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Da MTB a BDC - Dubbi, perplessità e chiarimenti
Testo
<blockquote data-quote="rockarolla" data-source="post: 5076162" data-attributes="member: 70980"><p>Dici dei dubbi sulla guidabilità ad alte velocità? La mia esperienza in mtb m'insegna pressappoco il contrario, ovvero che uno stem più corto rende sì lo sterzo più sensibile, ma anche più sincero. Intendo dire che uno stem lungo tende a facilitare il mantenimento di una traiettoria rettilinea o di curvatura ampia e costante (le mani ben davanti all'asse di sterzo "tirano" lo sterzo stesso simmetricamente da entrambi i lati, sommandosi alla tendenza del momento controbilanciante a raddrizzare la ruota), ma come si forza questa tendenza sterzando più bruscamente l'effetto è inverso, di instabilità, fino a rischiare di chiudere. Lo stem più corto si comporta in maniera più gestibile proprio nei cambiamenti di traiettoria rapidi, con reazioni più dolci e lineari man mano che si varia il raggio di sterzata, perdendo un po' di stabilità solo sul dritto e nei movimenti di sterzo più lenti. Spero di essermi spiegato...</p><p> Le obiezioni che mi erano state fatte a tale proposito sono che l'impostazione della bdc è completamente diversa da quella della mtb, a partire dalla distribuzione dei pesi (in una mtb il carico sull'avantreno in posizione seduta è minore dunque riduce l'effetto stabilizzante delle "mani avanti" accentuando la nervosità nei movimenti rapidi), ma in partcolar modo per via dell'angolo di sterzo più chiuso e del manubrio più stretto, che diminuiscono la controllabilità e richiedono qualche altro modo per recuperarla. A questo va aggiunto che raramente su strada di affrontano cambi di direzione così repentini e raggi di sterzata così stretti da mettere in luce la già citata nervosità dello stem lungo.</p><p></p><p> Sebbene tutto questo abbia senso, non sono ancora convinto del tutto. L'influenza degli stili di guida e delle abitudini personali, nel mio caso l'abitudine a entrare in curva tardi e in maniera decisa e la dis-abitudine ad un comportamento variabile (a seconda di quanto e come si manovra) è determinante. E' vero che ormai è un po' che vado in bdc e sto imparando a capirne il comportamento e a guidarla in maniera consona, ma il mio stile di base rimarrà sempre influenzato in qualche misura da quasi 15 anni di mtb.</p><p> Inoltre ho scelto un manubrio particolare (Salsa Cowbell 3), i cui drop inclinati verso l'esterno lo rendono più largo in presa bassa (da 440 e 520mm), migliorando il controllo e mitigando la minore stabilità sul dritto etc. dovuta a uno stem più corto. Senza considerare che ho intenzione di utilizzare questa bici anche su strade bianche e sterrati scorrevoli, dove la prevedibilità anche su scarti imprevisti (perdite di aderenza, correzioni...) diventa più importante della tendenza al raddrizzamento della ruota.</p><p></p><p> Insomma mi pare valga la pena sperimentare un po'. Sicuramente affinare qualcosa costantemente per decenni e decenni, come nel caso dell'impostazione della bdc, è una tattica ben valida. Questo però non vuol dire che i risultati migliori si ottengano sempre e solo sul lungo periodo con piccoli e continui miglioramenti; a volte qualcosa di nuovo, una brusca divagazione dalla strada tracciata, può portare risultati sorprendenti. Forse non è questo il caso, ma io sono di carattere curioso...</p><p></p><p>P.S: per quale diamine di motivo i pro usano stem più lunghi? Se è per stare più allungati, non potrebbero passare direttamente alla taglia sopra? Tanto le bdc sono prodotte in numerose taglie ravvicinate, quindi anche usando uno stem da 100mm sulla taglia sopra -al posto di uno da 130mm su quella teoricamente corretta- si rientra comunque nei canoni di lunghezza "classici". Come sulle bici da crono che a parità di taglia hanno OV e reach più lunghi...