Marco Pantani: "fu omicidio"?

Jello

Gregario
7 Ottobre 2013
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Viene fuori da test autonomi che i corridori facevano sempre prima di andare a letto. Se il valore era troppo alto prendevano le opportune contromisure per rientrare nei limiti. Questo presuppone che fossero "fuori range" artificialmente.
Il foglio di carta non ha valore per scagionare Pantani dal risultato di quel test, ma dimostra la chiara volontà di fermarlo ad ogni costo. Questa si, c'era. Pantani non avrebbe dovuto concludere quel Giro.

Ma quel test non ha valore proprio perché "di parte".
Chi certifica che il risultato fosse effettivamente quello? O che non ci sia stato un errore?
Il medico della Mercatone? Il massaggiatore? Il DS?
Non scagiona Pantani, e non è neanche sufficiente per dimostrare il complotto. E' solo un foglio di carta straccia, in mancanza dei crismi di ufficialità che solo un test fatto da un organismo terzo e super partes può garantire.
Appunto, erano auto-test che i corridori facevano per accertarsi di non aver esagerato nell'assunzione di EPO. Non ho elementi per asserire che coloro che dicono di aver visto la sera prima il tasso di ematocrito di Pantani nei limiti, mentano sapendo di mentire; magari, dicono la verità semplicemente perché non si sono accorti che c'è stato un errore nella misurazione.
Ma queste loro dichiarazioni per me non sono sufficienti per dimostrare alcunché.
 
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via col vento
7 Maggio 2014
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samurai
Ma quel test non ha valore proprio perché "di parte".
Chi certifica che il risultato fosse effettivamente quello? O che non ci sia stato un errore?
Il medico della Mercatone? Il massaggiatore? Il DS?
Non scagiona Pantani, e non è neanche sufficiente per dimostrare il complotto. E' solo un foglio di carta straccia, in mancanza dei crismi di ufficialità che solo un test fatto da un organismo terzo e super partes può garantire.
Appunto, erano auto-test che i corridori facevano per accertarsi di non aver esagerato nell'assunzione di EPO. Non ho elementi per asserire che coloro che dicono di aver visto la sera prima il tasso di ematocrito di Pantani nei limiti, mentano sapendo di mentire; magari, dicono la verità semplicemente perché non si sono accorti che c'è stato un errore nella misurazione.
Ma queste loro dichiarazioni per me non sono sufficienti per dimostrare alcunché.
Non scagiona nulla e nessuno. Anche se quel foglio non fosse mai stato scritto, però è umano porsi il dubbio: "come fa il corridore in testa al Giro con 6 minuti di vantaggio a cadere in un errore tanto stupido, visto che rimanere oltre i limiti non avrebbe avuto alcun senso?"
Il rimanere o meno nei limiti era una questione esclusivamente strumentale.
L'intento non è quello di scagionare Pantani. Ma di capire che cosa è successo.
 

posse

Maglia Iridata
14 Ottobre 2008
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Viene fuori da test autonomi che i corridori facevano sempre prima di andare a letto. Se il valore era troppo alto prendevano le opportune contromisure per rientrare nei limiti. Questo presuppone che fossero "fuori range" artificialmente.
Il foglio di carta non ha valore per scagionare Pantani dal risultato di quel test, ma dimostra la chiara volontà di fermarlo ad ogni costo. Questa si, c'era. Pantani non avrebbe dovuto concludere quel Giro.

le centrifughe portatili erano soggette a errori e non pochi, lo dicono tutti.
pantani si dice anche che sia stato più' volte coperto, in altri casi. quella volta no, questo può' configurare un cambio di atteggiamento
quello che certamente non si può dire e' "era pulito e l'han fregato"
 

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le centrifughe portatili erano soggette a errori e non pochi, lo dicono tutti.
pantani si dice anche che sia stato più' volte coperto, in altri casi. quella volta no, questo può' configurare un cambio di atteggiamento
quello che certamente non si può dire e' "era pulito e l'han fregato"
Ho forse detto che era pulito? Erano tutti come delle F1, tirati ai limiti del regolamento. Dimostrazione è che dopo anni di ricerche, miglioramento delle tecniche di allenamento, materiali, molti loro record rimangono imbattuti.
 

