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33 Tour di doping: Jean Robic
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<blockquote data-quote="Ser pecora" data-source="post: 4150769" data-attributes="member: 1850"><p>Non direi che sia proprio così.</p><p>In quegli anni "il doping" era qualcosa che serviva o era visto necessario per sopportare le fatiche che imponeva il ciclismo. Che non erano solo legate al pedalare, ma alle condizioni delle strade, all'abbigliamento, al trattamento dei "tifosi", etc...</p><p></p><p>E probabilmente c'era l'idea che più porcherie buttavi giù meglio andavi. Se avevi "il coraggio" di farlo. Esempio era la nitroglicerina che prendevano i pistard di inizio secolo...ma va ricordato che non pochi pistard all'epoca ci lasciavano le penne non raramente in ogni caso, soprattutto nelle gare coi derny, quindi la percezione di cosa fosse "pericoloso" per la salute era un po' diversa.</p><p></p><p>Idem per il fatto che erano epoche di guerre e non pochi corridori avevano provato trincee & c. Ed ai soldati venivano date amfetamine e vino in quantità.</p><p>Ancora nel 2° dopoguerra molti corridori francesi parlano del "biscotto del soldato", ovvero biscotti vitaminizzati avanzi della guerra.</p><p></p><p>Credo che la percezioni di doping come "truffa" nei confronti degli altri arrivi più avanti.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ser pecora, post: 4150769, member: 1850"] Non direi che sia proprio così. In quegli anni "il doping" era qualcosa che serviva o era visto necessario per sopportare le fatiche che imponeva il ciclismo. Che non erano solo legate al pedalare, ma alle condizioni delle strade, all'abbigliamento, al trattamento dei "tifosi", etc... E probabilmente c'era l'idea che più porcherie buttavi giù meglio andavi. Se avevi "il coraggio" di farlo. Esempio era la nitroglicerina che prendevano i pistard di inizio secolo...ma va ricordato che non pochi pistard all'epoca ci lasciavano le penne non raramente in ogni caso, soprattutto nelle gare coi derny, quindi la percezione di cosa fosse "pericoloso" per la salute era un po' diversa. Idem per il fatto che erano epoche di guerre e non pochi corridori avevano provato trincee & c. Ed ai soldati venivano date amfetamine e vino in quantità. Ancora nel 2° dopoguerra molti corridori francesi parlano del "biscotto del soldato", ovvero biscotti vitaminizzati avanzi della guerra. Credo che la percezioni di doping come "truffa" nei confronti degli altri arrivi più avanti. [/QUOTE]
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