Attacchi di panico in discesa

badboy

Apprendista Scalatore
13 Ottobre 2009
2.311
42
Basso Lazio
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Bici
Pinarello DOGMA S.Record
il fattore psicologico gioca un ruolo importantissimo! mi piacciono le discese, se son rettilinee o quasi le faccio a tutta, ma se ci son curve da fare, raramente mi capita di irrigidirmi, spaventarmi e andare lungo se non riesco a fermare quasi la bici... una bruttissima sensazione! :cry
 

53x39

Apprendista Cronoman
27 Settembre 2007
3.488
101
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Qui non si tratta di migliorare se uno ha paura, la paura resta, continuare a fare una discesa, aiuta ad acquistare sicurezza, ma al primo imprevisto (macchina che sbuca da una curva, frenata un po più lunga del solito) , ti fa tornare al punto di partenza.
 

giacomo1

Apprendista Scalatore
9 Gennaio 2009
2.146
55
Pescara
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Colnago C60 Dura Ace Di2
La paura in discesa si supera innanzitutto curando (un passetto alla volta) l'aspetto tecnico: presa bassa, capacità di trovare il punto di corda, fare forza sul pedale esterno, sguardo verso la fine della curva, braccia rilassate, peso sul retrotreno, etc..
Così facendo, discesa dopo discesa, (consiglio di sceglierne una da fare quasi ad ogni uscita) ed applicando quanto sopra detto, si riesce non solo a migliorare i tempi di percorrenza ma soprattutto a scendere in grande sicurezza e tranquillità.
 

Hetzer

Novellino
16 Luglio 2012
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0
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Bici
no
Quando riuscivo (sigh) ad affrontare le discese cercavo sempre di migliorarmi ed applicavo le tecniche in modo impeccabile tranne il punto di corda (ammetto di non conoscerlo) e la presa bassa, proprio non ci riesco:doh:. Ancora grazie a tutti per i continui consigli che ritengo preziosissimi e di cui intendo farne tesoro.:)
 

gattonero

Princeps Mechanicorum
2 Agosto 2004
8.997
174
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London, Nxxxx
velospace.org
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Cinelli Supercorsa,MysticRats,HotRats,SoftMachine,Proxima ¦Scapin Blato¦Condor W.S.¦Brompton¦Peugeot
la paura in discesa in bici (sia BDC che MTB) é una cosa comune, in fondo viaggiamo a velocità molto sostenute su mezzi che pesano nulla e con una superficie di contatto al suolo irrisoria....

La confidenza totale nel mezzo e nelle proprie capacità é essenziale, difatti un equipaggiamento nuovo (chessó, nuove gomme) oppure un percorso nuovo e molto impegnativo, possono portare ad una eccessiva prudenza.
Essere prudenti non é una brutta cosa, anzi, la prudenza ci vuole sempre. Ed il mezzo deve essere perfettamente a punto.
Ma é altrettanto vero che piú la bici la si lascia "scorrere" e meglio é, sia come stabilità che come soddisfazione personale.
Tutto ovviamente va misurato con il proprio grado di allenamento!

Anche io anni ed anni fa avevo quasi "paura" a stare in presa bassa (retaggio della piega piatta usata per 20 anni in Mtb!), ma ora ci passo piú tempo che "sui comandi", anche perché si frena molto meglio in presa bassa ed il controllo é notevolmente migliore.

Ma ripeto, sempre commisurato alla esperienza ed al percorso.
Ad esempio, a maggio son stato vicino a Trento e c'é stato da fare un buon 10+km di discesa continua, pendenza media del 10% con punte del 15% o piú (cosí mi dissero) ed una strada di montagna ad una sola corsia con fondo molto dissestato... e pioveva! Beh, col cavolo che l'ho fatta "a tutta", i freni li ho dovuti tirare eccome, non vale la pena di rischiare a lanciare la bici oltre i 50 all'ora se non quando la strada é libera e buona.
Ma su una strada a doppia corsia, su asciutto, si puó anche "osare" ogni tanto, la pratica va fatta!
o-o
 
