telaio Pegoretti: è cosi' speciale?

porcatrota

Novellino
12 Maggio 2008
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Credo che la differenza di opinioni derivi dal fatto che la più recente edizione del libro che si cita è del 1993... mi sembra che da allora qualche cosina sia cambiato...

Anche la toria della gravità è del 1666, e anche qui qualche anno è passato, ma le leggi della fisica, caspita, non se ne sono accorte! Ci vorrebbe qualcuno che le informi.
 

porcatrota

Novellino
12 Maggio 2008
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Io invece di leggererle le ruote le uso e ti posso dire che negli ultimi anni assieme ai gruppi sono i componenti che hanno avuto il maggior sviluppo.
Poi possiamo discutere di durata, legerezza, frenata, copertoni, tubolari e quanto questo possa influire sul rendimento finale, ma negare che una ruota a basso profilo, un 32 raggi per esempio rapportata ad una ruota in carbonio ad alto profilo non cambi la risposta del telaio bè equivale a negare la differenza fra la notte e il giorno.
Come non sono convinto che non tutte le ruote si possono adattare a tutti i telai.

Grazie dell'informazione, io pensavo che l'ultimo modello fossero le Roval che acquistai negli anni settanta.
Però la cosa mi incuriosisce: quali sarebbero i grandi sviluppi che ha avuto la ruota? La forma? Il concetto del pretensionamento? Oppure quella perla del tra-comp, cioè un raggio che lavora sia in trazione che compressione, cioè ancora come la ruota di un carretto assiro babilonese di 3000 anni fa? Oppure ancora i raggi radiali come quelli della ruota anteriore di un Gran Bi del 1898? O quelli raccolti a due a due come faceva Magic Motorcycle alla fine degli anni '80? O forse l'uso del carbonio, in cui si deve perdere il 90% del tempo di progettazione pensando e ripensando a come frenarle e a come evitare che il riscaldamento del cerchio non faccia stallonare?
O i raggi in alluminio che per far sì che riescano a tenere li devi fare grossi tre volte glia ltri (la resistenza a trazione è infatti circa un terzo quella dell'acciaio)? O la tanto strombazzata raggiatura 2x1 che, guarda un pò, le Roval sopra citate già avevano quarant'anni fa?
Sicuro che non ci sia in giro tanto fumo o, come direbbero gli americani, tante "hype" di mercato?
 

Clodovico

Mago di Otz
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Bici
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Grazie dell'informazione, io pensavo che l'ultimo modello fossero le Roval che acquistai negli anni settanta.
Però la cosa mi incuriosisce: quali sarebbero i grandi sviluppi che ha avuto la ruota? La forma? Il concetto del pretensionamento? Oppure quella perla del tra-comp, cioè un raggio che lavora sia in trazione che compressione, cioè ancora come la ruota di un carretto assiro babilonese di 3000 anni fa? Oppure ancora i raggi radiali come quelli della ruota anteriore di un Gran Bi del 1898? O quelli raccolti a due a due come faceva Magic Motorcycle alla fine degli anni '80? O forse l'uso del carbonio, in cui si deve perdere il 90% del tempo di progettazione pensando e ripensando a come frenarle e a come evitare che il riscaldamento del cerchio non faccia stallonare?
O i raggi in alluminio che per far sì che riescano a tenere li devi fare grossi tre volte glia ltri (la resistenza a trazione è infatti circa un terzo quella dell'acciaio)? O la tanto strombazzata raggiatura 2x1 che, guarda un pò, le Roval sopra citate già avevano quarant'anni fa?
Sicuro che non ci sia in giro tanto fumo o, come direbbero gli americani, tante "hype" di mercato?
A prescindere che siamo totalmente O.T., la impressione che dai e' di saperne molto in teoria e poco in pratica. Utah, e io aggiungo, sosteniamo che nella pratica delle ruote facciano comportare una bici in maniera totalmente diversa rispetto ad altre.

