Trovate le differenze. (guerciotti gravel vs bottecchia gravel carbon)

alespg

Passista
26 Dicembre 2017
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pavia
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Bici
scapin eos 3
Che significa quello che hai scritto? C'è qualcuno che si fa fare un "su misura" sbagliato apposta?
Intendevo dire che se al telaista gli dai le misure sbagliate, quello fa la bici sbagliata..esempio:.se gli do le quote che ho sulla Venge per fare una gravel...per forza vengono 3 cm di spessori. Io conoscono mie misure, se un negoziante o un telaista mi propongono un telaio di una misura errata, vado altrove. Senza alcuna polemica ovviamente
 

Nibalone

ri-ciclo-creativo #fattoinromagna
4 Marzo 2011
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Bici
paduano fidia
Intendevo dire che se al telaista gli dai le misure sbagliate, quello fa la bici sbagliata..esempio:.se gli do le quote che ho sulla Venge per fare una gravel...per forza vengono 3 cm di spessori. Io conoscono mie misure, se un negoziante o un telaista mi propongono un telaio di una misura errata, vado altrove. Senza alcuna polemica ovviamente
E così torniamo al punto di partenza, cioè che sono meglio quei due telai uguali di certe bici fatte su misura. Ho sentito e letto gente super gasata per essersi fatta un telaio in acciaio dall artigiano che neanche negli anni settanta.
 

arbiterelegantiae

Pedivella
5 Settembre 2008
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Bici
Bianchi
Non fare di tutta un'erba un fascio. Ci sono gli Open Mould, ovvero telai che alcuni terzisti cinesi offrono a catalogo e che possono poi essere acquistati da più aziende che li commercializzano. Ci sono progetti proposti e poi acquistati in esclusiva. E ci sono progetti dedicati che vengono realizzati in oriente su specifiche, progetto e supervisione del committente. E ci sono vari tipi di terzisti orientali con varia qualità. Da garage nel sottoscala ad aziende che oltre ai telai di bici fanno pezzi per satelliti di telecomunicazioni.
Ogni cosa ha un costo diverso, che varia molto.

Poi certo, c'è a legge che consente di apporre la scritta "Made in Italy":

Per prodotti industriali ed artigianali, è consentito apporre il marchio d’origine “Made in Italy”:
se tutte le parti sono fabbricate all’estero ma vengono successivamente assemblate in Italia per ottenere il prodotto finale,
oppure
se tutte le parti sono fabbricate in Italia e vengono successivamente assemblate all’estero ma senza che le parti fabbricate in Italia non subiscano trasformazioni o lavorazioni sostanziali


Cosa che potrà anche sembrare "scorretta", ma che consente anche a tante* ditte di stare sul mercato e conservare posti di lavoro, etc.etc...senza rubare a nessuno.

*basti pensare a tutto il settore di calzature ed abbigliamento, ben più corposo di 4 telai di bici



È inutile paragonare il comprare qualche pezzo dalla Cina come privato con il commercializzare dei prodotti.
Per capirlo basta provare: importi ruote o telai o quello che ti pare dalla Cina e poi provi a venderli pagandoci sopra tutto il dovuto di tasse, permessi e balzelli italici. Poi vediamo.
Al netto che il mercato è stra-saturo e per vendere i tuoi o li vendi sottocosto o ti sveni pure di "marketing" con risultati tutti da vedere...

Ovviamente si possono criticare i marchi italiani che spendono la loro storia e blasone (l'unico vero valore aggiunto) comprando Open Mould, ma oggi fare diversamente è molto molto difficile, perché la tecnologia non c'è, visto che nessuno ha investito da 20 anni nel settore del carbonio, ed i costi di produzione in EU mettono i prodotti in una nicchia al limite del fuori mercato. Basti vedere i recenti fallimenti di Carbon Sports e Time (telai).

Perchè poi, ricordo, "della filiera" fanno parte anche i consumatori, che sono anche quelli che vanno a provare le scarpe in negozio per poi comprarle su internet, che cercano di inculare le aziende sulle garanzie per la crepetta della vernice con somma gioia, che comprano cloni cinesi illegali, che giustificano in ogni modo le proprie scelte ed i propri pre-concetti, etc..

Sinceramente ho sempre pensato che almeno i marchi italiani più prestigiosi i telai se li progettassero. Per quanto riguarda i consumatori, già abbastanza presi in giro come hai già scritto da leggi come quelle sul marchio "Made in Italy", si potrebbe anche ribaltare il discorso ovvero: garanzie di cui le aziende se ne infischiano e prodotti venduti per duraturi e di buona qualità a prezzi esorbitanti che durano mezza stagione.. ma a questo punto si aprirebbero discorsi su economia, globalizzazione, mercati ecc. piuttosto complessi che richiederebbero tempo e forse un altro forum.
 
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golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
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Bici
mia
beh l'interessante concetto di 'glocalizzazione' teorizzato da Robertson è molto sfruttato anche al di fuori dell'ambito sociologico, non a caso il marketing recente lo utilizza ampiamente per 'declinare in maniera locale' alcuni prodotti standardizzati e senza specificità locali e culturali, 'inventandosi' di fatto una narrazione in cui queste ultime sono invece protagoniste.
Non a caso: think global, act local .
 

igor_ferro

Apprendista Scalatore
26 Agosto 2008
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Villa Cortese (MI), ma sono di VARESE
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Rore Pro Cross Apex-1
Infatti.
Apprezzerei di più l'onestà di dichiarare il Paese di produzione. Ricordo che negli anni novanta sul telaio di una MTB Specialized acquistata da un mio amico c'era sì la bandiera americana, ma sotto c'era scritto in maniera ben visibile: Designed in the USA, built in Taiwan.
E, ovviamente andrebbe eliminata la possibiltà di poter applicare il MADE in ITALY, per aver fatto qualche piccolissima rifinitura al bici proveniente dal lontano Est. Oggi basta applicare qualche adesivo decorativo, e ultimare il montaggio, per dichiarere un fuorviante MADE in ITALY.
Purtroppo la normativa che qualsiasi prodotto che subisca almeno 2 fasi produttive nel nostro paese si possa fregiare del Made in Italy ...