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Nitrox

Apprendista Passista
29 Giugno 2008
1.075
41
Alassio (SV)
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Specialized Sworks SL6
Quando riuscivo (sigh) ad affrontare le discese cercavo sempre di migliorarmi ed applicavo le tecniche in modo impeccabile tranne il punto di corda (ammetto di non conoscerlo) e la presa bassa, proprio non ci riesco:doh:. Ancora grazie a tutti per i continui consigli che ritengo preziosissimi e di cui intendo farne tesoro.:)

C sono già valanghe d post su come si va in discesa e a prescindere dal tua problema la presa bassa é fondamentale e il fatto che tu non riuscissi ad utilizzarla nemmeno quando andavi meglio é già indice o di un errato posizionamento o di un setup della curva manubrio non ottimizzato per te .
 

poloni paolo

Apprendista Scalatore
4 Aprile 2010
1.825
79
breda di piave
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a 2 ruote(per il momento)
concordo con la presa bassa fondamentale in discesa,non c'è paragone di guidabilità con la presa alta,guidabilità e maggiore sicurezza,comunque se uno non è sicuro in discesa è meglio che non forzi,se uno è sicuro che non sia troppo sicuro,non sono un maestro di discesa ma guardare sempre più avanti del tuo naso è bene,frenare il giusto in base alla velocità e saper modulare in quantità tra posteriore e anteriore,mai frenare in piena curva con l'anteriore,al limite correggere con il posteriore con cautela,giusto?;nonzo%speriamo
 

donatello1963

Maglia Amarillo
15 Febbraio 2011
8.938
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EDEN
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ALCUNE
La paura in discesa si supera innanzitutto curando (un passetto alla volta) l'aspetto tecnico: presa bassa, capacità di trovare il punto di corda, fare forza sul pedale esterno, sguardo verso la fine della curva, braccia rilassate, peso sul retrotreno, etc..
Così facendo, discesa dopo discesa, (consiglio di sceglierne una da fare quasi ad ogni uscita) ed applicando quanto sopra detto, si riesce non solo a migliorare i tempi di percorrenza ma soprattutto a scendere in grande sicurezza e tranquillità.
Ciao Amico o-o ......................................... quando scendiamo dal Block Haus , che tu conosci bene :cassius::cassius::cassius: la discesa più corta è lunga 35 KM consecutivi :-x:-x:-x .......................................................... se non la si fà tutta in presa bassa , si arriva in fondo senza i polsi , se si arriva ....................................................... anche io scendo parecchio prudente comunque , mani sotto e cervello acceso o-oo-oo-o
 

Hetzer

Novellino
16 Luglio 2012
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no
Dopo 35 km di discesa oltre che senza polsi, senza usare la presa bassa, si arriva anche con i muscoli delle braccia che bruciano nel senso più letterale del termine. Comunque continuo ad aprezzare i vostri consigli, proverò ad abituarmi alla presa bassa usandola in pianura.
 

donatello1963

Maglia Amarillo
15 Febbraio 2011
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ALCUNE
Dopo 35 km di discesa oltre che senza polsi, senza usare la presa bassa, si arriva anche con i muscoli delle braccia che bruciano nel senso più letterale del termine. Comunque continuo ad aprezzare i vostri consigli, proverò ad abituarmi alla presa bassa usandola in pianura.
Bene o-oo-o .................................................. con un pò di allenamento o pratica che dir si voglia , vedrai che ti verrà tutto più facile ............................................................ certo non in 2 uscite , ma se ti ci impegni , se sei costante vedrai che i miglioramenti arriveranno e saranno sorprendenti o-oo-oo-o
 

il terzo schleck

Gregario
25 Novembre 2009
634
3
cassino
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scott speedster S60
E' più probabile invece che il consiglio giusto sia quello di accettare di non poter avere sempre fiducia nei propri mezzi, accettare le proprie incapacità.