Jello

Gregario
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Non scagiona nulla e nessuno. Anche se quel foglio non fosse mai stato scritto, però è umano porsi il dubbio: "come fa il corridore in testa al Giro con 6 minuti di vantaggio a cadere in un errore tanto stupido, visto che rimanere oltre i limiti non avrebbe avuto alcun senso?"
Il rimanere o meno nei limiti era una questione esclusivamente strumentale.
L'intento non è quello di scagionare Pantani. Ma di capire che cosa è successo.

Certo, ma magari è successo proprio questo: un errore stupido.
In fin dei conti, c'è già stata una procura, quella di Trento, che ai tempi investigò sul caso. Pantani inizialmente fu considerato parte lesa. Successivamente, nella stessa inchiesta divenne da parte lesa ad indagato per frode sportiva, salvo poi essere archiviato (se non erro perché allora ancora non esisteva una legge dello stato che prevedeva il doping come frode sportiva).
Oggi, sostanzialmente, i PM forlivesi che hanno aperto questa nuova inchiesta dovranno compiere gli stessi accertamenti fatti a suo tempo dalla procura di Trento.
Io mi chiedo: è più facile pensare che a commettere un errore grossolano sia stata la procura trentina nello svolgere le indagini, oppure l'entourage di Pantani nel misurare l'ematocrito?
 

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Posto che la procura forlivese è composta probabilmente da gente capace, avranno ritenuto che c'erano nuovi elementi forniti dalla famiglia Pantani sufficienti a riaprire il caso. Altrimenti perche riaprirlo no?
 

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Ho forse detto che era pulito? Erano tutti come delle F1, tirati ai limiti del regolamento. Dimostrazione è che dopo anni di ricerche, miglioramento delle tecniche di allenamento, materiali, molti loro record rimangono imbattuti.

scusa ho quotato te per le centrifughe, tu non hai detto che era pulito, pero' lo dicono molti sull'onda dell'emozione della riapertura del caso
 

Jello

Gregario
7 Ottobre 2013
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Posto che la procura forlivese è composta probabilmente da gente capace, avranno ritenuto che c'erano nuovi elementi forniti dalla famiglia Pantani sufficienti a riaprire il caso. Altrimenti perche riaprirlo no?

Hanno riaperto il caso a seguito dell'esposto dell'avvocato della famiglia Pantani, che ipotizza, sulla base delle dichiarazioni di Vallanzasca, un complotto ordito dalla camorra per un giro di scommesse clandestine.
Vigendo in Italia l'obbligatorietà dell'azione penale, per cui un PM è tenuto ad investigare quando riceva notizia di reato, i PM di Forlì non potevano fare altro che aprire un fascicolo di indagine.
Però, è significativo il fatto che l'inchiesta sia ancora di competenza della procura di Forlì, e non già della procura antimafia.
Inoltre, già alcuni anni fa i PM di Trento sentirono Vallanzasca a riguardo: questi fece scena muta.
Ok, in carcere le "gole profonde" non hanno vita facile, ma allora perché lanciare il sasso e nascondere la mano?
 

Jello

Gregario
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Guarda, non voglio fare né il saputello né il bastian contrario, ma ai miei occhi, per questo genere di cose, la credibilità della Gazzetta è pari a zero. Secondo me, fanno disinformazione bella e buona, facendo leva sul sentimento popolare, visto che Pantani rimane un idolo sportivo.
Detto questo, c'è una nuova inchiesta, da parte di una procura competente, il cui fine è l'accertamento della verità. Personalmente, sono convinto che questa non approderà a nulla. Se mai invece si scoprisse un'altra verità, mi toccherà fare mea culpa. Ma per il momento, rimango fermamente convinto di quanto scrivo.
 

