Quanto conta la genetica nella prestazione di un amatore?

steu60

via col vento
28 Giugno 2013
1.409
396
Visita sito
Bici
rose
Continuate a spostare il discorso sui prof...c'entra nulla...
@steu60
Vedi in un altro 3d è uscito il discorso dell'allenamento strutturato...
Tu hai detto che non lo fai perché pensi che non ti serva, per via dell'età, perché tanto i risultati saranno quello che saranno ...ecc..

Vedi, a mio modo di vedere, ti sei dato dei limiti...

Se un altro della tua stessa età (o più anziano) , che si allena "bene" , fa tutto "bene", ti arriva davanti, hai due strade, puoi decidere che non ci puoi far nulla perché la genetica ti è contro, oppure provare a fare tutto il possibile e cercare ancora di migliorare...

Poi cmq è lecito e corretto vivere la bici come meglio si crede...
Ciao never
Più che altro ho scritto che non ho la cultura per farlo, non so neanche cosa voglia dire 'strutturale'. Però ho comprato il famoso libro.
Poi vedrò sela cosa mi prende
Devo dire che solo leggendo qua e là, gli argomenti sull'alimentazione e sugli allenamenti e cercando di capirne e applicarne la filosofia, mi sembra di essere migliorato.

Il riferimento a R.Porte hai ragione ,non c'entra qui ma credimi quando ti passa uno così, non puoi non pensare alla genetica. Dovevi esserci per capire ;)
 

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
4.034
1.950
Visita sito
Bici
Pinifarina
E si giocano la vittoria? Perché quelli con una buona genetica con quel volume di allenamento sono nei primi dieci a livello nazionale. Essere quasi obesi e poi ottimamente allenati non significa non essere geneticamente dotati, ma solo sfruttare o meno il proprio patrimonio genetico. Vi sono professionisti che una volta smesso con la bici hanno messo su parecchi chili. Amatori che si allenavano scrupolosamente con ottimi risultati si sono ridimensionati una volta passati professionisti, vedi Fertonani. Altri hanno avuto una carriera straordinaria nonostante la vocazione tardiva, vedi Rominger, questa è la genetica. Ognuno tra le proprie soddisfazioni dallo sport come vuole, a livello regionale una persona mediamente dotata che si alleni con scrupolo e faccia vita da atleta può primeggiare, a livello nazionale è molto più difficile, a livello mondiale può scordarselo, servono genetica e allenamento ben programmato, più vita da atleta. Questo può non essere direttamente comprensibile per il ciclismo, ma chiedete ad un triatleta che voglia qualificarsi per le Hawaii, anni fa si poteva fare semplicemente allenandosi bene, adesso servono anche doti fuori dal comune. Questo deve essere ben chiaro, altrimenti nascono frustrazioni, accuse di doping
verso i vincenti, etc da chi fa vita da atleta e non ottiene i risultati sperati.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app

quel volume di allenamento è sicuramente sufficiente per togliersi qualche soddisfazione, ma non per primeggiare (né regionale, né nazionale).

semplicemente perché i primi sono atleti (in genere stipendiati) che si allenano ancora di più e meglio, mangiano meglio, riposano di più, magari non hanno un altro lavoro a cui pensare ecc...

e più si sale di livello più queste differenze diventano importanti.

stiamo parlando di 20.000 km l'anno (i primi arrivano anche a 40.000).

per passare tanto tempo in bici (non certo a vedere le margherite) ci vuole testa.

a volte nemmeno i prof reggono tutto questo stress...

un anno vanno fortissimo, quello dopo meno, poi risorgono...

sicuramente il loro codice genetico non cambia, ma cambiano gli stimoli, la convinzione, magari un infortunio...

wiggins si è trasformato per poter diventare un uomo da grandi giri, e una volta raggiunto il proprio obiettivo e persi gli stimoli giusti ha mollato...

e se la genetica incide così poco tra i prof, dove si sfrutta il minimo particolare per arrivare davanti al proprio avversario, perché mai dovrebbe essere determinante tra gli amatori, che sono per prestazioni anni luce dietro?

sicuramente avrà un suo peso, ma la genetica è molto meno importante di tante altre caratteristiche.
 
