Storia David Moncoutié, un solitario nell'epoca maledetta del doping

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

CRISI

Gregario
23 Dicembre 2015
511
168
Trentino, e sogno la Lunigiana
Visita sito
Bici
DE ROSA e Scapin
Il risultato non è l'unica cosa che conta. È la cosa che conta di più in una gara.
Poi bisogna mettersi d'accordo su quale sia il risultato ragionevolmente auspicabile per ciascuno di noi.
Ciao.
Per il tifoso accecato il risultato è l'unica cosa importante, come se la vittoria del nostro idolo ci facesse più fighi e ci allungasse il pisello. L'appassionato che sa leggere l'evento gode dell'evento in sé, se portatore di tifo sano e non cieco, quando vince si fa naturalmente contento e quando perde si dispiace delle sconfitte, ma non si strappa mica via i capelli.

Ai ragazzi che fanno agonismo, in qualunque sport dalla bicicletta, alla pallavolo, al tamburello si dovrebbe insegnare che la cosa che più conta non è la vittoria, ma la ricerca della vittoria: detto semplice semplice che si gareggia assolutamente per vincere, e ci mancherebbe altro, e se si perde non è una tragedia.

Sento spesso dire che il doping è volontà di oltrepassare i propri limiti, secondo me deriva dalla vogila di vincere e di stare al di sopra degli altri: il nostro limite in tal senso è il nostro avversario che è o anche solo potrebbe essere più forte di noi; io sto dal lato opposto e dico che lo sport sia agonistico che non agonistico invece ci deve dare consapevolezza di quale sia il nostro limite.

La storia di Moncoutie, almeno per come la leggiamo nell'articolo, non è altro che la storia di un ragazzo mite che si guadagna il pane facendo onestamente il lavoro che ama fare. Sicuramente uno sveglio in grado di farsi una carriera intera da pulito mentre ad un passo da lui scoppiava ogni delirio. Mi sembra anche che non sia l'agiografia di San Ciclista, perché vien messo bene in rilievo che si è trattato di un rifiuto personale del sistema e mai di una aperta denuncia.
 
  • Mi piace
Reactions: lap74

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
Visita sito
Bici
sempre una in meno...
Ciao.

Sento spesso dire che il doping è volontà di oltrepassare i propri limiti, secondo me deriva dalla vogila di vincere e di stare al di sopra degli altri:...
No.. è su questo che non mi trovate concorde. E non è un dettaglio da poco...
Ci si dopa non SOLO per vincere, ed anzi la vittoria è statisticamente meno "stimolante" rispetto al piazzamento o alla semplice performance atletica...
Ci si dopa per avere i kom su Strava, per essere "quello che va forte" in paese, per arrivare nei primi 100 alla 9 Colli... In definitiva ci si dopa quasi sempre per andare oltre i propri limiti giacché i dopati sono molto di più rispetto a quelli che normalmente possono giocarsi la vittoria in ogni competizione..
L'accettazione delle proprie fragilità, della propria fallibilità ed il conseguente stimolo a superarle in modo pulito, sano, fin dove ci riesce è il vero detonatore sul quale lavorare per contrastare il doping.
Sotto questo profilo capisci allora che l'agonismo, la gara, la competizione con gli altri ed infine la vittoria c'entrano solo marginalmente.
Quanto a Moncutie l'aver serenamente accettato le proprie debolezze e le proprie incapacità (anche troppo a mio avviso) forse lo avrà preservato dall' epidemia dei suoi tempi e per questo merita tutta la nostra ammirazione, ma io non riesco ad appassionarmi ad uno sportivo professionista (e sottolineo professionista) che si adagia sulla sua inettitudine senza lavorare per migliorarsi (e mi riferisco all'incapacità di mettere e togliere la mantellina in movimento ed alla goffaggine in discesa, due pecche sulle quali un pro' serio può e deve lavorare anche senza dover "caricare").
Quindi giudizio sull'uomo eccellente.
Sullo sportivo un po' meno, ecco.
Ciao
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
43.698
18.763
Bozen
Visita sito
Bici
Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
.......
Detto questo c'è una bella differenza fra integratori e doping. Con gli integratori vai a colmare una lacuna temporanea nell'organismo col doping quella lacuna non esiste e i tuoi valori naturali vengono portati oltre il 100% del tuo consentito.

