarà una svolta del mercato. I freni a disco funzionano però e si faranno strada pian pianino tra gli amatori meno garaioli e chi non si ispira al professionismo. Un po’ come le bici endurance, che alla fine sono le più vendute pur senza spinte di marketing particolari.

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La vera rivoluzione sono le eBikes, tanto che la fiera sembrava quasi tematica in questo senso. Le bici elettriche sono the next big thing, ed un vero pozzo da cui attingere per le aziende. Ormai non c’è azienda che non ne abbia a catalogo, ed alcune aziende ci hanno detto che in 2 anni le vendite delle eBikes sono passate da un 10% del fatturato a quasi il 50%. Insomma, il futuro è elettrico, perlomeno per le soluzioni Urban e Mtb. Chiaramente le bici da corsa non saranno toccate dal fenomeno, se non “obliquamente” con soluzioni tipo Vivax (stand raddoppiato e pieno di gente), le cui finalità sono però tutte da interpretare…

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Quello che le eBikes porteranno a mio avviso sarà soprattutto un cambiamento della percezione del “ciclismo” a livello culturale, portandolo da sport di fatica e basta a hobby più incentrato sul divertimento ed il turismo. E questo per le aziende è oro, visto che potranno slegarsi dalla tirannia dello sport professionistico, le cui fortune al momento sono pure altalenanti grazie al doping, che ormai ha veramente creato una cappa di disillusione anche nel grande pubblico generalista.

Con le eBikes il ciclismo si smarca dal “celodurismo” e la competitività per diventare Fun, aprendosi ad un bacino di utenza potenzialmente illimitato (anziani e non allenati possono arrivare dove prima gli era impossibile), con oltretutto un mondo di gadget ed accessori infinito da proporgli.

L’incognita sarà vedere se questo sposterà il ciclista “classico” (seppure anche solo limitato a quelli “della domenica”) verso questo nuovo modo di andare in bicicletta o meno. In caso positivo gli investimenti delle aziende credo andranno di pari passo, e le eventuali ripercussioni saranno da vedere.

Nel complesso le eBikes stanno dando ossigeno ad un settore che ultimamente aveva un po’ “perso il boccino” proponendo una pletora di soluzioni che hanno confuso, e di conseguenza indispettito, il pubblico, in particolare in campo Mtb (formato ruote docet).

In parte questo cambiamento culturale si vede anche nella crescita delle aziende che propongono accessori con un lato ludico anche in ambito racing.

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Alla prossima!

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