News Giancarlo Brocci propone all'UCI un ritorno al ciclismo eroico

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Giancarlo Brocci, ideatore ed organizzatore dell'Eroica, nota cicloturistica con bici vintage con partenza a Gaiole in Chianti, ed ora diventata un format di successo mondiale, ha presentato alla sede UCI, direttamente al presidente David Lappartient, una proposta di creare un "ciclismo eroico professionale". Fondamentalmente i punti chiave di questa proposta,...
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matteof93

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bagnolo piemonte
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Non so, a prima vista potrebbe sembrare un'idea assurda ma forse non lo è nemmeno troppo. Il problema può stare come al solito nei soldi, nel senso che non so quanto gli sponsor possano investire su un settore professionistico del genere.

Io comunque lo seguirei molto volentieri, anzi mi piacerebbe avere una bici stile eroica da usare qualche volta...
 
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Fitzcarraldo

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klein, lynskey, sunn
Il settore Gravel apre il ciclismo a nuove forme di competizione sportiva che saranno sicuramente esplorate e percorse anche da UCI.
Dubito le linee guida possano essere proprio quelle qui citate, ma qualcosa in quella direzione si farà, non ho dubbi a riguardo.
 
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palmer

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Due in carbonio, una in titanio, ma sette in acciaio
Più passa il tempo, più Giancarlo Brocci mi risulta simpatico e più mi affascinano le sue idee.
Il ciclismo attuale, incentrato (come testualmente scritto nell'articolo che commentiamo) nella tecnologia e nell'esasperazione di ogni aspetto, come l'allenamento e la nutrizione, non fa per me.
Sarà perché non sono più giovane, ma ciclisti moderni e biciclette moderne (soprattutto queste) non mi piacciono.
 
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avalonice

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24 Maggio 2019
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lecco
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Wilier Triestina GTR
Prima di pensare a queste cose qualcuno dovrebbe studiare un po', in particolare i miti dell'età dell'oro così capirebbe il senso delle sue proposte.
I vari Coppi, Bartali, Bottecchia ecc.ecc. si allenavano con metodo e scienza e sfruttando al massimo la tecnica del tempo, come fanno oggi i vari Froome, Nibali ecc, la differenza sta semplicemente nell'evoluzione della tecnologia e della scienza.
Al tempo le minor conoscenze rendevano tutto meno prevedibile ma il ciclismo come tutto lo sport agonistico pesca ovunque al fine di migliorare i risultati (c'è anche il doping lo so) e quindi anche nella tecnologia.
Le bici sono sempre stata ottimi esempi di studi ingegneristici, l'alimentazione è sempre stata curata dai corridori, le squadre si sono sempre avvalse ti tutto ciò che può migliorare il loro lavoro.
Non mi pare che nel '40 quando Campagnolo introdusse il "cambio corsa" ci fu una levata di scudi perchè questo nuovo dispositivo snaturava il ciclismo come accade ora per qualsiasi nuovo prodotto.
Così non mi pare che quando si passo, negli anni '80, dall'acciaio all'alluminio ci furono corridori che preferivano farsi un tappone di montagna con un bel telaio di acciaio di 1kg più pesante rispetto ad uno di alluminio per restare fedeli alla tradizione.
Il miglioramento e la diffusione delle conoscenze porta ad un livellamento delle prestazioni, verso l'alto ovviamente, riduce l'imprevedibilità e tende a parità di condizioni ad omologare le prestazione; questo accade in ogni ambito, non solo nello sport.
Poi se una loc.turistica pensa di attirare amatori con un iniziativa simil eroica fa sicuramente bene, ma pensare di proporla in chiave agonistica è un "caxxxta pazzesca".
In una manifestazione sportiva un pizzico di agonismo non gusta ovviamente, proporre una classifiche non esclusivamente basata solo sul tempo ma anche su prove di "riparazione del proprio mezzo" o sulla qualità del restauro potrebbe dare un po' di sale alla manifestazione, ma pensare di far nascere un circuito agonistico mi sembra una cosa fuori luogo.
Vogliamo far si che le gare dei pro siano più avvincenti ci sono altri sistemi più efficienti di quello di farli correre con bici degli anni '40 altrimenti facciamo prima a dotarli di zaino con mattoni, poi voglio vedere Froom in fuga un 10kg di mattoni sulla schiena.
 