Jello

Gregario
7 Ottobre 2013
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Un punto di vista opposto a quello della Gazzetta lo dà Travaglio (vi prego, niente politica!) sul Fatto Quotidiano: [url]http://www.tuttobiciwe b.it/index.php?page=news&cod=73405[/URL]

Appunto. Chi è un affermato giornalista di cronaca giudiziaria? Travaglio o quello della Gazzetta?
Comunque, il punto è proprio uno di quelli sottolineati da Travaglio.
Per accettare l'idea che Pantani sia stato vittima di un complotto ordito dalla camorra, bisogna ipotizzare che non solo la camorra sia riuscita a corrompere un numero cospicuo di stimati professionisti, nessuno dei quali ha mai fiatato negli ultimi 15 anni, ma che sia riuscita a farlo in maniera talmente "pulita" da farla sotto il naso ad una procura, che non si è accorta di nulla.
A quel punto, tutti noi saremmo tifosi di uno sport che gode di scarsa credibilità non solo per l'uso di sostanze dopanti da parte degli atleti, ma anche per via di macchinazioni della criminalità organizzata. A quel punto, persino il wrestling sarebbe più credibile.
 

Travis Tygart Fan

Apprendista Scalatore
25 Gennaio 2013
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.
Un punto di vista opposto a quello della Gazzetta lo dà Travaglio (vi prego, niente politica!) sul Fatto Quotidiano: http://www.tuttobiciwe b.it/index.php?page=news&cod=73405
L'articolo competo:

4 ANNI PRIMA DEL TEST DEL 1999 A MADONNA DI CAMPIGLIO IL “PIRATA” AVEVA EMATOCRITI ABNORMI.

Da quando la Procura di Forlì ha aperto un’inchiesta sul controllo antidoping che, il 5 giugno 1999 a Madonna di Campiglio, scoprì l’“ematocrito” fuori norma di Marco Pantani e lo squalificò dal Giro d’Italia quand’era maglia rosa e dunque favoritissimo a due tappe dal traguardo finale, è ripartita la rumba del grande complotto contro il Pirata. La stessa rumba che si ripropone periodicamente da quando, il 14 febbraio 2004, il campione del ciclismo tricolore fu trovato morto in uno squallido residence di Rimini per un’overdose da cocaina. Da allora i genitori e i fan non si rassegnano alla triste storia di un atleta che fece carriera barando con il doping – come peraltro gran parte dei suoi colleghi del tempo – passando poi, una volta uscito di scena, alle droghe pesanti. Così evocano mirabolanti congiure ed escogitano fantasiose quanto disperate spiegazioni alternative alla prosaica realtà, spalleggiati da una stampa smemorata e sempre a caccia di notizie sensazionali.
Ora, per carità: il procuratore di Forlì Sergio Sottani, magistrato serio e onesto, fa benissimo a verificare i sospetti di mamma Tonina Belletti e le rivelazioni del bandito Renato Vallanzasca (l’inchiesta è aperta contro ignoti per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa). La signora ha raccolto le confidenze di Vittorio Savini, vicesindaco di Cesenatico e capo dei Fan Club del Pirata, il quale ricorda di aver ricevuto, il 6 giugno 1999, la telefonata anonima di un tizio con forte accento meridionale che invitava i tifosi a non fare tanto casino, perché “tanto Marco non sarebbe comunque arrivato a Milano”, traguardo dell’ultima tappa del Giro. Il bel Renè invece racconta che un malavitoso suo compagno di cella nel carcere di Opera gli suggerì di non puntare soldi sulla vittoria del Pirata, perché il racket delle scommesse clandestine gestito dalla camorra avrebbe fatto in modo di levare di mezzo Pantani prima della fine del Giro d’Italia per non uscirne “sbancato”. Dunque – è l’ipotesi al vaglio degli inquirenti – l’esame antidoping a tutela dei corridori del Giro (la famosa campagna del Coni “Io non rischio la salute”, cui aderiva anche la federazione ciclismo Uci, per fermare gli atleti dopati che si giocavano la pelle correndo col sangue ridotto a marmellata) sarebbe stato truccato, con uno scambio o un riscaldamento delle provette, per alzargli l’ematocrito (cioè la percentuale di globuli rossi nel sangue) oltre la soglia massima consentita del 50% (addirittura a 51,9) ed eliminarlo da una gara praticamente già vinta.

