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23 Luglio 2009
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Provo a rivitalizzare questa discussione, citando un bel paragrafo dal libro che sto leggendo ora, intitolato "Mamma per cena" di Auslander Shalom (Guanda).
Nota: Rosenbloom è un editore di libri, e Settimo un suo dipendente incaricato di leggere i manoscritti e selezionare quelli per la pubblicazione.

- Siamo creature tribali, Settimo, disse [Rosenbloom]. La divisione è la modalità dell’uomo. E della donna. Ce l’abbiamo nel sangue. Hai mai guardato una mappa delle migrazioni umane? Abbiamo cominciato in Africa, da soli, e ce la siamo squagliata non appena abbiamo potuto, affrontando tempeste, oceani, belve, carestie. Perché? Per smania di viaggiare? Per vedere Parigi in primavera? No. Perché non riuscivamo a sopportarci a vicenda, neanche un minuto di più. L’inferno sono gli altri, l’ha detto Sartre, ma l’uomo primitivo avrebbe potuto dirlo molto prima, se avesse posseduto una lingua. O anche la donna. Un giorno, ricordati le mie parole Settimo Seltzer, ognuno avrà la sua nazione. Non ogni popolo, ogni persona. È il solo modo in cui l’uomo sarà soddisfatto. O la donna. Nazione Seltzer. Villaggio Rosenbloom. Quartiere Abdullah. Città Hernandez. Quadrati di trenta centimetri per trenta, equamente divisi, in tutto il globo, circondati da mura alte tre metri, sormontate da filo spinato e bandiere colorate. E ognuno nel suo quadrato marcia cantando e proclamando che il suo quadrato è il Numero Uno, che Dio ha scelto il suo quadrato tra tutti gli altri quadrati, che questo quadrato è il suo quadrato, e che Dio abbia pietà della persona che tenta di portarglielo via. Lo sai che cosa vorremo a quel punto?
- Armi?
- Quelle ce le abbiamo già, disse Rosenbloom. Vorremo delle storie. Racconti! Leggende! Su sofferenza e oppressione del nostro quadrato, sui nostri viaggi disperati, sull’intrepida lotta del nostro fondatore per rendere il nostro quadrato il Numero Uno che è ora, e sui malvagi nemici che ancora oggi tentano di portarci via il nostro quadrato. Nella Nazione Seltzer racconteranno storie sui turpi Rosenbloom. Nel Villaggio Rosenbloom sogneranno di spazzare via gli Abdullah dalla faccia della terra. E Abdullah, sbirciando al di sopra delle sue mura, guarderà Hernandez trasferirsi nel quadrato accanto al suo e penserà: Addio al valore della mia proprietà. Siamo ossessionati dai nostri quadrati, dal nostro popolo, dal nostro passato. Ecco perché il genere umano, ossia l’uomo, non ha futuro. Neanche la donna. Questa è la cattiva notizia.
- E qual è quella buona?
- Che è un mercato in crescita, disse Rosenbloom.