Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Menu
Home
Allerta prezzi
Forum
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Novità
Nuovi Messaggi
Nuovi media
Nuovi commenti media
Ultime Attività
Nuove inserzioni nel mercatino
Nuovi commenti nel mercatino
Mercatino
Nuove inserzioni
Nuovi commenti
Latest reviews
Cerca nel mercatino
Feedback
Guarda le statistiche
Training Camp
Pianificazione
MTB
Media
Nuovi media
Nuovi commenti
Cerca media
EBIKE
Accedi
Registrati
Cerca
Cerca solo tra i titoli
Da:
Cerca solo tra i titoli
Da:
Nuovi Messaggi
Cerca...
Iscritti
Visitatori online
Menu
Install the app
Installa
Rispondi alla discussione
JavaScript è disabilitato. Per una migliore esperienza di navigazione attivalo nel tuo programma o nella tua app per navigare prima di procedere.
Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. .
Dovresti aggiornarlo oppure
usarne uno alternativo, moderno e sicuro
.
Home
Forum
Tecnica
Abbigliamento e altre parti
Ha senso cambiare un casco non danneggiato?
Testo
<blockquote data-quote="Veeg" data-source="post: 6703025" data-attributes="member: 71844"><p>Ciao, sì capisco e la tua decisione è rispettabilissima: nel dubbio poni la sicurezza al primo posto.</p><p></p><p></p><p>Perdonami, avevo inteso in senso opposto.</p><p>Sono perfettamente d'accordo con quanto dici, d'altronde quando ho scritto l'articolo l'ho fatto proprio per quei motivi.</p><p></p><p></p><p>Chiarissimo e condivisibile, grazie.</p><p></p><p></p><p>Vi racconto cosa è successo con l'analisi dei caschi relativi ad altri utilizzi, uno studio che conferma i risultati che stiamo trattando in questa discussione: parliamo di caschi da alpinismo.</p><p>Come potete ben immaginare, questi caschi devono proteggere da pietre in caduta dall'alto, da urti contro le pareti rocciose o impatti in seguito ad una caduta dell'utilizzatore.</p><p>Bene, nel settembre 2008 sulla "Rivista del CAI" è stato pubblicato un test che ha messo a confronto vecchi caschi per valutare se potessero offrire ancora sicurezza per l'utilizzatore.</p><p>La ricerca è stata realizzata dal corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico della provincia di Treviso, a firma dell'ing. Michele Titton.</p><p></p><p>Hanno preso dei caschi tradizionali (calotta rigida e interno a cestino costruito con fettucce di nylon), dei caschi combinati (calotta rigida e top interno in polistirolo ad alta densità) e caschi ultraleggeri (struttura in-mould con interno in polistirene espanso).</p><p>Hanno testato caschi nuovi, caschi usurati dal solo irraggiamento solare e caschi vecchi.</p><p>Per l'invecchiamento hanno utilizzato il processo naturale esterno esponendo i prodotti al sole e alle intemperie presso 3 diversi rifugi alpini dalle ore 12 del 20 giugno 2003 alle 12 del 20 settembre 2003, per 24 ore al giorno senza interruzione.</p><p></p><p>Nel report, una prima nota sull'invecchiamento suggerisce (cito):</p><p>"<em>[...] la scelta di cambiare il proprio casco non deve basarsi sul tempo di possesso o utilizzo ma bensì sul suo stato di degrado e di invecchiamento (segni di cedimenti e imperfezioni come microrotture della calotta per piccoli urti o perdite di tenuta dei collanti).</em></p><p> <em>[...] Nel caso dei caschi, le garanzie delle ditte si aggirano sui 3-4 anni: questo non vuole assolutamente dire che superata quella soglia gli elmetti non funzionino più [...]</em>"</p><p></p><p>Lo Studio mette in evidenza gli schemi elaborati in seguito alle prove d'urto e si vede chiaramente che l'unico prodotto che ha una risposta anomala (cioè dissipa meno l'energia d'urto) è un modello "Cassin" che gli autori definiscono datato (25 anni) e dallo stato di conservazione scarso. Nota bene: scarso. Significa che erano già visibilmente individuabili crepe, cedimenti e scollaggi.