  • Mi piace
Reactions: Marietto64

Super Ciuk

Apprendista Cronoman
23 Ottobre 2012
3.271
783
Tra il ring e la realtà
Visita sito
Bici
a pedali
Per quelli che sostengono che la genetica non conta, provate a spiegarci perchè ci sono i velocisti, gli scalatori, i passisti, ecc. Perchè?
Se la genetica non conta, perchè Cipollini ad esempio non andava come Pantani in salita?
perchè il mio amico che ora primeggia nelle gare a circuito, alle granfondo lunghe ed impegnative quando le preparava a dovere arrivava a 30 minuti dai primi?
 

Super Ciuk

Apprendista Cronoman
23 Ottobre 2012
3.271
783
Tra il ring e la realtà
Visita sito
Bici
a pedali
quel volume di allenamento è sicuramente sufficiente per togliersi qualche soddisfazione, ma non per primeggiare (né regionale, né nazionale).

semplicemente perché i primi sono atleti (in genere stipendiati) che si allenano ancora di più e meglio, mangiano meglio, riposano di più, magari non hanno un altro lavoro a cui pensare ecc...

e più si sale di livello più queste differenze diventano importanti.

stiamo parlando di 20.000 km l'anno (i primi arrivano anche a 40.000).

per passare tanto tempo in bici (non certo a vedere le margherite) ci vuole testa.

a volte nemmeno i prof reggono tutto questo stress...

un anno vanno fortissimo, quello dopo meno, poi risorgono...

sicuramente il loro codice genetico non cambia, ma cambiano gli stimoli, la convinzione, magari un infortunio...

wiggins si è trasformato per poter diventare un uomo da grandi giri, e una volta raggiunto il proprio obiettivo e persi gli stimoli giusti ha mollato...

e se la genetica incide così poco tra i prof, dove si sfrutta il minimo particolare per arrivare davanti al proprio avversario, perché mai dovrebbe essere determinante tra gli amatori, che sono per prestazioni anni luce dietro?

sicuramente avrà un suo peso, ma la genetica è molto meno importante di tante altre caratteristiche.

Quindi per fare 40.000 km-annui non servono doti speciali?
e se la genetica è meno importante come dici tu di altre caratteristiche, quali sono queste caratteristiche?
 

gx2

via col vento
29 Ottobre 2008
11.681
931
Dove non ci sono troll, frustrati e rosiconi
Visita sito
Bici
Gigiant
Per quelli che sostengono che la genetica non conta, provate a spiegarci perchè ci sono i velocisti, gli scalatori, i passisti, ecc. Perchè?
Se la genetica non conta, perchè Cipollini ad esempio non andava come Pantani in salita?
perchè il mio amico che ora primeggia nelle gare a circuito, alle granfondo lunghe ed impegnative quando le preparava a dovere arrivava a 30 minuti dai primi?
Rileggi bene la discussione, nessuno ha scritto che la genetica non conta. Ma conoscendo le proprie caratteristiche pretendere di fare ciò per cui non si è portati permettimi che è da fessi. Nel ciclismo c è spazioper tutti a patto di avere tempo (almeno 10-12h a settimana) e voglia. Poi se sei 160cm per 50 chili e ti lamenti che non riesci a piazzarti nelle gare a circuito..beh...alzo le mani [emoji23][emoji23]

Inviato dal pascolo
 

gx2

via col vento
29 Ottobre 2008
11.681
931
Dove non ci sono troll, frustrati e rosiconi
Visita sito
Bici
Gigiant
No vabbe quali 40000km??? Non parliamo di casi del tutto eccezionali dai. Iniziando all età giusta (anche a 30 anni) con 15000-20000km annui ci si toglie soddisfazioni, e parlo anche di vittorie, più circuiti e mf che gf che oggettivamente sono appannaggio sempre dei soliti soggetti.

