Intervista a Richard Sachs

Ser pecora

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Ho sempre guardato con grande interesse a tutto il lavoro di Richard Sachs. Colui che è ritenuto uno dei se non il miglior telaista. E quando dico "tutto" intendo tutto cio' che ha fatto per il suo marchio e non solo quanto riguarda le biciclette.

Come detto da altri telaisti che ho intervistato Richard Sachs (RS) è l'uomo che ha creato il concetto ed il modo di vendere bici "fatte a mano" (o custom, handbuilted, e tutti gli altri aggettivi anglofoni di moda oggi). Credo che prima di lui lo stesso concetto sia stato applicato nelle creazioni di René Herse ed Alex Singer (durante quella che qualcuno ha definito l'epoca d'oro delle bici "sartoriali"). In particolare il primo che resta a mio avviso il maestro dell'eleganza e della sobrietà. La differenza principale tra questi due francesi e cio' che ha fatto poi RS è che Richard ha applicato gli stessi principi con le bici da corsa e non solo con le bici da randonnées o da cicloturismo.

Come leggerete in questa intervista, credo sia illuminante sapere che la sua prima ambizione era quella di essere uno scrittore o un giornalista. Perchè credo che questo getti una nuova luce sul suo modo di "essere" e di "fare": più un modo originale di scrivere una storia che non semplicemente mettere assieme dei tubi saldandoli. Ma non fraintendete, non sto parlando della solita abusata retorica sull'arte della bicicletta, le "saldature opere d'arte", etc. etc. che infestano un certo modo di parlare di biciclette.

RS ha sempre detto chiaramente che lui è un imprenditore. Non ha mai raccontato di aver sentito voci strane o visto divinità che gli segnassero la via. Nè è uno che stra-parla di "pura passione" in quello che fa.

Quello in cui crede è semplicemente il modo e lo stile con cui costruisce e vende le sue biciclette. Dalle scelte comunicative (leggasi marketing) non unicamente basate sulle vittorie nelle corse e la sponsorizzazione dei campioni come da sempre facevano gli Europei, fino al "processo di vendita" (gli acconti, il rapporto passo passo col telaista, etc.) che ora è diventato lo standard nella (numerosa) nicchia dei telaisti "fini", fino ai suoi siti/blog in cui c'è sempre una grande attenzione di stile "letterario", per l'appunto (come con neologismi come il noto ATMO).

Ok, ok, "ma le biciclette?" direte voi. E' sempre molto difficile per molti (compreso me) capire e distinguere tra decine di telaisti chi sia quello bravo e chi quello meno. La differenza nei risultati in bici la fanno le gambe non le dime e le lime, quindi chissenefrega dello stile, le liste d'attesa, e tutto il solito blabla? Vale veramente la pena di spendere un sacco di soldi o aspettare anni per avere una bici in acciaio identica a quelle di 30 anni fa invece che avere una bici in carbonio super rigida, aerodinamica, ma anche comoda?

Penso non ci sia risposta a questa domanda. Perchè la risposta dipende da noi. E' una nostra scelta.

Ed ecco, a mio avviso, il merito diRichard Sachs: aver creato la possibilità di scelta. Forse fa bici "datate", forse non fa bici migliori di altri telaisti, forse ha creato una nicchia che oggi è satura (negli Usa) di imitatori che mirano alla facoltosa e sempre nutrita nicchia di avidi lettori di riviste come GQ, Monsieur, Capital e Wine Spectator , ma Richard Sachs continua a lavorare per mantere viva la possibilità di scelta e discussione.

Continuando a scrivere la sua (buona) storia. ATMO.



-Bdc-Forum.it: Come hai iniziato?

