bikeporn - acciaio (parte terza)

Cyboraf

Scalatore
11 Giugno 2012
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Wilier SLR 0 su Ultegra Elettrico - Vetta Acciao su Campy
Parlando di professionisti, fino al 1995/1996 almeno 2/3 del gruppo correva Giro, Tour e grandi classiche su bici in acciaio, il resto su bici in alluminio, titanio e carbonio. Non vedo quindi perché noi oggi non potremmo fare le GF e ottenere buoni risultati su bici in acciaio moderne.
Devo dire che guardo con nostalgia le corse di metà anni '90: è il periodo in cui si può riscontrare, a mio modo di vedere, la più elevata differenziazione (di materiali) e personalizzazione di bici nel gruppo.
Condivido quanto evidenziato ma siccome mi pare qualcuno abbia detto detto più sopra che per il nostro livello medio non esiste praticamente differenza fra carbonio e acciaio (almeno sulle medie) e condivido anche questo, per quale motivo il carbonio la fa da padrone nelle vendite, visto che è comunque meno duraturo e, soprattutto, in caso di cricche neppure un meccanico esperto può rendersene conto a bocce ferme?
Potere del marketing o illusione di avvicinarsi ai pro?
 
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palmer

Apprendista Scalatore
20 Ottobre 2005
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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Avendo un giudizio su Bugno pari almeno a 4xKwiatkowski, quello che hai detto significa che Bugno con la bici di Kwiatkowski avrebbe finito la Sanremo in 4 ore e mezza! :sborone:

Dai su, davvero devo rispondere seriamente questo tuo intervento? o-o
Hai presente cosa significa stare nel gruppo giusto per 150km di seguito? Hai presente una corsa di professionisti come può cambiare, specialmente su un percorso come la Sanremo, in base a quanto le squadre tirano nei primi 200km? Magari divisi in tronconi come accadde nel '90. Da quando arrivarono a Voltri ebbero un vento a favore che nemmeno la pala di un elicottero farebbe meglio....

Rispondi seriamente, mica mi offendo, anzi!
Siamo qui per discutere serenamente.
Torniamo indietro ancora di un po' di anni: 1967, Merckx vinse in 6 ore e 25 minuti. Anche gli anni successivi i tempi erano sotto le 7 ore.
Prima dell'avvento del carbonio c'era sempre il vento a favore, oppure la differenza di prestazioni sta nella nostra testa?
 
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arwen

Passista
23 Settembre 2013
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troppe
Condivido ma siccome qualcuno ha detto più sopra che per il nostro livello medio non esiste praticamente differenza fra carbonio e acciaio (almeno sulle medie) e condivido anche questo, per quale motivo il carbonio la fa da padrone nelle vendite, visto che è comunque meno duraturo e, soprattutto, in caso di cricche neppure un meccanico esperto può rendersene conto a bocce ferme?

risposta secca?
alle case costa meno ed il margine di ricarico è maggiore su un telaio in carbonio che su uno in acciaio, quindi a loro conviene proporre carbonio o alluminio.
Ed all'acquirente medio a cui interessa solo pedalare, se entra in negozio e vede solo bici in alu e carbo non si pone il problema che potrebbero esserci altri materiali. Inoltre per alcuni ciclisti è anche questione di visioni limitate, nei negozi trovi solo carbonio e alluminio, se hai un acciaio o un titanio hai un cancello (sperimentato personalmente), quindi è un cane che si morde la coda.
 
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carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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Lo ha spiegato bene e facilmente Ser poco sopra, una differenza di peso consistente, in salita fa una differenza consistente. Si tratta solo di capire se la differenza la vuoi fare nel tempo che ci metti a salire, oppure nei Watt che usi in più per fare lo stesso tempo.

Detto questo, a parità di peso acciaio/carbonio [ndr: non scordiamoci mai che noi pedaliamo su una bici e non su un telaio] le differenze si riducono a eventuali comportamenti diversi del mezzo nelle varie situazioni, comportamenti che sono imposti dal telaio, dalle ruote e dalla forca (e anche un po' la piega). Va da se che se ti giochi 500g di peso per il telaio in acciaio, avrai 500g in meno di libertà per allestire la tua bici da gara......