Se sono debole di sali minerali e al termine dell'uscita sono, ad esempio, ad un valore di 80, con l'integratore ritorno a 100 e le mie prestazioni sono sì migliorate la volta dopo, ma quelle prestazioni fanno parte del mio bagaglio genetico.
Ma se anziché fermarmi a 100 arrivo ad un livello di 110/120 (ammesso per assurdo che un iper assorbimento di sali minerali faccia andare più forte) le mie prestazioni non saranno più frutto del mio bagaglio genetico, ma saranno condizionate da un fattore esterno. Il doping, appunto. Senza quel 10 o 20 di valore in più non potrei ottenerle perché non mi appartengono........
Il discorso è per l'appunto quello. Con gli integratori ti rimetti a pari in maniera mirata e tutto sommato più sana che se cercassi di rimetterti a pari solo con la normale alimentazione. Una volta ristabiliti i tuoi valori, tutto quel che hai assunto in più diventa cacca o ciccia.
......
Ferrari può venirmi a dire con le tavole incise nel marmo che non è doping tutto ciò che non si scopre, ma è una menzogna, è una falsità.
Io credo che la sua fosse una affermazione pratica, una presa d'atto di quella che è (o era) la realtà, non un affermare che è giusto doparsi se non ti fai beccare. Io credo che il senso di quel che gli attribuite lo avrebbe espresso dicendo "doping è tutto ciò che è vietato, ma se io trovo una nuova sostanza dopante non vietata, allora sono a posto".

..................
”Tutto ciò che non è prodotto dall'organismo ma è assunto per via esterna e che alteri (questo è il punto fondamentale) il mio bagaglio prestazionale è doping”, anche i sali volendo vedere sono esogeni, .......
Come ti è stato detto, però a quel punto è esogena anche l'acqua, visto che la assumi dall'esterno.
..................
....... come per assurdo l’epo che ristabilisce i valori di ematocrito diminuiti a causa dell’attività fisica (non so se è vero, ma era per fare un esempio)...........
assolutamente no. L'epo ti porta molto oltre i tuoi valore naturali sanguigni.
......................
Mettere nero su bianco ciò che effettivamente è doping e ciò che non lo è a parer mio è molto difficile.
In alcuni casi si riesce benissimo, in altri no, da questo la mia frase “è doping tutto ciò che è considerato doping”.
Il difficile è solo arrivare a mettere nelle sostanze vietate nuove sostanze e/o metodologie scoperte, per questo si dice che spesso il doping è avanti all'antidoping. Per il resto salvo poche eccezioni (il salbutamolo ad esempio) è abbastanza chiaro ciò che ti dà un surplus illecito e dunque va inserito nelle sostanze vietate.
Ciao.
Per il tifoso accecato il risultato è l'unica cosa importante, come se la vittoria del nostro idolo ci facesse più fighi e ci allungasse il pisello. L'appassionato che sa leggere l'evento gode dell'evento in sé, se portatore di tifo sano e non cieco, quando vince si fa naturalmente contento e quando perde si dispiace delle sconfitte, ma non si strappa mica via i capelli.
Ai ragazzi che fanno agonismo, in qualunque sport dalla bicicletta, alla pallavolo, al tamburello si dovrebbe insegnare che la cosa che più conta non è la vittoria, ma la ricerca della vittoria: detto semplice semplice che si gareggia assolutamente per vincere, e ci mancherebbe altro, e se si perde non è una tragedia........
Accomuni nel tuo discorso professionisti e ragazzi...nulla di più sbagliato. Per i professionisti di ogni genere, l'obiettivo è e deve essere il raggiungimento del massimo risultato possibile (nel rispetto delle regole e delle leggi in generale), che sia la vittoria o la contribuzione, nel lavoro di staff, alla vittoria. Nel ciclismo, non lo chiedono solo i tifosi, lo chiede, secondo me a ragione, chi fa andare avanti economicamente il carrozzone, ossia gli sponsor i fornitori ecc (e i tifosi de relato). Sul podio ci va chi vince e dunque la scritta dello sponsor la si vede a chi vince (solo l'esempio più immediato).
Per i ragazzi lo sport è un'altra cosa, dovrebbe essere un'altra cosa (non mi dilungo su cosa, credo sia abbastanza intuitivo) e la vittoria non è il fine unico, è solo un fattore, si voglia da stimolo, da premio e, ovviamente, un mezzo se si vuole fare un passo verso il professionismo.
Negli uni e negli altri, la sconfitta non deve essere una tragedia perchè per ragioni diverse, è controproducente che lo sia, tuttavia per un prò equivale, a meno che non porti lui i soldi da sponsor, alla perdita del contratto la sconfitta ripetuta o comunque il non raggiungimento dell'obiettivo massimo prefissato.
Quel che non si vuole capire è che il professionismo sportivo è un mestiere. Come lo è l'avvocato, il medico ecc.All'avvocato è richiesta dalla morale, la tutela dei diritti dell'indagato, dalla prassi l'assoluzione a prescindere. Non può esimersi da questo. Al medico è chiesta la guarigione del paziente e deve fare tutto il possibile perchè ciò accada. Da un avvocato i cui clienti sono tutti condannati, non ci va nessuno. Da un medico i cui pazienti muoiono tutti non ci va nessuno. Al direttore vendite, la vendita dei prodotti che produce il suo capo. Se non vende il capo lo manda via. ecc.ecc.. I ciclisti che vincono sono fra l'altro remunerati ben meglio di molte altre categorie di professionisti, ragione in più per cui si impegnino al 100%.
 
