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Ciclocross - stagione 2019/20
Testo
<blockquote data-quote="dinute" data-source="post: 6546379" data-attributes="member: 15666"><p>Il problema nasce dal fatto che Flanders Classic chiede una quantità di denaro spropositata. Solo per entrare nel circuito si parla di 50.000 euro. E' chiaro che una cifra simile se la possono permettere solo le tappe più importanti (koksjide, gavere, zonhoven ecc), gare con 20-30 mila persone che pagano 20-25 euro a testa e che ne bevono altrettanti. Ma fuori da belgio e olanda un pubblico pagante del genere non si vede..</p><p>Sostanzialmente l'<em>idea vincente</em> di Flanders Classic è quella di estorcere denaro agli organizzatori col beneplacito dell'UCI con l'obiettivo di creare nuovi guadagni con diritti televisivi e di immagine promuovendo il ciclocross fuori dai soliti territori (in pratica grazie all'UCI si è appropriata di una "ricchezza" creata dai vari organizzatori fiamminghi senza metterci nulla se non, per ora, futuri progetti di espansione all'estero e maggiori introiti televisivi).</p><p>Tra l'altro proprio i costi di iscrizione altissimi costringeranno gli organizzatori a tagliare gli ingaggi per i corridori che alla lunga porterà un impoverimento del livello agonistico soprattutto tra i corridori di media fascia che, senza ingaggi, non avrebbero risorse per affrontare la stagione.</p><p>Quindi hai detto bene, riforma fatta senza pensare soprattutto ai protagonisti, cioè i corridori. Sono loro che danno spettacolo, non i tendoni di birra e patatine. Infatti ieri a Zonhoven c'era pochissimo pubblico, l'anfiteatro nelle dune che di solito è un tappeto di pubblico era semivuoto. Perchè mancano i protagonisti, Van der Poel è in Spagna, Van Aert sappiamo, la Vos è appena rientrata ecc, e non c'era sicuramente l'entusiasmo degli anni precedenti.</p><p>Capisco che il capitalismo moderno non la veda così ma se si vuole lo "spettacolo" di solito chi lavora (organizzatori e corridori in questo caso) deve essere pagato (e non pagare).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="dinute, post: 6546379, member: 15666"] Il problema nasce dal fatto che Flanders Classic chiede una quantità di denaro spropositata. Solo per entrare nel circuito si parla di 50.000 euro. E' chiaro che una cifra simile se la possono permettere solo le tappe più importanti (koksjide, gavere, zonhoven ecc), gare con 20-30 mila persone che pagano 20-25 euro a testa e che ne bevono altrettanti. Ma fuori da belgio e olanda un pubblico pagante del genere non si vede.. Sostanzialmente l'[I]idea vincente[/I] di Flanders Classic è quella di estorcere denaro agli organizzatori col beneplacito dell'UCI con l'obiettivo di creare nuovi guadagni con diritti televisivi e di immagine promuovendo il ciclocross fuori dai soliti territori (in pratica grazie all'UCI si è appropriata di una "ricchezza" creata dai vari organizzatori fiamminghi senza metterci nulla se non, per ora, futuri progetti di espansione all'estero e maggiori introiti televisivi). Tra l'altro proprio i costi di iscrizione altissimi costringeranno gli organizzatori a tagliare gli ingaggi per i corridori che alla lunga porterà un impoverimento del livello agonistico soprattutto tra i corridori di media fascia che, senza ingaggi, non avrebbero risorse per affrontare la stagione. Quindi hai detto bene, riforma fatta senza pensare soprattutto ai protagonisti, cioè i corridori. Sono loro che danno spettacolo, non i tendoni di birra e patatine. Infatti ieri a Zonhoven c'era pochissimo pubblico, l'anfiteatro nelle dune che di solito è un tappeto di pubblico era semivuoto. Perchè mancano i protagonisti, Van der Poel è in Spagna, Van Aert sappiamo, la Vos è appena rientrata ecc, e non c'era sicuramente l'entusiasmo degli anni precedenti. Capisco che il capitalismo moderno non la veda così ma se si vuole lo "spettacolo" di solito chi lavora (organizzatori e corridori in questo caso) deve essere pagato (e non pagare). [/QUOTE]
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