Va da se che se la tecnologia al momento offre telai in carbonio molto rigidi e leggeri, ruote performanti e componenti iperleggeri e sicuri, un professionista non potrà che usare quelli, sempre tenendo conto che i professionisti sono sponsorizzati e corrono con quello che lo sponsor tecnico propone, ma c'è sempre un confronto tecnico di base mirato a sviluppare il prodotto e a renderlo adatto ai propri corridori.


Dipende da cosa si intende per "buoni risultati". In senso assoluto, quindi primi 10 di una Maratona o di una Faustocoppi per capirci, occorre tener d'occhio ogni dettaglio, quindi anche la bici ha il suo peso tecnico. Questo non significa che il vincitore non avrebbe potuto vincere con una bici d'acciaio, ma di sicuro avere una bici d'acciaio non ti pone in vantaggio rispetto ai concorrenti, al limite il contrario. Se invece il concetto di buon risultato si riduce ad un'ottima prestazione personale, allora qualunque bici permette di raggiungere questo tipo di target e in tal senso l'acciaio diventa una bici molto ragionevole, per mille motivi, non ultimo che è fichissima.



Verissimo, per non parlare dell'abbigliamento! :)))::)))::))):
Spero che quella dell'abbigliamento fosse ironia. Come facessero a vestire in quel modo "largo" solo loro lo sanno.
Tornando seri bisogna fare delle premesse.
E' pacifico che i paragoni su medie e tempi di scalata tra ieri e oggi lasciano il tempo che trovano. E' vero che di Gianni Bugno ne nascono uno ogni 40 anni, ma è altrettanto vero che sappiamo tutti che le prestazioni degli anni '90 erano "viziate" dal ricorso massiccio a determinate pratiche mediche e farmacologiche.
Detto ciò, quello che vorrei riuscire a capire è se a parità di componenti vi possano essere sostanziali differenze utilizzando telai di differenti materiali. E' vero che con un telaio in carbonio si può avere un risparmio netto di 400-500 grammi. E questi grammi possono essere decisivi in una cronoscalata di 17-18 km. Bisogna però considerare che una grande classica o una tappa di montagna di un grande giro si svolgono su un percorso misto: salita ma anche pianura e discesa. E un grande giro è spalmato su 21 giorni di corsa. La bici non deve essere solo leggera e rigida, ma anche comoda nei lunghi tratti in pianura (durante i quali un corridore può "riposare") e guidabile in discesa.
Quel che mi chiedo è, insomma, se a parità di montaggio un telaio in titanio o acciaio costruiti a regola d'arte secondo le tecnologie oggi disponibili pagherebbero dazio rispetto a un carbonio top di gamma dei marchi più diffusi: io credo di no.
Come dici tu, i corridori corrono su ciò che gli viene dato. Se gli venisse dato un telaio in acciaio o in titanio, Sagan, Froome, Nibali e Kwiatkowski vincerebbero lo stesso.
 

carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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Condivido ma siccome qualcuno ha detto più sopra che per il nostro livello medio non esiste praticamente differenza fra carbonio e acciaio (almeno sulle medie) e condivido anche questo, per quale motivo il carbonio la fa da padrone nelle vendite, visto che è comunque meno duraturo e, soprattutto, in caso di cricche neppure un meccanico esperto può rendersene conto a bocce ferme?
Potere del marketing o illusione di avvicinarsi ai pro?
I motivi sono vari. Ne possiamo citare alcuni. Sicuramente me ne sfuggiranno altri.
Quando accendi la tv o sfogli una rivista di ciclismo, tu sopra cosa li vedi i professionisti? Su Specialized, Pinarello e altre "specialissime" in carbonio. Quindi il cicloamatore medio cosa pensi che voglia comprare se non la bici in carbonio?
Quando entri in un negozio, cosa ti vendono nel 90% dei casi? Carbonio. Perché i negozianti sono nel 90% dei casi dei "rivenditori". Quello hanno e quello ti vendono. E ti vendono quello perché i produttori hanno un maggior profitto sulla produzione del carbonio, non del titanio o dell'acciaio. Inoltre un acciaio o un titanio ti durano decenni, un carbonio (a meno che non parliamo di carbonio artigianale) viene sostituito ogni 3 o 4 anni. L'economia gira e i vari produttori sono ben lieti che giri. Mi viene in mente un paragone con l'obsolescenza programmata dei prodotti informatici e elettronici. Perché cambiare un I-Phone da 1000 euro ogni due anni quando puoi vivere serenamente con uno smartphone da qualche centinaia di euro finché non si rompe?
Tu pensi che chi compra una bici pondera tutto il ponderabile e soprattutto è mosso al 100% dal raziocinio o comunque fa mille ragionamenti su materiali, utilizzo, caratteristiche tecniche e fisiche dell'utilizzatore finale come facciamo noi qui sul forum?
 
