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Club AMICI DI PINARELLO (parte terza)
Testo
<blockquote data-quote="alvan" data-source="post: 7056346" data-attributes="member: 72450"><p>La bicicletta è uno dei pochi veicoli la cui architettura di base sia intatta da più di cento anni. Non altrettanto si può dire di automobili, barche, motociclette o aerei.</p><p>Tutte le migliorie apportate (materiali, cambio, freni) sono, appunto, migliorie, ma la geometria generale del telaio, il rapporto con le ruote, il principio di azionamento e di equilibrio, sono immutati.</p><p>Pinarello, con pochi altri, è intervenuto con una tipologia di progettazione che è tipica dei più grandi esempi di veicoli passati alla storia del disegno (io sono professionalmente e personalmente intrigato da questo aspetto) passando dal generale pragmatismo di progetti ottimi sul piano funzionale, ma casuali sul piano formale, a un approccio tipico dell'architettura, introdurre un'idea formale senza uscire dai binari funzionali, e mettendo a disposizione del pubblico i documenti di questo processo. Non a caso la Dogma è uno di quei pochi casi di cui si conosce il nome del progettista. Se poi aggiungo (altra cosa importantissima per me, che nel ciclismo ho trovato una grande stratificazione di storia e cultura) che Pinarello è uno dei marchi con il più ricco palmares, la risposta che mi chiedevi è per me evidente (senza escludere pochi altri marchi, ma certe scelte si fanno anche su basi personali sottili e complesse)...</p><p></p><p>Sono alla mia quinta Dogma, le ho avute tutte dalla 2 fino alla F12, con un feeling nell'uso che è andato in crescendo. Pur con i miei limitati mezzi prestazionali, a ogni passo in avanti ho riscontrato un progressivo, sia pur sottile, affinamento...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="alvan, post: 7056346, member: 72450"] La bicicletta è uno dei pochi veicoli la cui architettura di base sia intatta da più di cento anni. Non altrettanto si può dire di automobili, barche, motociclette o aerei. Tutte le migliorie apportate (materiali, cambio, freni) sono, appunto, migliorie, ma la geometria generale del telaio, il rapporto con le ruote, il principio di azionamento e di equilibrio, sono immutati. Pinarello, con pochi altri, è intervenuto con una tipologia di progettazione che è tipica dei più grandi esempi di veicoli passati alla storia del disegno (io sono professionalmente e personalmente intrigato da questo aspetto) passando dal generale pragmatismo di progetti ottimi sul piano funzionale, ma casuali sul piano formale, a un approccio tipico dell'architettura, introdurre un'idea formale senza uscire dai binari funzionali, e mettendo a disposizione del pubblico i documenti di questo processo. Non a caso la Dogma è uno di quei pochi casi di cui si conosce il nome del progettista. Se poi aggiungo (altra cosa importantissima per me, che nel ciclismo ho trovato una grande stratificazione di storia e cultura) che Pinarello è uno dei marchi con il più ricco palmares, la risposta che mi chiedevi è per me evidente (senza escludere pochi altri marchi, ma certe scelte si fanno anche su basi personali sottili e complesse)... Sono alla mia quinta Dogma, le ho avute tutte dalla 2 fino alla F12, con un feeling nell'uso che è andato in crescendo. Pur con i miei limitati mezzi prestazionali, a ogni passo in avanti ho riscontrato un progressivo, sia pur sottile, affinamento... [/QUOTE]
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