Alcune problematiche dell'anti-doping

bach7

Passista
10 Gennaio 2011
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Pinifarina
mi piace che finalmente ci si sia ricordato che lo sport ha anche una funzione sociale ed educativa.

spesso si dimentica questa importante funzione e quindi degli oneri che uno atleta professionista deve sostenere.
 

Giskard_Rules

Novellino
23 Dicembre 2011
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Colnago Mix
A proposito di doping sto leggendo "La corsa segreta", il libro di Hamilton. Impressionante. Triste allo stesso tempo. Mi ha colpito molto il modo in cui si autoconvincono di non fare niente di male. Mi ha colpito anche l'aspetto di setta che ha questo ambiente (da un certo punto di vista lo accosto alla politica di oggi). Anche se fosse vero solo il 50% di quello che c'è scritto sarebbe comunque impressionante (ovviamente penso che sia vero ben più del 50%).
Ve lo consiglio.
 
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peggio

Mod da quasi kom
20 Aprile 2006
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Centumcellae - Terra di Cafoni
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Semiprofessionale con meccanismo ragazzo di campagna
Articolo interessante, ma si tralascia l'aspetto umano della vicenda.
Ovviamente parlerò solo del doping per le categorie Agonistiche e non quelle ricreative come sono gli amatori.
Il doping spesso parte da lontano, purtroppo spesso chi deve formare le giovani leve come giustamente è stato sottolineato, spesso ha un passato che possiamo definirlo controverso.
Non possiamo aspettarci poi molto, pertanto sono dobbiamo puntare sulle regole.
Molte volte i giovano atleti arrivano al doping per gradini, prima c'è l'integrazione, poi c'è quella spinta fatto di flebo, punture ecc... tutto resta nel lecito ma si familiarizza con determinate metodiche che spesso sono traumatiche per un giovane, ma che vengono vissute come obbligatorie dall'ambiente e necessarie per il recupero, a quel punto l'atleta ha familiarità con determinate pratiche e avrà meno timori a fare il salto nel mondo del doping.
Molte volte i giovano sono dubbiosi sulle pratiche invasive, hanno timori, ma sentirsi parte del gruppo li rende meno timorosi.
Anche nell'assumere doping ci sono incertezze legate agli effetti futuri e non tutti gli atleti sono disposti a chiudere il naso e farsi di tutto, c'è timore, poi difronte a farmaci sperimentali e i timori crescono maggiormente.
A mio parere qui devono lavorare le federazioni e i regolamenti, perché non c'è nessuno che spiega, se non chi propone il doping e minimizza.
Io vieterei per partire l'integrazione per via endovenosa, intramuscolare, nulla deve essere permesso nelle categorie giovanili.
Devono essere tenuti degli stage di formazioni per informare i giovani sugli effetti del doping a lungo e breve termine, di come molti medicinali non modifichino la prestazione in modo certo e di come spesso sia esiguo ed incerto l'eventuale margine.
Infine responsabilità ai DS in caso di positività di un proprio atleta, con squalifica pari a quella dell'atleta.
Mentre nei professionisti, visto che per loro è un lavoro, si deve rendere antieconomico l'uso del doping.
Alhoa
 

CONTERALLY

Pignone
5 Febbraio 2012
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Castenedolo BS
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Bianchi - citybike
Dopo tutto quel che si è detto e fatto per l'antidoping la fatica che ancora si vede nel suo mantenimento, ha dell'incredibile e dell'anacronistico. Conoscere e capire, è la condizione necessaria a definire bersagli decisivi. Il difetto grosso, sta probabilmente nei limiti della cultura di base di chi pratica e dirige questo sport, che, se da un lato vanta una sua universalità, dall'altro ne accusa l'eccessiva superficialità ed irruenza. Spendere in formazione è probabilmente un indirizzo utile. Non so se un patentino, almeno per i professionisti può essere una condizione di responsabilità auspicabile, che offra maggiore tranquillità ai vertici di questo diffusissimo sport.
 

Anassagora

Apprendista Cronoman
31 Maggio 2010
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corsa
Il problema di base è il doping.

In merito, l'articolo, che non mi è piaciuto, mi è sembrato in un certo qual senso forse pure fuorviante.

Infine, mi spiace tantissimo dirlo, ma SerPecora dovrebbe cercare di scrivere in maniera tale da rendere la lettura più scorrevole.
Ogni volta che leggo un suo articolo, non abbia rancore, non posso che notare questa piccola pecca.
 

amarone

Pedivella
14 Aprile 2009
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Valpolicella, dopo 9 anni a Madrid
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Orbea M20Team2021; Cube Nuroad C 62 2023. MeridaCx 5 2009 alu Ciclotour. Grandis acciajo1996(rullo)
Il problema di base è il doping.

In merito, l'articolo, che non mi è piaciuto, mi è sembrato in un certo qual senso forse pure fuorviante.