Sarà molto difficile dimostrare una congiura così gigantesca, che dovrebbe coinvolgere decine di persone, nessuna delle quali avrebbe aperto bocca per 15 anni. Anche perché i medici che effettuarono quel controllo sono tutti vivi, e sono fior di esperti e professori del ramo: Michelangelo Partenope, ora dirigente di Ematologia dell’ospedale Sant’Anna di Como, e i suoi collaboratori Eugenio Sala e Mario Spinelli. I quali hanno già ricordato alcuni dettagli di quel test: nella stanza del prelievo, all’Hotel Turing di Madonna di Campiglio, c’erano ben 7 testimoni; la fiala fu portata nella camera d’albergo del medico-capo e subito analizzata insieme a quelle del secondo classificato, Paolo Savoldelli, e di altri 8 corridori davanti ad altri 4 testimoni; l’ematocrito di Pantani risultò “fuori norma”, a un livello di 51,8. La macchina fu ri-tarata per un secondo esame: ancora fuori norma. Furono subito convocati Pantani, il direttore sportivo e il medico della sua squadra, la Mercatone Uno. Pantani non andò, il ds e il dottore invece sì: e assistettero ad altri due controlli, sempre con lo stesso esito. Il campione e il materiale analitico furono subito sequestrati dalla Guardia di Finanza che li sottopose a perizia per conto della Procura di Trento: perizia che, al processo, confermò l’assoluta regolarità delle analisi.

Ora l’ex medico della Mercatone, Roberto Rempi, obietta che la sera prima aveva testato l’ematocrito di Pantani, che era risultato di 48 e aggiunge: “Se non fosse stato nei limiti, l’avremmo potuto correggere”. Cioè: Pantani e il suo staff si portavano appresso una sofisticata apparecchiatura per le analisi del sangue detta “centrifuga”, dunque temevano i controlli antidoping: altrimenti perché mai un atleta sano, il cui ematocrito medio – come vedremo – era 45, ben 5 punti sotto la soglia massima consentita dal protocollo Coni e Uci, dovrebbe controllarselo continuamente? Un elemento già emerso – come vedremo – al processo di Forlì, ritenuto dal giudice uno degli elementi più indizianti sull’abitudine di Pantani a doparsi, probabilmente all’insaputa dei sanitari della sua squadra e ricorrendo a medici “esterni”. In ogni caso, anche nell’eventualità che l’inchiesta accerti un interesse della malavita a penalizzare Pantani al Giro d’Italia del ’99, o addirittura un’alterazione delle provette nel test del 5 giugno di quell’anno, ben difficilmente riuscirebbe a dimostrare che il Pirata era “pulito”. Cioè estraneo al doping. Giornali e tifosi così eccitati dall’inchiesta di Forlì dimenticano che, purtroppo, non fu quella l’unica volta in cui Pantani fu beccato con un ematocrito abnorme che, insieme ad altri valori ematici coerenti, non si spiega se non con un abuso di Ertropoietina (la famigerata Epo) in dosi da cavallo.

