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Pista: come cominciare e ... proseguire
Testo
<blockquote data-quote="Surplace" data-source="post: 561549" data-attributes="member: 4249"><p>Ciao</p><p></p><p>Non vorrei come primo post fare da professore, dobbiamo tutti imparare qualcosa, metto solo la mia piccola esperienza.</p><p>Direi che rispondere a tutto in un colpo solo è un pò dura, comincio dai primi 4 punti:</p><p>Ruota Fissa: Beh, una volta era tutto più facile, durante la preparazione invernale, sin da esordiente, si usava il fisso per un lasso di tempo utile a percorrere dai 500 agli 800 km., poi con l'avvento dei forcellini posteriori verticali questa buona "usanza" è andata un pò a scemare. Quando esordienti, allievi e juniores arrivavano in pista non avevano bisogno di "pensare" a non fermare i pedali, il gesto atletico era naturale.</p><p>Ora (per quelli che non fanno il fisso) ci vuole qualche giorno e comunque non è detto che alla fine di una volata molto impegnativa non smettano di pedalare. Poco danno finchè si è giovani, la prontezza di riflessi fa sì che si riparta subito, un pò peggio per i più attenmpati.</p><p>Morale della favola, se si ha la possibilità di fare fisso su strada prima di entrare in pista, tanto meglio. Se proprio non è possibile allora non demoralizzarsi, un paio di sedute senza scatti, una seduta con mezzi scatti e una con un paio di volate sono sufficienti per cominciare.</p><p>Freni: "se nessuno frena i freni non servono" sembra una battuta ma la morale è quella, in pista al massimo si rallenta e per rallentare basta non agevolare la pedalata. In caso di caduta, beh, schivare (e per i più bravi saltare) è il massimo che si può fare.</p><p>L'unico caso in cui serve frenare (ma oramai poco usato) può essere nella velocità, in procinto di effettuare un surplace, col guanto sul tubolare.</p><p>Curve e Balaustra: qui subentra un fattore personale, la paura. I più fortunati o i più paurosi possono cominciare con una pista meno pendente, oppure una con curve paraboliche. Si tenga presente che la bici da pista ha un altezza da terra del movimento centrale maggiore di quella da strada e le pedivelle generamente più corte; sommiamo il tutto ai pedali a sgancio rapido e vedremo che toccare col pedale in curva è quantomai improbabile. Teniamo anche presente che la paura può giocare un brutto scherzo, cioè ci fa rallentare. Più veloci percorriamo le curve meno rischi di scivolare corriamo. Con l'acquisizione della sicurezza potremo rallentare sempre più.</p><p>Teniamo anche presente che nelle piste con curva lineare la pendenza che c'è sulla linea degli inseguitori è la stessa della balaustra, quindi la paura rimane solo per questioni di altezza e non di pendenza.</p><p>Io in genere faccio girare i giovanissimi (7-8-9 anni) 5 giri sulla linea nera, poi 5 giri sulla rossa dei velocisti, poi 10 giri su quella degli stayer e poi, arrivati a quella non hanno più paura (quelli che l'avevano) e vanno fin sopra.</p><p>Quarto punto ? <img src="/forum/styles/uix/xenforo/smilies_vb/icon_rolleyes.gif" class="smilie" loading="lazy" alt=":roll:" title="Icon Rolleyes :roll:" data-shortname=":roll:" /> </p><p></p><p>Andy</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Surplace, post: 561549, member: 4249"] Ciao Non vorrei come primo post fare da professore, dobbiamo tutti imparare qualcosa, metto solo la mia piccola esperienza. Direi che rispondere a tutto in un colpo solo è un pò dura, comincio dai primi 4 punti: Ruota Fissa: Beh, una volta era tutto più facile, durante la preparazione invernale, sin da esordiente, si usava il fisso per un lasso di tempo utile a percorrere dai 500 agli 800 km., poi con l'avvento dei forcellini posteriori verticali questa buona "usanza" è andata un pò a scemare. Quando esordienti, allievi e juniores arrivavano in pista non avevano bisogno di "pensare" a non fermare i pedali, il gesto atletico era naturale. Ora (per quelli che non fanno il fisso) ci vuole qualche giorno e comunque non è detto che alla fine di una volata molto impegnativa non smettano di pedalare. Poco danno finchè si è giovani, la prontezza di riflessi fa sì che si riparta subito, un pò peggio per i più attenmpati. Morale della favola, se si ha la possibilità di fare fisso su strada prima di entrare in pista, tanto meglio. Se proprio non è possibile allora non demoralizzarsi, un paio di sedute senza scatti, una seduta con mezzi scatti e una con un paio di volate sono sufficienti per cominciare. Freni: "se nessuno frena i freni non servono" sembra una battuta ma la morale è quella, in pista al massimo si rallenta e per rallentare basta non agevolare la pedalata. In caso di caduta, beh, schivare (e per i più bravi saltare) è il massimo che si può fare. L'unico caso in cui serve frenare (ma oramai poco usato) può essere nella velocità, in procinto di effettuare un surplace, col guanto sul tubolare. Curve e Balaustra: qui subentra un fattore personale, la paura. I più fortunati o i più paurosi possono cominciare con una pista meno pendente, oppure una con curve paraboliche. Si tenga presente che la bici da pista ha un altezza da terra del movimento centrale maggiore di quella da strada e le pedivelle generamente più corte; sommiamo il tutto ai pedali a sgancio rapido e vedremo che toccare col pedale in curva è quantomai improbabile. Teniamo anche presente che la paura può giocare un brutto scherzo, cioè ci fa rallentare. Più veloci percorriamo le curve meno rischi di scivolare corriamo. Con l'acquisizione della sicurezza potremo rallentare sempre più. Teniamo anche presente che nelle piste con curva lineare la pendenza che c'è sulla linea degli inseguitori è la stessa della balaustra, quindi la paura rimane solo per questioni di altezza e non di pendenza. Io in genere faccio girare i giovanissimi (7-8-9 anni) 5 giri sulla linea nera, poi 5 giri sulla rossa dei velocisti, poi 10 giri su quella degli stayer e poi, arrivati a quella non hanno più paura (quelli che l'avevano) e vanno fin sopra. Quarto punto ? :roll: Andy [/QUOTE]
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