MTB - 10 Anni Pedalando

OrsoMars

Pedivella
9 Giugno 2004
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Per festeggiare il decimo anniversario dell’associazione Pedalando, una delle più attive e organizzate associazioni di biker del centro Italia,è stato pensato e realizzato un lungo giro dentro e intorno a Roma che comprende molte (delle poche) ciclabili e parchi della capitale.

La data della festa è domenica 3 dicembre 2006. Luogo di partenza, il Circo Massimo.

Sono previsti due percorsi. Quello completo di oltre 140 km e quello breve di 70 km.

I giri sono stati testati e registrati su GPS e le tracce sono state messe a disposizione sul sito.

Finalmente arriva il giorno, una tiepida domenica invernale.

Nel crepuscolo mattutino ecco che arrivano i partecipanti: c’è chi è uscito da casa in bici, chi l’ha messa in macchina, chi arriva dalla provincia, etc. Chi è vestito con pesanti tute invernali, chi con pantaloncini corti, etc.

Saluti, sorrisi, sfottò…. E allegria.

Ci si scalda pedalando per il prato del Circo Massimo, si fanno foto. Siamo circa 45 i partenti del giro lungo, tutti maschiacci tranne due ragazze, la giovane, sorridente e grintosa Giulia con già alle spalle una Santiago de Compostela e una ragazza di Padova responsabile di una associazione ciclistica che non ricordo.

Si parte. Piramide, ponte Marconi, si scende sull’argine a prendere la ciclabile del lungotevere.
Si attraversa il Ponte di Ferro.

Nel corso della giornata abbiamo attraversato diversi cavalcavia di ferro: è stato uno spettacolo vedere la lunga fila di biker coi ferri in spalla.

I ciclisti solitari e i passeggiatori mattutini ci guardano con una certa espressione.

Continuiamo la ciclabile fino a Tor di Valle, poi per strade interne arriviamo alla Colombo all’entrata della tenuta presidenziale.
Paolo, l’organizzatore, è andato a cercarsi tutte le salitelle della zona, infatti a fine giornata saranno 900 i metri di dislivello.

A Casal Bernocchi riprendiamo l’argine del Tevere. Siamo in aperta campagna adesso.
Una cavalcata entusiamante tra canneti e terrapieni, orti e campi fin dove il Tevere si divide in due.

Quello che ha più stupito molti dei partecipanti è stato proprio questo fatto. Che anche in un’area così altamente urbanizzata è possibile trovare posti belli e selvaggi a pochi passi dalle grandi arterie caotiche e inquinate.

Una delle immagini più emblematiche di questo è, a mio avviso, quando passiamo a pochi metri dalla Pontina, su una sterrata. Siamo allegri, anzi euforici, accanto a questa strada che normalmente si percorre frustrati nel caos.

Nel borgo di Ostia Antica, sotto il castello, ci ricongiungiamo col gruppo del giro corto. Anche qui saluti e sorrisi. Siamo una ottantina adesso, un vero branco.

Si cambia scenario. Si pedala in fila sulla sabbia di una pineta molto folta, colore marrone e luce bassa.

Qualche kilometro e si sbuca sulla litoranea. Accanto a noi il mare. Luce.

C’è un tratto di asfalto adesso e i pochi agonisti e qualche stradista tirano un po’ spezzando il gruppo.

A Pratica di Mare, dal Marcheggiano, finalmente la sosta. Siamo circa a metà strada. Si mangia, ci si rinfresca, si tolgono gli indumenti pesanti, ci sono venti gradi.
Si prende il caffè, si familiarizza, si cerca di dare dei volti ai nickname.

Si riprende attraversando il parco di Decima/Malafede su sterrate che scendono dalle colline e poi le risalgono.
C’è chi si porta avanti senza conoscere il percorso e tira avanti dove invece bisogna girare. Torna utile l’uso dei telefonini.

Attraversiamo la pontina (ponte di ferro), la laurentina, e poi su asfalto raggiungiamo il santuario del Divino Amore.

Poco prima i componenti del giro corto ci hanno lasciato, il gruppo è tornato più piccolo.

All’imbocco dell’Appia antica ci fermiamo per una sosta e ….miracolo, uno del gruppo tira fuori una bottiglia di cannonau che aveva nello zaino. Questi sono i momenti che mi riconciliano col ciclismo!

Percorriamo un lungo tratto dell’Appia antica in mezzo ai passeggiatori della domenica: che bellezza. Molti passano sul sentierino in terra battuta a lato, alcuni preferiscono provare le sospensioni sulle antiche pietre.

Un breve raccordo su asfalto e siamo al Parco degli acquedotti. Anche qui lo spettacolo è superbo e poterlo fare su una bike in piena libertà è veramente bello.

Ci sono alcune defezioni. Qualcuno non è attrezzato per il buio, qualcun altro è stanco, altri ancora sono vicino casa da dove sono usciti la mattina in bike. Comunque pochi, siamo sempre sopra i trenta.

Adesso ci aspetta il tratto urbano meno bello, su asfalto. Percorriamo tutta la via Togliatti fino alla Tiburtina.

Il tempo di ricompattare il gruppo e si scende lungo il Parco dell’Aniene.
Pochi secondi e siamo nel terzomondo. Una decina di bambini e ragazzetti nomadi ci saluta urlando tra il sentiero e la baraccopoli. Poi è solo parco, prima boscoso e poi prati che costeggiano l’Aniene che poco avanti confluisce nel Tevere.

Comincia ad abbuiare. Si accendono le luci, si indossano i giubbini rifrangenti.
Ancora un tratto urbano ed entriamo a Villa Ada. Veramente potrebbe essere un altro parco qualsiasi. E’ buio, si intuisce appena il laghetto di fianco. Ma bisogna stare concentrati e ipnotici sul breve tratto di strada illuminato dalla lampada.

Perdiamo un componente del gruppo, Mario, che resta attardato a causa di un piccolo incidente, ma nessuno se ne accorge. Comunque arriverà a destinazione per altre vie.

Ancora un breve tratto e siamo a Villa Borghese. Sono rimasti attardati pochi visitatori sparuti.

E non resta che il tratto finale nel centro di Roma tra i turisti e quelli del cinema domenicale.

Via Veneto, l’ultima salitella alle Quattro Fontane, la foto di gruppo al Quirinale.

Il colosseo e i Fori Imperiali, le antiche pietre sotto l’arco di Costantino, e siamo di nuovo al Circo Massimo, dove eravamo partiti dieci ore prima.

Bel modo di festeggiare un compleanno.

Rolando