L’ANDAMENTO a zigzag del sangue ballerino del Pirata è raccontato per filo e per segno dalle carte dell’inchiesta aperta 15 anni fa dal procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello sul mega-ematocrito riscontrato a Pantani durante il suo ricovero all’ospedale Cto dopo un rovinoso incidente durante la Milano-Torino il 18 ottobre 1995. Il processo si tenne nel 2000 a Forlì, dove la Cassazione aveva trasferito il caso per competenza in quanto il campione risiedeva a Cesenatico. E si concluse in primo grado con la condanna di Pantani a 3 mesi per frode sportiva; e in appello nel 2001 con l’assoluzione, ma non per una diversa valutazione dei fatti (il doping fu confermato), bensì per una diversa interpretazione della legge nata nel 1989 dopo i primi scandali delle scommesse e scritta con i piedi (i giudici ritennero che la frode sportiva fosse imputabile solo ai dirigenti e ai medici che “dopano” l’atleta, e non all’“autodoping” di quest’ultimo, che in Italia è punibile solo dal 2000: dunque, nel 1995, “il fatto non era previsto dalla legge come reato”). L’indagine e il processo ruotavano attorno alla consulenza tecnica disposta da Guariniello e affidata ai professori Gianmartino Benzi dell’Università di Pavia e Adriana Ceci dell’Università di Genova, due luminari in ematologia nonché consulenti della commissione scientifica antidoping del Coni: un dossier di 58 pagine che ricostruiva minuto per minuto la storia clinica ed ematologica di Pantani. Già nel ’95, quattro anni prima di Madonna di Campiglio, travolto da un’auto mentre correva la Milano-Torino con i colleghi Dall’Oglio e Secchiari e trasportato al Cto del capoluogo piemontese con una gamba fratturata, Pantani aveva – scrivono i due consulenti – “valori ematologici abnormi”: ematocrito al 60.1%, 20,8 gr. per 100 millilitri di emoglobina, 6.690.000 di globuli rossi per millimetro cubo e ferritinemia (quantità di ferro nel sangue) a 1.500 cioè fuori controllo. Valori“anomali e tutti coerenti fra loro”, giustificabili con “un’unica spiegazione: l’assunzione di sostanze atte a sollecitare l’eritropoiesi”. Vale a dire: eritropoietina, l’ormone vietatissimo agli atleti perché ne altera le prestazioni sportive. Dal dossier, che raccoglie centinaia di documenti fra test ed esami clinici dal 1994 al 1999, per lo più condotti dagli stessi medici di Pantani, confrontati con le statistiche e le medie degli altri corridori italiani, emerge un’autentica “prassi del doping”. Dimostrata anche dai valori ematici contenuti nelle cartelle cliniche di un altro ricovero di poco precedente a quello torinese: il 1° maggio 1995 il Pirata era stato investito da un’auto a Rimini mentre si allenava per il Giro d’Italia e gli fu riscontrato unematocrito del 57%. Poi, quattro anni dopo, il famoso test di Madonna di Campiglio che gli costò l’ultima maglia rosa della sua carriera e ne segnò l’irreversibile declino. I suoi avvocati, Fernando Santoni e Bruno Guazzaloca, assistiti dall’ematologo bolognese Sante Tura come consulente di parte, spiegarono i suoi clamorosi sbalzi ematici dopo l’incidente alla Milano-Torino con quattro cause “lecite”: 1) le caratteristiche congenite del sangue di Pantani; 2) la sua partecipazione ai Mondiali in Colombia, in altura, dieci giorni prima, l’8 ottobre ’95; 3) la disidratazione dei corridori a fine corsa, cioè al momento dello scontro con l’auto; 4) la scarsa attendibilità degli esami del sangue effettuati al Cto. Ma i consulenti del pm Benzi e Ceci smontarono tutti e quattro i punti. 1) Dal ’94 al ’99 l’ematocrito medio di Pantani era al 45%, solo leggermente più alto di quello medio (44%) degli altri corridori ciclisti, come risulta dai dati ufficiali del Coni e dell’Uci. 2) Dagli studi sui possibili effetti dell’altura, risulta che l’ematocrito può aumentare al massimo di 3 punti, non certo 15, e che gli effetti durano al massimo 4-5 giorni, non 10.

