Ghisallo

Gryma

Novellino
20 Giugno 2020
27
7
40
Milano
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Bici
Scott addict 10
Ciao a tutti,
Immagino che in migliaia abbiano già scritto in merito, ma volevo parlarne anche io.
Sono nuovo nel forum ma ho “sfruttato” tante volte le dritte che ci sono qui: pensavo di restituire qualcosa in questa sezione.
Non sono mai stato un ciclista. Da piccolo facevo qualche giretto in mtb e il massimo che ero riuscito a fare era salire in cima al monte Mottarone (sono originario di quelle parti). Avevo 16 anni. Da allora non ho più toccato la bici. Ma l’ho sempre considerata uno dei mezzi più fantastici mai creati. Son cresciuto con il Pirata in tele a scalare montagne su montagne. Adesso ho 37 anni.
Comunque, un annetto fa avevo iniziato ad andare a lavorare in bici (10km per tratta).
Un mese e mezzo fa il buon governo ha tirato fuori la storia del bonus e ho deciso: mi faccio la bici e mi impegno. Scott addict 10. Ho fatto due giretti in solitaria, sempre partendo da Milano, dove vivo attualmente. Lago di Montorfano, prima, e lago di Pusiano, la settimana dopo. A parte lo sbatti di fare i primi venti km per uscire da Milano e dintorni, appena si arriva nel comasco/lecchese è uno spettacolo. Ma ogni sera leggevo di questa Madonna del Ghisallo, meta dei CICLISTI. Mi sono deciso: stamattina sono partito. Non ero neanche sicuro di farcela, ma volevo provare. Solita uscita da Milano, solite strade. Poi comincia la parte “interessante”. I saliscendi in zona laghi. Sono passato dalla tratta Canzo/Asso. So che non è la “vera” tratta ma quella potevo permettermi. La faccio corta dicendo che avevo letto degli ultimi 8km tutti in salita. Stavo scoppiando. Ma mi sono detto che non potevo mollare. Rapporti leggerissimi. Altro che pedalata agile, anche con quelli mi sembrava di essere fermo: e in effetti lo ero. C’erano tratti in cui salivo a 10km/h. Ma non mi importava. Intanto continuavo a salire. E i km all’arrivo diminuivano.
Anche quando mi passava qualcuno (tutti) non mi preoccupavo, perché dentro di me pensavo “non importa, ci sono anche io!”. E salivo pian piano. In quella salita era come se mi vedessi da fuori (forse stavo allucinando) e mi immaginavo come un ciclista che si fa la sua “scalata”, tra sudore e fatica, con il suo ritmo. E quello mi dava forza.
quando ho visto il cartello “Ghisallo”, ero al settimo cielo (non ho alzato le braccia al cielo perché non sono capace e, comunque, non ne avevo la forza). Foto di rito, vista spettacolare, visita al museo (quando la signora alla cassa mi ha detto “per te 5euro, invece di 7, perché sei arrivato in bici”, ho pensato “eh sì, sono venuto in bici”). Essere in quel posto, nel museo, in mezzo a quelle maglie, a tutta quella storia, era emozionante. Ovviamente foto alla Maglia del Pirata, foto a quella di Bugno (primo campione che ho seguito da piccolissimo) e via, ritorno a Milano. Prima volta che superavo i 100km di giro, prima volta che andavo alla Madonna del Ghisallo. Ghiaccio sulle gambe appena in casa. Ma ragazzi, che soddisfazione! Che gioia!
 

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