Ultima modifica:

liedolo6

Pedivella
28 Luglio 2018
413
230
60
bassano del grappa
Visita sito
Bici
cube gtc agree
Accomuni nel tuo discorso professionisti e ragazzi...nulla di più sbagliato. Per i professionisti di ogni genere, l'obiettivo è e deve essere il raggiungimento del massimo risultato possibile (nel rispetto delle regole e delle leggi in generale), che sia la vittoria o la contribuzione, nel lavoro di staff, alla vittoria. Nel ciclismo, non lo chiedono solo i tifosi, lo chiede, secondo me a ragione, chi fa andare avanti economicamente il carrozzone, ossia gli sponsor i fornitori ecc (e i tifosi de relato). Sul podio ci va chi vince e dunque la scritta dello sponsor la si vede a chi vince (solo l'esempio più immediato).
Per i ragazzi lo sport è un'altra cosa, dovrebbe essere un'altra cosa (non mi dilungo su cosa, credo sia abbastanza intuitivo) e la vittoria non è il fine unico, è solo un fattore, si voglia da stimolo, da premio e, ovviamente, un mezzo se si vuole fare un passo verso il professionismo.
Negli uni e negli altri, la sconfitta non deve essere una tragedia perchè per ragioni diverse, è controproducente che lo sia, tuttavia per un prò equivale, a meno che non porti lui i soldi da sponsor, alla perdita del contratto la sconfitta ripetuta o comunque il non raggiungimento dell'obiettivo massimo prefissato.
Quel che non si vuole capire è che il professionismo sportivo è un mestiere. Come lo è l'avvocato, il medico ecc.All'avvocato è richiesta dalla morale, la tutela dei diritti dell'indagato, dalla prassi l'assoluzione a prescindere. Non può esimersi da questo. Al medico è chiesta la guarigione del paziente e deve fare tutto il possibile perchè ciò accada. Da un avvocato i cui clienti sono tutti condannati, non ci va nessuno. Da un medico i cui pazienti muoiono tutti non ci va nessuno. Al direttore vendite, la vendita dei prodotti che produce il suo capo ecc.ecc.. I ciclisti che vincono sono fra l'altro remunerati ben meglio di molte altre categorie di professionisti, ragione in più per cui si impegnino al 100%.

