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Esasperazione Granfondo
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<blockquote data-quote="toni77" data-source="post: 6424763" data-attributes="member: 103597"><p>Discussione molto interessante, che ho seguito con piacere, reduce da una Nove Colli in cui ho toccato con mano un livello di esasperazione che in passato non avevo percepito. C'e' da dire che quest'anno, a rendere la mia personale prospettiva differente, c'e' stata una caduta in gruppo prima del Gorolo, che mi ha lasciato una clavicola rotta e parecchi spunti su cui riflettere.</p><p></p><p>Le conclusioni a cui sono arrivato, letteralmente "leccandomi le ferite", sono le seguenti: ovviamente personalissime, in ordine rigorosamente sparso e senza volere insegnare nulla a nessuno.</p><p></p><p>- Da amatore con zero esperienza agonistica nei miei primi quarant'anni di vita, men che meno ciclistica, meglio lasciare certe cose, come trenate in gruppo con sconosciuti, in condizioni meteo avverse, ad altri piu' avvezzi, abili o semplicemente ignari di rischi e pericoli.</p><p></p><p>- Stare alla larga dalla massa sul "facile": per chi come il sottoscritto pedala per andare in salita, non ha senso compromettere divertimento e piacere per togliere dieci minuti su 30 km di pianura... quando magari ci sono 200 km e 5000 m di dislivello da fare, a tu per tu con scalate e discese.</p><p></p><p>- L'esasperazione c'e' sempre stata e sempre ci sara' ogni volta che c'e' una classifica di mezzo: e' innegabile, tuttavia, che anche nel mondo degli amatori si vada in media piu' forte che in passato, perché e' possibile allenarsi meglio in maniera molto piu' accessibile. Se tutti, mediamente, vanno piu' veloci, e' comprensibile che comportamenti e situazioni piu' esasperati emergano piu' frequentemente rispetto a dieci anni fa.</p><p></p><p>- Andare a vedere passare i Pro a una qualunque gara World Tour, piuttosto che partecipare a una maratona MTB in cui corrono anche gli Elite mondiali e' un'esperienza molto formativa per un amatore. Quando alla mia prima partecipazione alla Dolomiti Superbike vidi che Juri Ragnoli (vincitore 2017) era andato mediamente a velocità doppia della mia in salita e in discesa, ho toccato con mano, "di primo pelo", che tra un amatore e un pro passano mondi. Questo dovrebbe aiutare a mettere nella giusta prospettiva la partecipazione a una GF. Essendoci una classifica, ci sara' sempre un podio e chi lotta per arrivare primo, ma i "Top Riders" a livello atletico e mentale, sono altri, come sviscerato nei post sopra. Purtroppo a una GF su strada questa "presa di coscienza" non e' possibile: ci sono solo amatori, piu' o meno veloci, piu' o meno allenati, ma, comunque, sempre e solo amatori (o ex pro dopati, come avvenuto in passato, ma questo e' un altro discorso...).</p><p></p><p>- Non ne vale la pena di rischiare ossa rotte o anche peggio, quando a casa ci aspettano famiglie, figli e responsabilità lavorative. Dopo essere uscito senza un graffio in faccia da un volo a quaranta all'ora distruggendo il secondo casco in sei mesi, e' un qualcosa che mi ripeterò una volta di piu', ogni volta che in futuro attaccherò il numero. Se tutti facessero questo ragionamento, ci sarebbe meno esasperazione, ma per natura, tutti (me compreso) siamo imperfetti e competitivi. Si può solo cercare di gestire situazioni nella maniera più intelligente possibile e, purtroppo (o per fortuna), certe sensibilità si acquisiscono solo con l'esperienza.</p><p></p><p>- Che piaccia o no le GF sono delle macchine da soldi che muovono (letteralmente!) milioni se pensate alle migliaia di euro in equipaggiamento, allenamento, tempo dedicato con cui un amatore si presenta in griglia. Dove gira tanto denaro e, parallelamente, sono assenti i controlli e la selezione tipici dello sport professionistico, e' inevitabile che si vada alla deriva, per causa di qualche tipo di esasperazione. Con questo, non voglio stigmatizzare un mondo in cui io per primo mi muovo e di cui accetto meccanismi e dinamiche ogni volta che mi iscrivo a una GF. Tuttavia, un po' di consapevolezza non può guastare nel prendere decisioni e atteggiamenti piu' "salutari".