Ecco un'estratto di un bel articolo da leggere,secondo me, su Michele Scarponi.
Tua madre ha reagito in una maniera che non credevo possibile. Le ho sentito dire che dalla tua morte sono scaturiti amore e affetto: tutte quelle persone che ti hanno ricordato, pianto, pregato, visitato. Il tuo lutto ha unito quanto o forse più di un momento di gioia. Questo ha sostenuto tua madre: un po’ perché è donna, un po’ perché è mamma, sicuramente perché è una bella persona. Spero, un giorno, di avere la forza per partorire concetti così significativi. Se per caso ti stessi chiedendo cos’è cambiato negli ultimi due anni in quanto a mobilità sostenibile e sicurezza stradale, ti invito a riflettere su qualcos’altro: lascia perdere, se non vuoi arrabbiarti. Non è cambiato nulla, purtroppo. Le strade sono una terra dimenticata e vige ancora la legge del più forte. Le piste ciclabili sono poche, generalmente abbandonate, spesso stupide per come vengono concepite. E le persone continuano, imperterrite, ad accendere finanziamenti per comprare macchine sempre più nuove, più moderne, più grandi. Anche per andare a comprare il pane e accompagnare i figli a scuola. Distanza da casa: un chilometro e mezzo. Come se le galline andassero al supermercato a comprare il mangime col quale il padrone le metterà all’ingrasso per poi, un giorno, ucciderle. Siccome dicendo che si tratta di un problema culturale sembra di non dire nulla, di parlare d’aria fritta, mi sbilancio: viviamo in un sistema che non può reggere e che ha già spezzato le spalle del nostro paese, senza dimenticare che il tempo passato distraendosi nei mille modi diversi che la società di oggi propina è tempo tolto alla riflessione. E se non si riflette non ci si fanno domande, e se non ci si fanno domande non ci si rende conto di chi siamo, di cosa stiamo facendo e dove stiamo andando. Non si alza nemmeno un filo d’aria e così rimangono le nuvole.
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