Ok, ora mi e' ben chiaro il tuo pensiero, ma anzi non penso neppure che sia un pensiero, ma solo l'idea che in generale il sistema ben pensato, quello si davvero, fa passare per pensiero di quel che e' il "ciclismo" professionistico, un mestiere.

Un mestiere dove ne le leggi ne le regole generali sono rispettate, ma interpretate, fin la dove sono interpretabili, come fanno gli avvocati, e' proprio un esempio che calza. Questo e' il mondo signori, siamo tutti nella pentola. Peccato che manca il coperchio, se no nessuno se ne accorgerebbe. Disdetta.

Hai ragione, guai ad accomunare, la mia idea, e quella di tanti comunque o per fortuna, del ciclismo, come competizione per tendere al raggiungimento del risultato, a quella dei "ciclisti" professionisti, che devono tendere al risultato con ogni mezzo altrimenti perdono lo sponsor e le squadre li cacciano.

Davvero un bel vivere il loro, per un sogno di gloria effimero. Effimero, perche poi rimane solo un buco nell'albo d'oro.
Come nel Tour. Come una guerra. Restano i soldi, certo quelli e' facile nasconderli nel buco.

Pensaci.

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
43.698
18.763
Bozen
Visita sito
Bici
Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Ok, ora mi e' ben chiaro il tuo pensiero, ma anzi non penso neppure che sia un pensiero, ma solo l'idea che in generale il sistema ben pensato, quello si davvero, fa passare per pensiero di quel che e' il "ciclismo" professionistico, un mestiere.

Un mestiere dove ne le leggi ne le regole generali sono rispettate, ma interpretate, fin la dove sono interpretabili, come fanno gli avvocati, e' proprio un esempio che calza. Questo e' il mondo signori, siamo tutti nella pentola. Peccato che manca il coperchio, se no nessuno se ne accorgerebbe. Disdetta.

Hai ragione, guai ad accomunare, la mia idea, e quella di tanti comunque o per fortuna, del ciclismo, come competizione per tendere al raggiungimento del risultato, a quella dei "ciclisti" professionisti, che devono tendere al risultato con ogni mezzo altrimenti perdono lo sponsor e le squadre li cacciano.

Davvero un bel vivere il loro, per un sogno di gloria effimero. Effimero, perche poi rimane solo un buco nell'albo d'oro.
Come nel Tour. Come una guerra. Restano i soldi, certo quelli e' facile nasconderli nel buco.

Pensaci.

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk

Ma perchè scusa. Un mondo (quello del ciclismo) che paga i suoi interpreti (anche meno rispetto ad altri sport) qualche decina o centinaia di migliaia di euro, in qualche caso qualche milione di euro, tu come lo vuoi intendere? Bucolico? Certo che è un mestiere, come tutti lo sono quelli a fronte dello svolgimento dei quali, è prevista una remunerazione. E la remunerazione è in funzione del risultato che chi la paga si prefigge, non la filantropia.....per quanto anche la filantropia si prefigge un risultato, si spera nobile.
Io posso non essere d'accordo a perseguire il fine anche con mezzi non leciti, ma giustifico pienamente un professionista di qualche cosa, il cui unico obiettivo è il massimo possibile. Deve essere così. E per chi non è così, non fa al meglio ciò per cui è pagato.....secondo me.
 