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flavio-san

Apprendista Velocista
27 Agosto 2010
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daccordiSL-masterpiù
ma è altrettanto vero che sappiamo tutti che le prestazioni degli anni '90 erano "viziate" dal ricorso massiccio a determinate pratiche mediche e farmacologiche.

fortuna che adesso sono tutti puliti e contenti.

Detto ciò, quello che vorrei riuscire a capire è se a parità di componenti vi possano essere sostanziali differenze utilizzando telai di differenti materiali. E' vero che con un telaio in carbonio si può avere un risparmio netto di 400-500 grammi.

facciamo anche 800 e oltre grammi solo nel telaio, poi c'è la forcella, altri 300 grammi, il carbonio era il futuro 30 anni fa, è ora di ammodernarsi (dopo pedalo il master :-D )
F
 

carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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fortuna che adesso sono tutti puliti e contenti.



facciamo anche 800 e oltre grammi solo nel telaio, poi c'è la forcella, altri 300 grammi, il carbonio era il futuro 30 anni fa, è ora di ammodernarsi (dopo pedalo il master :-D )
F
Non ho scritto da nessuna parte che ora siano tutti lindi e puliti. E' però incontrovertibile che il ricorso a determinate pratiche era di gran lunga maggiore in quegli anni. Le prestazioni monstre e i wattaggi dei mitici anni '90 restano, per l'appunto, relegati a quella decade storico sportiva.
 

carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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cambia la grafica, cambia il colore di fondo, si cambia per libidine, mica perchè è a fine vita.
f
Io non andrei mai in discesa a 80 km/h su alcuni telai da 600grammi con un decennio di vita. Cosa che invece puoi fare tranquillamente con telai ben più solidi e più pesanti. Alla fine parliamo sempre di differenze di 500-700 grammi come se gli utilizzatori avessero una percentuale di massa grassa media del 10%. Il che non mi pare di riscontrarlo lungo le strade.
 

Mardot

Velocista
25 Febbraio 2008
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Mia
Rispondi seriamente, mica mi offendo, anzi!
Siamo qui per discutere serenamente.
Torniamo indietro ancora di un po' di anni: 1967, Merckx vinse in 6 ore e 25 minuti. Anche gli anni successivi i tempi erano sotto le 7 ore.
Prima dell'avvento del carbonio c'era sempre il vento a favore, oppure la differenza di prestazioni sta nella nostra testa?

Ma infatti poi ti ho risposto seriamente, per lo meno in parte, di sicuro serenamente o-o
E' evidente che se si fanno dei raffronti, la prima regola è tenere fermi gli altri parametri. In questo caso invece hai fatto un'insalata di parametri senza senso.
Come puoi paragonare una Sanremo di Bugno con una Merckx e una di Kwiatkowski facendo i raffronti dei tempi e deducendo quindi che il mezzo non fa differenza?
Sono milioni i parametri in gioco, la corsa, da tattica, il vento, il gruppo, il freddo il caldo la pioggia, il doping, e tutto il cucuzzaro.
I raffronti si fanno su campioni più ristretti, puoi farlo anche tu.

Prendi l'ultimo modello BMC da 12k€ (o bici di altra marca analoga) e un buon acciaio (scegli tu).
Dopodiché ti fai 10 volte la stessa salita con ognuno dei due mezzi e vedi cosa cambia.
 

Mardot

Velocista
25 Febbraio 2008
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Spero che quella dell'abbigliamento fosse ironia. Come facessero a vestire in quel modo "largo" solo loro lo sanno.
Più che altro mi riferivo alle colorazioni, credo che negli anni fine '80-fine '90 si sia toccato il fondo quanto a colorazioni di divise e biciclette...

Tornando seri bisogna fare delle premesse.
E' pacifico che i paragoni su medie e tempi di scalata tra ieri e oggi lasciano il tempo che trovano. E' vero che di Gianni Bugno ne nascono uno ogni 40 anni, ma è altrettanto vero che sappiamo tutti che le prestazioni degli anni '90 erano "viziate" dal ricorso massiccio a determinate pratiche mediche e farmacologiche.

