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Ciclismo e cambiamenti climatici
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<blockquote data-quote="Shinkansen" data-source="post: 6567276" data-attributes="member: 3881"><p>Mi rendo conto che l'argomento sul cambiamento tematico è talmente vasto e complesso da risultare fuori luogo in un contesto come questo, ma spesso ho riflettuto come e quanto è cambiato da quando ho iniziato a pedalare.</p><p>Prima, sinceramente, non ci facevo caso. Se il sabato e la domenica pioveva non è che me ne interessasse molto, al limite dicevo che non potevo fare neanche una passeggiata, ma da quando ho iniziato col ciclismo controllare le previsioni è diventato un obbligo. Da qui a far caso alle mutazioni del clima il passo è stato breve.</p><p>Parlo, per quel che mi riguarda, della mia zona, il genovesato e la mia esperienza, ma spero che contribuiate con le vostre, di esperienze.</p><p></p><p>Ho iniziato a pedalare nel marzo del 1994, ma il vero inizio è stato a gennaio '98, quando mollai definitivamente il karate. Avevo, però, già tutto l'abbigliamento e ricordo che già a metà ottobre si usciva in invernale pieno, con giubbotto, maglietta estiva (non ho mai messo quella invernale, mi faceva troppo caldo), pantaloni lunghi, copriscarpe, guanti e scaldacollo. Sono stato uno dei primi ad usare lo scaldacollo, un banale fazzoletto (rosso) che mettevo davanti alla bocca per proteggermi dall'aria fredda. Io e forse un paio di disperati come me. Gli altri mi guardavano come un marziano. Lo toglievo a metà marzo, più o meno.</p><p>Diciamo che lo spartiacque è stato il 2003, anno di quella terribile estate, dove non saltai nemmeno un uscita e che già alle 8 del mattino si grondava di sudore. Da lì, tranne un paio di inverni successivi davvero molto freddi, le cose iniziarono a cambiare. Mi vestivo di tutto punto, ma cominciavo ad avvertire il caldo. Il giubbotto dovevo tenerlo aperto per far entrare aria fresca, fino ad arrivare al giorno che il giubbotto invernale rimase per sempre nell'armadio e venne sostituito dallo smanicato. Talvolta, uscivo con 3/4 gradi alla mattina presto, ma sapevo che la temperatura si sarebbe scaldata e uscire solo con maglietta invernale e smanicato era la cosa più appropriata.</p><p>Il passo successivo, è avvenuto più o meno una decina di anni fa. I pantaloni invernali. Da metà ottobre, sono passato all'inizio di novembre, ad indossarli. Mettendo o quelli estivi solo, o coprendomi con le ginocchiere. Poi, sono passato a metà novembre. Ancora, inizi dicembre. E infine metà dicembre.</p><p>Anche i percorsi sono cambiati. Dove prima c'era la brina e trovavi zero e non ti avvicinavi finché non scioglievano i ghiacci ora ci andavi e facevi dei discreti allenamenti. I miei amici che si allenano ancora ci vanno quasi tutte le settimane.</p><p>L'ultimo passo è stato l'abbandono dei guanti invernali in WindTex. Sono sempre stato freddoloso, ma da almeno 4 anni non li metto quasi più. Li ho sostituiti con dei banalissimi guanti che uso per correre, della Decathlon, molto sottili, ma che rispondono alle mie esigenze attuali. E lo stesso vale per i copriscarpe. Dopo che l'ultimo paio si è disintegrato, non li ho più ricomprati e ho optato per un paio di calze in lana merinos della DHB. Lo scaldacollo continuo ad usarlo, per proteggermi la bocca.</p><p>Insomma, se faccio un riepilogo di quando ho iniziato a pedalare il mio abbigliamento si è assottigliato in modo notevole. Della divisa originaria. Sono rimasti solo i pantaloni invernali, rimango molto più esposto all'aria.</p><p>La mia esperienza non ha nessuna importanza scientifica e vale come il due a briscola, però vedo che anche i miei amici si sono parecchio alleggeriti nel corso degli anni e qualcosa vorrà pur dire.