Ser pecora

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Prima di pensare a queste cose qualcuno dovrebbe studiare un po', in particolare i miti dell'età dell'oro così capirebbe il senso delle sue proposte.
I vari Coppi, Bartali, Bottecchia ecc.ecc. si allenavano con metodo e scienza

Le proposte di Brocci sono un ripescaggio di un ciclismo precedente a quello di Coppi e Bartali. Già alla loro epoca tappe >300km e partenze in notturna non se ne facevano più.
 

alespg

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scapin eos 3
Praticamente propone delle Randoneé/ultra competitive...se non ho capito male.... che ci sono già.
Oppure un tour stile quelli prima della seconda guerra mondiale? ma in quel caso rischierebbe di essere linciato dai corridori!
 

Ser pecora

Diretur
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Praticamente propone delle Randoneé/ultra competitive...se non ho capito male....

Ci sono le gare di ultracycling, ma non rientrano nell'idea di Brocci, perché gli atleti di punta non so se stiano sopra il 6% di massa grassa. E comunque utilizzano misuratori di potenza, deragliatori moderni e sono pure seguiti da uno staff/auto in certi eventi.

A me sembra che proponga semplicemente un'eroica per professionisti.
 

camoscio d'oro

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È interessante sapere che qualcuno pensi che la medicina per una presunta esasperazione dello sport sia fare gare di oltre 300km, su strade non asfaltate e senza supporto tecnologico. Il credere di poter ritornare al passato solo travestendosi da uomini passati è quantomeno ingenuo. Se il ciclismo è esasperato lo é perchè è anzitutto la società ad essere esasperata. Dal momento in cui l'uomo ha trovato nella scienza il suo nuovo dio ha cominciato anche a far sua la scala di valori della tecnica e cosí oggi ci troviamo con una società tutta votata all'efficientismo. Amiamo le macchine e ci sforziamo di essere come loro. Non si puó peró pensare di cambiare mentalitá solo cambiando un regolamento o indossando una maglia di cotone.
 

samuelgol

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Le proposte di Brocci sono un ripescaggio di un ciclismo precedente a quello di Coppi e Bartali. Già alla loro epoca tappe >300km e partenze in notturna non se ne facevano più.
E mi pare di aver letto in un tuo recente articolo (non ricordo esattamente il titolo, ora non ho voglia di cercarlo) che si parlava di gare lunghissime, che siano morte (una di Parigi negli anni 80) che l'evoluzione del ciclismo le ha rese perdenti come partecipazione e dunque come appetibilità degli sponsor.
La proposta di Bocci mi sembra molto velleitaria....o forse è solo furba e volta ad attirare ancor di più l'attenzione sulla manifestazione (di indubbio successo, ma 1 volta all'anno) da lui organizzata.
 

Ser pecora

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E mi pare di aver letto in un tuo recente articolo (non ricordo esattamente il titolo, ora non ho voglia di cercarlo) che si parlava di gare lunghissime, che siano morte (una di Parigi negli anni 80) che l'evoluzione del ciclismo le ha rese perdenti come partecipazione e dunque come appetibilità degli sponsor.

Ma non è solo la questione della lunghezza, ma di come si vuole considerare lo sport, caso specifico il ciclismo. In questo caso si vuole renderlo "più interessante" o più spettacolare per il pubblico...è questo che dovrebbe essere il fine ultimo dello "sport"?
Non è una domanda retorica, in realtà spesso è stato cosi, in particolare proprio per il ciclismo, riducendo la lunghezza delle gare per l'appunto.
Personalmente ci vedo una cosa molto in linea con "l'esasperazione" che poi in realtà si critica...
Che poi la cosa possa funzionare è anche possibile, d'altronde Brocci il fiuto per gli affari ha dimostrato di averlo. Ed io non sono contrario a priori alle cose. Secondo me bisogna vedere sempre come vanno in pratica.
In generale l'idea della "rievocazione storica" mi lascia molto dubbioso. In particolare in questo periodo storico, in cui la magnificazione del passato è tanto di moda*.