Infine, mi spiace tantissimo dirlo, ma SerPecora dovrebbe cercare di scrivere in maniera tale da rendere la lettura più scorrevole.
Ogni volta che leggo un suo articolo, non abbia rancore, non posso che notare questa piccola pecca.

Dissento del tutto con la tua lettura Anassagora.
Francamente io non lo trovo poco "scorrevole".
La scrittura del Ser ha pure il (notevole) pregio di non esser banale. Tocca poi temi come l'insuccesso delle pratiche unicamente repressive (vedi appunto la citazione sul proibizionismo) e la (troppo trascurata) questione di privacy e libertá personale, che dovrebbero esser piú presenti anche in altri che scrivono dell'argomento.
 

pantani.94

Novellino
5 Gennaio 2013
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Milano
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Pinarello FP Team '13
Secondo me questo pur interessantissimo articolo perde di vista un aspetto fondamentale del problema doping nel ciclismo. La verità è che fino al 1998 e allo scandalo Festina, questo fenomeno era non solo noto ma addirittura accettato dagli addetti ai lavori. Basti pensare che fino agli anni '70 il plotone faceva uso massiccio di anfetamine (Simpson è un caso limite ma, fateci caso, nessuno oggi lo considera un dopato, piuttosto un martire). Prendere le "bombe" ha sempre fatto parte del mestiere, con lo sviluppo della medicina si è solamente passati da droghe eccitanti (anfetamine, cocaina, alcool, caffeina ecc. ecc.) al doping ematico. Negli ultimi 15 anni è cambiata la percezione che il pubblico ha del fenomeno (forse perché ci si è spinti troppo in là, sono d'accordo), però questo clima da caccia alle streghe mi sembra ridicolo: se fossimo davvero intransigenti dovremmo riscrivere le classifiche di tutte le maggiori corse ciclistiche dalla loro fondazione ad oggi.
 

Zonco

Apprendista Passista
12 Novembre 2008
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si
Ottima analisi! Soprattutto il pezzo "l?ambiente è composto quasi totalmente di persone provenienti dallo stesso, con un passato quindi quantomeno dubbio se non compromesso, con scarse garanzie a livello etico e morale ..." Mi ricorda un qualcosa che, purtroppo, sembra faccia parte del nostro tessuto culturale e che si faccia fatica a "resettare"!
 

canzo

Apprendista Velocista
15 Gennaio 2008
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Orbetello (GR)
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Cannondale r700 Bianchi 603
a me pare manchi una considerazione importante, che sta a metà, anzi, è il trait d'union, tra il "pari opportunità" e la "tutela della salute": un'atleta deve essere libero di scegliere di non doparsi e correre ad armi pari con gli altri. Da qui il divieto agli altri di doparsi. Sembra una scemenza, ma osservata dal punto di vista del "io non voglio essere costretto a doparmi" (metti che sono allergico a certi farmaci dopanti), a faccenda cambia parecchio.
Inoltre rimane sempre il fatto che non tutti rispondiamo alle pratiche dopanti alla stessa maniera, per cui il trito e ritrito "tutti dopati tutti uguali" è solo una leggenda, non è vero manco per niente, ergo i migliori sarebbero non chi è più talentueso e si allena di più/meglio, ma chi è più talentuoso, si dopa dipiù/meglio e si allena di più/meglio.
 

italo80

Novellino
31 Maggio 2011
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Paola(CS)
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CANYON ULTIMATE CF 10
Sono un po drastico! io vieterei anche l integrazione, anche i sali minerali!!! perché devi integrare? Perche l allenamento lo richiede direbbe qualcuno... ma perche non lasciano alla genetica e madre natura la possibilita di scegliere chi "assimila di piu e chi di meno" anche i nutrienti...perche dobbiamo forzare questi aspetti? ad un giovane che ha carenza di ferro? riposo in primis poi piu spinaci legumi e carne rossa con frutta che contiene vitamina C !!! Quello rafforzerebbe il principio di uguaglianza ancor di piu!!!
 

zeppelin

Pedivella
15 Ottobre 2006
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Casa Irta
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Specy Roubaix S-Works SL4 Red Fulcrum RZero
a me pare manchi una considerazione importante, che sta a metà, anzi, è il trait d'union, tra il "pari opportunità" e la "tutela della salute": un'atleta deve essere libero di scegliere di non doparsi e correre ad armi pari con gli altri. Da qui il divieto agli altri di doparsi. Sembra una scemenza, ma osservata dal punto di vista del "io non voglio essere costretto a doparmi" (metti che sono allergico a certi farmaci dopanti), a faccenda cambia parecchio.

...ecco, questo e' il perche' dell'antidoping...

..trovo nell'articolo una leggerissima tendenza a valorizzare le obiezioni dei contrari all'antidoping, spero di essermi sbagliato.