“
Ich habe einen Traum-Ho un sogno-I've a dream” campeggia dappertutto nella zona di Sölden.
Questo sogno è partecipare (e portare a termine) la Ötztaler Radmarathon.
Sono da molto tempo “nauseato” dal mondo delle granfondo, anzi lo sono stato quasi da subito e infatti ho partecipato a poche. Ma la Ötztaler mi ha sempre attirato, ma anche intimorito e quindi ho sempre rinviato l'iscrizione con la battuta:”
Parteciperò nell'anno in cui compiró 50 anni”. E alla fine il 2011 è arrivato e con esso mi è rimbalzata in mente questa frase e ho deciso di provarci. La sorte mi ha dato una mano e sono stato estratto. Il penultimo giorno utile per il pagamento ho spazzato gli enormi dubbi e ho effettuato il bonifico. È iniziata l'avventura e il cammino verso il “sogno”...o l'incubo”?
Il periodo successivo non é stato per nulla favorevole: problemi in tutti i campi della vita, la rottura di un tubo nel pavimento di casa (peraltro non ancora risolto) hanno ostacolato in maniera determinante la mia preparazione. Intendiamoci, il mio “sogno” era portarla a termine, non cercavo certo la prestazione, anche perchè non ho ritmi da gara, e in fondo non “mi conosco” poi così bene.
Per farla breve, son riuscito a fare solo pochi lunghi, il massimo dei quali di ca 160km e 3.200 m di dislivello. Ma durante uno di questi, e sulla carta nemmeno troppo difficile, presi una cotta micidiale, tanto che che le mie perplessitá sono aumentate. Ho chiesto dei consigli all'amico
Green Dolphin, che ho cercato di seguire il piú possibile, proprio per evitare cotte di quel livello, che oltre toglierti ogni energia, creano un black-out psicologico paralizzante. In questo periodo ho pensato seriamente di cedere il pettorale a qualcun'altro.
Invece mi sono presentato a Sölden con soli 3250 km nelle gambe.
Cronaca:
Inutile negarlo, respirare l'atmosfera di una manifestazione ciclistica cosí imponente da' una bella carica. Il sabato Sölden è piena di ciclisti che ritirano pacchi gara, che affollano i negozi di sport, e di “matti” (
non si offenda se qualcuno era tra questi), che nonostante la pioggia, e a tratti la grandine, pedalano imperterriti per rifinire ...chissà cosa...mah.
Il maltempo ha imbiancato le cime e c'é un'aria autunnale. Ma le previsioni ormai ci azzeccano quasi sempre e la domenica il tempo é bello.
Mi alzo alle 5.00 (e penso a
Clodovico che é in griglia giá da un'ora!, e forse non solo lui), metto il naso fuori e come previsto è freddo. Scendo a far colazione e a sala è già piena di colleghi pedalatori, quasi tutti tedeschi, un tavolo di italiani. Tutti si spalmano grossi panini di pane burro e marmellata. Io invece decido di rimanere leggero, avendo fatto scorte di carboidrati i giorni precedenti. Chiedo una frittata con scaglie di cocco (che mi sono portato io).
Alle 6.00 scendo e mi avvio verso la partenza. Il termometro del mio VDO segna 6°...porcazozza.
Non riesco a rendermi conto in che punto dell`enorme massa di gente di gente posizionata nella via principale mi trovassi, perché ci hanno giustamente fatto percorrere stradine secondarie e accodarci da dietro. Stranamente sono tranquillo e i problemi di pancia che mi infastidivano non poco ai tempi delle Granfondo non ci sono. Chiedo ad un vicino di reggermi il bici e salgo sul prato adiacente per vedere: la massa è enorme e mi rendo conto di essere piuttosto dietro, ma non mi importa.
Nonstante i guanti lunghi i 6° gradi mi gelano le mani.
Alle 6.45 si parte, un po' in sordina perché eravamo troppo lontani per sentire il cannone. E come tutte le GF si parte subito a tutta, a”troppo” per i miei gusti. Ma tant'é, mi adeguo. La discesa da un lato ti fa fare velocità , ma dall'altra aumenta la percezione del freddo. Non è stato per nulla piacevole. A Längenfeld entriamo nella nebbia e il termometro scende a 3°!. Sono un ciclista Findus!.Poi finalmente la salita del Kühtai.
La affronto con calma, ben consapevole di ció che mi aspetta nell'arco della giornata. Mi concedo di guardarmi un po' il panorama: STUPENDO. Raggiungo un ciclista originale: un
rasta-man, in perfetto stile jamaicano, e chioma che gli scende fino al sedere. Pure la bici e verniciata nei colori dello stato caraibico. È tedesco e gli chiedo se posso fargli una foto; “
Yaeh man!!” é la risposta, parlava proprio come un rasta!
