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<blockquote data-quote="bradipus" data-source="post: 6576699" data-attributes="member: 17208"><p>ho finito di leggere oggi 'Domestique' di Charly Wegelius, pro inglese con padre finlandese che ha corso fino al 2011 (Mapei, Colpack-De Nardi, Liquigas, Omega-Lotto, United Health Care le sue squadre), attualmente nello staff tecnico della Education First.</p><p>il libro mi è piaciuto molto perché da un'idea molto realistica di cosa vuol dire essere un corridore non di punta all'interno del gruppo: le difficoltà a trovare un contratto, gli stress di riconfermarsi, le differenze di mentalità e di gestione tra i diversi team, i rapporti con i compagni di squadra e quelli interni al gruppo, visti con gli occhi di un gragario (Wegelius non ha vinto alcuna corsa da pro, è sempre stato al servizio dei propri capitani).</p><p>un posto di rilievo nel libro lo assume anche la vita privata, che nelle varie autobiografie di ciclisti è trattata sempre in maniera molto sfumata, se non del tutto assente.</p><p>una lettura molto piacevole, con una chicca finale: tra i nomi citati nei ringraziamenti appare quello di Kilgore Trout (gli appassionati di Kurt Vonnegut capiranno...)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="bradipus, post: 6576699, member: 17208"] ho finito di leggere oggi 'Domestique' di Charly Wegelius, pro inglese con padre finlandese che ha corso fino al 2011 (Mapei, Colpack-De Nardi, Liquigas, Omega-Lotto, United Health Care le sue squadre), attualmente nello staff tecnico della Education First. il libro mi è piaciuto molto perché da un'idea molto realistica di cosa vuol dire essere un corridore non di punta all'interno del gruppo: le difficoltà a trovare un contratto, gli stress di riconfermarsi, le differenze di mentalità e di gestione tra i diversi team, i rapporti con i compagni di squadra e quelli interni al gruppo, visti con gli occhi di un gragario (Wegelius non ha vinto alcuna corsa da pro, è sempre stato al servizio dei propri capitani). un posto di rilievo nel libro lo assume anche la vita privata, che nelle varie autobiografie di ciclisti è trattata sempre in maniera molto sfumata, se non del tutto assente. una lettura molto piacevole, con una chicca finale: tra i nomi citati nei ringraziamenti appare quello di Kilgore Trout (gli appassionati di Kurt Vonnegut capiranno...) [/QUOTE]
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