Inviato dal pascolo
 

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
4.034
1.950
Visita sito
Bici
Pinifarina
Per quelli che sostengono che la genetica non conta, provate a spiegarci perchè ci sono i velocisti, gli scalatori, i passisti, ecc. Perchè?
Se la genetica non conta, perchè Cipollini ad esempio non andava come Pantani in salita?
perchè il mio amico che ora primeggia nelle gare a circuito, alle granfondo lunghe ed impegnative quando le preparava a dovere arrivava a 30 minuti dai primi?

ripeto, conta ma fino ad un certo punto...

ed ogni specialità ha le proprie "richieste" così come in tutti gli altri sport...

wiggins non era certamente uno da grandi giri eppure ha trasformato il proprio corpo diventando uno specialista di quella specialità.

la stessa cosa armstrong...

lo stesso coppi oggi non sarebbe considerato uno scalatore...

l'argomento sarebbe troppo vasto per essere trattato per come merita.

è chiaro che un cavendish non sarà mai uno scalatore alla pozzovivo...

ma credo che la discussione non sia su quanto incide la genetica nella definizione di compatibilità con alcune discipline.

ma verte più in generale sulla prestazione di un amatore.

io sono convinto che con la giusta "motivazione" nel mondo amatoriale si possa competere sui diversi tipi di gara (dalla gf alla rando, al circuito o alla cronoscalata).

per quanto riguarda il fisico, col tempo e il giusto allenamento si possono fare tante cose...

diverso il discorso per quel che riguarda il carattere, l'istinto, la furbizia, la tattica, l'incoscienza, la sensibilità...

queste sono le caratteristiche che difficilmente si allenano (e che qualcuno solo adesso inizia a studiare...).

ma anche io, come tutti, per una serie di ragioni, preferisco fare quello che mi riesce meglio (e mi piace di più..).

le gare a circuito poi sono molto particolari: lì più della gamba conta il saper stare in gruppo, il saper stare in sella, sapere come stare a ruota e soprattutto di chi... è il caso in cui i watt contano meno se non per il tempo della volata (watt massimi per pochi secondi)... probabilmente il tuo amico ha tutto questo ma magari è svantaggiato come rapporto W/kg...

infatti su una gf con tanto dislivello conta tanto il rapporto W/kg, in una crono piatta sono determinanti i watt per tempo...

e, ripeto, col giusto tempo, il giusto allenamento e la corretta alimentazione, il tuo amico potrebbe diventare un tipo da gf, ma dovrebbe mettere in conto che poi perderebbe qualcosa per la volata...
 

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
8.141
2.027
47
Genova
www.sportintranslation.com
Bici
Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
quel volume di allenamento è sicuramente sufficiente per togliersi qualche soddisfazione, ma non per primeggiare (né regionale, né nazionale).

semplicemente perché i primi sono atleti (in genere stipendiati) che si allenano ancora di più e meglio, mangiano meglio, riposano di più, magari non hanno un altro lavoro a cui pensare ecc...

e più si sale di livello più queste differenze diventano importanti.

stiamo parlando di 20.000 km l'anno (i primi arrivano anche a 40.000).

per passare tanto tempo in bici (non certo a vedere le margherite) ci vuole testa.

a volte nemmeno i prof reggono tutto questo stress...

un anno vanno fortissimo, quello dopo meno, poi risorgono...

sicuramente il loro codice genetico non cambia, ma cambiano gli stimoli, la convinzione, magari un infortunio...

wiggins si è trasformato per poter diventare un uomo da grandi giri, e una volta raggiunto il proprio obiettivo e persi gli stimoli giusti ha mollato...

e se la genetica incide così poco tra i prof, dove si sfrutta il minimo particolare per arrivare davanti al proprio avversario, perché mai dovrebbe essere determinante tra gli amatori, che sono per prestazioni anni luce dietro?

sicuramente avrà un suo peso, ma la genetica è molto meno importante di tante altre caratteristiche.
Ma hai mai corso nelle categorie giovanili? Ci sono i fenomeni da allenamento, quelli poco dotati, ma che si allenano alla grande e li per li vincono, ma alla lunga spariscono a favore di quelli geneticamente dotati. Chiaro che tra gli amatori puoi vincere anche se non sei troppo dotato perché gli altri non si allenano, ma tra i pro sono TUTTI geneticamente dotati, chi più chi meno, ed allora si inserisce il discorso dei marginal gains. Per fare dei numeri, con sessanta di vo2max puoi essere un buon amatore semplicemente allenandosi bene, 70 è il minimo per essere un gregario tra i pro, questa è la genetica.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
 