Ultima modifica:
  • Mi piace
Reactions: faberfortunae

liedolo6

Pedivella
28 Luglio 2018
413
230
60
bassano del grappa
Visita sito
Bici
cube gtc agree
Ma perchè scusa. Un mondo (quello del ciclismo) che paga i suoi interpreti (anche meno rispetto ad altri sport) qualche decina o centinaia di migliaia di euro, in qualche caso qualche milione di euro, tu come lo vuoi intendere? Bucolico? Certo che è un mestiere, come tutti lo sono quelli a fronte dello svolgimento dei quali, è prevista una remunerazione. E la remunerazione è in funzione del risultato che chi la paga si prefigge, non la filantropia.....per quanto anche la filantropia si prefigge un risultato, si spera nobile.
Io posso non essere d'accordo a perseguire il fine anche con mezzi non leciti, ma giustifico pienamente un professionista di qualche cosa, il cui unico obiettivo è il massimo possibile. Deve essere così. E per chi non è così, non fa al meglio ciò per cui è pagato.....secondo me.
Perche' io e te abbiamo lo stesso pensiero in merito a cosa e' lecito e cosa non e' lecito. Tu come me pensi che doparsi sia sbagliato. Io come te penso che un professionista debba fare il massimo per ottenere un risultato. Su questo non ci piove.

Pero' c'e un metodo che giustifica l'andare oltre, per raggiungere il risultato, che spinge le persone a giustificare la trasgressione delle regole.

Io non sono intransigente su questo, nel ciclismo questo e' solo una trasposizione di cio' che accade normalmente nel mondo questo lo capisco, ci vivo tutti i giorni in questo mondo.

Semplicemente dico che questo trasgredire non e' normale, ne ineluttabile.

Secondo me.





Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
 

liedolo6

Pedivella
28 Luglio 2018
413
230
60
bassano del grappa
Visita sito
Bici
cube gtc agree
Si entra nell'etica vedo. Ricordate solo di chiudere bene a chiave le porte della ragione però eh...
Si puo' dialogare di etica e mantenere accesa la luce della ragione.
Purche' il dialogo non sia un monologo.
Io sono aperto a tutto, non accuso le persone che si dopano, contesto il sistema che le spinge farlo.

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
43.698
18.763
Bozen
Visita sito
Bici
Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Perche' io e te abbiamo lo stesso pensiero in merito a cosa e' lecito e cosa non e' lecito. Tu come me pensi che doparsi sia sbagliato. Io come te penso che un professionista debba fare il massimo per ottenere un risultato. Su questo non ci piove.

Pero' c'e un metodo che giustifica l'andare oltre, per raggiungere il risultato, che spinge le persone a giustificare la trasgressione delle regole.

Io non sono intransigente su questo, nel ciclismo questo e' solo una trasposizione di cio' che accade normalmente nel mondo questo lo capisco, ci vivo tutti i giorni in questo mondo.

Semplicemente dico che questo trasgredire non e' normale, ne ineluttabile.

Secondo me.
Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
Ma su questo mi pare siamo assolutamente d'accordo. Quel che non mi torna (va) era il concetto che il risultato non sia l'obiettivo primario e ineluttabile per un prò. Un obiettivo da cogliere in tutte le maniere lecite. Dopo di che sappiamo che nel ciclismo come in ogni altro campo c'è una percentuale di persone che per raggiungere l'obiettivo usa anche i modi illeciti. A dire il vero ciò accade non percentualmente in maniera uguale nei vari settori. Obiettivamente nel ciclismo c'è stato (sperando non ci sia ancora) un periodo in cui la trasgressione delle regole era generalizzata (o quasi) e ciò ha portato quella strisciante e conseguenziale giustificazione del "lo fanno tutti". Giuridicamente non è una esimente, nè in campo sportivo nè in altri campi. Moralmente....beh diventa difficile giudicare in maniera lucida. Io sinceramente faccio fatica a immaginarmi un campione nel ciclismo che a tutti puliti potrebbe vincere onestamente molto e garantire un futuro economicamente sereno alla propria famiglia che debba fare una scelta fra questa possibilità e il dover magari fare l'operaio perchè il fenomeno doping gli inibisce ogni chance. Del resto anche una sua scelta prò-doping non porta altro che a far parte di quei tutti come un cane che si morde la coda. Credo che in un settore totalmente marcio, la responsabilità sia forse prima che degli attori, di chi, gestendolo, non ha fatto o voluto fare il proprio dovere per mantenerlo nell'ambito della legalità. Ecco, forse ai tempi di Conconi, per esemplificare, più colpevoli dei suoi clienti erano quei membri delle istituzioni, Coni, Federazioni, politici, che ben sapendo cosa avveniva, incoraggiavano il fenomeno con esortazioni e contributi economici. Sicuramente anche nella vicenda LA, la colpa, ancor prima che sua era di chi gli ha permesso, una sostanziale impunità rispetto agli altri.
 

