Visita ad Alex Singer

salvo81

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Io posso curare l'edizione e l'impostazione delle pagine e curare tutti i testi...Se vuoi si potrebbe contattare qualche editore emergente! Dalle mie parti ce ne sono molti e potrei trovare qualche contatto utile. Magari se il Forum ci dà il suo patrocinio!!!
 

canzo

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Cannondale r700 Bianchi 603
E così si passa al piano di sopra, oggi occupato da magazzino e cucina, a berci una birra e parlare di....bici in carbonio e bici ultraleggere. Ma di questi argomenti poco si può raccontare pubblicamente....:mrgreen:

ps
...o forse almeno una cosa si: che nel 1945 fabbricarono una bici da 6,675 kg, in acciaio, pesata senza copertoni e borse, ma con portapacchi, fanali e parafanghi: "ma oggi la gente guarda solo alla pubblicità ed al campione che usa la tal bici....mah, si, in fondo è sempre stato così..."
no dai, racconta...racconta...
 

Ser pecora

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no dai, racconta...racconta...

Un artigiano che fa bici in acciaio uguali da 40 anni e votate più alle randonnées che altro non è che può avere grande simpatia per le bici in carbonio. Non tanto per il materiale in sè, ma per quello che hanno comportato, soprattutto in termini di vendite e guadagni (anche se in questo settore i prodotti in carbonio sono pressochè assenti) ed alla conseguente mancanza di reperibilità di altri artigiani specifici al loro prodotto (verniciatori, cromatori). O a certi set specifici di tubi.
Questo non vuol dire che sia per forza così,sono loro opinioni, difatti ci sono artigiani che fanno praticamente solo tandem e non si lamentano della mancanza di tubazioni e la mancanza di cromatori dipende in parte anche dalle normative antiinquinamento, non solo dalla comparsa del carbonio (e prima, industrialmente, dell'alu).

A questo si aggiungono argomentazioni sulle geometrie o sui pesi risicati ed inutili di certi componenti. Anche se, pure loro, non si sono sottratti al loro tempo da tutto ciò (vedere le bici da 6kg nel '45).

E per finire ci sono le antipatie verso certi marchi, come abbiamo tutti noi. Ma che non ha senso riportare, dato che sono puramente soggettivi e non aggiungono (o tolgono) niente.

La mia era solo una battuta
o-o
 

canzo

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Un artigiano che fa bici in acciaio uguali da 40 anni e ...o-o
lo so che era una battuta. Mi interessava però conoscere la posizione iun tal senso di una persona che ha visto gran parte dell'evoluzione della bici moderna, posizione tutto sommato abbastanza obiettiva perchè, come dici tu, in fondo il carbonio a uno come Singer non l'ha toccato più di tanto (bici di quel genere in carbonio credo se ne facciano gran poche). Nè mi interessava sapere quali sono i marchi "detestati". Io trovo sacrosanto continuare ad innnovare anche per un mezzo così semplice e "antico" come la bici, ma ci sono limiti di buonsenso che non andrebbero oltrepassati (e qui so che ti trovo daccordo). Un amico si è avvicinato alla bdc quest'anno, non ne sa niente, e gli hanno subito rifilato una bici in carbonio "perché oramai le fanno solo così":wacko:. Lui se l'è presa tutto contento che fosse l'ultimo ritrovato, ma mica lo sapeva che il grasso (quello classico) nel reggisella non ce lo devi mettere oppure che se ci fai un brutto ruzzolone poi non è così salutare rimontarci sopra anche se sembra tutto a posto, oppure che il carbonio non è tutto uguale e quindi ci sono telai di altro materiale che costano anche meno e hanno efficienza paragonabile se non migliore.
 

Ser pecora

Diretur
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Mi interessava però conoscere la posizione iun tal senso di una persona che ha visto gran parte dell'evoluzione della bici moderna, posizione tutto sommato abbastanza obiettiva perchè...

