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Acciaio
L'acciaio è (era) eroico, ma lo sarà ancora?
Testo
<blockquote data-quote="Mardot" data-source="post: 4948264" data-attributes="member: 8422"><p>Mi fai andare OT, benché non vorrei, ma essendo ragioniere (60/60) oltre che ingegnere (110/110) ti spiego cosa sono. <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_mrgreen.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":mrgreen:" title="Icon Mrgreen :mrgreen:" data-shortname=":mrgreen:" /></p><p>Per il resto, conosco abbastanza (bene) come funziona l'interfaccia business/amministrazione (contabile e fiscale), ti ringrazio.<img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/beer.gif" class="smilie" loading="lazy" alt="o-o" title="Beer o-o" data-shortname="o-o" /></p><p></p><p><strong>I "corretti principi contabili" (anno 1975)</strong></p><p><strong></strong>Fino a metà degli anni '70, in Italia non esistevano principi contabili nazionali a differenza di altri Paesi, in particolare quelli di tradizione anglosassone, che da tempo disponevano di un collaudato impianto di principi di emanazione professionale e di generale accettazione (<em>General accepted accounting principles</em>, Gaap).</p><p></p><p>A seguito dell'emanazione del Dpr 136/1975, sul controllo contabile e la certificazione dei bilanci delle società per azioni quotate in borsa, essi, prima di concretizzarsi in forma scritta nel panorama contabile italiano, acquisirono un'investitura di rango legislativo, in quanto l'articolo 4, comma 2, del decreto statuì che "<em>la società di revisione se i fatti di gestione sono esattamente rilevati nelle scritture predette, secondo corretti principi contabili, ne rilascia certificazione con apposita relazione</em>".</p><p>Il loro espresso richiamo in una norma primaria, in difetto di una esistenza in forma scritta, unito alla previsione contenuta nel successivo articolo 10, comma 2, lettera c), secondo cui la Consob "<em>può raccomandare l'adozione di principi e criteri per il controllo contabile delle società e per la certificazione dei bilanci, richiedendo preventivamente il parere del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti</em> (Cndc)<em> e del Consiglio nazionale dei ragionieri</em> (Cnr)", comportò che, nel settembre dello stesso anno (1975), il Cndc emanò il primo principio contabile nazionale dedicato al "<em>Bilancio d'esercizio - finalità e postulati</em>".</p><p></p><p>Dal settembre 1975 fino al 1991, anno di adozione della IV e della VII direttiva Cee, vennero emanati complessivamente 10 principi contabili nazionali, alla cui redazione partecipò non solo il Cndc ma, a partire dal documento n. 8 (settembre 1983), anche il Cnr.</p><p></p><p>La Consob, a cui era stato assegnato il potere di raccomandare l'adozione di principi e criteri per il controllo contabile, previa richiesta di un preventivo parere al Cndc e al Cnr, si pronunciò in merito con la delibera n. 1079 dell'8 aprile 1982. In tale atto furono chiariti i ruoli dei principi contabili, nel frattempo emanati dal Cndc, nel senso che la normativa era punto di riferimento non superabile, ma se del caso solo da integrare e interpretare a opera degli <em>standard</em> nazionali e, per le problematiche da essi non affrontate, da quelli internazionali emanati dallo Iasc (<em>International accounting standard committee</em>). Per questo motivo, dal 1982 (documento n. 2-<em>bis</em> di revisione del n. 2), tutti i principi contabili nazionali furono oggetto anche di un esplicito raffronto con i principi enunciati dallo Iasc. Ogni principio contabile nazionale, insomma, fu integrato da una sezione, tipicamente posta alla fine del documento, in cui si dava atto dell'aderenza con gli <em>standard</em> internazionali e si indicavano gli eventuali "scollamenti" con specifico richiamo dello Ias coinvolto.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Mardot, post: 4948264, member: 8422"] Mi fai andare OT, benché non vorrei, ma essendo ragioniere (60/60) oltre che ingegnere (110/110) ti spiego cosa sono. :mrgreen: Per il resto, conosco abbastanza (bene) come funziona l'interfaccia business/amministrazione (contabile e fiscale), ti ringrazio.o-o [B]I "corretti principi contabili" (anno 1975) [/B]Fino a metà degli anni '70, in Italia non esistevano principi contabili nazionali a differenza di altri Paesi, in particolare quelli di tradizione anglosassone, che da tempo disponevano di un collaudato impianto di principi di emanazione professionale e di generale accettazione ([I]General accepted accounting principles[/I], Gaap). A seguito dell'emanazione del Dpr 136/1975, sul controllo contabile e la certificazione dei bilanci delle società per azioni quotate in borsa, essi, prima di concretizzarsi in forma scritta nel panorama contabile italiano, acquisirono un'investitura di rango legislativo, in quanto l'articolo 4, comma 2, del decreto statuì che "[I]la società di revisione se i fatti di gestione sono esattamente rilevati nelle scritture predette, secondo corretti principi contabili, ne rilascia certificazione con apposita relazione[/I]". Il loro espresso richiamo in una norma primaria, in difetto di una esistenza in forma scritta, unito alla previsione contenuta nel successivo articolo 10, comma 2, lettera c), secondo cui la Consob "[I]può raccomandare l'adozione di principi e criteri per il controllo contabile delle società e per la certificazione dei bilanci, richiedendo preventivamente il parere del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti[/I] (Cndc)[I] e del Consiglio nazionale dei ragionieri[/I] (Cnr)", comportò che, nel settembre dello stesso anno (1975), il Cndc emanò il primo principio contabile nazionale dedicato al "[I]Bilancio d'esercizio - finalità e postulati[/I]". Dal settembre 1975 fino al 1991, anno di adozione della IV e della VII direttiva Cee, vennero emanati complessivamente 10 principi contabili nazionali, alla cui redazione partecipò non solo il Cndc ma, a partire dal documento n. 8 (settembre 1983), anche il Cnr. La Consob, a cui era stato assegnato il potere di raccomandare l'adozione di principi e criteri per il controllo contabile, previa richiesta di un preventivo parere al Cndc e al Cnr, si pronunciò in merito con la delibera n. 1079 dell'8 aprile 1982. In tale atto furono chiariti i ruoli dei principi contabili, nel frattempo emanati dal Cndc, nel senso che la normativa era punto di riferimento non superabile, ma se del caso solo da integrare e interpretare a opera degli [I]standard[/I] nazionali e, per le problematiche da essi non affrontate, da quelli internazionali emanati dallo Iasc ([I]International accounting standard committee[/I]). Per questo motivo, dal 1982 (documento n. 2-[I]bis[/I] di revisione del n. 2), tutti i principi contabili nazionali furono oggetto anche di un esplicito raffronto con i principi enunciati dallo Iasc. Ogni principio contabile nazionale, insomma, fu integrato da una sezione, tipicamente posta alla fine del documento, in cui si dava atto dell'aderenza con gli [I]standard[/I] internazionali e si indicavano gli eventuali "scollamenti" con specifico richiamo dello Ias coinvolto. [/QUOTE]
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