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Manubrio crono o manubrio normale + appendici
Testo
<blockquote data-quote="fabio1966" data-source="post: 3838399" data-attributes="member: 19262"><p>nel triathlon non dare nulla per certo anche perché è uno sport che ancora evolve e deve cambiare. Ci sono atleti con caratteristiche muscolari biologiche e mentali tagliati per fare determinate distanze. Altri che riescono a dare il meglio su sprint e olimpici. Ad esempio si è visto che atleti che vanno forte nella distanza olimpica ottengono buoni risultati nel mezzo. Due esempi: D'aquino e Casadei oltre a De Gasperi. Questo perché muscolarmente e biologicamente il nostro corpo le tre distanze riesce a superarle semplicemente abbassando il ritmo ma continuando a restare veloce. Oggi il mezzo è diventato un olimpico veloce ed anche le ore e carichi di lavoro sono abbastanza umani. Tutto cambia nel lungo e Im dove praticamente parliamo di un altro sport sotto tutti i punti di vista. Ma qui entra in gioco il fattore biologico dove il nostro corpo cambia. Potremmo identificare la botta al 30esimo km della maratona. È scontato che uno sprint ed olimpico sono gare performanti dove la espressione dei tre gesti è esaltante. In un Im si esprime tutto sulla resistenza e la testa che gioca un ruolo importantissimo. Non nascondo che ho provato più volte dolore nel vedere così tanta carne umana al macello trovando poca soddisfazione, ma questa è una mia personalissima visione del mondo Ironman, al punto di non trovarne alcuna attrazione. Vedere nuotare in 17' un 1500 pedalare a medie mai sotto i 40 e correre a 3' al chilometro mi dà la vera consapevolezza che bisogna avere un motore straordinario per fare determinate performance e non vuol dire che se gli stessi atleti facessero le stesse distanze risulterebbero una eccellenza. Ad ognuno la sua distanza per gli ago group invece vale tutto perchè alla fine siamo lì per divertirci.</p><p>Fabio</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="fabio1966, post: 3838399, member: 19262"] nel triathlon non dare nulla per certo anche perché è uno sport che ancora evolve e deve cambiare. Ci sono atleti con caratteristiche muscolari biologiche e mentali tagliati per fare determinate distanze. Altri che riescono a dare il meglio su sprint e olimpici. Ad esempio si è visto che atleti che vanno forte nella distanza olimpica ottengono buoni risultati nel mezzo. Due esempi: D'aquino e Casadei oltre a De Gasperi. Questo perché muscolarmente e biologicamente il nostro corpo le tre distanze riesce a superarle semplicemente abbassando il ritmo ma continuando a restare veloce. Oggi il mezzo è diventato un olimpico veloce ed anche le ore e carichi di lavoro sono abbastanza umani. Tutto cambia nel lungo e Im dove praticamente parliamo di un altro sport sotto tutti i punti di vista. Ma qui entra in gioco il fattore biologico dove il nostro corpo cambia. Potremmo identificare la botta al 30esimo km della maratona. È scontato che uno sprint ed olimpico sono gare performanti dove la espressione dei tre gesti è esaltante. In un Im si esprime tutto sulla resistenza e la testa che gioca un ruolo importantissimo. Non nascondo che ho provato più volte dolore nel vedere così tanta carne umana al macello trovando poca soddisfazione, ma questa è una mia personalissima visione del mondo Ironman, al punto di non trovarne alcuna attrazione. Vedere nuotare in 17' un 1500 pedalare a medie mai sotto i 40 e correre a 3' al chilometro mi dà la vera consapevolezza che bisogna avere un motore straordinario per fare determinate performance e non vuol dire che se gli stessi atleti facessero le stesse distanze risulterebbero una eccellenza. Ad ognuno la sua distanza per gli ago group invece vale tutto perchè alla fine siamo lì per divertirci. Fabio [/QUOTE]
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