Discesa e in poco tempo arrivo a Kematen. Per un gran pezzo del tratto pianeggiante verso Innsbruck mi trovo stranamente da solo. A Innsbruck finalmente faccio parte di un nutrito gruppo di ciclisti e iniziamo la facile, ma lunga ascesa verso il Brennero con il tifo dei numerosi spettatori.
Inizialmente si viaggia bene, ad una velocità che da solo non riuscirei a tenere, faccio spesso la mia parte davanti. Su una 50ina di ciclisti siamo solo in 5-6 a tirare. Anzi spesso vado chiudere dei buchi per non perdere questo treno “buono”. E forse spreco un po' troppe energie. Ma é andata così. Dal Brennero raggiungo Vipiteno e da qui inzia l'ascesa del Passo Giovo. Sto ancora abbastanza bene e cerco di salire del mio passo, senza farmi influenzare dal “ciccione” che mi supera e mi stacca, o dal tizio con una city-bike con tanto di borse laterali, e regolarmente in gara, che fatico a raggiungere e staccare. È proprio vero, in questi momenti vorresti prendere la bici e gettarla alle ortiche. Ma devo impormi a pensare che la sfida è con me stesso. Per quel che ne so io il ciccione potrebbe essere un ex-professionista che pur ingrassato si allena regolarmente, e il “cicloturista” uno che fa 15,000 km all'anno!
Claus, pensa a te, pensa a te, pensa a te..e bevi, bevi, bevi!!
Raggiungo il Passo Giovo e sto ancora abbastanza bene. Mi lancio in discesa e supero tanti ciclisti. E questo ha dell'incredibile, perchè ho sempre avuto un po' di paura in discesa. Forse sono le
ruote Spada, che monto da quest'anno ha darmi maggior sicurezza, e forse l'illusione, ahimè, che il traguardo sia ormai vicino.
Raggiungo San Leonardo, mi fermo togliermi la mantellina. Il mio computer segna 33°. ovviamente al sole, ma, cribbio io pedalo al sole, quindi li sento tutti. 30° di escursione termica dalla mattina...pazzesco!
Dai, Claus, è quasi fatta! Autoincitamento, sapendo benisimo che non era vero, e che anzi, il peggio doveva ancora arrivare. Ma mai avrei pensato che arrivasse così presto. Infatti appena la pendenza si fa più decisa, la “luce si spegne” con una rapidità allucinante. Raggiungo Moso e cerco disperatamente una fontana, dove infilo la testa.
Riparto, e supero i due tornanti che sapevo essere duri, ma qualche kilometro dopo mi trovo a spingere (!) la bici. Nonostante avessi cercato di bere regolarmente ecco i primi crampi. Mentre spingo sento una voce:”
Ma cosa fai? Dai non mollare!!” Il nostro
diretùr, Ser Pecora, che ho avuto il sincero piacere di conoscere la sera prima, con la sua voce pacata, mi stimola a rimontare e ripartire.
Viaggiamo appaiati per qualche centinaio di metri, ma poi i crampi, maledetti, lanciano l'attacco definitivo. Devo rifermarmi. Il
Ser mi incita ancora, dicendo che il ristoro non era poi molto lontano. In qualche modo lo raggiungo, e il
diretùr, che sta ripartendo, mi consiglia di farmi massaggiare, visto che c'erano i massaggiatori a disposizione. Ero talmente cotto, che non l'avrei neppure visto. Ho la fortuna di trovare un massaggiatore che si è appena liberato. Man mano che mi massaggiava un punto mi saltava fuori un crampo da un'altra parte. Non pensavo ci fossero tanti muscoli nelle gambe: ora invece lo so perchè tutti sono
crampizzati, nessuno escluso. Lui stesso diceva di “non avere” mai visto (enfatizzando, evidentemente) un tal blocco muscolare. Mentre mi massaggiava, dal lettino mi appariva il “mostro”: davanti a noi infatti si poteva vedere l'ultima terribile parte del Rombo. “come farò ad arrivare fin lassù?”Un cartello recita:”Massage 10 Minuten pro Fahrer” massaggio-10 minuti a ciclista...giustamente. Il mio mi ha manipolato per ben 20 minuti, dicendo poi che gli dispiaceva, ma più di così non poteva fare. “
Vuoi continuare? Sei proprio sicuro”?-“
Assolutamente!” Ma mentivo, non ero affatto sicuro di riuscire a svalicare. Il suo impegno non aveva dato grossi risultati e i crampi ancora mi tormentavano. Incomincio a camminare avanti e indietro, fra ciclisti famelici che si avventano su tutto ciò c'era di commestibile e potabile. Io invece non ho voglia di mangiare nulla, ho appena ingoiato un gel di quelli miracolosi. funzionerà un po'? Dopo ca. 15 minuti di camminata da “invalido” rimonto in sella e con un rapporto leggero affronto questa bestia, bellissima, dal punto di vista paesaggistico, ma chi se ne frega del paesaggio in questo momento!! Arranco, barcollo, raggiungo addirittura qualcuno, ma questo non é sufficiente a darmi morale. O forse sì, visto che comunque ho continuato a pedalare? Cosa sarebbe stato se fossi stato solo? Sicuramente avrei girato la bici molto tempo prima. Penso a
Rapasave, che si fa dei “girazzi” simili a questo, e anche peggio, in solitaria. A
Genannt Vince che ha la forza mentale e fisica di seguirlo, ogni tanto. Vorrei avere in prestito per qualche ora il loro corpo! Vengo superato da qualche camion-scopa. La tentazione è forte, ma sono talmente cotto, da non essere neppure in grado di prendere questa arrendevole decisione. Meglio così. La “cottura” aiuta ogni tanto. Piano piano (é proprio il caso di dirlo), incredibilmente, il tunnel che precede il Passo Rombo è raggiunto e poi anche il passo. Indosso la mantellina e senza fermarmi ni butto in discesa. Nonostante la stanchezza e la lucidità ridotta scendo piuttosto forte.