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
Visita sito
Bici
sempre una in meno...
Si puo' dialogare di etica e mantenere accesa la luce della ragione.
Purche' il dialogo non sia un monologo.
Io sono aperto a tutto, non accuso le persone che si dopano, contesto il sistema che le spinge farlo.

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
Una vecchia ambizione storicamente finita in tragedia ...
Il "sistema" non esiste, è solo una costruzione della retorica per giustificare inadeguatezze e incapacità congenite.
Essere un buono in un mondo di cattivi è, ancora una volta, una semplice scelta dettata da valutazione costi benefici. Il resto lo lascio all'agiografia da bicchierino del dopo pasto.
o-o
 

liedolo6

Pedivella
28 Luglio 2018
413
230
60
bassano del grappa
Visita sito
Bici
cube gtc agree
Ma su questo mi pare siamo assolutamente d'accordo. Quel che non mi torna (va) era il concetto che il risultato non sia l'obiettivo primario e ineluttabile per un prò. Un obiettivo da cogliere in tutte le maniere lecite. Dopo di che sappiamo che nel ciclismo come in ogni altro campo c'è una percentuale di persone che per raggiungere l'obiettivo usa anche i modi illeciti. A dire il vero ciò accade non percentualmente in maniera uguale nei vari settori. Obiettivamente nel ciclismo c'è stato (sperando non ci sia ancora) un periodo in cui la trasgressione delle regole era generalizzata (o quasi) e ciò ha portato quella strisciante e conseguenziale giustificazione del "lo fanno tutti". Giuridicamente non è una esimente, nè in campo sportivo nè in altri campi. Moralmente....beh diventa difficile giudicare in maniera lucida. Io sinceramente faccio fatica a immaginarmi un campione nel ciclismo che a tutti puliti potrebbe vincere onestamente molto e garantire un futuro economicamente sereno alla propria famiglia che debba fare una scelta fra questa possibilità e il dover magari fare l'operaio perchè il fenomeno doping gli inibisce ogni chance. Del resto anche una sua scelta prò-doping non porta altro che a far parte di quei tutti come un cane che si morde la coda. Credo che in un settore totalmente marcio, la responsabilità sia forse prima che degli attori, di chi, gestendolo, non ha fatto o voluto fare il proprio dovere per mantenerlo nell'ambito della legalità. Ecco, forse ai tempi di Conconi, per esemplificare, più colpevoli dei suoi clienti erano quei membri delle istituzioni, Coni, Federazioni, politici, che ben sapendo cosa avveniva, incoraggiavano il fenomeno con esortazioni e contributi economici. Sicuramente anche nella vicenda LA, la colpa, ancor prima che sua era di chi gli ha permesso, una sostanziale impunità rispetto agli altri.
Ecco ora abbiamo centrato in pieno il concetto, come si vede nessun estremismo, condanna o giudizio.
Con il dialogo si arriva a sviscerare i dove sono i veri problemi.

Poi risolverli non e' affatto facile.

Ma gia' averli individuati senza un capro espiatorio e' fondamentale.

Io ribadisco, non condanno le persone.

Per me questo e' un risultato.

Grazie.

Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
 

liedolo6

Pedivella
28 Luglio 2018
413
230
60
bassano del grappa
Visita sito
Bici
cube gtc agree
Una vecchia ambizione storicamente finita in tragedia ...
Il "sistema" non esiste, è solo una costruzione della retorica per giustificare inadeguatezze e incapacità congenite.
Essere un buono in un mondo di cattivi è, ancora una volta, una semplice scelta dettata da valutazione costi benefici. Il resto lo lascio all'agiografia da bicchierino del dopo pasto.
o-o
Questa e' una tua idea.
La rispetto.
Non la condivido.


Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
 
  • Mi piace
Reactions: golias

golias

Factotum :-)
28 Marzo 2018
26.384
18.625
.
Visita sito
Bici
mia
No.. è su questo che non mi trovate concorde. E non è un dettaglio da poco...
Ci si dopa non SOLO per vincere, ed anzi la vittoria è statisticamente meno "stimolante" rispetto al piazzamento o alla semplice performance atletica...
Ci si dopa per avere i kom su Strava, per essere "quello che va forte" in paese, per arrivare nei primi 100 alla 9 Colli... In definitiva ci si dopa quasi sempre per andare oltre i propri limiti giacché i dopati sono molto di più rispetto a quelli che normalmente possono giocarsi la vittoria in ogni competizione..
L'accettazione delle proprie fragilità, della propria fallibilità ed il conseguente stimolo a superarle in modo pulito, sano, fin dove ci riesce è il vero detonatore sul quale lavorare per contrastare il doping.
Non ci si può esimere dal dare seguito al tuo ragionamento ma se lo esponiamo a fondo ne esce un ossimoro.. come puoi ben immaginare pensare di agire alla fonte (accettare le proprie fragilità) si scontra con la volontà di emergere.. delle due l'una o l'altra.. coesistere non possono, anche perchè ci sarebbe comunque quello che per arrivare del tuo ragionamento se ne fa un baffo e ricorre a mezzi poco legali.
Sotto questo profilo capisci allora che l'agonismo, la gara, la competizione con gli altri ed infine la vittoria c'entrano solo marginalmente.
Quanto a Moncutie l'aver serenamente accettato le proprie debolezze e le proprie incapacità (anche troppo a mio avviso) forse lo avrà preservato dall' epidemia dei suoi tempi e per questo merita tutta la nostra ammirazione, ma io non riesco ad appassionarmi ad uno sportivo professionista (e sottolineo professionista) che si adagia sulla sua inettitudine senza lavorare per migliorarsi (e mi riferisco all'incapacità di mettere e togliere la mantellina in movimento ed alla goffaggine in discesa, due pecche sulle quali un pro' serio può e deve lavorare anche senza dover "caricare").
Quindi giudizio sull'uomo eccellente.
Sullo sportivo un po' meno, ecco.
Ciao
A differenza tua io invece lo stimo anche a livello sportivo.. proprio in virtù del discorso a cui poco sopra facevi menzione (accettava i suoi limiti.. forse in coscienza sapeva che avrebbe potuto porne pezza in altri frangenti.. tipo in piano o in salita ;nonzo% )
Di fatto è stato uno dei pochi che è riuscito a togliersi le sue soddisfazioni accettando di fatto ciò che era come uomo e come sportivo.
 
Ultima modifica:

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
Visita sito
Bici
sempre una in meno...
Questa e' una tua idea.
La rispetto.
Non la condivido.


Inviato dal mio SM-N9005 utilizzando Tapatalk
Ma certo che sì, qui tutti esprimiamo idee e non verità. È un Forum, non la Corte di Cassazione... Ogni tanto mi indispongo verso chi dubita della mia esperienza (e dunque della mia sincerita') non certo delle mie idee.
 
  • Mi piace
Reactions: liedolo6

faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
7.486
4.702
Modena
Visita sito
Bici
sempre una in meno...
Neppure io perchè giustifica l'ineluttabilità dell'arrivismo ;-)
E quale sarebbe il problema rispetto al richiedere che ognuno, nell'ambito delle sue capacità, faccia il meglio di cui è capace (e per cui è pagato)?
O dobbiamo rassegnarci alla logica dilagante che "uno vale uno" anche se quell'uno se ne sta' sul divano tutto il giorno? Non scherziamo ragazzi[/QUOTE]
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.