Marc Madiot: "C'è un problema di sicurezza sulle corse"

samuelgol

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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Il telecomando ce lo hanno in mano i ciclisti secondo me. Se fanno fronte comune (ma deve essere comune) possono invertire la tendenza. Hanno scioperato i calciatori in Italia e gli sportivi dei maggiori sport americani. Se tengono alla loro incolumità, devono rifiutarsi di partire dove sanno che non ci sono le condizioni di sicurezza per farlo. Mi rendo conto che non è facile che accada, in primis perché per non subirne conseguenze, dovrebbero sul serio far fronte comune come un unico blocco o quasi….oltre al fatto che dovrebbero organizzarsi con qualcuno che fatta una ricognizione dei percorsi, visioni e si renda conto di eventuali criticità.
 
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.oltre al fatto che dovrebbero organizzarsi con qualcuno che fatta una ricognizione dei percorsi, visioni e si renda conto di eventuali criticità.

Ci sono già eh...e c'è pure sempre il delegato CPA che dovrebbe (o lo fa proprio) visionare il percorso.
Madiot però dice che ci vorrebbe "un organismo indipendente dalle organizzazioni". Il che suona bizzarro...o critico nei confronti della CPA, che tra l'altro ha poco tempo fa ammesso di "non avere mezzi" (per fare alcunché).

I corridori dovrebbero veramente essere capaci di organizzarsi in un qualcosa loro. Ne discutono già via Whatsapp da un pezzo, ma per qualche motivo che ignoro non sembra riescano a fare niente. I più consapevoli e decisi poi sono sempre i veterani, che però poi poco dopo si ritirano...ed in gran parte finiscono dall'altra parte della barricata...
 

Zac36100

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WINSPACE GOTOBIKE / fm056 29er
Organizzare una gara è una cosa difficile, cercare di intercettare tutti i rischi quasi impossibile.

Ti faccio l'esempio delle gare di enduro (moto). C'è un ispettore di percorso (ex pilota) che collabora con gli organizzatori dando il punto di vista del "pilota". Il suo è un parere vincolante
Secondo me Marc Madiot ha perfettamente ragione ma sbaglia atteggiamento.
Avrebbe dovuto mettersi assieme ad altri DS e dire tutti assieme la stessa cosa: Saronni, Scinto avrebbero subito appoggiato la cosa
 

Ser pecora

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Organizzare una gara è una cosa difficile, cercare di intercettare tutti i rischi quasi impossibile.

Ti faccio l'esempio delle gare di enduro (moto). C'è un ispettore di percorso (ex pilota) che collabora con gli organizzatori dando il punto di vista del "pilota". Il suo è un parere vincolante
Secondo me Marc Madiot ha perfettamente ragione ma sbaglia atteggiamento.
Avrebbe dovuto mettersi assieme ad altri DS e dire tutti assieme la stessa cosa: Saronni, Scinto avrebbero subito appoggiato la cosa

Il ciclismo su strada non si corre in pista (...), quindi una verifica di certe criticità è più difficile (tipo la sciùra entrata nel percorso al Lombardia), ma qui si parla di cose note e stranote, tipo l'arrivo al Giro di Polonia.
La cosa difficile da capire è perché ci sia questa impossibilità di risolverle, il peso nullo dei corridori e pure la paura di parlare.
 

Alberto Baraldi

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Elenco quelli che secondo me sono due dei problemi principali:

- i professionisti sono centinaia. Fare blocco comune è molto difficile perché, escluso il 10% dei big che ha peso, i restanti che lottano per entrare nei roster delle corse temono che "facendo casino" verrebbero messi da parte dalle loro squadre in favore di altri giovani che, pur di avere un posto al sole, a loro volta si guarderebbero bene di partecipare al fronte comune.

- per come si svolgono le corse in linea, un controllo preciso della sicurezza del percorso è difficile dato che tutto viene montato in fretta e furia, a volte quasi allestendo le zone del traguardo a gara già iniziata o poco ci manca. Per dire, una volta che sono andato a vedere un finale di corsa percorrendo un tratto di gara, stavano ancora finendo di allestire un traguardo volante a un paio d'ore dal passaggio dei corridori.
Mettiamo anche solo di controllare più approfonditamente i traguardi: se non vanno bene fermiamo la corsa iniziata? No perché succederebbe svariate volte l'anno secondo me (solo tra transenne e spartitraffico), e chi deve decidere avrebbe pressioni enormi.
 

samuelgol

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Ci sono già eh...e c'è pure sempre il delegato CPA che dovrebbe (o lo fa proprio) visionare il percorso.
Madiot però dice che ci vorrebbe "un organismo indipendente dalle organizzazioni". Il che suona bizzarro...o critico nei confronti della CPA, che tra l'altro ha poco tempo fa ammesso di "non avere mezzi" (per fare alcunché).