</p><p>Specifico che questo modello in particolare risulta appartenere alla tipologia "tradizionale", quindi non presenta internamente schiumati protettivi.</p><p></p><p>La conclusione dello Studio dichiara che ogni casco ha rispettato i valori di omologazione (primo impatto) e nella maggior parte dei casi hanno superato anche il secondo e il terzo impatto in maniera egregia.</p><p>Incluso il modello Cassin che ha fornito la risposta percentuale di carico maggiore.</p><p>Dichiarano inoltre che sono stati ottenuti risultati positivi anche nella determinazione della tenuta dei materiali sintetici.</p><p>Infatti, cito: [...] <em>si è visto come gli elmetti invecchiati si comportino verosimilmente come quelli nuovi, ma questo è dovuto essenzialmente al fatto che l'usura da irraggiamento ha interessato solo la calotta esterna e non il telaio o polistirolo interno.</em>" </p><p></p><p>Ho voluto riportare uno stralcio di questa analisi per sottolineare il fatto che l'irraggiamento solare, nel caso del ciclismo, è un fattore di invecchiamento davvero remoto.</p><p>Infatti, come ho scritto nel mio articolo, ciò che conta NON è quante ore esponiamo al sole il nostro casco nell'utilizzo, ma QUANTO irraggiamento UV riceve il casco.</p><p>La differenza è sostanziale poiché l'atmosfera filtra i raggi e luogo, orario, stagione, altitudine, meteo concorrono alla filtrazione UV e ad una diversa percentuale di esposizione.</p><p>Inoltre i caschi hanno una calotta che copre interamente lo schiumato protettivo, schermando molto bene gli UV.</p><p>E' significativa la ricerca sui caschi da alpinismo perché, oltre all'età decennale dei caschi analizzati, questi sono stati esposti per ben 3 mesi, 24 ore algiorno, all'aperto in luoghi ad elevata altitudine (erano in rifugi montani), potete immaginare l'elevatissima incidenza di UV che hanno assorbito!</p><p>Bene, nonostante questo il materiale di protezione non ha mostrato cedimenti tali da non riuscire più a superare i test di omologazione.</p><p>L'irraggiamento di quei 3 mesi, noi ciclisti non riusciremmo a collezionarlo nemmeno in 3 anni uscendo in bici ogni giorno!</p><p></p><p></p><p></p><p>Detto ciò spero che abbiate trovato interessanti e utili le argomentazioni :-)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Veeg, post: 6703025, member: 71844"] Ciao, sì capisco e la tua decisione è rispettabilissima: nel dubbio poni la sicurezza al primo posto. Perdonami, avevo inteso in senso opposto. Sono perfettamente d'accordo con quanto dici, d'altronde quando ho scritto l'articolo l'ho fatto proprio per quei motivi. Chiarissimo e condivisibile, grazie. Vi racconto cosa è successo con l'analisi dei caschi relativi ad altri utilizzi, uno studio che conferma i risultati che stiamo trattando in questa discussione: parliamo di caschi da alpinismo. Come potete ben immaginare, questi caschi devono proteggere da pietre in caduta dall'alto, da urti contro le pareti rocciose o impatti in seguito ad una caduta dell'utilizzatore. Bene, nel settembre 2008 sulla "Rivista del CAI" è stato pubblicato un test che ha messo a confronto vecchi caschi per valutare se potessero offrire ancora sicurezza per l'utilizzatore. La ricerca è stata realizzata dal corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico della provincia di Treviso, a firma dell'ing. Michele Titton. Hanno preso dei caschi tradizionali (calotta rigida e interno a cestino costruito con fettucce di nylon), dei caschi combinati (calotta rigida e top