  • Mi piace
Reactions: Braccio

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
4.034
1.950
Visita sito
Bici
Pinifarina
Ma hai mai corso nelle categorie giovanili? Ci sono i fenomeni da allenamento, quelli poco dotati, ma che si allenano alla grande e li per li vincono, ma alla lunga spariscono a favore di quelli geneticamente dotati. Chiaro che tra gli amatori puoi vincere anche se non sei troppo dotato perché gli altri non si allenano, ma tra i pro sono TUTTI geneticamente dotati, chi più chi meno, ed allora si inserisce il discorso dei marginal gains. Per fare dei numeri, con sessanta di vo2max puoi essere un buon amatore semplicemente allenandosi bene, 70 è il minimo per essere un gregario tra i pro, questa è la genetica.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app

Quanto conta la genetica nella prestazione di un amatore?

si parla di amatori... per i prof concordo che ci voglia una "marcia" in più

per i ragazzi ci sarebbero da fare milioni di distinguo...
ti posso solo dire che non tutti maturano alla stessa età e nello stesso modo...
e non tutti hanno il carattere giusto per questo sport...

poi nella mia scarsa vita sportiva ho fatto altro...
 

Marietto64

Apprendista Velocista
14 Dicembre 2010
1.671
271
Genova
Visita sito
Bici
ROSE CDX 8810 etap HRD
Ma hai mai corso nelle categorie giovanili? Ci sono i fenomeni da allenamento, quelli poco dotati, ma che si allenano alla grande e li per li vincono, ma alla lunga spariscono a favore di quelli geneticamente dotati. Chiaro che tra gli amatori puoi vincere anche se non sei troppo dotato perché gli altri non si allenano, ma tra i pro sono TUTTI geneticamente dotati, chi più chi meno, ed allora si inserisce il discorso dei marginal gains. Per fare dei numeri, con sessanta di vo2max puoi essere un buon amatore semplicemente allenandosi bene, 70 è il minimo per essere un gregario tra i pro, questa è la genetica.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
Beh, però il tuo discorso potrebbe essere rovesciato. Visto che i pro - a differenza di noi amatori - si allenano in modo ottimale, le differenze genetiche, pur non enormi, diventano determinanti. A livello amatoriale è decisamente più rilevante la mia Triade preferita: Tempo, Voglia, Panza.
[emoji1]

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
 
  • Mi piace
Reactions: bach7

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
8.141
2.027
47
Genova
www.sportintranslation.com
Bici
Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
Beh, però il tuo discorso potrebbe essere rovesciato. Visto che i pro - a differenza di noi amatori - si allenano in modo ottimale, le differenze genetiche, pur non enormi, diventano determinanti. A livello amatoriale è decisamente più rilevante la mia Triade preferita: Tempo, Voglia, Panza.
[emoji1]

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
Vero anche questo. Il discorso è che campioni si nasce, poi si può decidere di coltivare quello che la natura ha dato o meno. Se vi capita leggete il libro di Sean Kelly, un talento naturale che non si risparmiava in allenamento. Nello stesso libro si parla di Raul Alcala e di come scusa fosse buona per non uscire e restare sul divano, di sicuro non ha ottenuto tutto quello che il suo fisico poteva dargli, ma era pur sempre uno dei migliori professionisti nella sua epoca. Stessa cosa Ulrich, d'inverno sembrava un amatore grasso, al Tour era in forma, di sicuro non faceva vita da atleta tutto l'anno. Se due con il patrimonio genetico di Ulrich ed Alcala decidessero di fare gran fondo senza aver mai fatto ciclismo prima le finirebbero bene praticamente senza allenamento, in due-tre anni sarebbero dei vincenti, anche senza ammazzarsi di allenamento. Altri meno dotati possono rivaleggiare con loro, ma devono fare tutto a puntino, non sbagliare nulla, cosa che quelli geneticamente dotati si possono permettere quando gareggiano a livello amatoriale. Il fatto che per me è agonismo quello dove quelli sulla linea di partenza hanno un livello simile di preparazione, altrimenti è una sfida con se stessi non con gli avversari. È quello che spesso accade nelle categorie giovanili, alcuni sono stra allenati, oltre che ad essere in anticipo con la maturazione fisica, risultano vincenti, quando, poi, si arriva ad un punto dove tutti si allenano allo stesso modo, generalmente tra gli under 23 una volta finita la scuola, vengono fuori i geneticamente dotati. Il fenomeno è meno presente a livello amatoriale perché quando chi non aveva tempo prima per allenarsi lo ha adesso è perché è in pensione...