E' vero che l'arrivo del carbonio (e prima dell'alu) non ha toccato più di tanto gente come Singer (tutti gli altri artigiani non specializzati in una nicchia come cicloturismo e randonnés si però, come ben sappiamo in Italia...), però che la loro opinione sia "obbiettiva" non saprei: loro sanno fare bene (molto) una cosa, che fanno da 50 anni e finiranno con quella, ma è anche l'unica che conoscono. Obbiettivamente quando parlano di prodotti in carbonio (o titanio) saltano fuori miti e leggende della peggior specie, tali e quali se ne possono sentire in qualunque bar sport ("la bici x in discesa non fa le curve", "con la bici troppo leggera non hai l'effetto volano", "fanno tutto in cina", etc..).
La loro conoscenza del mondo del ciclismo in generale, anzi, al contrario, è parecchio limitato. Niente a che vedere con il "bagagliaio" di esperienza di gente come Dario, che ha saldato tutti i materiali (ok, non ha mai incollato niente :mrgreen: )e tutti i tipi di bici, mtb comprese.
O la sua conoscenza del panorama dei "framebuilders" mondiali, che al momento ha il suo baricentro verso ovest.

Spero che da quello che scrivo si capisca che non mi interessa incensare dei prodotti o criticarne altri (io non sono un talebano contro il carbonio), ma fare delle visite alle persone che stanno dietro una bici (infatti le visite riportano nome e cognome delle persone a cui faccio visita, solo il "brand" nel caso non siano delle visite a persone, ma ad una "realtà aziendale").

Sul fatto del non fare cose insensate sono ovviamente d'accordo, ma le derive "patologiche" e senza un reale senso tipo la grammomania sono inevitabili in ogni passione e settore.
 

ivangms

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Concordia Sagittaria
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Cervèlo R3 SL & Deda Scuro25 Disc
Come proposto da qualcuno l'idea del libro non è sbagliata; un racconto così affascinante, intimo e pacato meritebbe molto di più. Anche per chi l'ha scritto. Una casa editrice piccola e "familiare" come l'Ediciclo di portogruaro sarebbe l'ideale visto che negli anni ha prodotto tanti libri dal gusto intenso, ad esempio quello su bottecchia.
 

mr.sli

Gregario
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a pedali
Riporto così come l'ho letta:

------ CUT ------
Ernest Csuka, constructeur of Alex Singer bikes for many decades, died on December 22, 2009. He was 82 years old. Ernest Csuka was the last of a generation of great constructeurs, whose work in post-war France had shaped modern bicycles, with lightweight tubing, modern geometries, and many aluminum components which later found their way to racing bikes. Many of the bikes Ernest Csuka built have been ridden hard for decades, and still are ridden today. They combine light weight and a light feel with quality and durability.

Ernest Csuka trained as a pharmacist, but started working for his uncle, Alex Singer, in 1944, just
6 years after Alex Singer had opened his shop.
His brother, Roland, entered the shop around the same time.

The Singer shop already had a good reputation, both because Alex Singer was known as a strong rider, and because the nascent brand had presented the lightest tandem at the 1939 Technical Trials. Alex Singer expanded his reputation for excellence by winning the 1946 Technical Trials with perhaps the lightest cyclotouring bike ever built, a machine that weighed just shy of 7 kg (15.4 lbs.) fully equipped with fenders, lights (including a battery-powered standlight), racks, even the pump, but weighed without tires (lightweight tires were difficult to find just after the war).

Ernest Csuka introduced numerous innovations to Cycles Alex Singer, including the elegant stem with hidden binder and the matching internal expander seatpost. He introduced Singer to the Nivex derailleur, which shifted better and was more reliable then the commonly used Cyclo. He also researched the geometries that made Alex Singer bicycles handle so well.

Ernest was no mean competitor on the bike himself, winning several stages in the Tour de France Cyclotouriste and placing well in many other cyclotouring competitions, also with his wife Leone on the tandem.