I corridori dovrebbero veramente essere capaci di organizzarsi in un qualcosa loro. Ne discutono già via Whatsapp da un pezzo, ma per qualche motivo che ignoro non sembra riescano a fare niente. I più consapevoli e decisi poi sono sempre i veterani, che però poi poco dopo si ritirano...ed in gran parte finiscono dall'altra parte della barricata...
Ma infatti, io dicevo proprio un loro rappresentante, uno di loro che ne capisca e conosca cosa serve...la butto lì un Cancellara (comunque uno di peso, esperienza e personalità) che visionato il percorso gli dica….fai così, fai colà, qui c'è questo problema, sistema o non si parte. Intendiamoci, la cosa andrebbe studiata e affinata, non è facile dirlo qui in quattro e quattrotto. Comunque un qualcuno di interno ai corridori, perché sono loro che corrono, loro che rischiano e loro che possono decidere di non partire.
Organizzare una gara è una cosa difficile, cercare di intercettare tutti i rischi quasi impossibile.

Ti faccio l'esempio delle gare di enduro (moto). C'è un ispettore di percorso (ex pilota) che collabora con gli organizzatori dando il punto di vista del "pilota". Il suo è un parere vincolante
Secondo me Marc Madiot ha perfettamente ragione ma sbaglia atteggiamento.
Avrebbe dovuto mettersi assieme ad altri DS e dire tutti assieme la stessa cosa: Saronni, Scinto avrebbero subito appoggiato la cosa
Se aspetti i Ds stai fresco….quelli fanno capo a chi paga e chi paga non accetterebbe mai scioperi, serrate e altre cose. Ci vuole un corridore (ex) che con la sua esperienza conosca e individui, se non tutte, almeno quante più criticità possibili, perché spesso chi organizza non è anche praticante e quindi di certe cose non ha idea. Gli organizzatori migliori delle gare per la mia esperienza (amatoriale) sono sempre stati quelli che a) erano anche praticanti, b) ascoltavano prima e dopo la gara i pareri di chi aveva corso per trarne spunti di miglioramento.
I peggiori erano quelli che "se non ti piace vai altrove".
Gare prò ovviamente è più complessa la cosa, ma soprattutto i percorsi classici, quelli che si ripetono di anno in anno, dovrebbero aver già fatto emergere le criticità e dovrebbero pertanto essere già state corrette. La discesa della Colma al Lago di Como ormai si ripete di anno in anno….alcune criticità, non risolte, potrebbero e dovrebbero averle individuate, così come il Giro di Polonia dove si è rotto Jackbsen...ma comunque sulla scorta delle esperienze pregresse, alcune cose da controllare dovrebbero essere ormai acquisite, a cominciare ad esempio dal tipo e dal modo di posizionamento delle transenne, dal segnalamento degli spartitraffico ecc.[/QUOTE]
 

Ser pecora

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Gare prò ovviamente è più complessa la cosa, ma soprattutto i percorsi classici, quelli che si ripetono di anno in anno, dovrebbero aver già fatto emergere le criticità e dovrebbero pertanto essere già state corrette. La discesa della Colma al Lago di Como ormai si ripete di anno in anno….alcune criticità, non risolte, potrebbero e dovrebbero averle individuate, così come il Giro di Polonia dove si è rotto Jackbsen...ma comunque sulla scorta delle esperienze pregresse, alcune cose da controllare dovrebbero essere ormai acquisite, a cominciare ad esempio dal tipo e dal modo di posizionamento delle transenne, dal segnalamento degli spartitraffico ecc

Appunto, si sanno, ma non si riescono a risolvere. Perché?

In tutte le organizzazioni ci sono ex-pro. Al UAE Tour 3-4 anni fa c'era Merckx che voleva convincere a tutti i costi i corridori a correre con 50°...
 

Gamba_tri

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www.sportintranslation.com
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Barco Spirit-Xcr - Cannondale Synapse carbon
Il ciclismo su strada non si corre in pista (...), quindi una verifica di certe criticità è più difficile (tipo la sciùra entrata nel percorso al Lombardia), ma qui si parla di cose note e stranote, tipo l'arrivo al Giro di Polonia.
La cosa difficile da capire è perché ci sia questa impossibilità di risolverle, il peso nullo dei corridori e pure la paura di parlare.
L'Enduro in moto non si corre in pista, ma su sentieri e strade stile rally della auto. Di motori capisco nulla, ma mi pare sia così.
 

samuelgol

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Appunto, si sanno, ma non si riescono a risolvere. Perché?

In tutte le organizzazioni ci sono ex-pro. Al UAE Tour 3-4 anni fa c'era Merckx che voleva convincere a tutti i costi i corridori a correre con 50°...
Non necessariamente un grande campione di uno sport è un grande allenatore o un grande sindacalista o uno che ne capisce chissà quanto.
Prendendo con le molle il caso specifico di cui non conosco i dettagli, nulla vieta che Merckx fosse uno di quelli che non soffriva il caldo o semplicemente fosse uno che "quando correvo io le strade non erano manco asfaltate" ecc., piuttosto che invece di rappresentare i corridori, su pressione degli organizzatori, cercasse di usare il suo nome per farli correre di fronte alle loro reticenze.
Il sindacalista, come l'allenatore, deve essere uno che ne capisce molto dello sport in ballo, non basta che sia un grande ex…..basta vedere le fregnacce che spara Cipollini in rete. Lo stesso Merckx che dice che la Jumbo al Tour doveva fare "qualcosa" contro Pogacar (e dopo la cronometro) senza dire cosa.
 

Gamba_tri

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Vabbé, allora la similitudine è più con la Mtb, dove comunque che un'auto entri in un bosco mi pare raro...
Il pericolo non sono mica solo le auto, quella tutto sommato è l'evenienza più rara.
Nelle categorie giovanili i giudici visionano il percorso, almeno una volta lo facevano, il problema è su distanze più lunghe.
A volte non si curano nemmeno della sicurezza dell'ultimo chilometro, cosa relativamente semplice.
Stazianti sono i post sui social del papà di Iannelli.
 

sembola

Scalatore
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Sui media internazionali si legge di una certa contestazione alla CPA da parte di parecchi corridori, in quanto viene gestita col sistema dei "blocchi elettorali" della UCI (x voti per certe nazioni, y per altre) e non in base al principio "una testa un voto". Inoltre è considerata troppo connessa all' UCI e quindi "di parte".
 

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il problema c è eccome, è molto complicato controllare tutto il percorso, 200km e immaginare dove può avvenire qualcosa di storto, certo che a vedere gli ultimi incidenti che hanno fatto notizia erano quasi tutti evitabili con una prevenzione minima (no arrivi da volata troppo veloci, transenne/piloni/restringimenti della strada improvvisi/spartitraffico e guard rail pericolosi coperti con materiale morbido)
già ci sono criticità di sicurezza insormontabili, per l'assenza di protezioni, per l'ammucchiamento dei corridori a pochi cm, per la stabilità precaria dei mezzi) almeno quelle evitabili sono da evitare a tutti i costi. (la borraccia sotto alle ruote non la puoi prevedere, il muretto o il pilone in traiettoria in discesa si)
 

Zac36100

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La cosa difficile da capire è perché ci sia questa impossibilità di risolverle, il peso nullo dei corridori e pure la paura di parlare.

le gare di enduro non si corrono in pista ma sui sentieri che, con una notte di pioggia, cambiano completamente, campi di argilla che non drenano nemmeno una goccia...
O fiumi che da secca vanno in piena in tre ore...

In anni di gare me ne sono capitate di tutti i colori, altro che transenne:cassius:
 

Maiella

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28 Gennaio 2015
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Il telecomando ce lo hanno in mano i ciclisti secondo me. Se fanno fronte comune (ma deve essere comune) possono invertire la tendenza. Hanno scioperato i calciatori in Italia e gli sportivi dei maggiori sport americani. Se tengono alla loro incolumità, devono rifiutarsi di partire dove sanno che non ci sono le condizioni di sicurezza per farlo. Mi rendo conto che non è facile che accada, in primis perché per non subirne conseguenze, dovrebbero sul serio far fronte comune come un unico blocco o quasi….oltre al fatto che dovrebbero organizzarsi con qualcuno che fatta una ricognizione dei percorsi, visioni e si renda conto di eventuali criticità.
Qualche settimana fa in una gara minore che non ricordo dove é stata corsa (Belgio, Olanda o Lussemburgo) i ciclisti hanno scioperato. E in effetti si erano viste cose inaudite, soprattutto auto sul tracciato che viaggiavano in senso contrario al gruppo.
 
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Qualche settimana fa in una gara minore che non ricordo dove é stata corsa (Belgio, Olanda o Lussemburgo) i ciclisti hanno scioperato. E in effetti si erano viste cose inaudite, soprattutto auto sul tracciato che viaggiavano in senso contrario al gruppo.
Giro del Lussemburgo. Ma ci son state proteste anche al Dauphinè e durante il Giro della Vallonia per una strada piena di buche (che in Belgio per trovarne bisogna anche impegnarsi parecchio...)