</p><p></p><p>Ben vengano discussioni come queste e grazie a tutti quelli che hanno condiviso le loro opinioni.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="toni77, post: 6424763, member: 103597"] Discussione molto interessante, che ho seguito con piacere, reduce da una Nove Colli in cui ho toccato con mano un livello di esasperazione che in passato non avevo percepito. C'e' da dire che quest'anno, a rendere la mia personale prospettiva differente, c'e' stata una caduta in gruppo prima del Gorolo, che mi ha lasciato una clavicola rotta e parecchi spunti su cui riflettere. Le conclusioni a cui sono arrivato, letteralmente "leccandomi le ferite", sono le seguenti: ovviamente personalissime, in ordine rigorosamente sparso e senza volere insegnare nulla a nessuno. - Da amatore con zero esperienza agonistica nei miei primi quarant'anni di vita, men che meno ciclistica, meglio lasciare certe cose, come trenate in gruppo con sconosciuti, in condizioni meteo avverse, ad altri piu' avvezzi, abili o semplicemente ignari di rischi e pericoli. - Stare alla larga dalla massa sul "facile": per chi come il sottoscritto pedala per andare in salita, non ha senso compromettere divertimento e piacere per togliere dieci minuti su 30 km di pianura... quando magari ci sono 200 km e 5000 m di dislivello da fare, a tu per tu con scalate e discese. - L'esasperazione c'e' sempre stata e sempre ci sara' ogni volta che c'e' una classifica di mezzo: e' innegabile, tuttavia, che anche nel mondo degli amatori si vada in media piu' forte che in passato, perché e' possibile allenarsi meglio in maniera molto piu' accessibile. Se tutti, mediamente, vanno piu' veloci, e' comprensibile che comportamenti e situazioni piu' esasperati emergano piu' frequentemente rispetto a dieci anni fa. - Andare a vedere passare i Pro a una qualunque gara World Tour, piuttosto che partecipare a una maratona MTB in cui corrono anche gli Elite mondiali e' un'esperienza molto formativa per un amatore. Quando alla mia prima partecipazione alla Dolomiti Superbike vidi che Juri Ragnoli (vincitore 2017) era andato mediamente a velocità doppia della mia in salita e in discesa, ho toccato con mano, "di primo pelo", che tra un amatore e un pro passano mondi. Questo dovrebbe aiutare a mettere nella giusta prospettiva la partecipazione a una GF. Essendoci una classifica, ci sara' sempre un podio e chi lotta per arrivare primo, ma i "Top Riders" a livello atletico e mentale, sono altri, come sviscerato nei post sopra. Purtroppo a una GF su strada questa "presa di coscienza" non e' possibile: ci sono solo amatori, piu' o meno veloci, piu' o meno allenati, ma, comunque, sempre e solo amatori (o ex pro dopati, come avvenuto in passato, ma questo e' un altro discorso...). - Non ne vale la pena di rischiare ossa rotte o anche peggio, quando a casa ci aspettano famiglie, figli e responsabilità lavorative. Dopo essere uscito senza un graffio in faccia da un volo a quaranta all'ora distruggendo il secondo casco in sei mesi, e' un qualcosa che mi ripeterò una volta di piu', ogni volta che in futuro attaccherò il numero. Se tutti facessero questo ragionamento, ci sarebbe meno esasperazione, ma per natura, tutti (me compreso) siamo imperfetti e competitivi. Si può solo cercare di gestire situazioni nella maniera più intelligente possibile e, purtroppo (o per fortuna), certe sensibilità si acquisiscono solo con l'esperienza. - Che piaccia o no le GF sono delle macchine da soldi che muovono (letteralmente!) milioni se pensate alle migliaia di euro in equipaggiamento, allenamento, tempo dedicato con cui un amatore si presenta in griglia. Dove gira tanto denaro e, parallelamente, sono assenti i controlli e la selezione tipici dello sport professionistico, e' inevitabile che si vada alla deriva, per causa di qualche tipo di esasperazione. Con questo, non voglio stigmatizzare un mondo in cui io per primo mi muovo e di cui accetto meccanismi e dinamiche ogni volta che mi iscrivo a una GF. Tuttavia, un po' di consapevolezza non può guastare nel prendere decisioni e atteggiamenti piu' "salutari". Ben vengano discussioni come queste e grazie a tutti quelli che hanno condiviso le loro opinioni. [/QUOTE]
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