-Richard Sachs: Sono andato in Inghilterra nel 1972, ma non per diventare un telaista o anche solo per trovare un lavoro in questo settore. Tra la scuola secondaria e l'università avevo un po' di tempo da far passare e per farla breve il mio intento originario era fare una carriera nella scrittura o giornalismo, ma questa opzione è stata messa in disparte durante l'estate dopo il diploma. Avevo un lieve interesse per le biciclette, ma non certo una passione, in ogni caso decisi di contattare alcune imprese famigliari a Londra per offrire il mio lavoro in cambio della possibilità di passare un anno da loro. Viaggiai in Inghilterra e passai circa 10 mesi alla Witcomb Light Cycles a Deptford.

Sebbene sia stato il mio ingresso nel mondo della costruzione delle biciclette e vi imparai i rudimenti quando ripartii non mi sentivo certo un telaista.

Ci sono voluti molti anni da solo per mettere a frutto l'esperienza fatta la. Soprattutto per aggiungere una buona dose di buon senso prima di completare un telaio intero che avesse un qualche valore.

Ho iniziato il mio marchio "Richard Sachs Cycles" nel 1975 dopo un lavoro di alcuni anni e l'aver saldato alcune centinaia di telai alla Witcomb USA, l'importatore americano della Witcomb inglese.

-Bdc-forum.it: Quanti telai hai costruito prima di "sentirti" un telaista?

-RS: E' un numero impossibile da dare perchè la definizione di telaista non è univoca. Personalmente non mi sono sentito tale finchè non ho passato circa 20 anni al banco di lavoro. Non ho alcuna idea di come oggi certa gente costruisca un telaio o 100 telai e poi inizi un'attività in proprio, prenda soldi per il proprio lavoro e faccia annunci sul fatto che siano i titolari di un marchio con un qualche valore.

Il mercato è cambiato sicuramente negli ultimi tempi, ora ci sono un sacco di di tizi che si definiscono telaisti. Internet è un campo fertile per permettere questo.

Non penso pero' che la maggior parte di questi continueranno a fare telai da qui a 10 anni.

-BDC-Forum.it:Quanti telai all'anno pensi siano il numero massimo per un telaista indipendente per mantenere un certo livello qualitativo?

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-RS: Vedi sopra. Penso che il miglior ambiente sia quello in cui ci sia un tot di ripetizione ed una routine.

Idealmente il lavoro di produzione è il miglior maestro per il futuro (e presente) telaista. Quelli che per cui il lavoro è basato nel prendere ordini tanto diversi nella produzione e che propongono design e geometrie che non hanno basi razionali sono quelli che mi fanno più pena.

Ci sono legioni di telaisti che ora fanno un telaio ogni 3 o 4 settimane ciascuno diverso da precedente ed ognuno più simile a mobilia da giardino o gioielleria. Non fraintendere, apprezzo il lavoro e l'abilità manuale, ma le biciclette sono innanzitutto veicoli di locomozione. Se non sei pienamente cosciente delle tue capacità costruttive in modo che la costruzione del telaio sia corretta e duratura tutti gli abbellimenti artistici del mondo saranno solo punti a sfavore della bicicletta.

-Bdc-Forum.it: Hai mai saldato telai in alluminio o titanio?

-RS: No. Non ho interesse per i materiali non ferrosi per la mia attività commerciale. Ho speso troppi anni a perfezionare il mio processo costruttivo ed ora sono sono contento delle bici che costruisco.

Preferisco restare su quello che sento famigliare piuttosto che diversificare.

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-Bdc-Forum.it: Qual'è la tua più grande ispirazione nel fare il telaista?

-RS: Migliorare. Per comprendere il flusso di energia che esiste tra il costruttore (me) ed il materiale. Per essere sicuro che ogni telaio che produco, che ogni passaggio necessario a produrre ogni telaio sia di una qualità oltre di ogni dubbio. Per costruire ogni telaio come se tutta la mia carriera dipendesse dalla sua qualità. Per essere soddisfatto che tutte le biciclette che portano il mio nome attirino l'occhio di chi guarda sulla loro bellezza e qualità costruttiva.

