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Randonnées ed Ultracycling
Appendici-prolunghe: consiglio sulla tipologia.
Testo
<blockquote data-quote="Ser pecora" data-source="post: 6491256" data-attributes="member: 1850"><p>Ultimamente sono accettate un po’ ovunque, con regola “triathlon”, ovvero che l’estremità anteriore non passi oltre la parte più avanzata dei comandi.</p><p>Secondo me a questo punto non ha senso non usarle; i vantaggi sono molteplici: niente più mani informicolate, guadagno sensibile in velocità, possibilità di variare ulteriormente la posizione in sella.</p><p>La regola della lunghezza la trovo stupida: quando mi abbasso sulle prolunghe, per stare comodo, devo ovviamente appoggiare la parte “mediana” degli avambracci e cosi ho le mani oltre la parte terminale delle prolunghe, ma pur di restare cosi le tengo lo stesso, avendo però ovviamente meno controllo. In brevetti in solitaria le allungo tutte ed è decisamente meglio anche per la sicurezza.</p><p>Io uso le Deda Parabolica Uno con tutti gli spessori al manubrio. Non piego molto la schiena e la posizione è comoda. Il vantaggio tachimetrico è di almeno 2km/h in più appena mi abbasso.</p><p>L’unica cosa su cui prestare attenzione è lo sfregamento sui bordi anteriori della sella cambiando spesso posizione. Alla lunga (inevitabile nelle rando) gli sfregamenti si fanno sentire.</p><p>Infatti sto quasi pensando di cambiare sella per una di quelle recenti « corte » (tipo Specialized Power) che dovrebbero ovviare.</p><p>Piccolo tip: lascio le prolunghe non troppo serrate sul manubrio, in modo che tirando o spingendo abbastanza forte possano ruotare un po’. Questo permette di aggiustare al volo la posizione in modo da non premere sempre nello stesso punto sui gomiti/avambracci.</p><p></p><p>Foto del mio attuale setup da rando:</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ser pecora, post: 6491256, member: 1850"] Ultimamente sono accettate un po’ ovunque, con regola “triathlon”, ovvero che l’estremità anteriore non passi oltre la parte più avanzata dei comandi. Secondo me a questo punto non ha senso non usarle; i vantaggi sono molteplici: niente più mani informicolate, guadagno sensibile in velocità, possibilità di variare ulteriormente la posizione in sella. La regola della lunghezza la trovo stupida: quando mi abbasso sulle prolunghe, per stare comodo, devo ovviamente appoggiare la parte “mediana” degli avambracci e cosi ho le mani oltre la parte terminale delle prolunghe, ma pur di restare cosi le tengo lo stesso, avendo però ovviamente meno controllo. In brevetti in solitaria le allungo tutte ed è decisamente meglio anche per la sicurezza. Io uso le Deda Parabolica Uno con tutti gli spessori al manubrio. Non piego molto la schiena e la posizione è comoda. Il vantaggio tachimetrico è di almeno 2km/h in più appena mi abbasso. L’unica cosa su cui prestare attenzione è lo sfregamento sui bordi anteriori della sella cambiando spesso posizione. Alla lunga (inevitabile nelle rando) gli sfregamenti si fanno sentire. Infatti sto quasi pensando di cambiare sella per una di quelle recenti « corte » (tipo Specialized Power) che dovrebbero ovviare. Piccolo tip: lascio le prolunghe non troppo serrate sul manubrio, in modo che tirando o spingendo abbastanza forte possano ruotare un po’. Questo permette di aggiustare al volo la posizione in modo da non premere sempre nello stesso punto sui gomiti/avambracci. Foto del mio attuale setup da rando: [/QUOTE]
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