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I domandoni
È arrivata l'ora del freno a disco? ( abbiamo bisogno di frenare di più?)
Testo
<blockquote data-quote="Ser pecora" data-source="post: 6497527" data-attributes="member: 1850"><p>Quoto te, ma per una considerazione generale: le "novità" vanno contestualizzate ad un certo periodo storico. </p><p>Sia di mercato, che "culturale" di utilizzo.</p><p></p><p>Vorrei ricordare che TUTTE "le novità" tirate fuori negli ultimi 20 anni erano già state presentate in altre forme <u>tra il 1890 ed il 1920</u>. Solo i telai in composito nascono dagli anni '60 e i componenti elettronici sono arrivati fine anni '90, ma tutto il resto era già stato provato, realizzato e prodotto in quegli anni: corone ovali, sospensioni, freni a disco, ruote lenticolari, cambi epicicloidali, lattici antiforatura, etc. etc..</p><p></p><p>La gran parte di quelle soluzioni non si sono imposte per i motivi suddetti: il mercato non era ricettivo per motivi pratici e/o perché non c'era un reale campo di utilizzo. </p><p>Un esempio molto banale: Nel decennio 1910 si sono prodotte bici in alluminio che pesavano nei dintorni dei 7kg. Non si sono imposte. Perché? Perché la gran parte delle strade all'epoca non erano asfaltate! Si rompevano tutte.</p><p></p><p>Questo per dire che le componenti che determinano la riuscita o meno di una "novità" non dipendono solo dal marketing kattivo.</p><p></p><p>Il mercato è cambiato tantissimo negli ultimi 5 anni. La rivoluzione più grande è l'ingresso delle ebike, che oggi SONO il prodotto del mondo ciclo, surclassando di gran lunga il resto per vendite, e, di conseguenza, per investimenti delle aziende. Quindi l'introduzione di novità paga ovviamente un pegno anche verso questo. Il che vuol dire massimizzare la compatibilità di componenti tra i modelli, per un banale fattore economico, ed integrare al meglio il tutto. </p><p></p><p>Il che non vuol dire "gomblotto!". La pioggia non casca dal cielo perché qualcuno l'ha spinta giu'. È un fenomeno causato da molte variabili. Non ultimo, anzi, il cambio culturale avvenuto nella pratica del ciclismo, che non è più lo sport dei poveracci o dei "forzati della strada". Non è più agonismo o cicloturismo da pensionati. È diventato tante cose assieme, con mille sfaccettature. E questo ha portato anche ad un adeguamento dei mezzi. Quindi non una cosa imposta dall'alto da qualche essere superiore, ma nell'ovvio feedback continuo e "circolare* che c'è in ogni settore.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ser pecora, post: 6497527, member: 1850"] Quoto te, ma per una considerazione generale: le "novità" vanno contestualizzate ad un certo periodo storico. Sia di mercato, che "culturale" di utilizzo. Vorrei ricordare che TUTTE "le novità" tirate fuori negli ultimi 20 anni erano già state presentate in altre forme [U]tra il 1890 ed il 1920[/U]. Solo i telai in composito nascono dagli anni '60 e i componenti elettronici sono arrivati fine anni '90, ma tutto il resto era già stato provato, realizzato e prodotto in quegli anni: corone ovali, sospensioni, freni a disco, ruote lenticolari, cambi epicicloidali, lattici antiforatura, etc. etc.. La gran parte di quelle soluzioni non si sono imposte per i motivi suddetti: il mercato non era ricettivo per motivi pratici e/o perché non c'era un reale campo di utilizzo. Un esempio molto banale: Nel decennio 1910 si sono prodotte bici in alluminio che pesavano nei dintorni dei 7kg. Non si sono imposte. Perché? Perché la gran parte delle strade all'epoca non erano asfaltate! Si rompevano tutte. Questo per dire che le componenti che determinano la riuscita o meno di una "novità" non dipendono solo dal marketing kattivo. Il mercato è cambiato tantissimo negli ultimi 5 anni. La rivoluzione più grande è l'ingresso delle ebike, che oggi SONO il prodotto del mondo ciclo, surclassando di gran lunga il resto per vendite, e, di conseguenza, per investimenti delle aziende. Quindi l'introduzione di novità paga ovviamente un pegno anche verso questo. Il che vuol dire massimizzare la compatibilità di componenti tra i modelli, per un banale fattore economico, ed integrare al meglio il tutto. Il che non vuol dire "gomblotto!". La pioggia non casca dal cielo perché qualcuno l'ha spinta giu'. È un fenomeno causato da molte variabili. Non ultimo, anzi, il cambio culturale avvenuto nella pratica del ciclismo, che non è più lo sport dei poveracci o dei "forzati della strada". Non è più agonismo o cicloturismo da pensionati. È diventato tante cose assieme, con mille sfaccettature. E questo ha portato anche ad un adeguamento dei mezzi. Quindi non una cosa imposta dall'alto da qualche essere superiore, ma nell'ovvio feedback continuo e "circolare* che c'è in ogni settore. [/QUOTE]
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