Queste sono le mie motivazioni ed ispirazioni. Non c'è risposta alla domanda "Chi è la tua più grande fonte di ispirazione?". Vivo una vita talmente distaccata che preferisco concentrarmi sul mio lavoro piuttosto che guardarmi attorno e vedere cosa fanno gli altri.

-Bdc-Forum.it: Quali secondo te i più influenti telaisti del passato?

-RS: In termini molto generali direi che per quanto riguarda l'ultima parte del 20° secolo i nomi importanti per me sono : W.B. Hurlow, Faliero (ed Alberto) Masi e Yoshiaki Nagasawa.

-Bdc-Forum.it: E del presente?

-RS: Con l'eccezione di alcune icone come Dario Pegoretti, Peter Weigle e Darrell McCullough, non posso nominare alcun telaista veramente influente del presente. Ce ne sono troppi che sono monodimensionali o bi-dimensionali, ma non completi. Ce ne sono tanti che hanno discrete abilità costruttive ed altri che hanno conoscenze ingegneristiche e di scienza dei materiali, e persino alcuni che hanno un legame con lo sport e capiscono cosa sia una bicicletta da corsa e come includere l'anatomia del ciclista nel design e posizionamento e le geometrie. Ma raramente (e tristemente...) si vede in giro oggi qualcuno che possieda tutto il pacchetto completo di queste capacità. Nei prossimi anni credo che Mike Zanconato (Zanconato Custom Cycles) sarà un nome da tenere in considerazione nel settore. Mike ha un'esperienza di circa 10 anni, viene dalla cultura delle corse, da una famiglia di carpentieri ed ha anche un buon gusto estetico. Penso sarà il prossimo in cima alla lista.

Craig Gaulzetti (Cicli Gaulzetti) è un altro uomo il cui marchio ha un valore promettente. Craig ha corso in Europa, è stato nel settore per lungo tempo e negli ultimi 3 anni ha creato un marchio basato sulla sua esperienza e capacità. Cicli Gaulzetti rappresenta bene un modello per il presente ed il futuro e penso che durerà, al contrario di altri che arriveranno e come sono arrivati se ne andranno...

Detto questo, spendo un sacco di tempo ad osservare come si evolve la nicchia ed ho recentemente aggiunto nel mio sito una sezione con i nomi da tenere d'occhio per il futuro:Next Wave.

-Bdc-Forum.it: Ci puoi fare un profilo del tuo cliente tipo?

-RS: No. Non parlo dei miei clienti, ma grazie per la domanda.

-Bdc-Forum.it: Hai una collezione di biciclette?

-RS: Ho due Richard Sachs da ciclocross con cui corro circa 30-35 gare ogni autunno. Ho una Gaulzetti montata Sram Force da strada che uso per l'allenamento quotidiano. E possiedo una stupenda bicicletta costruita per me da Nagasawa assemblata Super Record anni '80.

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-Bdc-Forum.it: Alcuni top-framebuilders come Darrell McCulloch e Dario Pegoretti non utilizzano le spine nella costruzione dei telai mentre, dalle foto che si possono vedere sui tuoi siti, tu ne fai abbondante uso. Ci spieghi perchè e se sia un procedimento obsoleto come alcuni dicono o una garanzia di qualità come secondo altri?