Rispetto alle leggi della fisica, esse non sono certo (almeno crediamo visto che nella fisica ancora tantissimo e' da scoprire) cambiate ma sicuramente lo e' la nostra comprensione delle stesse dall'epoca in cui Galileo le enuncio' per la prima volta. E lo stesso credo possa essere vero di un libro che 16 anni fa' parlava di ruote, epoca dalla quale la nostra a conoscenza della metallurgia e soprattutto dei materiali compositi e' migliorata immensamente. Se poi tu vuoi continuare a sostenere che tra le ruote di 40 anni fa' e quelle di oggi non vi e' differenza, se non altro per una questione di peso credo fermamente che dovresti provarle per ricrederti.
 

Ser pecora

Diretur
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dove capita
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Si, ma i numeri... Sono numeri. Incontestabili per carità.
Ma... provate ruote diverse e avrete bici diverse.

Infatti sono d'accordo. Quando dico che sono "sensazioni" non lo dico per sminuire. Spesso si leggono considerazioni nettamente contrastanti rispetto quello che dicono i "numeri". Dalla terra che sembra piatta, ma non lo è, alle ruote "che accelerano meglio" alle sospensioni delle mtb (sul sito di linkage è stato apposta aperto uno spazio per discutere delle sensazioni e metterle in relazione ai "numeri" e vedere se c'è una qualche "costante").

Per tornare IT, che uno con una ruota diversa magari guidi con più difficoltà, indipendemente dai numeri, è un fatto, ed è un fatto importante.
Però, se dal punto di vista dei numeri la cosa non si può spiegare (il ragionamento di Brandt sul rapporto tra la rigidità della ruota e quello della gomma non è certo inficiato dal fatto che ora le ruote siano più rigide di 15 anni fa), diventa difficile pensare di fare un telaio sulla base di una coppia di ruote. Tant'è, mi pare che nè Dario abbia saputo dare una risposta, nè qualcuno ci abbia provato.
D'altronde, guardando i test, le differenze di rigidità (verticale, laterale) tra ruote anche molto diverse tra loro sono di ordini di grandezza difficili da tenere in considerazione sul "globale" che poi è il sistema bici+ciclista.
 

porcatrota

Novellino
12 Maggio 2008
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A prescindere che siamo totalmente O.T., la impressione che dai e' di saperne molto in teoria e poco in pratica. Utah, e io aggiungo, sosteniamo che nella pratica delle ruote facciano comportare una bici in maniera totalmente diversa rispetto ad altre.

Rispetto alle leggi della fisica, esse non sono certo (almeno crediamo visto che nella fisica ancora tantissimo e' da scoprire) cambiate ma sicuramente lo e' la nostra comprensione delle stesse dall'epoca in cui Galileo le enuncio' per la prima volta. E lo stesso credo possa essere vero di un libro che 16 anni fa' parlava di ruote, epoca dalla quale la nostra a conoscenza della metallurgia e soprattutto dei materiali compositi e' migliorata immensamente. Se poi tu vuoi continuare a sostenere che tra le ruote di 40 anni fa' e quelle di oggi non vi e' differenza, se non altro per una questione di peso credo fermamente che dovresti provarle per ricrederti.

Siamo Ot, sono d'accordo. Per quanto riguarda il provarle ti potrei dire che mi passano abitualmente tra le mani tante di quelle ruote prima che arrivino sugli scaffali dei negozi...ma vabbé.
In definitiva però io non ho nulla da vedere a nessuno, neanche una copia dei Bicycle Wheel o una proposta di redenzione dell'anima.
Per cui perfettamente libero di pensarla in maniera diversa.
At salut
 

ezio79

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Bici
di ogni tipo
non sarebbe utile spostare i messaggi sulle ruote in un altra discussione in modo da permettere ad ogni interessato di parteciparvi e liberare questo thread da argomenti collegati, ma non certo così in tema.
 

utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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Grazie dell'informazione, io pensavo che l'ultimo modello fossero le Roval che acquistai negli anni settanta.
Però la cosa mi incuriosisce: quali sarebbero i grandi sviluppi che ha avuto la ruota? La forma? Il concetto del pretensionamento? Oppure quella perla del tra-comp, cioè un raggio che lavora sia in trazione che compressione, cioè ancora come la ruota di un carretto assiro babilonese di 3000 anni fa? Oppure ancora i raggi radiali come quelli della ruota anteriore di un Gran Bi del 1898? O quelli raccolti a due a due come faceva Magic Motorcycle alla fine degli anni '80? O forse l'uso del carbonio, in cui si deve perdere il 90% del tempo di progettazione pensando e ripensando a come frenarle e a come evitare che il riscaldamento del cerchio non faccia stallonare?
O i raggi in alluminio che per far sì che riescano a tenere li devi fare grossi tre volte glia ltri (la resistenza a trazione è infatti circa un terzo quella dell'acciaio)? O la tanto strombazzata raggiatura 2x1 che, guarda un pò, le Roval sopra citate già avevano quarant'anni fa?
Sicuro che non ci sia in giro tanto fumo o, come direbbero gli americani, tante "hype" di mercato?

;nonzo%;nonzo%Il mio diploma di seconda elementare non mi fa stare al passo

Sorry!o-o

Vorreei chiedere a Pegoretti se arrivo con l'idea di usare un paio di ruote da 900g rispetto ad usarne un paio da 2kg in fase di realizzazione del telaio ne tieni conto?

Non so se chi me lo ha spiegaato h detto il vero ma telai da crono come il Cervèlo P3 negli anni 70-80 erano già stati progettati ma anche scartati perchè risultavano inguidabili, adesso sembra di no
significa che i materiali hanno cambiato qualcosa;nonzo%
Almeno se quanto detto sopra è giusto.
 

porcatrota

Novellino
12 Maggio 2008
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Il mio diploma di seconda elementare non mi fa stare al passo
Sorry!

Nema problema: leggere è un optional, capire è ancora meno importante. Quello che conta davvero è saper fare la propria firma su uno scontrino Visa del "sivende".

Ma giusto per capire, visto che qui sono un niubbo totale: c'è qualcuno qui intorno che pensa che, quale che sia il materiale (anche quello con cui è costruito il tubo di acciaio del Pegoretti - a proposito, per rassicurare quelli a cui viene l'orticaria pensando di essere OT, ne posseggo due, anche se datati, visto che l'ultimo è del '95) o quale che sia la tecnologia della sua lavorazione, l'industria del ciclo, nazionale o estera, abbia le potenzialità di sviluppare ricerca e e sviluppo per migliorare (ripeto), materiali e tecnologia di lavorazione dei medesimi, per finalizzarli all'impiego ciclistico? Cerchi per ruote, fibre di carbonio e metalli per telai o qualunque altra cosa?

Per la cronaca: il Pegoretti del '95, piena epoca Dedacciai (ogni lavoro d'artista deve essere contestualizzato nella sua epoca), è un 18MCDV6, o una sigla simile, a sezioni rigorosamente tonde, tipologia d'acciaio, questo è il punto (lo dico per chi non dovesse essere attento) sviluppata per l'impiego in pipeline che attraversano i territori siberiani, con vezzosi dropout tipo ritchey (con le orecchie), e foderi orizzontali posteriori a asse maggiore ruotato di 90°.
 

mauricio

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24 Agosto 2005
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Puglia
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Bici
Scapin e Vetta di ferro
... il Pegoretti del '95, piena epoca Dedacciai (ogni lavoro d'artista deve essere contestualizzato nella sua epoca), è un 18MCDV6, o una sigla simile, a sezioni rigorosamente tonde, tipologia d'acciaio, questo è il punto (lo dico per chi non dovesse essere attento) sviluppata per l'impiego in pipeline che attraversano i territori siberiani, con vezzosi dropout tipo ritchey (con le orecchie), e foderi orizzontali posteriori a asse maggiore ruotato di 90°.

Che bella descrizione!!!
Deve essere bellissimo
ciao