E POI, nell’incidente di cinque mesi prima a Rimini, Pantani aveva già un incredibile 57: senz’aver ancora mai visto la Colombia. Dopodiché saltò il Giro d’Italia e a giugno i suoi medici gli riscontrarono un normalissimo 45. 3) L’effetto-disidratazione è smentito sia dai dati ematochimici (sodio, potassio e calcio nel sangue) di Pantani il giorno del ricovero, sia dagli “ematocriti del tutto normali” degli altri due ciclisti coinvolti nello stesso incidente: 40,3 per Dall’Oglio, 46,1 per Secchiari. 4) I due professori, dopo aver interrogato insieme al pm i medici e gli infermieri del Cto, e aver esaminato i macchinari utilizzati dall’ospedale torinese, conclusero che “prelievi e analisi furono effettuati a regola d’arte”. E comunque il Cto poteva aver nulla a che fare con gli sbalzi riscontrati prima a Rimini e poi a Campiglio. La conclusione dei professori Benzi e Ceci era dunque impietosa: anche gli altri valori ematologici, “globuli rossi, emoglobina e ferritinemia, sono assolutamente anomali sia per una persona normale, sia per un atleta di alto livello, sia per lo stesso Pantani” con la sua media di 45%. Anche l’overdose di ferro era un altro “elemento coerente”: la spia di un trattamento ripetuto per compensare gli effetti dell’Epo, che aumenta l’emoglobina, ma necessita di robuste quantità di quella sostanza minerale. Al processo di Rimini, poi, testimoniò il primario ortopedico del Cto di Torino, professor Massimo Cartasegna. La giudice Luisa Del Bianco gli domandò: “È ipotizzabile che qualcuno abbia somministrato Epo a Pantani a insaputa della struttura ospedaliera?”. E lui rispose: “Sì, anche se mi spiace ammetterlo”. Raccontò che due uomini si erano presentati come medici sociali della squadra di Pantani e giusto, ma gli ordini sono questi.

FUORI UNO. Lo sprint l’ha vinto Corini. È il primo allenatore esonerato della Serie A. Il Chievo l’ha scaricato dopo il k.o. di Roma. Al suo posto, Maran. Che, la scorsa stagione a Catania, venne licenziato due volte. Corini, lui, aveva avvicendato Sannino, nel novembre 2013, proprio al Chievo. L’ex isola felice di Luca Campedelli, sempre più isola e semseguirono minuto per minuto la sua degenza. Dopo l’intervento chirurgico alla gamba, il campione evidenziava “problemi di sangue strani”: dopo il super-ematocrito a 60,1 al momento del ricovero e dell’operazione, nei giorni seguenti Pantani iniziò a manifestare una progressiva anemizzazione. Cioè un crollo verticale dei globuli rossi e dunque dell’ematocrito, che il 22 ottobre (al quarto giorno in ospedale) era sceso a 20, e il giorno 25 era precipitato a 16. Il valore era talmente preoccupante che Cartasegna domandò ai due medici sociali se Pantani avesse fatto uso di Epo. I due “tergiversarono, non dissero né sì, né no”.

LA STESSA domanda pose a Pantani. E anche lui “non disse né sì né no”. Il 25 ottobre gli fu praticata una trasfusione di due sacche ematiche e “dal giorno dopo migliorò”. Anche perché “qualcuno”, quasi a compensare una sorta di astinenza da Epo, gliene somministrò una dose di nascosto dai medici del Cto. Come se tutto ciò non bastasse, nell’estate del 2013 la commissione d’inchiesta del Senato francese sulla lotta al doping ha pubblicato la sua relazione finale, con una rivelazione sconvolgente: molti ciclisti di vari paesi, concorrenti al Tour de France del 1998, fecero uso di Epo. Compresi i primi tre classificati: la maglia gialla Marco Pantani, il tedesco Jan Ullrich e lo statunitense Bobby Julich. Il dato risulta dai “test retroattivi” svolti nel 2004 dai laboratori di Chatenay-Malabry su campioni di sangue prelevati nel 1998. Eppure, diversamente dal caso di Lance Armstrong e di altri ciclisti dopati, Pantani non s’è mai visto cancellare dagli Albi d’Oro né revocare uno solo dei titoli sportivi conquistati negli anni dell’Epo sospettata e accertata: né dalla federazione ciclistica internazionale, né da quella italiana. Forse, anziché inseguire improbabili complotti e impossibili riabilitazioni, varrebbe la pena di seguire il consiglio di Stefano Garzelli, storico gregario del Pirata: “Lasciamo che Marco riposi in pace”. pre meno felice.
 