-RS: Non puoi comparare o confondere l'utilizzo che io faccio delle spine con l'utilizzo classico che se ne faceva una volta. Utilizzo degli attrezzi all'avanguardia per il fissaggio e l'allineamento delle ditte italiane Bike Machinery e Marchetti&Lange, ma anche utilizzando tutti gli attrezzi di qualità, i controlli e gli aggiustamenti possibili, ricordiamoci che fare il telaista è un lavoro manuale, le cose possono e spesso vanno storte. Nel mio metodo di lavoro, sia per essere sicuro che il materiale non vada fuori asse, sia per assicurare che le interferenze varie siano totalmente escluse o anche solo per trovare un modo razionale di saldare le minuterie del telaio fuori dalla dima io ho concluso che la spinatura sia un'ottima cosa. Non rimpiazzano gli attrezzi, ed ovviamente da sole non garantiscono che le cose siano perfette ogni volte, ma sono convinto che il classico processo di assemblaggio, costruendo il triangolo principale in un unico passaggio piuttosto che in passi successivi e l'utilizzo delle spine mi permettano di avere una "rete di sicurezza" contro ogni imprevisto ed un controllo totale della procedura per quanto possibile. Non tutti saranno d'accordo o se ne rendono conto, ma costruire un telaio da un insieme di parti distinte sarà sempre un compromesso. Il costruttore sarà sempre costretto a lottare col materiale ed il calore e vari passaggi che si sovrappongono quando sta producendo un telaio che calzi alla perfezione per un cliente. Il materiale avrà sempre l'ultima parola sul risultato finale. Il telaista ed il materiale si bilanciano e si equilibrano in modo da ottenere un compromesso tra qualità, economia del processo costruttivo, profitto commerciale e soddisfazione col prodotto finito. Per me, che lavoro da solo e facendo un telaio alla volta, l'aggiungere diverse dozzine di spine per telaio è cio' che mi permette di ottenere questo equilibrio.

-Bdc-Forum.it: Grazie Richard per la disponibilità e la cortesia
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http://www.richardsachs.com/site/
 

crepieux

Pedivella
3 Gennaio 2009
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tommasini tecno
Direttore ,grazie del regalo(quasi) "agostano" ,uno si aspetterebbe un periodo tranquillo e invece si ritrova un ' intervista a Richard Sachs!
e' un po' come quando a notte fonda uno si alza dal letto insonne e carrellando alla tv si imbatte in un film culto.Grazie della inaspettata intervista e complimenti per i suoi reportages .Mi permetto di dire che e' direttore di un gran bel forum!!! o-o
 

LU

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24 Luglio 2007
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Non è la prima volta che parli della "tecnica della spinatura" nella costruzione di telai in acciaio a congiunzioni, Darrell McCulloch non le considera indispensabili mentre abbiamo appena letto che Sachs ne fa ampio uso; potresti mettere delle immagini esplicative per capire, finalmente, in cosa consiste questa tecnica???? Grazie
 

geminiani

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loscaligerocancellato

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Mi sembra di capire, quindi che tra i "giovani" emergenti non ci siano Sacha White e I.F.
Non sono abbastanza race-oriented? Senza esperienza nelle competizioni?
 

Ser pecora

Diretur
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Grazie della inaspettata intervista e complimenti per i suoi reportages

Grazie. Innanzitutto lo faccio per me. Se poi sono graditi ben venga o-o

Non è la prima volta che parli della "tecnica della spinatura" nella costruzione di telai in acciaio a congiunzioni, Darrell McCulloch non le considera indispensabili mentre abbiamo appena letto che Sachs ne fa ampio uso; potresti mettere delle immagini esplicative per capire, finalmente, in cosa consiste questa tecnica???? Grazie

La foto di geminiani vale più di mille parole. E' semplicemente una mia curiosità, capisco che magari non sia poi cosi' interessante...

Mi sembra di capire, quindi che tra i "giovani" emergenti non ci siano Sacha White e I.F.

Beh, non credo ritenga che Vanilla ed Ifab siano "giovani" nè emergenti.
White pur giovane di età ormai ha una fama consolidata.
Ifab poi non è nemmeno riconducibile ad un artigiano solamente, ma ad un gruppo di persone. Che coprono dalle bici da rando alle 29er.
 

LU

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La foto di geminiani vale più di mille parole. E' semplicemente una mia curiosità, capisco che magari non sia poi cosi' interessante...

Le foto le guarderò a casa perchè in ufficio non mi si visualizza flickr, i firewall bloccano tutti i siti che condividono qualche cosa tranne che bdc forum....:mrgreen:, e comunque le tue curiosità interessano anche noi che leggiamo, altrimenti non saremmo qui a fare domande.