Esatto, però poi vai a vedere certe medie di oggi e vedi delle gare con VAM da 1750 il che ti fa capire che: o sono ancora pieni come uova, o forse l'allenamento e i mezzi tecnici sono migliorati.....

Detto ciò, quello che vorrei riuscire a capire è se a parità di componenti vi possano essere sostanziali differenze utilizzando telai di differenti materiali. E' vero che con un telaio in carbonio si può avere un risparmio netto di 400-500 grammi. E questi grammi possono essere decisivi in una cronoscalata di 17-18 km. Bisogna però considerare che una grande classica o una tappa di montagna di un grande giro si svolgono su un percorso misto: salita ma anche pianura e discesa. E un grande giro è spalmato su 21 giorni di corsa. La bici non deve essere solo leggera e rigida, ma anche comoda nei lunghi tratti in pianura (durante i quali un corridore può "riposare") e guidabile in discesa.
Quel che mi chiedo è, insomma, se a parità di montaggio un telaio in titanio o acciaio costruiti a regola d'arte secondo le tecnologie oggi disponibili pagherebbero dazio rispetto a un carbonio top di gamma dei marchi più diffusi: io credo di no.

La mia R8 la usò Baldato per fare la Roubaix (non ricordo l'anno esatto). Di sicuro è adatta a quel tipo di percorso, opportunamente cerchiata e gommata. Stesso dicasi per gare dove lo scatto non è così decisivo, come invece lo sarebbe in una Liegi. Ma il comportamento del mio telaio (e quindi di molti altri in acciaio, seppur racing) non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di un top di gamma odierno (e ho le Racing Zero Competizione come ruote eh, quindi quanto di più rigido ci sia sul mercato).

Io non so se voi abbiate mai pedalato su un carbonio top di gamma (quindi con montaggio coerente e ruote pure), ma se hai un po' di gambe la differenza con l'acciaio in salita e nello scatto lo avverti eccome, sottolineo eccome. Se poi questo sia sufficiente a perdere una corsa o un Giro d'Italia, non sono in grado di dirlo.

Come dici tu, i corridori corrono su ciò che gli viene dato. Se gli venisse dato un telaio in acciaio o in titanio, Sagan, Froome, Nibali e Kwiatkowski vincerebbero lo stesso.

Ecco, questo sarebbe davvero bellissimo, vedere una squadra top dei professionisti di nuovo sull'acciaio, ma voglio vedere chi ha il coraggio di sponsorizzare una squadra Pro in questo momento....... (e non sto parlando di soldi, ma proprio di bici)
 

carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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Più che altro mi riferivo alle colorazioni, credo che negli anni fine '80-fine '90 si sia toccato il fondo quanto a colorazioni di divise e biciclette...



Esatto, però poi vai a vedere certe medie di oggi e vedi delle gare con VAM da 1750 il che ti fa capire che: o sono ancora pieni come uova, o forse l'allenamento e i mezzi tecnici sono migliorati.....



La mia R8 la usò Baldato per fare la Roubaix (non ricordo l'anno esatto). Di sicuro è adatta a quel tipo di percorso, opportunamente cerchiata e gommata. Stesso dicasi per gare dove lo scatto non è così decisivo, come invece lo sarebbe in una Liegi. Ma il comportamento del mio telaio (e quindi di molti altri in acciaio, seppur racing) non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di un top di gamma odierno (e ho le Racing Zero Competizione come ruote eh, quindi quanto di più rigido ci sia sul mercato).

Io non so se voi abbiate mai pedalato su un carbonio top di gamma (quindi con montaggio coerente e ruote pure), ma se hai un po' di gambe la differenza con l'acciaio in salita e nello scatto lo avverti eccome, sottolineo eccome. Se poi questo sia sufficiente a perdere una corsa o un Giro d'Italia, non sono in grado di dirlo.



