Analisi a puntate sul Tour de France 2010

go_lance_pcm

Apprendista Passista
6 Novembre 2010
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Bici
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Certamente il Tour 2010 deluse le attese degli appassionati. Quella che si prospettava come la corsa a tappe più incerta ed emozionante da vari anni a questa parte è finita per diventare una semplice corsa a due senza quello spirito di battaglia necessario in queste occasioni.
Non è stato raro in quei pomeriggi estivi rimanere addirittura infastiditi per le tante occasioni sprecate e per l'assenza di spettacolo in tappe che, il giorno della presentazione - e non per valutazione errata - , apparivano come decisive. Il distacco tra i primi due classificati, Contador ed Andy Schleck, è stato esiguo: d'altronde tra i due le differenze più marcate ci furono nel prologo di Rotterdam. Tutti gli altri decisero subito di puntare al più basso gradino del podio adottando una tattica fastidiosamente attendista che in più occasioni ci ha lasciati sbigottiti, non dando certo una bella immagine di questo sport. Tutto d'un tratto gli attacchi in salita per guadagnare secondi preziosi sui rivali sono diventati uno snervante stare a ruota ed attendere la mossa dell'altro. Si è arrivati addirittura al surplace, tipico delle gare su pista, lungo la salita di Ax-3 Domaines tra i due contendenti principali: scalata, per intenderci, di quasi 8 km all'8.5%.

Questo Tour si presentava anche come l'ultimo grande assalto di Lance Armstrong alla maglia gialla. Nonostante una preparazione non ideale, complici la caduta al Giro di California a metà Maggio e le accuse di doping lanciate dall'ex-compagno di squadra Floyd Landis, l'americano arrivò a Rotterdam pronto, magro ed allenato come non lo si vedeva dal 2005. E ne diede la prova a cronometro, quando con una prestazione superlativa fece fermare le lancette 22" dopo Cancellara, quarto e davanti a tutti gli altri rivali diretti. D'altronde lo aveva detto chiaramente a fine Marzo, al Criterium International, quando per la prima volta i due nemici si scontrarono. O meglio, non ci fu nessuna sfida, ma questa fu montata ad arte dai giornalisti, ai quali Lance rispose chiaramente: "Non si deve giudicare adesso chi è il più forte, lo si vedrà a Luglio". E lui a Luglio ci era arrivato bene, pronto alla sfida; ma poi una serie ininterrotta di incidenti e problemi, ultima ma non per importanza la tripla caduta nel giorno fatale dell'arrivo a Morzine-Avoriaz, hanno fatto in modo che questa sfida si sia fermata all'improvviso, senza neanche concederci il lusso delle prime stilettate. Con il crollo di Lance Armstrong a 39 km dall'arrivo sulla parte più dura del Col de la Ramaz sono venuti a mancare dei momenti che sarebbero rimasti nella storia del ciclismo e soprattutto è rimasta lasciata in sospeso una sfida, quella a Contador e a tutti gli altri, che non si potrà mai concludere.

In questo Tour per la prima volta si videro i chiari limiti tattici di Andy Schleck, che pur essendo consapevole del fatto che per vincere avrebbe dovuto fare la differenza in salita preferì, quando aveva la maglia gialla, non fare niente per incrementare il vantaggio; e solo a giochi persi attaccò sul Tourmalet a 10 km dal traguardo (salvo poi fermarsi quando comprese che non sarebbe riuscito a staccare il rivale). Basti pensare anche al risultato imbarazzante ottenuto nel prologo, a più di 1' dal vincitore di giornata, a causa della mancata ricognizione del percorso. E anche il giorno della sua prima vittoria, nella tappa di Morzine (tappa che resterà nella storia per un altro motivo), aspettò gli ultimi 800 metri per attaccare ignorando i consigli del suo DS e cascando così nella rete di Contador, che quel giorno era in grande difficoltà ma riuscì a mascherarsi e, complice l'attendismo fino allo sfinimento di cui abbiamo già parlato, riuscì ad arrivare a soli 10". Se si vanno a vedere questi elementi si capisce come il famoso episodio del salto di catena avrebbe potuto essere addirittura ininfluente per le sorti della gara (ciononostante, questo fatto non può essere liquidato così).