Se hai voglia di rispondermi avrei una curiosità: tecnicamente come effettui le tue interviste, via mail, in chat, in conferenza video??? Grazie 1000
 
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wamoo

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Sinceramente non conosco la storia di questo costruttore, l'impressione è che abbia raggiunto una popolarità tale nel suo settore da permettergli di fare un po' quello che gli pare, rendendolo di fatto un personaggio piuttosto anomalo e lontano dagli schemi odierni.
Penso sia stato molto fortunato ad iniziare in un periodo così diverso da questo, non so come abbia lavorato in passato, ma penso che se avesse cominciato più recentemente, con questa filosofia al giorno d'oggi sarebbe finito col culo per terra ancora prima di incominciare.
Per uno che si dichiara imprenditore, far aspettare 7 anni un telaio è un controsenso, quello non è un imprenditore, è uno che può sfruttare la sua popolarità e dedicarsi al lavoro quasi come fosse un hobby.
Anche l'offerta, da quel che ho potuto vedere, mi sembra ridotta ad un singolo telaio e ad una singola colorazione.
Insomma, l'immagine che mi arriva è di una persona molto distaccata, che ha perso sia l'estro artistico che la mentalità imprenditoriale, perchè probabilmente non ha più bisogno dell'una o dell'altra, criticando, secondo me a torto, chi cerca di sperimentare o di offrire quanta più scelta in un settore sempre più difficile.
Quello che apprezzo è la sua dedizione nel migliorare il suo prodotto, senza cercare pompose e ridicole definizioni che, come lui stesso dice, una bicicletta è una bicicletta.

Questa è l'idea che mi sono fatto, non vorrei dare pareri, perchè non conoscendo la sua storia non potrei farlo, però il modello è quello di un grande artista, che oggi può permettersi quasi tutto, senza timore di dover seguire degli schemi o un mercato che semplicemente richiede molta fatica per poter restare a galla.
E questo non mi piace, al di là della sua bravura e della bontà dei suoi telai.
 

Ser pecora

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Se hai voglia di rispondermi avrei una curiosità: tecnicamente come effettui le tue interviste, via mail, in chat, in conferenza video???

Le interviste via mail/skype. Le visite invece rigorosamente di persona con foto mie (anche se una volta mi è stato pure offerto di usare testi e foto di chi avrebbe dovuto essere visitato...:roll:)

Penso sia stato molto fortunato ad iniziare in un periodo così diverso da questo, non so come abbia lavorato in passato, ma penso che se avesse cominciato più recentemente, con questa filosofia al giorno d'oggi sarebbe finito col culo per terra ancora prima di incominciare.

Ha cominciato in un periodo in cui tutti facevano bici come quelle che faceva lui. E lui è riuscito ad imporre un nuovo modo di vendere bici.
E' proprio oggi invece, con la "reazione" al carbonio che una legione di telaisti si sono buttati a fare quello che lui ha fatto per 40 anni. Basti dare un'occhiata al nabhs. Chiaro che si parla della realtà Usa.

Cmq, è uno che "va capito". A volte puo' sembrare arrogante, ma non lo è. Ed anzi, ha una vena ironica molto divertente e sottile.
 

ezio79

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4 Aprile 2007
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Penso sia stato molto fortunato ad iniziare in un periodo così diverso da questo, non so come abbia lavorato in passato, ma penso che se avesse cominciato più recentemente, con questa filosofia al giorno d'oggi sarebbe finito col culo per terra ancora prima di incominciare.
...
homo faber fortunae suae ;)

...
Per uno che si dichiara imprenditore, far aspettare 7 anni un telaio è un controsenso, quello non è un imprenditore, è uno che può sfruttare la sua popolarità e dedicarsi al lavoro quasi come fosse un hobby.
...
cosa dovrebbe fare lavorare anche la notte o lavorare di fretta a scapito della precisione?!