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dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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La dipendenza di EPO di Pantani nell'ospedale di Torino con tanto di trasfusioni perchè non morisse per il crollo in pochi giorni del valore di ematocrito me lo avevano raccontato come il "segreto dei segreti", era invece di dominio pubblico...la stessa cosa accadde a Sidney - la riferisce Donati nel suo ultimo libro
 

lore78

Pedivella
13 Settembre 2011
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Sempre sporca, ahimé
Io disinguerei le due situazioni:

- il processo a Pantani per la caduta alla MI-TO fu un evidente abuso del diritto nei confronti del corridore. E non già perché egli non fosse dopato, quanto perché sarebbe bastato aprire qualsiasi scritto di dottrina in materia per capire che il fatto non era previsto dalla legge come reato. Se non ricordo male, l'indagine fu iniziata dal Procuratore di Torino Guariniello, persona degna ma molto (troppo?) innamorata delle proprie idee (vedi il recentissimo cazziatone che si è beccato dalle SS.UU. sul caso Thyssenkrupp). In termini giuridici, nei confronti di Pantani fu leso sia il principio di legalità che di tassatività (nessuno può essere punito per un fatto che non è previsto dalla legge come reato nel tempo in cui il fatto fu commesso), garantititi dalla Costituzione prima ancora che dal Codice Penale. Nel suo stile inquisitorio, Travaglio fa passare questa autentica lesione dei diritti fondamentali della persona come un dettaglio. Ma il personaggio è noto.

- sui fatti del 2004, invece, tendo a dare ragione al Nostro simpatico giornalista. In Italia, quando non ci si vuole assumere le proprie responsabilità si evoca il "gomblotto". Nel caso della morte di Pantani sono in tanti, a vario titolo, ad avere responsabilità morali gravissime (sulle quali non mi dilungo per non essere o.t.) che certamente non potranno essere lavate dall'ostinazione con cui si cerca di accreditare una realtà diversa da quella sino ad oggi ritenuta provata.

Pantani fu un eroe negativo. E, come tutti i grandi, lo fu consapevolmente. O almeno lo intuì. Intuì di aver raggiunto vette troppo alte per poter rimanere anche dopo il 5 giugno 1999 un eroe positivo. Intuì che dopo aver segnato un epoca nel bene, lo avrebbe fatto anche nel male.
In questo senso, la sua morte è stata coerente con la sua vita.
Di lui, a me, rimane il monito rappresentato da una vita vissuta tra mille menzogne: quelle che lui raccontava a se stesso; quelle che il suo entourage gli raccontava; quelle che il suo entourage si raccontava (e per la verità si racconta ancora oggi).
 
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Jello

Gregario
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La dipendenza di EPO di Pantani nell'ospedale di Torino con tanto di trasfusioni perchè non morisse per il crollo in pochi giorni del valore di ematocrito me lo avevano raccontato come il "segreto dei segreti", era invece di dominio pubblico...la stessa cosa accadde a Sidney - la riferisce Donati nel suo ultimo libro

Io invece non la conoscevo, questa storia. Cioè, mi ricordavo perfettamente della storia del 60 e rotti percento, ma questa è la prima volta che ne sento parlare. Eh sì, questa è proprio dipendenza da EPO.
Comunque, non immaginavo che Travaglio, oltre ad essere un appassionato tifoso di calcio (è tifoso della Juve), fosse così competente anche riguardo al ciclismo, benché questa storia ha più a che fare con la cronaca giudiziaria che con quella sportiva tout court.
 