interno in polistirolo ad alta densità) e caschi ultraleggeri (struttura in-mould con interno in polistirene espanso). Hanno testato caschi nuovi, caschi usurati dal solo irraggiamento solare e caschi vecchi. Per l'invecchiamento hanno utilizzato il processo naturale esterno esponendo i prodotti al sole e alle intemperie presso 3 diversi rifugi alpini dalle ore 12 del 20 giugno 2003 alle 12 del 20 settembre 2003, per 24 ore al giorno senza interruzione. Nel report, una prima nota sull'invecchiamento suggerisce (cito): "[I][...] la scelta di cambiare il proprio casco non deve basarsi sul tempo di possesso o utilizzo ma bensì sul suo stato di degrado e di invecchiamento (segni di cedimenti e imperfezioni come microrotture della calotta per piccoli urti o perdite di tenuta dei collanti). [...] Nel caso dei caschi, le garanzie delle ditte si aggirano sui 3-4 anni: questo non vuole assolutamente dire che superata quella soglia gli elmetti non funzionino più [...][/I]" Lo Studio mette in evidenza gli schemi elaborati in seguito alle prove d'urto e si vede chiaramente che l'unico prodotto che ha una risposta anomala (cioè dissipa meno l'energia d'urto) è un modello "Cassin" che gli autori definiscono datato (25 anni) e dallo stato di conservazione scarso. Nota bene: scarso. Significa che erano già visibilmente individuabili crepe, cedimenti e scollaggi. Specifico che questo modello in particolare risulta appartenere alla tipologia "tradizionale", quindi non presenta internamente schiumati protettivi. La conclusione dello Studio dichiara che ogni casco ha rispettato i valori di omologazione (primo impatto) e nella maggior parte dei casi hanno superato anche il secondo e il terzo impatto in maniera egregia. Incluso il modello Cassin che ha fornito la risposta percentuale di carico maggiore. Dichiarano inoltre che sono stati ottenuti risultati positivi anche nella determinazione della tenuta dei materiali sintetici. Infatti, cito: [...] [I]si è visto come gli elmetti invecchiati si comportino verosimilmente come quelli nuovi, ma questo è dovuto essenzialmente al fatto che l'usura da irraggiamento ha interessato solo la calotta esterna e non il telaio o polistirolo interno.[/I]" Ho voluto riportare uno stralcio di questa analisi per sottolineare il fatto che l'irraggiamento solare, nel caso del ciclismo, è un fattore di invecchiamento davvero remoto. Infatti, come ho scritto nel mio articolo, ciò che conta NON è quante ore esponiamo al sole il nostro casco nell'utilizzo, ma QUANTO irraggiamento UV riceve il casco. La differenza è sostanziale poiché l'atmosfera filtra i raggi e luogo, orario, stagione, altitudine, meteo concorrono alla filtrazione UV e ad una diversa percentuale di esposizione. Inoltre i caschi hanno una calotta che copre interamente lo schiumato protettivo, schermando molto bene gli UV. E' significativa la ricerca sui caschi da alpinismo perché, oltre all'età decennale dei caschi analizzati, questi sono stati esposti per ben 3 mesi, 24 ore algiorno, all'aperto in luoghi ad elevata altitudine (erano in rifugi montani), potete immaginare l'elevatissima incidenza di UV che hanno assorbito! Bene, nonostante questo il materiale di protezione non ha mostrato cedimenti tali da non riuscire più a superare i test di omologazione. L'irraggiamento di quei 3 mesi, noi ciclisti non riusciremmo a collezionarlo nemmeno in 3 anni uscendo in bici ogni giorno! Detto ciò spero che abbiate trovato interessanti e utili le argomentazioni :-) [/QUOTE]
Riporta citazioni...
Verifica Anti SPAM
Invia risposta
Home
Forum
Tecnica
Abbigliamento e altre parti
Ha senso cambiare un casco non danneggiato?
Alto
Basso