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
 
  • Mi piace
Reactions: Marietto64

gx2

via col vento
29 Ottobre 2008
11.681
931
Dove non ci sono troll, frustrati e rosiconi
Visita sito
Bici
Gigiant
Infatti, alla fine della fiera che la genetica conti è fuori discussione...il discorso è quanto si possa sopperire ad una genetica...diciamo sfavorevole.
Che poi...genetica...essere più o meno responder, avere più o meno capacita di resistenza o forza, ma nessuno si chiede quanto invece conta la testa che fa muovere tutto? Come se la capacità di astrarre la fatica o la capacità di imparare dagli errori o di commettene pochi, piuttosto che fare lacosa giusta al momento giusto sia una capacità standard, uguale per tutti. Non è genetica anche quella?
Conta più avere una mente brillante capace di spingersi al limite o avere limiti fisici molto ampi senza avere la capacità di raggiungerli?

Ovviamente sono domande che non hanno risposta (ne ce l avranno nei prossimi decenni), così come non ha risposta la domanda iniziale, d altronde. Francamente non so neanche quanto valga la pena domandarselo, viste quante sono le variabili in gioco.
Vero anche questo. Il discorso è che campioni si nasce, poi si può decidere di coltivare quello che la natura ha dato o meno. Se vi capita leggete il libro di Sean Kelly, un talento naturale che non si risparmiava in allenamento. Nello stesso libro si parla di Raul Alcala e di come scusa fosse buona per non uscire e restare sul divano, di sicuro non ha ottenuto tutto quello che il suo fisico poteva dargli, ma era pur sempre uno dei migliori professionisti nella sua epoca. Stessa cosa Ulrich, d'inverno sembrava un amatore grasso, al Tour era in forma, di sicuro non faceva vita da atleta tutto l'anno. Se due con il patrimonio genetico di Ulrich ed Alcala decidessero di fare gran fondo senza aver mai fatto ciclismo prima le finirebbero bene praticamente senza allenamento, in due-tre anni sarebbero dei vincenti, anche senza ammazzarsi di allenamento. Altri meno dotati possono rivaleggiare con loro, ma devono fare tutto a puntino, non sbagliare nulla, cosa che quelli geneticamente dotati si possono permettere quando gareggiano a livello amatoriale. Il fatto che per me è agonismo quello dove quelli sulla linea di partenza hanno un livello simile di preparazione, altrimenti è una sfida con se stessi non con gli avversari. È quello che spesso accade nelle categorie giovanili, alcuni sono stra allenati, oltre che ad essere in anticipo con la maturazione fisica, risultano vincenti, quando, poi, si arriva ad un punto dove tutti si allenano allo stesso modo, generalmente tra gli under 23 una volta finita la scuola, vengono fuori i geneticamente dotati. Il fenomeno è meno presente a livello amatoriale perché quando chi non aveva tempo prima per allenarsi lo ha adesso è perché è in pensione...

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
La parità di allenamento è utopia perché a parità di tempo non tutti hanno la stessa voglia di faticare e la stessa grinta nel non mollare e nel dare il 110% piuttosto che nell organizzare al meglio gli allenamenti andando ad agire in modo efficace suo propri limiti (anche mentali)

Non ho letto risposte (abbozzate s intende) alle domande di cui sopra.
Quanto conta la testa? O la genetica è solo vo2max, capacità polmonare, elasticità del cuore, femore lungo ecc.?