...
Insomma, l'immagine che mi arriva è di una persona molto distaccata, che ha perso sia l'estro artistico che la mentalità imprenditoriale, perchè probabilmente non ha più bisogno dell'una o dell'altra, criticando, secondo me a torto, chi cerca di sperimentare o di offrire quanta più scelta in un settore sempre più difficile.
...
io l'estro artistico lo vedo piuttosto in un certo marketing delle grandi aziende che si inventano nomi fantascientifici per l'improbabile tecnologia di una bici!
 

Ser pecora

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cosa dovrebbe fare lavorare anche la notte o lavorare di fretta a scapito della precisione?!

Il "fare l'imprenditore" traduce il suo "to run a business". Che non è proprio "imprenditore" nel senso italico. To run a business lo fa anche un venditore ambulante di hot-dog.
Il senso è sottolineare che lui lo fa anche per profitto. Non si nasconde come molti nel settore dietro improbabili affermazioni per cui tutto sarebbe "passione" ed amore per le bici.

Poi ognuno ha le proprie ambizioni. RS non è ricco, ma si fa le sue stagioni di ciclocross, si allena tutti i giorni e vive nel suo paesino in campagna. Lavora quando gli gira e come crede. Questo è quello che voleva fare e ci è riuscito. Cosa che a parole vorrebbero fare in molti, ma in pratica riesce a pochi.
Idem per il modello antitetico, quello del "vero" imprenditore che molla dime e lime ed impianta un'azienda con tot impiegati e si mette a fare l'Ad, o il CEO, o il cumènda. Un conto è volerlo, un conto è riuscirci.
Chi ci riesce, in un caso come in un altro, è uno che ha avuto successo nella sua attività. o-o
 

geminiani

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-RS: Ce ne sono troppi che sono monodimensionali o bi-dimensionali, ma non completi. Ce ne sono tanti che hanno discrete abilità costruttive ed altri che hanno conoscenze ingegneristiche e di scienza dei materiali, e persino alcuni che hanno un legame con lo sport e capiscono cosa sia una bicicletta da corsa e come includere l'anatomia del ciclista nel design e posizionamento e le geometrie.

Ok, ma io come faccio a riconoscerli da solo?

-RS: In termini molto generali direi che per quanto riguarda l'ultima parte del 20° secolo i nomi importanti per me sono : W.B. Hurlow, Faliero (ed Alberto) Masi e Yoshiaki Nagasawa.

E quà mi ricollego a prima... cosa ci trova in telaisti così diversi? Io ci vedo solo una forte personalità in ognuno di loro ma non riesco ad andare oltre e vorrei capire. Come in RS.


Ser Nagasawa parla italiano (messaggio subliminale). o-o
 

flynn71

Novellino
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Il "fare l'imprenditore" traduce il suo "to run a business". Che non è proprio "imprenditore" nel senso italico. To run a business lo fa anche un venditore ambulante di hot-dog.
Il senso è sottolineare che lui lo fa anche per profitto. Non si nasconde come molti nel settore dietro improbabili affermazioni per cui tutto sarebbe "passione" ed amore per le bici.

Poi ognuno ha le proprie ambizioni. RS non è ricco, ma si fa le sue stagioni di ciclocross, si allena tutti i giorni e vive nel suo paesino in campagna. Lavora quando gli gira e come crede. Questo è quello che voleva fare e ci è riuscito. Cosa che a parole vorrebbero fare in molti, ma in pratica riesce a pochi.
Idem per il modello antitetico, quello del "vero" imprenditore che molla dime e lime ed impianta un'azienda con tot impiegati e si mette a fare l'Ad, o il CEO, o il cumènda. Un conto è volerlo, un conto è riuscirci.
Chi ci riesce, in un caso come in un altro, è uno che ha avuto successo nella sua attività. o-o
sono assolutamente d'accordo con ser pecora, quoto tutto il suo commento. faccio notare che almeno due (tre se mettiamo padre e figlio e cioè faliero e alberto masi...) dei telaisti che ritiene maggiormente influenti fanno bici "all'italiana" (nagasawa ha vissuto almeno 5 anni in italia di cui 4 alla "corte" di de rosa...), mi piange il cuore vedere che razza di movimento si sta aprendo in USA sulle bici "handmade" e noi qui invece a disperdere la nostra enorme tradizione..
 