17 Maggio 2010
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Artusiano dentro
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2 Bianchi ma una è già troppo
le centrifughe portatili erano soggette a errori e non pochi, lo dicono tutti.
pantani si dice anche che sia stato più' volte coperto, in altri casi. quella volta no, questo può' configurare un cambio di atteggiamento
quello che certamente non si può dire e' "era pulito e l'han fregato"

Le centrifughe erano talmente inaffidabili che centinaia di corridori fra Giro e Tour che le usavano per anni sono stati tutti fermati come Pantani... Sicuramente non si può dire era pulito e l'han fregato, ma che fosse nelle regole e l'han fregato forse si... Comunque qua si continua ad andare OT perché la discussione dovrebbe parlare del suo ipotetico omicidio e non che fosse pieno di epo quando correva, cosa ormai risaputa, e anche l'articolo di Travaglio non c'azzecca nulla, e non c'azzeccherebbe in ogni caso perché mi risulta essere competente solo su Berlusconi, una volta uscito di scena rimarrà disoccupato...
 

posse

Maglia Iridata
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Le centrifughe erano talmente inaffidabili che centinaia di corridori fra Giro e Tour che le usavano per anni sono stati tutti fermati come Pantani... Sicuramente non si può dire era pulito e l'han fregato, ma che fosse nelle regole e l'han fregato forse si... Comunque qua si continua ad andare OT perché la discussione dovrebbe parlare del suo ipotetico omicidio e non che fosse pieno di epo quando correva, cosa ormai risaputa, e anche l'articolo di Travaglio non c'azzecca nulla, e non c'azzeccherebbe in ogni caso perché mi risulta essere competente solo su Berlusconi, una volta uscito di scena rimarrà disoccupato...

che le centrifughe "sballassero" non lo dico io ma gente che le usava.. cmq concordo nel dire che quella volta l'han fregato mentre altre volte coperto, se uscirà il motivo sarò solo contento.
 
17 Maggio 2010
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2 Bianchi ma una è già troppo
Appunto. Chi è un affermato giornalista di cronaca giudiziaria? Travaglio o quello della Gazzetta?
Comunque, il punto è proprio uno di quelli sottolineati da Travaglio.
Per accettare l'idea che Pantani sia stato vittima di un complotto ordito dalla camorra, bisogna ipotizzare che non solo la camorra sia riuscita a corrompere un numero cospicuo di stimati professionisti, nessuno dei quali ha mai fiatato negli ultimi 15 anni, ma che sia riuscita a farlo in maniera talmente "pulita" da farla sotto il naso ad una procura, che non si è accorta di nulla.
A quel punto, tutti noi saremmo tifosi di uno sport che gode di scarsa credibilità non solo per l'uso di sostanze dopanti da parte degli atleti, ma anche per via di macchinazioni della criminalità organizzata. A quel punto, persino il wrestling sarebbe più credibile.

Corrompere un numero cospicuo di affermati professionisti: nella realtà bastavano 3, dei quali 1 ha anche ammesso alla procura di Trento di non conoscere il protocollo per il prelievo di sangue... Travaglio quanto a sensazionalismo è meglio di Novella2000
 

dinute

Maglia Gialla
13 Maggio 2009
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Udine
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Le centrifughe erano talmente inaffidabili che centinaia di corridori fra Giro e Tour che le usavano per anni sono stati tutti fermati come Pantani... Sicuramente non si può dire era pulito e l'han fregato, ma che fosse nelle regole e l'han fregato forse si... Comunque qua si continua ad andare OT perché la discussione dovrebbe parlare del suo ipotetico omicidio e non che fosse pieno di epo quando correva, cosa ormai risaputa, e anche l'articolo di Travaglio non c'azzecca nulla, e non c'azzeccherebbe in ogni caso perché mi risulta essere competente solo su Berlusconi, una volta uscito di scena rimarrà disoccupato...

Ma la tesi del complotto è tale solo se si presuppone Pantani pulito. Se era dopato non vedo che complotto ci sia, sbagliò le dosi come tanti prima e tanti dopo di lui. Voi tifosi di Pantani siete commoventi nella sua difesa a oltranza. Pantani era tale e quale a Armostrong e Riis, tanto per fare due nomi tanto vituperati.