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Tecnica
Officina e manutenzione
perplessità sulla guarnitura ULTEGRA 6800: leggete!
Testo
<blockquote data-quote="GDC83" data-source="post: 4909304" data-attributes="member: 63593"><p>Allora ragazzi, ascoltate bene: il "corpo rigido" cioè fermo è solo pura teoria poiché in natura qualsiasi corpo/materiale posto sotto forza meccanica ha "X" flessione, fino ad arrivare poi al punto di rottura o di non più ripristino della forma iniziale.</p><p></p><p>Bene, detto ciò ovviamente c'è un limite a tutto e per l'appunto quel che qui ho voluto manifestare è semplicemente il fatto che sostengo qualche perplessità circa la normalità o meno della flessione laterale osservata sulla FC-6800 (concettualmente normalissima, in misura lieve ovviamente, per qualsiasi guarnitura -quale più, quale meno- quando messa sotto forte sforzo) e cercando di capire se la cosa sia grosso modo normale confrontandomi con altri che l'avessero sulla propria bici...</p><p></p><p>E per chi sostenesse che la propria guarnitura non fletta per nulla o fletta pochissimissimo (anche per chi possedesse le famigerate FSA 386EVO), invito costoro ad effettuare un banale esperimento: capovolgete la bici (vi verrà meglio osservare) e col pollice all'interno del pedale destro (il foro dove s'inserisce la punta della tacchetta) tiratelo con forza verso il fodero orizzontale adiacente facendovi presa con il resto delle dita della stessa mano.</p><p>Bene, potrete (TUTTI) notare come la pedivella vada flettendosi (anche il fodero s'è per questo) tanto quanto sarà la forza che farete con la mano, tirandosi appresso ovviamente le relative corone: quest'ultimo fenomeno è particolarmente tangibile se il tutto lo eseguite mentre guardate dall'alto collimando con l'occhio il deragliatore con le corone.</p><p></p><p>Prego, fate pure e poi ditemi.</p><p></p><p>Dopodiché, in risposta ad SCR1, vorrei far notare che il fattore sulla quale si gioca per quanto concerne la componentistica ciclistica che viene messa sotto sforzo, tecnicamente parlando, non è la rigidità in assoluto di per se, ma specificatamente la sua relazione col peso: il cosiddetto rapporto RIGIDITA'/PESO per l'appunto.</p><p>Ciò significa infatti che seppur ci si serva d'una guarnitura superleggera, questa per esser veramente performante deve avere sufficiente rigidità (per non dissipare eccessivamente la nostra forza) cosicché il minor peso (che spesso è sinonimo di minor massa o di diverso materiale nella migliore delle ipotesi) non infici particolarmente sulle sue proprietà meccaniche tale che questa possa beneficiare da esso (il minor peso) un vero e proprio vantaggio sulla pedalata poiché magari risulta altrettanto rigida rispetto ad altri modelli un pò più pesanti.</p><p>In virtù di tutto questo infatti mi lascio il beneficio del dubbio al fatto che probabilmente la guarnitura FC-6800 possa avere un gradiente di flessione ben calcolato dai sui ingegneri realizzatori poiché perfettamente in linea col rapporto RIGIDITA'/PESO studiato per essa (solo che questo effettivamente sarebbe un quesito da porre ai Signori dagli occhi a mandorla...).</p><p></p><p>Infatti, per chi avesse avuto o ha modo di pedalare s'una bici da Crono avrà certamente notato che queste siano veramente e quasi eccessivamente rigide poiché, per la funzione che hanno da svolgere, viene particolarmente privilegiato per loro la RIGIDITA' a (ovviamente) gran discapito del PESO poiché per raggiunger la prima è rigorosamente necessaria tanta più massa nella specifica componentistica rispetto a quella che può esserci in una più tradizionale e polivalente bici da strada...</p><p>Ultimo esempio: Marcel Kittel monta sulla propria GIANT l'attacco manubrio della PRO modello VIBE SPRINT in carbonio monoscocca dal peso di ben 195g e come manubrio sempre il PRO modello VIBE SPRINT in lega d'alluminio 7050 con rinforzo interno e dal peso di niente po po di meno che 295g (quando vi sarebbero tranquillamente dei manubri in carbonio di 180-190g penserete...).</p><p>Bene, non v'è bisogno certamente di sottolineare che sono dei pesi assolutamente fuori standard rispetto a quel che possiamo trovare in altre marche d'alta gamma, ma quei specifici componenti sopra menzionati son stati espressamente studiati nei loro materiali per darvi il massimo della RIGIDITA' nelle volate del campione teutonico durante il vorticoso tiro del manubrio agli ultimi centinaia di metri dal traguardo cosicché il meno possibile si possa assorbire (flettendosi) i suoi WATT.