ottima osservazione!
è comunque un discorso molto ampio: la sponsorizzazione sportiva (se non è cambiata ultimamente la normativa) è integralmente deducibile dal reddito d'impresa, al pari delle spese pubblicitarie.
spesso è stata utilizzata anche per creare 'fondi neri', visto che le società sportive non sono tenute a presentare bilanci (con esclusione di quelle quotate in borsa).
il problema dell'investimento nel ciclismo è del basso ritorno, legato da una parte alla cattiva immagine del nostro sport conseguente alle vicende doping, dall'altra ad uno scarso interesse del grande pubblico (in particolar modo dei giovani).
ho trovato in rete questo documento del Coni, guardate la tabella 5.1 a pagina 19:
[url]http://www.coni.it/fileadmin/Documenti/I_NUMERI_DEL_CONI_EM_2010.pdf[/URL]
i tesserati a società sportive ciclistiche sono circa 70mila, pari all'1,65% del totale tra tutti gli sport.
hanno più tesserati del ciclismo: calcio, pallavolo, basket, tennis, pesca sportiva, atletica leggera, motociclismo, sport equestri, bocce, badminton (!), nuoto, judo e arti marziali varie, golf, danza sportiva, vela, sport invernali, ginnastica e tiro a segno.
se guardiamo invece il numero di società sportive, il ciclismo è terzo dopo calcio e pallavolo.
ne consegue l'immagine di uno sport molto frammentato in piccolissime realtà con bassissimo peso negoziale, e spesso in lite tra loro.
sarebbe interessante fare un'indagine sui praticanti non tesserati, e sugli appassionati non praticanti; personalmente sono convinto che troveremmo una scarsa penetrazione del ciclismo tra i più giovani, e dove c'è legata solo a poche realtà territoriali (Lombardia, Veneto e Toscana).
il ciclismo in Italia è vittima dei mali da lui stesso creati.