*direi obiettivamente alla moda :))):
 
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camoscio d'oro

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...che è qualcosa che si pensa da un bel pezzetto peraltro..."dell'età dell'oro" ne parlava Esiodo nell'8° secolo a.C...
È una cosa molto umana. Se tu non conoscessi i tuoi genitori preferiresti immaginarteli come delle grandi persone o dei clochard? Cosí avviene su vasta scala per i popoli che da sempre preferiscono considerarsi eredi di una qualche stirpe mitica piuttosto che di un gruppo anonimo di seminomadi. Cosí avviene anche in altri ambiti. La cosa strana del ciclismo è che è uno sport a due trazioni perchè seppure sia uno sport parecchio proiettato nel futuro (e gliene riconosco il merito) è anche molto legato ai suoi miti, alla sua retorica e si trascina dietro un sacco pieno di tradizioni, leggi e riti che a volte lo appesantiscono.
 
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Ser pecora

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è anche molto legato ai suoi miti, alla sua retorica e si trascina dietro un sacco pieno di tradizioni, leggi e riti che a volte lo appesantiscono.

Concordo, e l'ho già detto, ma mi ripeto, questo dipende proprio dal fatto che il ciclismo, essendo uno sport con "tempi lunghissimi", ha sempre avuto bisogno di essere "raccontato".
Sport in cui i tempi sono serrati possono molto più usufruire di una cronaca scarna e basata su statistiche ad esempio. Il ciclismo oltretutto è legato a doppio filo con i percorsi. Anche quello si è evoluto col tempo, infatti il ciclismo più redditizio a livello di spettacolarità è stato quello su pista (in stadi(velodromi) fino ad un certo punto. Oggi lo è solo in (poche) realtà ben definite.
La tecnologia ovviamente toglie forza alla narrazione, proprio perché tante cose non si possono più dire, perché semplicemente non stanno più in piedi.
 

samuelgol

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.....La tecnologia ovviamente toglie forza alla narrazione, proprio perché tante cose non si possono più dire, perché semplicemente non stanno più in piedi.
Ma quando mai. Hai mai sentito le telecronache Rai che razza di cose raccontano e come ci credono molti anche qui sul forum? :))):
 
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Ser pecora

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Ma quando mai. Hai mai sentito le telecronache Rai che razza di cose raccontano e come ci credono molti anche qui sul forum? :))):

Non li ascolto mai, ma confermi che non stanno in piedi?
Allo stesso tempo, per un pubblico generalista, com'è quello dei grandi giri ad es., una cronaca basata solo su statistiche e dati sarebbe indigeribile.

Comunque io intendo la narrazione basata sulla retorica, con l'enfasi sulla sofferenza, il sacrificio, il dolore, etc.etc le cronache pre-tv erano pura epica...oggi ci si accontenta di dire che i ciclisti son dei duri rispetto ai calciatori...
 

samuelgol

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Non li ascolto mai, ma confermi che non stanno in piedi?
Allo stesso tempo, per un pubblico generalista, com'è quello dei grandi giri ad es., una cronaca basata solo su statistiche e dati sarebbe indigeribile.

Comunque io intendo la narrazione basata sulla retorica, con l'enfasi sulla sofferenza, il sacrificio, il dolore, etc.etc le cronache pre-tv erano pura epica...oggi ci si accontenta di dire che i ciclisti son dei duri rispetto ai calciatori...
Confermo che certe volte raccontano in telecronaca delle cose che tecnicamente non stanno nè in cielo e nè in terra (se non le ascolti devi fidarti). E non è raro che si dilunghino in enfasi sulla sofferenza, il sacrificio, il dolore delle gesta di chi stan parlando. Ti lascio immaginare soprattutto per chi avvenga in Rai. Probabilmente non troppo diversamente da come avviene in Spagna, o Francia o Germania (forse qui leggermente meno) peraltro. Ora se tu ascolti asetticamente (o ci provi) e hai una minima idea di quello di cui stan parlando, mediamente ti accorgi. Ma se sei tifoso di Froome e/o non hai mai avuto un pm e ti dicono che si è fatto tutta l'Alped'Huez a 500w per te sta in piedi. E credo che di gente in giro in grado di capire che è una fregnaccia ce ne sia una minoranza sul totale.
 
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