Sbagliando . In realtà era fatto proprio per quello . Polmoni possenti , senza fondo . Scheletro leggero come l'airone . Gambe lunghe con muscoli guizzanti . Campionissimo . Il più grande ciclista di tutti i tempi . Re del blues .In effetti, fisicamente parlando, a Coppi non gli avrebbe dato nessuno un centesimo di fiducia. Né allora né oggi.
se non sbaglio, Coppi aveva una malformazione allo sterno, fatto in modo tale che sporgesse in fuori.Sbagliando . In realtà era fatto proprio per quello . Polmoni possenti , senza fondo . Scheletro leggero come l'airone . Gambe lunghe con muscoli guizzanti . Campionissimo . Il più grande ciclista di tutti i tempi . Re del blues .
se non sbaglio, Coppi aveva una malformazione allo sterno, fatto in modo tale che sporgesse in fuori.
questo comportava una maggior capacità polmonare.
come scriveva Gianno Brera: "lo sterno pare carenato come negli uccelli"... da qui il soprannome 'Airone'
Ricordavo Buzzati . Ma vado a memoria .se non sbaglio, Coppi aveva una malformazione allo sterno, fatto in modo tale che sporgesse in fuori.
questo comportava una maggior capacità polmonare.
come scriveva Gianno Brera: "lo sterno pare carenato come negli uccelli"... da qui il soprannome 'Airone'
Che poi ho anche io capacità polmonare "alta" , però faccio cacare in bici :D...non è che se uno ha lo sterno in fuori è perché riempito dai polmoni....Coppi aveva 6,8 lt di capacità polmonare. Che per uno della sua altezza erano sopra la media, ma non fuori dal mondo.
Poi in giro si leggono cifre al rialzo come sempre...
E come sempre fanno un po’ ridere queste cose del giustificare i successi in grammi o watt o cm.
Basti leggere “il cervello di Einstein” nelle mitologie di Roland Barthes.
Infatti...a vederlo ora tutto tranne un atleta Hors Catégorie!Sbagliando . In realtà era fatto proprio per quello . Polmoni possenti , senza fondo . Scheletro leggero come l'airone . Gambe lunghe con muscoli guizzanti . Campionissimo . Il più grande ciclista di tutti i tempi . Re del blues .
Vero.. spesso si riduce tutto a grammi cm e ultimamente watt.. ma qualcosa che pur non misurabile ci deve essere, non credo sia solo una condizione mentale anche se sappiamo essere preponderante.E come sempre fanno un po’ ridere queste cose del giustificare i successi in grammi o watt o cm.
Basti leggere “il cervello di Einstein” nelle mitologie di Roland Barthes.
Vero.. spesso si riduce tutto a grammi cm e ultimamente watt.. ma qualcosa che pur non misurabile ci deve essere, non credo sia solo una condizione mentale anche se sappiamo essere preponderante.
D'accordo su tutta la linea.. ma resto convinto che quel quid in più se vuoi emergere anche oggi lo devi avere, allenamento alimentazione e testa non bastano con il livello competitivo odierno e dove ormai ogni pratica (lecita o meno) è appannaggio di tutti o quasi.Si tratta ovviamente di capacità fisiche, ma ad alto livello non sono i 5W in più che ti fanno vincere o perdere, ma il saperli tirare fuori al momento giusto. Una combinazione di fisico e testa.
Nel ciclismo attuale, meno bombato di quello dell'era precedente, si notano due cose infatti:
-più livellamento e condotte di gara similari. Non dovute a mio avviso ai powermeter, ma al fatto che si sa come funziona l'organismo, ed a meno di non giocare alla roulette russa con fughe improbabili, si sa che la cartuccia da sparare è 1 verso la fine. Non un caricatore intero per tutta una gara.
-Una difficoltà maggiore a mantenersi al livello estremo di competitività. Non potendo contare più su trasfusioni, Gh a palate & c. Le crisi, fisiche e mentali, sono in agguato. Contando che i corridori oggi sono sempre a dieta estrema per massimizzare il rapporto W/Kg e sottoposti a trasferimenti continui.
Per restare in-topic: ai tempi di Coppi correvano molto di più, facendo anche cose assurde come 2 gare in 24h. Ma andavano avanti ad amfetamine a pioggia e comunque il livello delle competizioni era altalenante, con solo pochi corridori realmente competitivi. Tant'è che i distacchi potevano essere abissali.
D'accordo su tutta la linea.. ma resto convinto che quel quid in più se vuoi emergere anche oggi lo devi avere, allenamento alimentazione e testa non bastano con il livello competitivo odierno e dove ormai ogni pratica (lecita o meno) è appannaggio di tutti o quasi.
Come Coppi credo che anche altri sapessero come bombarsi eppure lui ne è uscito spesso vicintore.
Anche questo è vero.. ma esula dal mio discorso dove mi piacerebbe davvero capire quali sono le caratteristiche fisiche (lasciando perdere quelle mentali anche se sappiamo rivestono non poca importanza) che fanno la differenza.È sempre il solito discorso: che tutti sappiano come si fa o facciano lo stesso non vuol dire che porti automaticamente agli stessi risultati.
Pochi corridori competitivi perché livello di vita professionistica sui generis per molti....ne parlavano a proposito di Bartali che fumava. Ma non sembravi molto d'accordo con me.............
Per restare in-topic: ai tempi di Coppi correvano molto di più, facendo anche cose assurde come 2 gare in 24h. Ma andavano avanti ad amfetamine a pioggia e comunque il livello delle competizioni era altalenante, con solo pochi corridori realmente competitivi. Tant'è che i distacchi potevano essere abissali.
Pochi corridori competitivi perché livello di vita professionistica sui generis per molti....ne parlavano a proposito di Bartali che fumava. Ma non sembravi molto d'accordo con me.
E' proprio quello il punto. In una epoca come l'attale di iperprofessionismo, con nutrizionisti, allenatori, powermeter ecc.ecc. i valori si livellano e anche il campione vince perché vince, ma se la deve giocare bene. Al tempo, uno fumava, l'altro beveva birra a pasto, quell'altro champagne, ma erano i più forti e la scarsa preparazione degli avversari non colmava i loro vizietti. Faceva la differenza il talento. Ora, qualsiasi campione dedito ai vizietti non vincerebbe e quindi anche loro, pur essendo più forti devono mantenere un alto livello di professionalità.Bisogna relativizzare ai tempi. Fumare era considerato tabù, ma non bere alcolici ad esempio. Coppi beveva sempre birra a pasto. Anquetil champagne.
Allo stesso tempo erano i più competitivi.
E' proprio quello il punto. In una epoca come l'attale di iperprofessionismo, con nutrizionisti, allenatori, powermeter ecc.ecc. i valori si livellano e anche il campione vince perché vince, ma se la deve giocare bene. Al tempo, uno fumava, l'altro beveva birra a pasto, quell'altro champagne, ma erano i più forti e la scarsa preparazione degli avversari non colmava i loro vizietti. Faceva la differenza il talento. Ora, qualsiasi campione dedito ai vizietti non vincerebbe e quindi anche loro, pur essendo più forti devono mantenere un alto livello di professionalità.
Un po' come negli sport motoristici ove i mezzi di una volta, molto meno evoluti lasciavano molto più margine alle capacità del pilota, rispetto a quelli attuali.