Accettare, insomma, che non si può sempre migliorare (crescere, salire, essere in alto), bisogna anche accettare il male, le negatività, i limiti, le depressioni (il declino, la discesa). Un attegiamento più elastico, meno rigido nei confronti di questo universo metaforico potrebbe aiutarti. Potrebbe...

PS: scritto da uno che, ancora un po', e andrà più forte in salita che in discesa! Qui si vede bene: [url]http://connect.garmin.com/activity/108845570[/URL] o [url]http://connect.garmin.com/activity/108845644[/URL]

...a dire il vero, tra le diverse cose che può fare uno psicoterapeuta, c'è anche quella di aiutare ad accettare più serenamente i propri limiti.
 
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Wolves85

Novellino
15 Luglio 2012
62
12
38
Arcore
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CUBE Attain GTC
anche io ho una paura matta delle discese...

già di mio soffro di vertigini, e appena vedo la strada che scende ripidamente mi sale il cuore in gola e tiro il freno... la cosa passa piano piano man mano che mi rendo conto che la discesa sta finendo.

poi metteteci che le uniche due cadute dalla bici di cui ho memoria le ho fatte in discesa
 

luxi

Pignone
1 Ottobre 2009
119
23
Milano
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Trek Madone 4.9
Ho anch'io grossi problemi nell'affrontare le discese.
Innanzitutto è bene definire la gravità del problema, altrimenti si corre il rischio di non intendersi a pieno su questo argomento. Ogni qualvolta ho infatti provato ad esporre questa mia difficoltà ad altri ciclisti ho ricevuto parole e consigli che mal si adattavano alla mia situazione, e questa incomprensione spesso provoca maggior scoramento che non il problema in sè.
Le classiche risposte del tipo "Nemmeno io sono un drago in discesa" "Dovresti abituarti a tenere le mani in presa bassa" "Quando piove anch'io ho paura a scendere"; "Dovresti rilassarti e provare a mollare un po' i freni" potrebbero rappresentare utili consigli e parole confortanti per chi percorre le strade a pendenza negativa a bassa velocità, non per chi è spesso sopraffatto dalla paura in simili situazioni.
Per dare un'idea quindi di quanto a volte è "invalidante" per me questo "mal di discesa" riporto un'esperienze che ho vissuto un paio di anni fa:

-GF Colnago 2010: Decisi in quell'occasione di affrontare il percorso lungo, giunto in vetta al Santa Barbara mi resi conto che ero in condizioni psichiche poco serene per affrontare la discesa. Successe così che dopo pochi metri dallo scollinamento sopraggiunse uno stato di paura che mi costrinse a scendere dalla bici e a proseguire a piedi per tutto il resto della strada in declivio. La solidarietà dei ciclisti che sopraggiungevano e dei volontari sparsi lungo il percorso, seppur di conforto, mi acuirono lo stato emotivo in cui già mi trovavo, provocando come reazione un pianto silenzioso e trattenuto che difficilmente scorderò.

Quello di scendere dalla bicicletta fu un gesto che non accadde per la prima volta in quell'occasione, ma che avevo già compiuto in casi precedenti e che ricapitò poi anche in seguito. E' successo ad esempio anche:
- Sulla strada che dal Ghisallo scende verso Erba.
- Lungo la discesa dal passo S.Marco a Morbegno
- Sulla strada che da Sormano conduce a Nesso.
E in altre diverse circostanze.
E' importante precisare che questa paura non si manifesta mai con la stessa intensità nè sempre in medesime località. Gli stessi tratti di strada che ho prima indicato, in altre occasioni è successo di percorrerli senza ritrovarmi in problematici stati d'ansia e di affrontarli con relativa tranquillità.