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="rockarolla, post: 5076162, member: 70980"] Dici dei dubbi sulla guidabilità ad alte velocità? La mia esperienza in mtb m'insegna pressappoco il contrario, ovvero che uno stem più corto rende sì lo sterzo più sensibile, ma anche più sincero. Intendo dire che uno stem lungo tende a facilitare il mantenimento di una traiettoria rettilinea o di curvatura ampia e costante (le mani ben davanti all'asse di sterzo "tirano" lo sterzo stesso simmetricamente da entrambi i lati, sommandosi alla tendenza del momento controbilanciante a raddrizzare la ruota), ma come si forza questa tendenza sterzando più bruscamente l'effetto è inverso, di instabilità, fino a rischiare di chiudere. Lo stem più corto si comporta in maniera più gestibile proprio nei cambiamenti di traiettoria rapidi, con reazioni più dolci e lineari man mano che si varia il raggio di sterzata, perdendo un po' di stabilità solo sul dritto e nei movimenti di sterzo più lenti. Spero di essermi spiegato... Le obiezioni che mi erano state fatte a tale proposito sono che l'impostazione della bdc è completamente diversa da quella della mtb, a partire dalla distribuzione dei pesi (in una mtb il carico sull'avantreno in posizione seduta è minore dunque riduce l'effetto stabilizzante delle "mani avanti" accentuando la nervosità nei movimenti rapidi), ma in partcolar modo per via dell'angolo di sterzo più chiuso e del manubrio più stretto, che diminuiscono la controllabilità e richiedono qualche altro modo per recuperarla. A questo va aggiunto che raramente su strada di affrontano cambi di direzione così repentini e raggi di sterzata così stretti da mettere in luce la già citata nervosità dello stem lungo. Sebbene tutto questo abbia senso, non sono ancora convinto del tutto. L'influenza degli stili di guida e delle abitudini personali, nel mio caso l'abitudine a entrare in curva tardi e in maniera decisa e la dis-abitudine ad un comportamento variabile (a seconda di quanto e come si manovra) è determinante. E' vero che ormai è un po' che vado in bdc e sto imparando a capirne il comportamento e a guidarla in maniera consona, ma il mio stile di base rimarrà sempre influenzato in qualche misura da quasi 15 anni di mtb. Inoltre ho scelto un manubrio particolare (Salsa Cowbell 3), i cui drop inclinati verso l'esterno lo rendono più largo in presa bassa (da 440 e 520mm), migliorando il controllo e mitigando la minore stabilità sul dritto etc. dovuta a uno stem più corto. Senza considerare che ho intenzione di utilizzare questa bici anche su strade bianche e sterrati scorrevoli, dove la prevedibilità anche su scarti imprevisti (perdite di aderenza, correzioni...) diventa più importante della tendenza al raddrizzamento della ruota. Insomma mi pare valga la pena sperimentare un po'. Sicuramente affinare qualcosa costantemente per decenni e decenni, come nel caso dell'impostazione della bdc, è una tattica ben valida. Questo però non vuol dire che i risultati migliori si ottengano sempre e solo sul lungo periodo con piccoli e continui miglioramenti; a volte qualcosa di nuovo, una brusca divagazione dalla strada tracciata, può portare risultati sorprendenti. Forse non è questo il caso, ma io sono di carattere curioso... P.S: per quale diamine di motivo i pro usano stem più lunghi? Se è per stare più allungati, non potrebbero passare direttamente alla taglia sopra? Tanto le bdc sono prodotte in numerose taglie ravvicinate, quindi anche usando uno stem da 100mm sulla taglia sopra -al posto di uno da 130mm su quella teoricamente corretta- si rientra comunque nei canoni di lunghezza "classici". Come sulle bici da crono che a parità di taglia hanno OV e reach più lunghi... [/QUOTE]
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