Ecco, questo sarebbe davvero bellissimo, vedere una squadra top dei professionisti di nuovo sull'acciaio, ma voglio vedere chi ha il coraggio di sponsorizzare una squadra Pro in questo momento....... (e non sto parlando di soldi, ma proprio di bici)
Non metto assolutamente in dubbio il fatto che un telaio in carbonio in salita sia più performante: rigido, leggero, scattante. E non metto in dubbio che anche noi sentiremmo delle differenze. Personalmente ho avvertito delle sostanziali differenze quando ho sostituito le ruote, i pedali e addirittura sostituendo delle camere d'aria.
Ciò che voglio dire è che il telaio ideale non è quello più rigido, quello più scattante, più leggero o quello più comodo, ma quello che racchiude in sé il miglior bilanciamento tra tutte queste caratteristiche. Perché un percorso di una gara è tendenzialmente misto, a meno che non si faccia riferimento a delle competizioni specifiche come una cronoscalata. E questo bilanciamento credo lo si possa ottenere con carbonio, acciaio e titanio.
 
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Ser pecora

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alle case costa meno ed il margine di ricarico è maggiore su un telaio in carbonio che su uno in acciaio, quindi a loro conviene proporre carbonio o alluminio.

Ma in base a cosa lo dici? Secondo te nel mondo si producono più bici in carbonio o alluminio-acciaio? Secondo te quali costa meno produrre?

Io sinceramente questo talebanesimo pro-acciaio lo trovo senza senso.
 

Mardot

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Ciò che voglio dire è che il telaio ideale non è quello più rigido, quello più scattante, più leggero o quello più comodo, ma quello che racchiude in sé il miglior bilanciamento tra tutte queste caratteristiche. Perché un percorso di una gara è tendenzialmente misto, a meno che non si faccia riferimento a delle competizioni specifiche come una cronoscalata. E questo bilanciamento credo lo si possa ottenere con carbonio, acciaio e titanio.
Se sei un Pro, hai praticamente una bici per ogni tipologia di percorso, quindi non hai la necessità di racchiudere tutte le caratteristiche in un solo telaio, anzi ti servono dei mezzi specifici. In tal senso parlavo delle difficoltà di sponsorizzazione da parte di un costruttore d'acciaio. Vorrei vedere chi sarebbe in grado di sponsorizzare una squadra Pro, dovendogli fornire telai da montagna, da cronometro, da corse in linea, tutti in acciaio.....

Se invece vuoi avere una bici sola per tutte le competizioni, allora secondo me devi cambiare tattica.

Te ne fai una "comoda" per quando ti alleni, e poi te ne fai una che ti spacca in due quando corri.

Per lo meno questa era la mia tattica quando facevo competizioni. Ed in quel caso, il telaio da gara (montagna, circuito) era in ALU (prima il CAAD e poi un TREK). La Faustocoppi la feci comunque con l'acciaio, tanto Argentin (in maglia di campione del mondo) Moser e tanti altri non li avrei presi comunque ...... altri tempi porca miseria.....
 

carmysco

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Se sei un Pro, hai praticamente una bici per ogni tipologia di percorso, quindi non hai la necessità di racchiudere tutte le caratteristiche in un solo telaio, anzi ti servono dei mezzi specifici. In tal senso parlavo delle difficoltà di sponsorizzazione da parte di un costruttore d'acciaio. Vorrei vedere chi sarebbe in grado di sponsorizzare una squadra Pro, dovendogli fornire telai da montagna, da cronometro, da corse in linea, tutti in acciaio.....

Se invece vuoi avere una bici sola per tutte le competizioni, allora secondo me devi cambiare tattica.

Te ne fai una "comoda" per quando ti alleni, e poi te ne fai una che ti spacca in due quando corri.

Per lo meno questa era la mia tattica quando facevo competizioni. Ed in quel caso, il telaio da gara (montagna, circuito) era in ALU (prima il CAAD e poi un TREK). La Faustocoppi la feci comunque con l'acciaio, tanto Argentin (in maglia di campione del mondo) Moser e tanti altri non li avrei presi comunque ...... altri tempi porca miseria.....
Credo sia ingenuo pensare che si tratti solamente di un discorso di "comodità" di fornitura. E' vero. Una realtà artigianale non potrebbe sopportare, oggi, i costi di una sponsorizzazione che prevederebbe una media di almeno 5 bici per corridore quando in organico ci sono anche 20 corridori. Alcuni ne avrebbero bisogno anche di 10. Credo però sia sensato propendere più per la tesi del profitto dei produttori, come ho accennato in qualche post fa. Ovviamente il profitto si realizza su chi, "copiando" il professionista, acquista il telaio che vede usare in tv o sulle riviste o siti web specializzati. I grandi numeri producono grandi profitti.
 

