Forse non ci siamo capiti. Tralasciando per un attimo la normativa inglese e parlando di quella italiana, lì il pedone non è che si ferma. Torna indietro per mettersi volontariamente sulla traiettoria del ciclista. Se solo fosse rimasto fermo dove già era, il ciclista passava. Vicino, ma passava. Se uno decide di suicidarsi e mentre sopraggiunge un auto gli si caccia sotto, non è che la colpa è dell'autista perchè "a chi sopraggiunge e' chiesto di prevedere anche comportamenti insoliti". Il suicidio, o in questo caso il volontariamente frapporsi sulla traiettoria altrui, spostandocisi di proposito e senza alcun altro motivo, non sono comportamenti insoliti. Sono comportamenti autolesionisti e pericolosi, punibili a tutti gli effetti per chi li pone in atto. Dopodichè, in Inghilterra, vista la normativa suppongo ci sia un concorso di colpa, essendo che il ciclista non deve impegnare l'attraversamento sinchè non è del tutto sgombro (ammesso che sia così), in Italia, il pedone si paga i danni suoi e quelli altrui, strisce o non strisce, di fronte a un gesto volontario e pericoloso come in questo caso.