Ser pecora

Diretur
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Ok, ma io come faccio a riconoscerli da solo?

Come da solo? E la grande famiglia del forum a cosa serve? :mrgreen:


E quà mi ricollego a prima... cosa ci trova in telaisti così diversi? Io ci vedo solo una forte personalità in ognuno di loro ma non riesco ad andare oltre e vorrei capire. Come in RS.

Non posso rispondere per RS, ma credo che ognuno di questi 3 abbia le doti che poi RS ha sintetizzato.

Ser Nagasawa parla italiano (messaggio subliminale). o-o

:-x
 

wamoo

Pedivella
15 Giugno 2008
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cosa dovrebbe fare lavorare anche la notte o lavorare di fretta a scapito della precisione?!

ora su questo Ser ha puntualizzato sulla traduzione "run a business", ma è fuori discussione che il vero modello imprenditoriale, che è uguale in tutto il mondo, prevede di ingrandire l'azienda assumendo dipendenti, acquistando nuovi macchinari, ecc.
Non è pensabile di seguire il suo modello senza avere un nome e un richiamo tali da potersi permettere di avere liste di attesa così lunghe, non durerebbe una stagione.

io l'estro artistico lo vedo piuttosto in un certo marketing delle grandi aziende che si inventano nomi fantascientifici per l'improbabile tecnologia di una bici!

va beh, questo è un altro discorso, volevo dire che la sua attività ricorda quello che fanno molti grandi nomi, anche in altri settori, attese lunghissime e pochissimi pezzi praticamente già venduti, dove non è raro vedere anche immani schifezze tramutate in capolavori assoluti perchè sopra spicca il marchio XXX.
Non è un modello che io associo ad una persona che continua ad inseguire una passione di ricerca e di innovazione, e non trovo giusto criticare chi, nel bene e male, esagera o scende a compromessi, oppure accetta richieste bizzarre, perchè tanto non si scappa, la pagnotta a fine mese te la devi guadagnare.
 

Ser pecora

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Non è pensabile di seguire il suo modello senza avere un nome e un richiamo tali da potersi permettere di avere liste di attesa così lunghe, non durerebbe una stagione.

Beh, ma il nome te lo devi fare prima di avere la lista d'attesa lunga.
Ha fatto cosi' pure lui. Ma dopo 37 anni di lavoro.
Non è che una mattina si è svegliato ed ha detto: "toh, da oggi faccio 4 telai al mese a 4000$ che tanto me li comprano di sicuro"
 
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sante pollastri

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homo faber fortunae suae ;)


cosa dovrebbe fare lavorare anche la notte o lavorare di fretta a scapito della precisione?!


io l'estro artistico lo vedo piuttosto in un certo marketing delle grandi aziende che si inventano nomi fantascientifici per l'improbabile tecnologia di una bici!

io prenderei ordini per la produzione di un anno,gli altri li prenderei l'anno seguente.
però verrebbe meno il fattore piu' attraente del suo marketing,quello che spinge anche un non ciclista ad acquistare Sachs,basta sfogliare qualche rivista tipo MEN,GQ o simili(ho sparato quasi a caso, non me ne intendo) che subito si avverte l'odore di esclusività,e il gioco è fatto.
se fosse possibile,comunque,gli chiederei da dove gli arrivano le congiunzioni che usa,domanda che comunque gli farei se fossi sicuro di campare altri sette anni....
 