</p><p>Abituato da sempre a pensare che in inverno deve fare freddo e in estate caldo, questa situazione non mi piace moltissimo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Shinkansen, post: 6567276, member: 3881"] Mi rendo conto che l'argomento sul cambiamento tematico è talmente vasto e complesso da risultare fuori luogo in un contesto come questo, ma spesso ho riflettuto come e quanto è cambiato da quando ho iniziato a pedalare. Prima, sinceramente, non ci facevo caso. Se il sabato e la domenica pioveva non è che me ne interessasse molto, al limite dicevo che non potevo fare neanche una passeggiata, ma da quando ho iniziato col ciclismo controllare le previsioni è diventato un obbligo. Da qui a far caso alle mutazioni del clima il passo è stato breve. Parlo, per quel che mi riguarda, della mia zona, il genovesato e la mia esperienza, ma spero che contribuiate con le vostre, di esperienze. Ho iniziato a pedalare nel marzo del 1994, ma il vero inizio è stato a gennaio '98, quando mollai definitivamente il karate. Avevo, però, già tutto l'abbigliamento e ricordo che già a metà ottobre si usciva in invernale pieno, con giubbotto, maglietta estiva (non ho mai messo quella invernale, mi faceva troppo caldo), pantaloni lunghi, copriscarpe, guanti e scaldacollo. Sono stato uno dei primi ad usare lo scaldacollo, un banale fazzoletto (rosso) che mettevo davanti alla bocca per proteggermi dall'aria fredda. Io e forse un paio di disperati come me. Gli altri mi guardavano come un marziano. Lo toglievo a metà marzo, più o meno. Diciamo che lo spartiacque è stato il 2003, anno di quella terribile estate, dove non saltai nemmeno un uscita e che già alle 8 del mattino si grondava di sudore. Da lì, tranne un paio di inverni successivi davvero molto freddi, le cose iniziarono a cambiare. Mi vestivo di tutto punto, ma cominciavo ad avvertire il caldo. Il giubbotto dovevo tenerlo aperto per far entrare aria fresca, fino ad arrivare al giorno che il giubbotto invernale rimase per sempre nell'armadio e venne sostituito dallo smanicato. Talvolta, uscivo con 3/4 gradi alla mattina presto, ma sapevo che la temperatura si sarebbe scaldata e uscire solo con maglietta invernale e smanicato era la cosa più appropriata. Il passo successivo, è avvenuto più o meno una decina di anni fa. I pantaloni invernali. Da metà ottobre, sono passato all'inizio di novembre, ad indossarli. Mettendo o quelli estivi solo, o coprendomi con le ginocchiere. Poi, sono passato a metà novembre. Ancora, inizi dicembre. E infine metà dicembre. Anche i percorsi sono cambiati. Dove prima c'era la brina e trovavi zero e non ti avvicinavi finché non scioglievano i ghiacci ora ci andavi e facevi dei discreti allenamenti. I miei amici che si allenano ancora ci vanno quasi tutte le settimane. L'ultimo passo è stato l'abbandono dei guanti invernali in WindTex. Sono sempre stato freddoloso, ma da almeno 4 anni non li metto quasi più. Li ho sostituiti con dei banalissimi guanti che uso per correre, della Decathlon, molto sottili, ma che rispondono alle mie esigenze attuali. E lo stesso vale per i copriscarpe. Dopo che l'ultimo paio si è disintegrato, non li ho più ricomprati e ho optato per un paio di calze in lana merinos della DHB. Lo scaldacollo continuo ad usarlo, per proteggermi la bocca. Insomma, se faccio un riepilogo di quando ho iniziato a pedalare il mio abbigliamento si è assottigliato in modo notevole. Della divisa originaria. Sono rimasti solo i pantaloni invernali, rimango molto più esposto all'aria. La mia esperienza non ha nessuna importanza scientifica e vale come il due a briscola, però vedo che anche i miei amici si sono parecchio alleggeriti nel corso degli anni e qualcosa vorrà pur dire. Abituato da sempre a pensare che in inverno deve fare freddo e in estate caldo, questa situazione non mi piace moltissimo. [/QUOTE]
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