Tappa dopo tappa, questo Tour offriva sempre qualche spunto interessante: ma le tante aspettative nutrite per la corsa alla fine sono svanite lasciando posto ad una noia e ad un disinteresse sempre più grande.
Parlando di volate, abbiamo assistito ad un Cavendish meno brillante di quello dell'anno passato, complice anche un maggior numero di rivali ed una preparazione decisamente più complicata. Alla fine la maglia verde sarà di Petacchi, che con due vittorie ed arrivando in tutte le volate sul podio si è rivelato senza dubbio il velocista più costante della gara.
Poi c'è da parlare della maglia a pois, vinta da Charteau (e proprio il successo di questo perfetto sconosciuto, fino ad allora, ha fatto pensare agli organizzatori che c'era qualche modifica da fare), senza dimenticare una classifica a squadra lottata senza esclusione di colpi.

[continua]

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Ultima modifica:

ian

Apprendista Scalatore
2 Dicembre 2011
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L'idea di ripercorrere le corse passate è molto interessante, perciò lo leggerò attentamente. Faccio un paio di valutazioni:

- la sfida tra Armstrong e Contador (e co.) non è mai cominciata; Lance ha fatto un ritorno straordinario ma non ha mai mostrato di poter competere con il gotha dei GT e sono convinto che non ci sarebbe riuscito anche senza gli intoppi che hai ricordato

- verissimo, la corsa fu noiosa, forse la peggiore edizione dal 2002, la più piatta del settennato di Lanza, che vinse contro gli avversari più modesti di sempre; in questo caso un Contador fiacco che ha vinto solo grazie alla superiorità mentale rispetto a Schleck, che ha perso l'occasione più grande (sinora) per vincere il Tour

- il fatto che fosse un Tour noioso annunciato subito dalla tappa di Spa, dove si è visto il primo di alcuni episodi di "sportività" pelosa che non c'entrano nulla con la competizione, soprattutto quella ciclistica.

Al momento non mi viene in mente altro, aspetto di leggere i prossimi capitolio-o
 

Qrier

Apprendista Velocista
8 Maggio 2009
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Per me il Tour 2010 invece è stato interessante, basti vedere il poco distacco tra i primi 2 in classifica.
I Tour noiosi (e ce ne sono stati tanti) sono quelli dove si lotta per il 2° posto.

Concordo però sul fatto che Andy Schleck lo ha gettato alle ortiche al di la del salto di catena, la prima regola è sfruttare i momenti di difficoltà dell'avversario; se pensiamo al Tour 1998 ad esempio Pantani vinse perchè sfruttò al massimo la debacle di Ullrich, altrimenti con tutte le cronometro che erano presenti non avrebbe avuto alcuna chance... se Pantani avesse aspettato l'ultima salita magari avrebbe guadagnato 3-4 minuti e non 9.
 

ian

Apprendista Scalatore
2 Dicembre 2011
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Per me il Tour 2010 invece è stato interessante, basti vedere il poco distacco tra i primi 2 in classifica.
I Tour noiosi (e ce ne sono stati tanti) sono quelli dove si lotta per il 2° posto.
L'incertezza è spettacolare se ci sono possibilità di ribaltare il pronostico, però se l'equilibrio è prodotto dall'impossibilità di affondare il colpo per mancanza di gambe o di coraggio è una noia mortale.
A me Andy non ha mai dato l'impressione di poterlo vincere quel Tour...

Per intenderci:
-Giro 2005: equilibrato e bello perchè il verdetto è stato in bilico (oltre al fatto che quella era un'edizione fantastica anche come percorso)
-Giro 2009: bruttino, dopo la crono Menchov la rosa di Menchov non è mai stata in pericolo (salvo che per una caduta nel finale) nonostante il distacco risicato
-Tour 2006: contendenti mediocri, l'unico lampo di luce (Landis a Morzine) era fasullo; a parte quello di quell'edizione si ricorderà poco o nulla sebbene il finale (al di là dell'antidoping) sia stato molto incerto
-Tour 2003: verdetto incerto fino all'ultima crono, il regno di Lance in pericolo, una bella corsa