Mi viene in mente ciò sche scrisse
Clodovico, più o meno:”
Se si arriva veloci alla salita del pedaggio, si fanno parecchie centinaia di metri senza pedalare” Il punto lo conoscevo, perchè ci ero passato due giorni prima in auto. Ed ecco il lungo rettilineo. Raggiungo la massima velocità della mia vita: 92 km/h (!). Ma proprio nel punto in cui finisce la discesa e inizia la salita 4 pecore sostano tranquille in mezzo alla strada, perdipiù due orientate verso un lato della strada, le altre due dall'altro. Se gli fossi sfrecciato vicino rischiavo di spaventarle e di andargli addosso. Devo rallentare, per forza!! Inizio la salita quasi da fermo, inveendo contro quei poveri animali, che non capivano cosa stessero facendo questi umani. Penso:”stupide percore, ecco perchè alcuni pastori sardi vi prendono da dietro, perchè ve lo meritate!!” Ehhh, la stanchezza fa sparlare e
spensare!!
Dal pedaggio tutta discesa!! Sì? 'Sto par di ciufoli! I lunghi falsopiani al 1-2% non sono discesa a casa mia, e non finivano più! Poi l'avvicinarsi di Sölden, mi ha permesso di grattare il fondo del barile e percorro il rettilineo finale a 45km/h, spinto dal tifo e dagli applausi dei numerosi spettatori, che ancora, incredibilmente, presenziano. Curva a destra ed ecco la Freizeit Arena. È fatta! Mi batto un mano sulla spalla e mi autocomplimento, che genera un evidente aumento degli applausi. Il pubblico gradisce queste scene. Ma scusatemi, non l'ho fatto per voi, ma per me. Accarezzo anche la mia fida Scapin, che non ha avuto un minimo problema. La abbandono per andare a prendere la maglia di
finisher. Mi aggrego alla lunga coda, ma non mi disuturba piú di tanto e mi sembra di essere in un'altra dimensione. Sono stanco, sí, ma anche felice.
Ich habe einen Traum....erfüllt! Cioè “ho (realizzato) un sogno!
-Non mi importa se al traguardo si aggirano ciclisti ben più anziani di me;
-Non mi importa se il ciccione e il cicloturista hanno giá ritirato la maglia di finisher da mezz'ora e forse più;
-Non mi importa se ho impiegato ben 11ore e 35 minuti.
-E non mi importa se il tempo di percorrenza effettivo del mio computer é di 10ore e 20”. Non posso lasciare spazio a pensieri del tipo:”
Se non avessi perso tempo a fare massaggi sarei stato sotto le 11 ore-se non avessi perso tempo a quel ristoro forse anche sotto le 10 e 30". NO, No, se non avessi perso questo tempo, non sarei stato proprio in grado di proseguire!
Ho vinto la mia sfida, perché a 50 anni, con una preparazione approssimativa si tratta di una Vittoria. ASSOLUTAMENTE!
Ringraziamenti:
A Maxjet, Roby, Pensopositivo che mi hanno inviato degli SMS di incitamento! Mi hanno aiutato!!
a Dolomitico, che dopo la gara mi ha chiamato per sapere com'era andata
A Ser Pecora, che con i suoi modi calmi, mi ha convinto a non mollare. Una parte del mio traguardo è anche grazie a lui.
A Green Dolphin, che mi ha dato dei preziosissimi consigli sull'alimentazione (purtroppo solo questa non è sufficente, e mi è mancato l'allenamento di fondo.
Saluti:
a effekappatì, che ho conosciuto il venerdí prima, quasi come se ci fossimo dati appuntamento;
a Principe58 che ho incrociato lungo la salita del Kühtai
Un po' di foto qui: http://bdc-forum.it/album.php?albumid=4551