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I domandoni
[ el ciuciaròda] ovvero l'arte di mettersi a ruota degli sconosciuti
Testo
<blockquote data-quote="Shinkansen" data-source="post: 5199078" data-attributes="member: 3881"><p>Niente di tutto questo, Carlo. Potevo usare altri termini positivi o negativi, ma non me ne vengono in mente altri. Il competitivo? L'opportunista? Ho solo voluto dare una definizione alle motivazioni che spingono a succhiare la ruota. Però, se prendi la seconda definizione, quella ignobile, concorderai con me che un simile comportamento è alquanto squallido. Farsi tirare da chiunque incontri non ha niente a che vedere né con il piacere di andare in bicicletta né con la soddisfazione di fare fatica. </p><p>Certo, che a me che tiro non cambia niente. Che ci sia o meno uno dietro di me la fatica che avevo in programma me la faccio tutta, ma... prendiamo ad esempio il proverbio cinese che dice: il marito torna a casa e picchia la moglie. Lui non sa perché la picchia, ma lei sì. E lasciamo da parte il gesto vergognoso di picchiare la propria moglie, ma riportandola ai succhiaruote, io non so perché tu mi vieni dietro, ma tu sì. Tu lo sai se mi stai venendo dietro perché ne approfitti per allenarti o solo per evitare la fatica che avevi in programma.</p><p>E quest'ultimo caso non lo vedo tanto nobile come programma, specie se poi salti sulla ruota di un altro perché va più forte di me. Per fortuna sono casi rari, ma mi sono successi, uno anche di recente. E stavo andando tranquillo. </p><p>Ultimamente (e la cosa mi fa piacere) vedo che mi vengono dietro abbastanza di frequente: non mi curo di loro, continuo a fare la mia strada, ignoro i motivi per i quali mi vengono dietro e, sinceramente, non mi interessano nemmeno. Solo una volta uno mi ha detto che ero fortissimo, ma era perché lui era scarso e non sapeva cosa vuol dire essere davvero forti. Però noto che mentre io mi fermo ai semafori loro proseguono, immancabilmente li riprendo e loro si accodano una seconda o una terza volta.</p><p>Non c'era niente di rancoroso nella mia spiegazione, Carlo, solo una semplice definizione sulle motivazioni che spingono ad andare dietro ad uno sconosciuto. Può non piacere, ma le cose stanno così: non tutti hanno animi buoni e gentili.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Shinkansen, post: 5199078, member: 3881"] Niente di tutto questo, Carlo. Potevo usare altri termini positivi o negativi, ma non me ne vengono in mente altri. Il competitivo? L'opportunista? Ho solo voluto dare una definizione alle motivazioni che spingono a succhiare la ruota. Però, se prendi la seconda definizione, quella ignobile, concorderai con me che un simile comportamento è alquanto squallido. Farsi tirare da chiunque incontri non ha niente a che vedere né con il piacere di andare in bicicletta né con la soddisfazione di fare fatica. Certo, che a me che tiro non cambia niente. Che ci sia o meno uno dietro di me la fatica che avevo in programma me la faccio tutta, ma... prendiamo ad esempio il proverbio cinese che dice: il marito torna a casa e picchia la moglie. Lui non sa perché la picchia, ma lei sì. E lasciamo da parte il gesto vergognoso di picchiare la propria moglie, ma riportandola ai succhiaruote, io non so perché tu mi vieni dietro, ma tu sì. Tu lo sai se mi stai venendo dietro perché ne approfitti per allenarti o solo per evitare la fatica che avevi in programma. E quest'ultimo caso non lo vedo tanto nobile come programma, specie se poi salti sulla ruota di un altro perché va più forte di me. Per fortuna sono casi rari, ma mi sono successi, uno anche di recente. E stavo andando tranquillo. Ultimamente (e la cosa mi fa piacere) vedo che mi vengono dietro abbastanza di frequente: non mi curo di loro, continuo a fare la mia strada, ignoro i motivi per i quali mi vengono dietro e, sinceramente, non mi interessano nemmeno. Solo una volta uno mi ha detto che ero fortissimo, ma era perché lui era scarso e non sapeva cosa vuol dire essere davvero forti. Però noto che mentre io mi fermo ai semafori loro proseguono, immancabilmente li riprendo e loro si accodano una seconda o una terza volta. Non c'era niente di rancoroso nella mia spiegazione, Carlo, solo una semplice definizione sulle motivazioni che spingono ad andare dietro ad uno sconosciuto. Può non piacere, ma le cose stanno così: non tutti hanno animi buoni e gentili. [/QUOTE]
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