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<blockquote data-quote="Doppiomisto" data-source="post: 6374853" data-attributes="member: 54993"><p><strong>ROMA.</strong> Per la prima volta nella storia di Nado Italia si è svolto presso gli uffici del Tribunale nazionale antidoping un processo a porte aperte. Il caso ha riguardato l'appello avanzato dal diciannovenne ciclista pratese Andrea Innocenti, in forza alla Maltinti Cambiano e con diverse presenze nelle nazionali giovabnili,, squalificato in primo grado per 4 anni per essere risultato positivo al testosterone in seguito a un controllo a sorpresa effettuato il 28 maggio 2018 al raduno azzurro prima della Corsa della Pace, prova alla quale poi ha regolarmente partecipato.. La decisione di svolgere un'udienza pubblica nell'antidoping è stata presa su richiesta del procuratore nazionale antidoping di Nado Italia Pierfilippo Laviani, e d'accordo con la difesa del ciclista è stata accolta dalla II Sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia presieduta dall'avvocato Luigi Fumagalli. Il processo, durato quasi due ore, ha visto le testimonianze del padre del ciclista e di un medico specialista, oltre alla dichiarazione spontanea dello stesso corridore.</p><p></p><p>All'inizio della sua requisitoria, il procuratore Laviani ha precisato riguardo l'articolo 28.1.1 (sulla regolamentazione del dibattimento) delle norme sportive antidoping: «Siamo tutti qui in forma pubblica - ha specificato Laviani - a dimostrazione che c'è contezza generale sul fatto che la giustizia che si fa qui ha il suo spessore, il suo l'approfondimento e soprattutto la sua equità. E che tutti possano testimoniare che non è una giustizia a tassametro da 14 minuti a caso ma che si affronta tutto e che le sentenze che si scrivono qui non solo sono elaboratissime, ma sopratutto sono riportate in maniera precisa».</p><p></p><p></p><p></p><p>Di contro, l'avvocato ha chiarito che «accettiamo la sua tesi e le sue richieste - le parole del legale Giuseppe Napoleone - ma l'atleta merita rispetto per la sua tragedia personale, non apprezziamo l'atteggiamento di scherno con cui lei ha trattato l'argomento», ribadendo che «i 14 minuti del primo grado sono un dato oggettivo». —</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Doppiomisto, post: 6374853, member: 54993"] [B]ROMA.[/B] Per la prima volta nella storia di Nado Italia si è svolto presso gli uffici del Tribunale nazionale antidoping un processo a porte aperte. Il caso ha riguardato l'appello avanzato dal diciannovenne ciclista pratese Andrea Innocenti, in forza alla Maltinti Cambiano e con diverse presenze nelle nazionali giovabnili,, squalificato in primo grado per 4 anni per essere risultato positivo al testosterone in seguito a un controllo a sorpresa effettuato il 28 maggio 2018 al raduno azzurro prima della Corsa della Pace, prova alla quale poi ha regolarmente partecipato.. La decisione di svolgere un'udienza pubblica nell'antidoping è stata presa su richiesta del procuratore nazionale antidoping di Nado Italia Pierfilippo Laviani, e d'accordo con la difesa del ciclista è stata accolta dalla II Sezione del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia presieduta dall'avvocato Luigi Fumagalli. Il processo, durato quasi due ore, ha visto le testimonianze del padre del ciclista e di un medico specialista, oltre alla dichiarazione spontanea dello stesso corridore. All'inizio della sua requisitoria, il procuratore Laviani ha precisato riguardo l'articolo 28.1.1 (sulla regolamentazione del dibattimento) delle norme sportive antidoping: «Siamo tutti qui in forma pubblica - ha specificato Laviani - a dimostrazione che c'è contezza generale sul fatto che la giustizia che si fa qui ha il suo spessore, il suo l'approfondimento e soprattutto la sua equità. E che tutti possano testimoniare che non è una giustizia a tassametro da 14 minuti a caso ma che si affronta tutto e che le sentenze che si scrivono qui non solo sono elaboratissime, ma sopratutto sono riportate in maniera precisa». Di contro, l'avvocato ha chiarito che «accettiamo la sua tesi e le sue richieste - le parole del legale Giuseppe Napoleone - ma l'atleta merita rispetto per la sua tragedia personale, non apprezziamo l'atteggiamento di scherno con cui lei ha trattato l'argomento», ribadendo che «i 14 minuti del primo grado sono un dato oggettivo». — [/QUOTE]
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