Inviato dal pascolo
 

steu60

via col vento
28 Giugno 2013
1.409
396
Visita sito
Bici
rose
riassumendo, in base a quello che leggo

La genetica conta punto. a livelli assoluti e' quella che fa la differenza,

a livello amatoriale invece NI

pur essendoci l'amico , il conoscente, quello che incredibilmente va il doppio allenandosi la meta', i parametri su cui lavorare :alimentazione, allenamenti "strutturati" (che invero non so cosa siano), eta', tempo, cura del corpo (che passa da x di massa grassa a 10%) , perseveranza , testa, preparatori, biomenccanici, ecc . il raggiungere quel 4,5 watt x kg per essere un'ottimo amatore , potrebbe non essere un utopia .

Ps. Aggiungo che per me la vera differenza è l'eta, infatti le gare amatoriali sono divise per fasce di età
 
Ultima modifica:

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
8.141
2.027
47
Genova
www.sportintranslation.com
Bici
Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
La parità di allenamento è utopia perché a parità di tempo non tutti hanno la stessa voglia di faticare e la stessa grinta nel non mollare e nel dare il 110% piuttosto che nell organizzare al meglio gli allenamenti andando ad agire in modo efficace suo propri limiti (anche mentali)

Non ho letto risposte (abbozzate s intende) alle domande di cui sopra.
Quanto conta la testa? O la genetica è solo vo2max, capacità polmonare, elasticità del cuore, femore lungo ecc.?


Inviato dal pascolo
La testa conta, eccome, sia come capacità di andare oltre i propri limiti che organizzazione. A livello amatoriale la volontà e l'organizzazione possono supplire la mancanza di genetica, d'altro canto la genetica può supplire la poca voglia. A livello assoluto servono entrambi gli aspetti, oggi più di ieri perché la scienza dell'allenamento migliora, aiutata dagli strumenti e fa raggiungere il proprio massimo potenziale a molte più persone. Mi sembrano considerazioni banali, non capisco dove si voglia arrivare. Io sono sempre stato portato, genetica, per le materie umanistiche, ho sempre ottenuto ottimi risultati senza particolare impegno, anche se il fatto di riuscire facilmente mi ha portato a destinare molto tempo alla letteratura perché per me non era un sacrificio, ma un piacere. Al contrario sono sempre stato negato per le scienze, massimo impegno per risultato minimo, con conseguente allontanamento. Chi si impegna nel ciclismo penso che tragga le sue soddisfazioni, aiutato anche da una base genetica buona, altrimenti mi sembra non dedizione, ma masochismo. Dobbiamo dire bravo all'amatore che si impegna al massimo senza trarne piacere? Se ne trae piacere, lo fa per se stesso o per sentirsi dire bravo? Perché mi sembra che la discussione stia portando in quella direzione, siamo tutti tabulae rasae ma l'impegno, la dedizione, il sacrificio portano al successo, chi non ci arriva è perché è un perdente, senza volontà. Spero di sbagliarmi nella mia interpretazione.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
 

Braccio

Scalatore
27 Ottobre 2008
6.811
1.073
mondo
Visita sito
Bici
bici
La testa conta, eccome, sia come capacità di andare oltre i propri limiti che organizzazione. A livello amatoriale la volontà e l'organizzazione possono supplire la mancanza di genetica, d'altro canto la genetica può supplire la poca voglia. A livello assoluto servono entrambi gli aspetti, oggi più di ieri perché la scienza dell'allenamento migliora, aiutata dagli strumenti e fa raggiungere il proprio massimo potenziale a molte più persone. Mi sembrano considerazioni banali, non capisco dove si voglia arrivare. Io sono sempre stato portato, genetica, per le materie umanistiche, ho sempre ottenuto ottimi risultati senza particolare impegno, anche se il fatto di riuscire facilmente mi ha portato a destinare molto tempo alla letteratura perché per me non era un sacrificio, ma un piacere. Al contrario sono sempre stato negato per le scienze, massimo impegno per risultato minimo, con conseguente allontanamento. Chi si impegna nel ciclismo penso che tragga le sue soddisfazioni, aiutato anche da una base genetica buona, altrimenti mi sembra non dedizione, ma masochismo. Dobbiamo dire bravo all'amatore che si impegna al massimo senza trarne piacere? Se ne trae piacere, lo fa per se stesso o per sentirsi dire bravo? Perché mi sembra che la discussione stia portando in quella direzione, siamo tutti tabulae rasae ma l'impegno, la dedizione, il sacrificio portano al successo, chi non ci arriva è perché è un perdente, senza volontà. Spero di sbagliarmi nella mia interpretazione.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
Amen!
 