In 1962, Alex Singer retired and Ernest Csuka took over the shop. It was a difficult time for bicycles, and in many years, only a dozen custom-built machines left the shop in Levallois.
Roland began to work for Renault, and only came in on Saturdays to work on a frame if there was one on order. As always, Ernest made the braze-ons, the racks, the custom stems and assembled the bikes. The shop kept above water by selling sporting goods in addition to bicycles.
Singers were favored by many randonneurs, and many of them were ridden in Paris-Brest-Paris and other famous events.

The 1970s saw a new popularity for cycling, and up to 120 frames and bikes were made in a year, but the 1980s saw new brands and new materials become popular. When Roland died in the mid-1990s, Cycles Alex Singer continued to potter along, with most orders coming from Japan. A few years ago, Ernest retired and handed the shop over to his son, Olivier. Custom bicycles have seen somewhat of a resurgence, with orders from France, the United States and Japan, but the output has remained small. When I last visited earlier this year, Ernest still came into the shop and worked on the bikes every day.

Ernest will be missed not only as an incredible fount of knowledge about cycling, but also for his wit, humor and friendship. Until he suffered a stroke in 2008, he rode his bike every Sunday, rain or shine, with his friends from the ACBO (Amicale Cyclotouriste de la Banlieue Ouest - Cyclotouring Friends of the Western Suburbs). I have been lucky to join him on many of these rides over the years, and not only marvelled at his mastery of the bike (even at age 80, he still had some of his famous sprint left), but also laughed at the many jokes shared by this tight-knit group of friends. "Nénès," as he was called by his friends, will be missed by all. As they say, they don't make them like this any longer.

Jan Heine
Editor
Bicycle Quarterly
2116 Western Ave.
Seattle WA 98121

http://www.vintagebicyclepress.com

------ END CUT-------

(se vedete le faccine nel testo in realtà sono parole inglesi)

bye
 
Ultima modifica:

servarel

Passista
20 Gennaio 2009
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la leggenda narra che esista, ma, come per il mio
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Bici
con RUOTE in numero di...mah...DUE?
Affascinante, irrazionale e...caro. Grazie per l´info.

vero tutto,affascinante per gli appassionati,ma non per i fanatici dell'utimo componente uscito,ed irrazionale per loro,caro se rapportato ad altre bici,ma non se si considera l'artigianalità specifica,però la parola che conta per i malati di bici è la prima,affascinanate,quindi cosa aspetti ad ordinarne una?:mrgreen:

p.s.a me ha fatto venire voglia,caso mai dovessi andare a Parigi,di dirottare casualmente la mia lei a Levallois con una scusa qualsiasi :mrgreen::mrgreen:
 

servarel

Passista
20 Gennaio 2009
4.738
1.807
la leggenda narra che esista, ma, come per il mio
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Bici
con RUOTE in numero di...mah...DUE?
Di base attorno ai 3000eu.

non pochi soldi,ma se si considera il panorama delle bici,di qualsiasi materiale (soprattutto di uno in particolare,ma non lo dico per non cadere in annose quanto inutili polemiche),ce ne sono di ben più care,sia in senso assoluto,che relativamente a quello che offrono.

Personalmente ritengo che spendere 3000eu per una bici così può avere un senso,per tante altre non lo vedo
 

Ser pecora

Diretur
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non pochi soldi,ma se si considera il panorama delle bici,di qualsiasi materiale (soprattutto di uno in particolare,ma non lo dico per non cadere in annose quanto inutili polemiche),ce ne sono di ben più care,sia in senso assoluto,che relativamente a quello che offrono.

Personalmente ritengo che spendere 3000eu per una bici così può avere un senso,per tante altre non lo vedo

Può essere vero, ma secondo me si tende a fare un errore quando si parla di acciaio/titanio: confrontare prodotti artigianali con industriali.

Esistono prodotti artigianali anche per il carbonio.
Tanto per dire, una Colnago C60 in geometria H, perfettamente adatta alle randonnée, è un oggetto artigianale che si svaluterà poco nel tempo e che prestazionalmente è ben avanti una Singer (peserà la metà tanto per cominciare).

Poi dopo ci si può mettere dentro fattori come il fascino, lo stile, e tutto quello che si vuole in base ai propri gusti o-o

ps
io una Singer ce l'ho :-)