</p><p>Rigidità che essendo stata raggiunta tramite aggiunta e tipologia di massa andrà poi a inficiare sul rendimento man mano che la strada s'impenna, ma, come appunto ne cita il nome (VIBE "SPRINT"), il loro campo di battaglia è univoco e non prevede pendenze :-)</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="GDC83, post: 4909304, member: 63593"] Allora ragazzi, ascoltate bene: il "corpo rigido" cioè fermo è solo pura teoria poiché in natura qualsiasi corpo/materiale posto sotto forza meccanica ha "X" flessione, fino ad arrivare poi al punto di rottura o di non più ripristino della forma iniziale. Bene, detto ciò ovviamente c'è un limite a tutto e per l'appunto quel che qui ho voluto manifestare è semplicemente il fatto che sostengo qualche perplessità circa la normalità o meno della flessione laterale osservata sulla FC-6800 (concettualmente normalissima, in misura lieve ovviamente, per qualsiasi guarnitura -quale più, quale meno- quando messa sotto forte sforzo) e cercando di capire se la cosa sia grosso modo normale confrontandomi con altri che l'avessero sulla propria bici... E per chi sostenesse che la propria guarnitura non fletta per nulla o fletta pochissimissimo (anche per chi possedesse le famigerate FSA 386EVO), invito costoro ad effettuare un banale esperimento: capovolgete la bici (vi verrà meglio osservare) e col pollice all'interno del pedale destro (il foro dove s'inserisce la punta della tacchetta) tiratelo con forza verso il fodero orizzontale adiacente facendovi presa con il resto delle dita della stessa mano. Bene, potrete (TUTTI) notare come la pedivella vada flettendosi (anche il fodero s'è per questo) tanto quanto sarà la forza che farete con la mano, tirandosi appresso ovviamente le relative corone: quest'ultimo fenomeno è particolarmente tangibile se il tutto lo eseguite mentre guardate dall'alto collimando con l'occhio il deragliatore con le corone. Prego, fate pure e poi ditemi. Dopodiché, in risposta ad SCR1, vorrei far notare che il fattore sulla quale si gioca per quanto concerne la componentistica ciclistica che viene messa sotto sforzo, tecnicamente parlando, non è la rigidità in assoluto di per se, ma specificatamente la sua relazione col peso: il cosiddetto rapporto RIGIDITA'/PESO per l'appunto. Ciò significa infatti che seppur ci si serva d'una guarnitura superleggera, questa per esser veramente performante deve avere sufficiente rigidità (per non dissipare eccessivamente la nostra forza) cosicché il minor peso (che spesso è sinonimo di minor massa o di diverso materiale nella migliore delle ipotesi) non infici particolarmente sulle sue proprietà meccaniche tale che questa possa beneficiare da esso (il minor peso) un vero e proprio vantaggio sulla pedalata poiché magari risulta altrettanto rigida rispetto ad altri modelli un pò più pesanti. In virtù di tutto questo infatti mi lascio il beneficio del dubbio al fatto che probabilmente la guarnitura FC-6800 possa avere un gradiente di flessione ben calcolato dai sui ingegneri realizzatori poiché perfettamente in linea col rapporto RIGIDITA'/PESO studiato per essa (solo che questo effettivamente sarebbe un quesito da porre ai Signori dagli occhi a mandorla...). Infatti, per chi avesse avuto o ha modo di pedalare s'una bici da Crono avrà certamente notato che queste siano veramente e quasi eccessivamente rigide poiché, per la funzione che hanno da svolgere, viene particolarmente privilegiato per loro la RIGIDITA' a (ovviamente) gran discapito del PESO poiché per raggiunger la prima è rigorosamente necessaria tanta più massa nella specifica componentistica rispetto a quella che può esserci in una più tradizionale e polivalente bici da strada... Ultimo esempio: Marcel Kittel monta sulla propria GIANT l'attacco manubrio della PRO modello VIBE SPRINT in carbonio monoscocca dal peso di ben 195g e come manubrio sempre il PRO modello VIBE SPRINT in lega d'alluminio 7050 con rinforzo interno e dal peso di niente po po di meno che 295g (quando vi sarebbero tranquillamente dei manubri in carbonio di 180-190g penserete...). Bene, non v'è bisogno certamente di sottolineare che sono dei pesi assolutamente fuori standard rispetto a quel che possiamo trovare in altre marche d'alta gamma, ma quei specifici componenti sopra menzionati son stati espressamente studiati nei loro materiali per darvi il massimo della RIGIDITA' nelle volate del campione teutonico durante il vorticoso tiro del manubrio agli ultimi centinaia di metri dal traguardo cosicché il meno possibile si possa assorbire (flettendosi) i suoi WATT. Rigidità che essendo stata raggiunta tramite aggiunta e tipologia di massa andrà poi a inficiare sul rendimento man mano che la strada s'impenna, ma, come appunto ne cita il nome (VIBE "SPRINT"), il loro campo di battaglia è univoco e non prevede pendenze :-) [/QUOTE]
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