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Ciclovia VenTo
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<blockquote data-quote="CONTERALLY" data-source="post: 4250454" data-attributes="member: 41803"><p>Chiaro, lungo e ben disteso. Affermazioni condivisibili, rispetto all'istanza del cicloturista storico, che cresce in modo direttamente proporzionale, ai timbri sul passaporto ed ai dislivelli che supera carico come una pick up. Giustamente fiero, non vieto, ma sulla molteplicità di percorsi, e livelli di difficoltà, che bisogna affrontare il discorso rientra più propriamente nell'extreme e fu mia cura calmare giovani e fragili menti, facili preda di sentimenti avventurosi, indicando un ottimo ciclomotore, come mezzo di locomozione ideale a scopi tourer e di usare ogni prudenza dove sole, fatica, maltempo, strade trafficate, mettevano in serio pericolo la propria ed altrui incolumità. Ho invitato ad immaginare di osservare l'Appennino dalle pianure attigue, rispettivamente da una bici e da un ciclomotore e facendo presente, che, a scopo turistico, il primo guardava l'inferno ed il secondo il paradiso. Non ho mentito. A seguito di queste, pur critiche e parziali conclusioni, poichè ad ognuno resta la propria scelta purchè lucida e consapevole, la sagoma del cicloturismo così ritagliata, respira in ambiti più umani e molto meno rischiosi, dove è possibile ed auspicabile avere più servizi. Chiaro che sono prospettive diverse, ma non basta per escluderne le rispettive valenze, almeno altrettanto serie quanto serene. I cartelli di segnalazione ed i percorsi di rientro possono mancare in entrambi i casi al di la del chilometraggio che si intende consumare. Non dico di più e spero di aver messo sufficientemente a fuoco l'oggetto della mia critica, legato ad una insufficiente cura, nell'ingegneria, nella verifica e nella manutenzione del percorsi ciclabili. Cose già note che in questa occasione vale la pena tirare fuori, per evitarne in futuro.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="CONTERALLY, post: 4250454, member: 41803"] Chiaro, lungo e ben disteso. Affermazioni condivisibili, rispetto all'istanza del cicloturista storico, che cresce in modo direttamente proporzionale, ai timbri sul passaporto ed ai dislivelli che supera carico come una pick up. Giustamente fiero, non vieto, ma sulla molteplicità di percorsi, e livelli di difficoltà, che bisogna affrontare il discorso rientra più propriamente nell'extreme e fu mia cura calmare giovani e fragili menti, facili preda di sentimenti avventurosi, indicando un ottimo ciclomotore, come mezzo di locomozione ideale a scopi tourer e di usare ogni prudenza dove sole, fatica, maltempo, strade trafficate, mettevano in serio pericolo la propria ed altrui incolumità. Ho invitato ad immaginare di osservare l'Appennino dalle pianure attigue, rispettivamente da una bici e da un ciclomotore e facendo presente, che, a scopo turistico, il primo guardava l'inferno ed il secondo il paradiso. Non ho mentito. A seguito di queste, pur critiche e parziali conclusioni, poichè ad ognuno resta la propria scelta purchè lucida e consapevole, la sagoma del cicloturismo così ritagliata, respira in ambiti più umani e molto meno rischiosi, dove è possibile ed auspicabile avere più servizi. Chiaro che sono prospettive diverse, ma non basta per escluderne le rispettive valenze, almeno altrettanto serie quanto serene. I cartelli di segnalazione ed i percorsi di rientro possono mancare in entrambi i casi al di la del chilometraggio che si intende consumare. Non dico di più e spero di aver messo sufficientemente a fuoco l'oggetto della mia critica, legato ad una insufficiente cura, nell'ingegneria, nella verifica e nella manutenzione del percorsi ciclabili. Cose già note che in questa occasione vale la pena tirare fuori, per evitarne in futuro. [/QUOTE]
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