aotearoa

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Sinceramente non conosco la storia di questo costruttore, l'impressione è che abbia raggiunto una popolarità tale nel suo settore da permettergli di fare un po' quello che gli pare, rendendolo di fatto un personaggio piuttosto anomalo e lontano dagli schemi odierni.
Penso sia stato molto fortunato ad iniziare in un periodo così diverso da questo, non so come abbia lavorato in passato, ma penso che se avesse cominciato più recentemente, con questa filosofia al giorno d'oggi sarebbe finito col culo per terra ancora prima di incominciare.
Per uno che si dichiara imprenditore, far aspettare 7 anni un telaio è un controsenso, quello non è un imprenditore, è uno che può sfruttare la sua popolarità e dedicarsi al lavoro quasi come fosse un hobby.
Anche l'offerta, da quel che ho potuto vedere, mi sembra ridotta ad un singolo telaio e ad una singola colorazione.
Insomma, l'immagine che mi arriva è di una persona molto distaccata, che ha perso sia l'estro artistico che la mentalità imprenditoriale, perchè probabilmente non ha più bisogno dell'una o dell'altra, criticando, secondo me a torto, chi cerca di sperimentare o di offrire quanta più scelta in un settore sempre più difficile.
Quello che apprezzo è la sua dedizione nel migliorare il suo prodotto, senza cercare pompose e ridicole definizioni che, come lui stesso dice, una bicicletta è una bicicletta.

Questa è l'idea che mi sono fatto, non vorrei dare pareri, perchè non conoscendo la sua storia non potrei farlo, però il modello è quello di un grande artista, che oggi può permettersi quasi tutto, senza timore di dover seguire degli schemi o un mercato che semplicemente richiede molta fatica per poter restare a galla.
E questo non mi piace, al di là della sua bravura e della bontà dei suoi telai.
Parole sante.
 

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Beh, ma il nome te lo devi fare prima di avere la lista d'attesa lunga.
Ha fatto cosi' pure lui. Ma dopo 37 anni di lavoro.
Non è che una mattina si è svegliato ed ha detto: "toh, da oggi faccio 4 telai al mese a 4000$ che tanto me li comprano di sicuro"


Si questo lo so, però mi aspettavo che avesse la sensibilità per capire che oggi per emergere, devi comunque scendere a compromessi, un giovane telaista non può permettersi di rifiutare commesse o dedicarsi solo ed esclusivamente ad un certo tipo di lavoro.
Mi sembra un atteggiamento un po' snob, considerando poi che, almeno sulle bici da corsa, il materiale stesso (parliamo di acciaio) non consente grandi "colpi di scena", sembrano tutte uguali queste bici, per cui mi sembra strano che lui stesso si sia "fermato" su pochissime variazioni nel suo lavoro, e che critichi chi cerca di emergere cercando di diversificare l'offerta in un mare piuttosto affollato.
Ripeto, io non conosco la sua storia, non so se abbia sempre lavorato così, ma di una cosa sono certo, i tempi sono cambiati, oggi c'è internet, credo che sia molto più dura distinguersi ed emergere, saper vendere.
L'abilità a saldare e a creare telai, senza riuscire a trovare un proprio spazio nel mercato, serve a poco.
 

aotearoa

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una mezza chiacchera sulle congiunzioni l'ho sentita anche io...
Senza nulla togliere al lavoro di RS credo che la vera genialità di quest'uomo sia nel rendere straordinario un prodotto che straordinario non è.
Questo non toglie che possa essere un prodotto eccezionale, ma non certo straordinario.
Straordinario è il suo marketing, la capacità di imporre prezzi e tempi, la capacità di rendere esclusivi i suoi telai.
Marketing alimentato da un sistema autoreferenziale di lodi ben spartito tra pochi mammasantissima del mondo dei telaisti che non hanno alcun interesse a "farsi la guerra", tanto più che così possono dttare le leggi in un mercato relativamente ridotto.
Si dice le congiunzioni siano nè più nè meno ottime congiunzioni di manifattura orientale, così come la verniciatura pare sia fatta da terzi.
Credo RS abbia creato la sua piccola gallina dalle uova d'oro.
Lo vedo geniale in questo senso.