Concordo pienamente con Zonzolo. Purtroppo però c'è chi non la intende così: non facendo nomi, i vari Omar Di Felice o Paolo Laureti, che è arrivato su per primo l'anno scorso, partecipano a questi eventi con uno spirito diverso da quello di un vero randonneur ma....contenti loro; certo che non credo che alla fine ricordino molto dei paesaggi attraversati o degli incontri con la popolazione del luogo.
Il problema, secondo me, sta nel fatto che a questi ultracyclers viene dato troppo risalto mediatico dagli organizzatori dell'evento che, tra l'altro, seguono solo la prima parte dei partecipanti e trascurano il resto del gruppo. Ciò mi è stato riferito da alcuni ragazzi che conosco che hanno fatto l'edizione 2021 e che all'arrivo a Capo Nord (2 o 3 gg prima dello scadere del tempo max) non hanno trovato nessuno dello staff ad accoglierli e il timbro di convalida è stato fatto da una impiegata dei locali dove si trovano il bar e il gift -shop di Capo Nord.
Mi pare un pò pochino a fronte dei 380 euro di una iscrizione che comprende solo un cappellino e una traccia non sempre precisa palesemente fatta con un software (sempre riferitomi da chi ha partecipato) e perciò, rinuncio a malincuore alla NC4K che ha una meta di grande fascino che viene "venduta" molto bene mediaticamente ma dove, purtroppo, i buoni propositi vengono anche qui prevaricati dalla politica del business.
Dissento,carissimo Baracca.
Chi è il vero randonneur?
Noi in tandem, secondo la narrazione romantica main stream, rispettiamo in pieno l'archetipo del randonneur vecchio stile,sgarrupatissimi, poco allenati,cicloviaggiatori da sempre prestati al mondo delle lunghe distanze,disorganizzati,approssimati(vi) e metteteci tutto quello che vi può tornare in mente.
Non per questo disdegniamo chi invece tenta l'impresa e si impone in un'ottica competitiva,anzi,proprio perchè siamo essenzialmente cicloviaggiatori con le pezze sul sedere, per noi queste prove rimangono prove contro il tempo,dove si parla di medie,allenamenti,tabelle e si cerca,ognuno, il proprio limite.
Diversamente i ritmi sono quelli di un viaggio,dove le distanze giornaliere risultano molto più contenute e il sapore è quello di una placida vacanza da assaporare in veste di turisti.
Quello di cui sopra è cosa che si è sempre fatto e che torneremo a fare,chiusa la parentesi attuale,dove le randonneè per noi non sono altro che perenne ricerca di un limite sempre oltre il precedente e anzi ci piacerebbe essere anche molto più performanti di quello che siamo,ma qui diventa un esercizio di sano realismo quotidiano trovandoci a dover fare i conti con lavoro,famiglia,badantato diffuso ai vecchi e altre varie quisquilie.
Diciamo che negli stessi 1200 km di una randonneè ci piace ritrovare e ritroviamo l'atleta che realizza un tempo da fuoriclasse professionista e le mille storie e avventure folli e improbabili che gravitano attorno a queste manifestazioni.
Secondo me la randonneè raccoglie per definizione tutte queste visioni.
Volendo poi contestualizzare altre considerazioni sulla NK4K,è probabile sia confezionata a livello mediatico in maniera egregia,ma è il meccanismo che ritrovo ovunque,è il nostro ego ad essere sapientemente solleticato e va benissimo.
Se poi la mettiamo su un piano strettamente personale, io mi identifico e ritrovo le mie corde a livello di performance su distanze più contenute,i 1200-1600 km canonici,se dovessi pensare a 4500 km verso Capo Nord, mi prenderei un paio di mesi e chi si è visto si è visto,diventa un viaggio,magari con un traghetto che da là ci potrebbe portare in Scozia e via cosi.
Un saluto a tutti quanti e arrivederci per strada.