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Nuova normativa amatoriale: rivoluzione etica e tutela della salute (parte 2)
Testo
<blockquote data-quote="8888" data-source="post: 5611568" data-attributes="member: 15291"><p>Non sono più così attivo sul forum. Poche le cose che trovo giusto discutere. </p><p>Una di queste è senz'altro la struttura etica dei regolamenti di questo sport che più di altri in passato ha subito le angherie di tutta una serie di personaggi poco sensibili al lato sportivo, molto di più al loro tornaconto personale.</p><p>Il risultato di questo progressivo allontanamento dalla leicità è stato un insensibilità verso nuove iniziative che tendano a stigmatizzare i comportamenti scorretti. Così è successo a dire il vero un pò a tutto il mondo che ci circonda ma non per questo non vale la pena tentare di riallinearsi con quella che è uno dei bisogni naturali del vivere sociale, il rispetto delle regole e del nostro mondo (sia il ciclismo che i ciclisti).</p><p>Questa premessa occorre a spiegare che in questo momento serve guardare al buono che è stato fatto, senza se e ma. Occorre vedere che le regole oggi ci permettono di agire come federazione (ha il controllo sul ciclismo amatoriale di fatto), come associazioni (abbiamo uno strumento per non tesserare una persona scorretta), come sportivi (possiamo sorvegliare e denunciare chi non si attiene alle regole). Nessuno può più permettersi di transigere, ognuno è responsabile di fronte alla propria coscienza.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="8888, post: 5611568, member: 15291"] Non sono più così attivo sul forum. Poche le cose che trovo giusto discutere. Una di queste è senz'altro la struttura etica dei regolamenti di questo sport che più di altri in passato ha subito le angherie di tutta una serie di personaggi poco sensibili al lato sportivo, molto di più al loro tornaconto personale. Il risultato di questo progressivo allontanamento dalla leicità è stato un insensibilità verso nuove iniziative che tendano a stigmatizzare i comportamenti scorretti. Così è successo a dire il vero un pò a tutto il mondo che ci circonda ma non per questo non vale la pena tentare di riallinearsi con quella che è uno dei bisogni naturali del vivere sociale, il rispetto delle regole e del nostro mondo (sia il ciclismo che i ciclisti). Questa premessa occorre a spiegare che in questo momento serve guardare al buono che è stato fatto, senza se e ma. Occorre vedere che le regole oggi ci permettono di agire come federazione (ha il controllo sul ciclismo amatoriale di fatto), come associazioni (abbiamo uno strumento per non tesserare una persona scorretta), come sportivi (possiamo sorvegliare e denunciare chi non si attiene alle regole). Nessuno può più permettersi di transigere, ognuno è responsabile di fronte alla propria coscienza. [/QUOTE]
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