Conseguenze del "mal di discesa".
E' facile immaginare quali possono essere i problemi che causa questa fobia.
Ad indicarne un paio:
-Seppur sia amante delle salite, della montagna, delle località dove il traffico automobilistico è scarso, devo rinunciare per ovvi motivi a pedalare sulle strade leggendarie del ciclismo. Stelvio, Gavia, Mortirolo, Passi Dolomitici, sono per me nomi che associo alle grandi corse dei professionisti ma che difficilmente potranno evocare in futuro qualche mia esperienza personale.
-Nella scelta di una Gf da correre, la discriminante non è rappresentata tanto dalla durezza del percorso, quanto dalla ripidità delle discese. Segnalo a tal proposito che quasi tutte le gare vengono illustrate soprattutto descrivendone le ascese e quasi mai vengono riportate le pendenze del versante di discesa.
 

khu

Pignone
11 Luglio 2010
259
18
belun, ma de naòlta
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rimbaud tradotto e squillante de'noantri, alcova d'acciaio
non te lo risolve nessuno il problema!
ognuno dice la sua o aumenta il counter


verifica che il mezzo che stai utilizzando sia a posto...

E SEGUI IL TUO ISTINTO !!!

:-x
 

poloni paolo

Apprendista Scalatore
4 Aprile 2010
1.825
79
breda di piave
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a 2 ruote(per il momento)
x luxi
leggendolo il tuo problema non è di facile soluzione e probabilmente più psicologico che tecnico,o meglio: il blocco psicologico inibisce qualsiasi miglioramento tecnico,per assurdo dovrebbero inventarti uno sport su misura esattamente al contrario del downhill,solo ascese.
Probabilmente il tuo problema non è collegabile direttamente al ciclismo,probabilmente una fase della tua vita ha contribuito alla fobia da discesa,quindi fino a quando non riuscirai a capire cosa,non sarà possibile una cura per rimuovere la causa.Spero di aver centrato il problema,altrimenti attendiamo una tua replica.o-o
 

Trevi's

Pedivella
9 Novembre 2011
488
58
Vigarano Mainarda.(Ferrara)
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Bici
Cevélo soloist carbon chorus 11vel m!lf. Look 765 chorus 11 vel teen.
Circa 15 anni fa quando mi avvicinai alla bdc ero a fare il servizio militare vicino a Piancavallo e praticamente le discese ho cominciato a farle già da subito...Sinceramente i primi mesi avevo una paura tremenda anch'io,ho avuto la moto da cross e bene o male sapevo cosa volesse dire cadere...ruotine piccole,velocità abbastanza sostenuta,paura di cadere o scivolare,questo era il mix che mi metteva abbastanza panico,ricordo che con il gruppetto arrivavo sempre abbastanza dietro...Il consiglio che posso darti è quello di stare tranquillo,non cercare di stare dietro agli altri(specialmente se sei alle prime armi) e provare e riprovare,cercando l'assetto giusto della tua bike,io prediligo l'impugnatura bassa e il sedere abbastanza indietro.Da circa 3 anni ho iniziato anche con le gare di mtb e ti dirò che quando prendo in mano la bdc in discesa mi sembra di volare...Ovviamente usando la testa e soprattutto i freni...:mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 

Gontur

Gregario
12 Luglio 2009
547
29
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Ho anch'io grossi problemi nell'affrontare le discese.
Innanzitutto è bene definire la gravità del problema, altrimenti si corre il rischio di non intendersi a pieno su questo argomento. Ogni qualvolta ho infatti provato ad esporre questa mia difficoltà ad altri ciclisti ho ricevuto parole e consigli che mal si adattavano alla mia situazione, e questa incomprensione spesso provoca maggior scoramento che non il problema in sè.
Le classiche risposte del tipo "Nemmeno io sono un drago in discesa" "Dovresti abituarti a tenere le mani in presa bassa" "Quando piove anch'io ho paura a scendere"; "Dovresti rilassarti e provare a mollare un po' i freni" potrebbero rappresentare utili consigli e parole confortanti per chi percorre le strade a pendenza negativa a bassa velocità, non per chi è spesso sopraffatto dalla paura in simili situazioni.
Per dare un'idea quindi di quanto a volte è "invalidante" per me questo "mal di discesa" riporto un'esperienze che ho vissuto un paio di anni fa:

-GF Colnago 2010: Decisi in quell'occasione di affrontare il percorso lungo, giunto in vetta al Santa Barbara mi resi conto che ero in condizioni psichiche poco serene per affrontare la discesa. Successe così che dopo pochi metri dallo scollinamento sopraggiunse uno stato di paura che mi costrinse a scendere dalla bici e a proseguire a piedi per tutto il resto della strada in declivio. La solidarietà dei ciclisti che sopraggiungevano e dei volontari sparsi lungo il percorso, seppur di conforto, mi acuirono lo stato emotivo in cui già mi trovavo, provocando come reazione un pianto silenzioso e trattenuto che difficilmente scorderò.

Quello di scendere dalla bicicletta fu un gesto che non accadde per la prima volta in quell'occasione, ma che avevo già compiuto in casi precedenti e che ricapitò poi anche in seguito. E' successo ad esempio anche:
- Sulla strada che dal Ghisallo scende verso Erba.
- Lungo la discesa dal passo S.Marco a Morbegno
- Sulla strada che da Sormano conduce a Nesso.
E in altre diverse circostanze.
E' importante precisare che questa paura non si manifesta mai con la stessa intensità nè sempre in medesime località. Gli stessi tratti di strada che ho prima indicato, in altre occasioni è successo di percorrerli senza ritrovarmi in problematici stati d'ansia e di affrontarli con relativa tranquillità.

Conseguenze del "mal di discesa".
E' facile immaginare quali possono essere i problemi che causa questa fobia.
Ad indicarne un paio:
-Seppur sia amante delle salite, della montagna, delle località dove il traffico automobilistico è scarso, devo rinunciare per ovvi motivi a pedalare sulle strade leggendarie del ciclismo. Stelvio, Gavia, Mortirolo, Passi Dolomitici, sono per me nomi che associo alle grandi corse dei professionisti ma che difficilmente potranno evocare in futuro qualche mia esperienza personale.
-Nella scelta di una Gf da correre, la discriminante non è rappresentata tanto dalla durezza del percorso, quanto dalla ripidità delle discese. Segnalo a tal proposito che quasi tutte le gare vengono illustrate soprattutto descrivendone le ascese e quasi mai vengono riportate le pendenze del versante di discesa.

Trattasi di fobia.
L'unico consiglio valido è quello di rivolgersi ad un buon psicoterapeuta.
La paura è quel bellissimo sentimento che ci preserva dal fare azioni che potrebbero facilmente compromettere la nostra incolumità (paura girare in macchina ai 100 all'ora in centro abitato, paura di buttarsi in un torrente in piena, paura di saltare dal balcone per far prima al lavoro etc etc etc), la fobia invece compromette la nostra qualità di vita (fobia di volare, fobia del vuoto, fobia dei ragni etc)
Il resto è tutta fuffa.
 
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Hetzer

Novellino
16 Luglio 2012
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Bici
no
-GF Colnago 2010: Decisi in quell'occasione di affrontare il percorso lungo, giunto in vetta al Santa Barbara mi resi conto che ero in condizioni psichiche poco serene per affrontare la discesa. Successe così che dopo pochi metri dallo scollinamento sopraggiunse uno stato di paura che mi costrinse a scendere dalla bici e a proseguire a piedi per tutto il resto della strada in declivio. La solidarietà dei ciclisti che sopraggiungevano e dei volontari sparsi lungo il percorso, seppur di conforto, mi acuirono lo stato emotivo in cui già mi trovavo, provocando come reazione un pianto silenzioso e trattenuto che difficilmente scorderò.
Hai tutta la solidarietà da parte mia, ti capisco, anche io ho passato momenti del genere ed è molto deprimente.:cry
P.S. Pensa che io facendo le discese a piedi ho consumato i tacchetti delle scarpe da ciclista per pedali a sgancio rapido che tra l' altro non sono il massimo della comodità per camminare su asfalto, sopratutto in discesa, penso che mi porterò dietro uno zainetto con dentro un paio di sneakers.:mrgreen: