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Randonnées ed Ultracycling
Paris-Brest-Paris 2019
Testo
<blockquote data-quote="marco.soardi" data-source="post: 6493079" data-attributes="member: 41930"><p>Ecco,io non mi stupisco della situazione, nel 2007 ero il Thailandese di turno.</p><p>Pur avendo tutti i brevetti del caso e un paio da 600 km pure, non sapevo cosa stavo facendo.</p><p>Potremmo definire la mia situazione psicologica di allora come un decimo grado della scala mercalli in chiave psichedelica, ero terremotato dentro.</p><p>Ve ne passo alcune ad esempio e perenne monito.</p><p>Partito cotto, dopo ore sotto il sole, allora, come anche nel 2011, non si partiva a scaglioni, ci si metteva semplicemente in fila.</p><p>A Mortagne, non ho avuto la capacità di girare l'angolo del bar all'ingresso per capire ci fosse anche il self-service, avevo una fame da lupi, al banco avevano esaurito tutto, fuori le salamelle erano finite, ho pasteggiato con cioccolato e fichi secchi, che mi viene male a pensarci ancora oggi, tra l'altro sono un goloso impenitente, ma l'unica cosa che non mangio è il cioccolato.</p><p>Una bicicletta tirata insieme con lo sputo, due lumini da morto avvolti nel domopack come fari e fu subito incidente, in pieno in una buca, raggi rotti e tanto tempo perso, nel frattempo avevo poi mancato un altro ristoro, non ricordo dove, ma ricordo la fame.</p><p>Avevo in dotazione un paio di borse topeak, ma fu troppo tardi quando mi accorsi che l'acqua alzata dalle ruote andava nelle suddette, non essendo impermeabili, risultato, visto che fu la PBP più bagnata della storia, tutto quello che avevo in borsa era completamente zuppo.</p><p>Ripartito da Tinteniac in preda ai miei fantasmi e senza un barlume di lucidità e avendo fatto non so quali calcoli, arrivai alla conclusione matematica che Loudeac fosse ad oltre 100 km, nel mentre ne avevo già percorsi un trenta e più, ma la diretta conseguenza delle mie equazioni di terzo grado fu la convinzione che non sarei mai arrivato in tempo utile e lasciai per strada, chiedendo ospitalità a due simpatici signori che mi offrirono pernotto e colazione all'indomani.</p><p>Inutile dire che non avevo la più pallida idea di quale fosse il tempo utile per Loudeac, ma ovviamente tutto quadrava nel contesto di assoluta follia nel quale mi ero ficcato.</p><p>Potrei andare avanti, ma è giusto per dare un'idea.</p><p>Il tandem arrivò poi, come gesto di infinito amore da parte di Armida, volto a proteggermi da questo mondo che non perdona.</p><p>Marco.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="marco.soardi, post: 6493079, member: 41930"] Ecco,io non mi stupisco della situazione, nel 2007 ero il Thailandese di turno. Pur avendo tutti i brevetti del caso e un paio da 600 km pure, non sapevo cosa stavo facendo. Potremmo definire la mia situazione psicologica di allora come un decimo grado della scala mercalli in chiave psichedelica, ero terremotato dentro. Ve ne passo alcune ad esempio e perenne monito. Partito cotto, dopo ore sotto il sole, allora, come anche nel 2011, non si partiva a scaglioni, ci si metteva semplicemente in fila. A Mortagne, non ho avuto la capacità di girare l'angolo del bar all'ingresso per capire ci fosse anche il self-service, avevo una fame da lupi, al banco avevano esaurito tutto, fuori le salamelle erano finite, ho pasteggiato con cioccolato e fichi secchi, che mi viene male a pensarci ancora oggi, tra l'altro sono un goloso impenitente, ma l'unica cosa che non mangio è il cioccolato. Una bicicletta tirata insieme con lo sputo, due lumini da morto avvolti nel domopack come fari e fu subito incidente, in pieno in una buca, raggi rotti e tanto tempo perso, nel frattempo avevo poi mancato un altro ristoro, non ricordo dove, ma ricordo la fame. Avevo in dotazione un paio di borse topeak, ma fu troppo tardi quando mi accorsi che l'acqua alzata dalle ruote andava nelle suddette, non essendo impermeabili, risultato, visto che fu la PBP più bagnata della storia, tutto quello che avevo in borsa era completamente zuppo. Ripartito da Tinteniac in preda ai miei fantasmi e senza un barlume di lucidità e avendo fatto non so quali calcoli, arrivai alla conclusione matematica che Loudeac fosse ad oltre 100 km, nel mentre ne avevo già percorsi un trenta e più, ma la diretta conseguenza delle mie equazioni di terzo grado fu la convinzione che non sarei mai arrivato in tempo utile e lasciai per strada, chiedendo ospitalità a due simpatici signori che mi offrirono pernotto e colazione all'indomani. Inutile dire che non avevo la più pallida idea di quale fosse il tempo utile per Loudeac, ma ovviamente tutto quadrava nel contesto di assoluta follia nel quale mi ero ficcato. Potrei andare avanti, ma è giusto per dare un'idea. Il tandem arrivò poi, come gesto di infinito amore da parte di Armida, volto a proteggermi da questo mondo che non perdona. Marco. [/QUOTE]
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