gx2

via col vento
29 Ottobre 2008
11.681
931
Dove non ci sono troll, frustrati e rosiconi
Visita sito
Bici
Gigiant
La testa conta, eccome, sia come capacità di andare oltre i propri limiti che organizzazione. A livello amatoriale la volontà e l'organizzazione possono supplire la mancanza di genetica, d'altro canto la genetica può supplire la poca voglia. A livello assoluto servono entrambi gli aspetti, oggi più di ieri perché la scienza dell'allenamento migliora, aiutata dagli strumenti e fa raggiungere il proprio massimo potenziale a molte più persone. Mi sembrano considerazioni banali, non capisco dove si voglia arrivare. Io sono sempre stato portato, genetica, per le materie umanistiche, ho sempre ottenuto ottimi risultati senza particolare impegno, anche se il fatto di riuscire facilmente mi ha portato a destinare molto tempo alla letteratura perché per me non era un sacrificio, ma un piacere. Al contrario sono sempre stato negato per le scienze, massimo impegno per risultato minimo, con conseguente allontanamento. Chi si impegna nel ciclismo penso che tragga le sue soddisfazioni, aiutato anche da una base genetica buona, altrimenti mi sembra non dedizione, ma masochismo. Dobbiamo dire bravo all'amatore che si impegna al massimo senza trarne piacere? Se ne trae piacere, lo fa per se stesso o per sentirsi dire bravo? Perché mi sembra che la discussione stia portando in quella direzione, siamo tutti tabulae rasae ma l'impegno, la dedizione, il sacrificio portano al successo, chi non ci arriva è perché è un perdente, senza volontà. Spero di sbagliarmi nella mia interpretazione.

Sent from my [device_name] using BDC-Forum mobile app
Al contrario....è che qua pare che chi va forte è solo fortunato [emoji23]

Inviato dal pascolo
 

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
4.034
1.950
Visita sito
Bici
Pinifarina
Quindi per fare 40.000 km-annui non servono doti speciali?
e se la genetica è meno importante come dici tu di altre caratteristiche, quali sono queste caratteristiche?

certo che serve una "dote" speciale!

quella della moglie ricca! :mrgreen:

40.000 km annui sono circa 1.600 di ore in sella...

sono in media 4 ore e 20 min al giorno...

questo vuol dire in italia non avere famiglia e un lavoro (ricordo che si parla di amatori)...
 

catman

Scalatore
3 Giugno 2011
6.650
13.641
Veneto
Visita sito
Bici
Pinarello
No vabbe quali 40000km??? Non parliamo di casi del tutto eccezionali dai. Iniziando all età giusta (anche a 30 anni) con 15000-20000km annui ci si toglie soddisfazioni, e parlo anche di vittorie, più circuiti e mf che gf che oggettivamente sono appannaggio sempre dei soliti soggetti.

Inviato dal pascolo

beh parlare di vittorie di mf cominciando a 30 anni sarà possibile ma si tratta di casi rari...
tutti gli amatori allenandosi arrivano a spingere i 300 watt x parecchio tempo, in una gf con tanta salita la differenza la fa ovviamente il peso
se fa 300 watt uno che pesa 60 kg si gioca un buon piazzamente, se li fa uno da 80 kg prende minimo 20-30 minuti

chi ha una buona genetica andrà a 350 o 400 watt e non solo perché si allena bene, sicuramente quello è fondamentale ma senza il fisico/motore a certe prestazioni non ci arriva nessuno.