Provo a sintetizzare, anche perché la mia opinione sulla Granfondo si colloca esattamente a metà tra gli entusiasti (Michele) ed i critici (Andrea).
Organizzare una gara ciclistica amatoriale che parta ed arrivi nel cuore di Roma è da visionari: il comitato organizzatore c'è riuscito.
Tanto di cappello. Onore e merito. (bisogna dar a Cesare quel che è di Cesare
).
Penso che l'unico modo per poterlo fare, assicurando la chiusura delle strade al traffico veicolare, era quello di trasformare la suddetta gara in una MANIFESTAZIONE sportiva "eco friendly" o "eco compatibile", uno spot insomma, dove i valori in gioco non fossero (solo) l' agonismo e la competizione tra corridori mancati (scusate la brutalità, che non vuol esser offensiva, ma che vuole esclusivamente segnalare la considerazione di cui godiamo noi granfondisti presso la restante parte di cittadini), ma la promozione di ben più alti interessi COLLETTIVI (che riguardano tutti) quali la mobilità sostenibile, l'esercizio fisico e la cultura dell'attività sportiva (il moto, benessere ecc..) in una città dove tutti o quasi pretendono di muoversi con mezzi motorizzati.
Roma non può permettersi gare amatoriali di ciclisti. Può permettersi, però, di sperare in un grado di civiltà migliore dei suoi abitanti e dei suoi ospiti: per questo è importante coltivare la promozione dei valori che vanno verso quella direzione.
Siamo d'accordo? Bene.
Se si parte da questa considerazione allora viene naturale capire che "in classifica" possono starci tutti (perché non è una gara vera e propria), che il giro dell'oca alla partenza è perfettamente in linea con lo spirito "da scampagnata" turistica della manifestazione e serviva a connotare ancora meglio il senso della manifestazione (... ossia svegliare il povero Cavaliere
).
Che poi il CO abbia "strizzato l'occhio" anche agli agonisti, attirandoli con la lusinga della partenza tutti insieme, delle crono scalate, del dorsale e delle premiazioni per le prove speciali, questo è tutto un altro paio di maniche.
Effettivamente per giustificare una mobilitazione del genere, il blocco del traffico, occorrevano numeri importanti. "Giocare" quindi sull'equivoco della gara/non gara, della classifica che c'è ma non c'è, della giuria sulla scampagnata più veloce in salita (
) , era essenziale per poter garantire un bacino di partecipazione che risultasse coerente all'impegno ed al sacrificio imposto ai romani.
Poi possiamo stare qui a discutere ore e ore per capire se è giusto/opportuno organizzare una roba del genere a Roma città... ma questo non è il punto, secondo me.
Al netto di queste chiacchiere e riflessioni allora cosa rimane?
Una manifestazione graziata da un meteo clemente.
Un percorso a mio avviso molto bello, leggero e veloce, funestato però da strade in condizioni vergognose per un paese che voglia definirsi moderno
Uno sforzo organizzativo massiccio e già ora per me encomiabile, seppur perfettibile (i bagni alla partenza non possono mancare, capisco l'indignazione di Andrea)
Una galleria pericolosissima, assolutamente da evitare (io il riflettore all'ingresso però ricordo di averlo visto...), ragion per cui IO non tornerò se non verrà eliminata dal percorso.
Tanti ciclisti, tanti sorrisi, ma tanta maleducazione di parecchi concorrenti che hanno occupato griglie non loro ed hanno pedalato dove era loro vietato (sui marciapiedi) senza alcun valido motivo (tanto per capire di che pasta è fatta una buona parte di noi amatori :angrymod:).
La Granfondo Campagnolo non sarà il massimo.
Non sarà la Maratona, certo.
Ma Roma non è Corvara.
E a mio avviso non ha senso pretendere di vedere le Dolomiti dove campeggia, maestoso, il Colosseo.