Ser pecora

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Credo sia ingenuo pensare che si tratti solamente di un discorso di "comodità" di fornitura. E' vero. Una realtà artigianale non potrebbe sopportare, oggi, i costi di una sponsorizzazione che prevederebbe una media di almeno 5 bici per corridore quando in organico ci sono anche 20 corridori. Alcuni ne avrebbero bisogno anche di 10. Credo però sia sensato propendere più per la tesi del profitto dei produttori, come ho accennato in qualche post fa. Ovviamente il profitto si realizza su chi, "copiando" il professionista, acquista il telaio che vede usare in tv o sulle riviste o siti web specializzati. I grandi numeri producono grandi profitti.

10 bici a testa? Ma chi? In un Team WT ne hanno 2+1 da crono...i leader ne hanno di più, ma nemmeno sempre.

E poi: la solita cosa dell'artigianale...ma chi lo dice che le bici in metallo devono essere artigianali?! Negli anni '90 secondo voi le bici in metallo che si usavano erano tutte artigianali?

Le bici più vendute di ogni azienda NON SONO QUELLE IN CARBONIO, ma la bassa gamma in alluminio. E non sono artigianali....
Ed il PROFITTO lo fanno con quelle.
 

Mardot

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c'e' una prova del egenere su GCN...


certo come acciaio hanno preso proprio un ferrovecchio

sì l'avevo vista, mi ha fatto sorridere, ma rende l'idea, in generale mi piacciono questi ragazzi

10 bici a testa? Ma chi? In un Team WT ne hanno 2+1 da crono...i leader ne hanno di più, ma nemmeno sempre.

sì, che sono comunque numeri notevoli per un ipotetico costruttore d'acciaio.... soprattutto dovendo garantire standard uniformi di prodotto, un eventuale telaio sostitutivo uguale in caso di rottura, ecc....

E poi: la solita cosa dell'artigianale...ma chi lo dice che le bici in metallo devono essere artigianali?! Negli anni '90 secondo voi le bici in metallo che si usavano erano tutte artigianali?

Infatti, i caroselli Colnago... ecc ....
Sei sicuro di star bene? Ti rendi conto che stai scrivendo ciò che scrivevo io in questo forum 10 anni fa!? Fai una visita! Prendi uno sciroppo! :))):
 

carmysco

Apprendista Cronoman
15 Novembre 2010
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10 bici a testa? Ma chi? In un Team WT ne hanno 2+1 da crono...i leader ne hanno di più, ma nemmeno sempre.

E poi: la solita cosa dell'artigianale...ma chi lo dice che le bici in metallo devono essere artigianali?! Negli anni '90 secondo voi le bici in metallo che si usavano erano tutte artigianali?

Le bici più vendute di ogni azienda NON SONO QUELLE IN CARBONIO, ma la bassa gamma in alluminio. E non sono artigianali....
Ed il PROFITTO lo fanno con quelle.
Infatti ho scritto in media 5 a testa. Poi, sapendo che sarebbe arrivato chi mi avrebbe detto "ma Pantani al Giro aveva almeno 10 bici diverse al seguito" ho scritto "anche 10".
Qui poi non si parla di bici in generale. Ma di bici da corsa di un certo livello. E mantenendosi su livelli di un certo tipo la diatriba è tra bici in carbonio e bici in metallo. Ricollegandomi a un tuo intervento precedente, personalmente, non ne faccio nemmeno una questione di talebanismo pro acciaio. Non bisogna nemmeno ricadere nell'eccesso opposto, ossia nel talebanismo pro "carbonio. Io sono dell'idea che una bici costruita a regola d'arte sia essa in carbonio, acciaio o titanio, a parità di componenti, porti a ottime performance un atleta evoluto. A prescindere, appunto, dal materiale del telaio.
 

moxin64

Gregario
15 Marzo 2006
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Acciaio e carbonchio
Ma in base a cosa lo dici? Secondo te nel mondo si producono più bici in carbonio o alluminio-acciaio? Secondo te quali costa meno produrre?

Io sinceramente questo talebanesimo pro-acciaio lo trovo senza senso.

Secondo me il motivo della scelta del manufatto in acciaio o titanio sta nella possibilità di personalizzare e di renderlo esclusivo ed unico. Se un cicloamatore è alla ricerca della performance e del risultato agonistico probabilmente esistono soluzioni diverse come telai top di gamma in carbonio, indiscutibilmente più leggeri, spesso più aerodinamici, probabilmente più rigidi.
 
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