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Priorità Giro d'Italia per Dumoulin
Testo
<blockquote data-quote="faberfortunae" data-source="post: 6304677" data-attributes="member: 38293"><p>Può essere... ma non sono il solo a pensare e credere ai concetti che ho postato; uno degli elementi che ha contraddistinto il maggior successo della corsa francese rispetto a quella italiana e, ancor di più, spagnola è sempre stato il numero di spettatori e followers, l'interesse mediatico suscitato (mondiale) e l'appartenenza al <u>patrimonio socio culturale</u> dell'evento alla nazione (altrimenti il Presidente andrebbe altrove in occasione della festa nazionale...)</p><p>I francesi sono antipatici a molti, lo so, ma hanno molta più cultura ciclistica degli italiani (in una scala ideale dove il massimo culmina con nazioni tipo il Belgio o l'Olanda). </p><p>Infastidisce ancora ammetterlo, ma purtroppo le cose stanno così...non c'è bisogno di considerare il ciclista amatoriale "un fenomeno", basterebbe solo rispettarlo almeno come un qualsiasi amatore pallonaro del lunedì sera . Cosa che in Italia non avviene (o almeno non avviene ovunque, e per inciso, nella maggioranza delle regioni), mentre in Francia sì (basta solo pensare all'attenzione che al ciclista è riservata dal codice della strada..).</p><p>All'inizio forse era diverso, parlo dei tempi del ciclismo eroico, di Coppi e di Bartali: oggi se occorresse compattare l'unità nazionale molto probabilmente si agirebbe tentando di influenzare le competizioni calcistiche.. un mondiale ... un europeo. Non il Giro nè il Tour. Agli italiani della corsa rosa frega il giusto, di quella gialla ancora meno. Perchè (purtroppo dico io) il ciclismo, nel nostro paese, ha una dignità di sport "minore". "Manca un elemento trainante, un Pantani" si dirà, ma questa è proprio la dimostrazione che quello sport non è radicato nella cultura e nel costume degli italiani (e vive solo di fiammate ancorate alle gesta del singolo) o lo è in misura infinitamente minore rispetto a quanto lo sia nella coscienza dei francesi che non a caso, pur non avendo corridori di punta vincenti, continuano ad affollare le strade della loro gara di casa).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="faberfortunae, post: 6304677, member: 38293"] Può essere... ma non sono il solo a pensare e credere ai concetti che ho postato; uno degli elementi che ha contraddistinto il maggior successo della corsa francese rispetto a quella italiana e, ancor di più, spagnola è sempre stato il numero di spettatori e followers, l'interesse mediatico suscitato (mondiale) e l'appartenenza al [U]patrimonio socio culturale[/U] dell'evento alla nazione (altrimenti il Presidente andrebbe altrove in occasione della festa nazionale...) I francesi sono antipatici a molti, lo so, ma hanno molta più cultura ciclistica degli italiani (in una scala ideale dove il massimo culmina con nazioni tipo il Belgio o l'Olanda). Infastidisce ancora ammetterlo, ma purtroppo le cose stanno così...non c'è bisogno di considerare il ciclista amatoriale "un fenomeno", basterebbe solo rispettarlo almeno come un qualsiasi amatore pallonaro del lunedì sera . Cosa che in Italia non avviene (o almeno non avviene ovunque, e per inciso, nella maggioranza delle regioni), mentre in Francia sì (basta solo pensare all'attenzione che al ciclista è riservata dal codice della strada..). All'inizio forse era diverso, parlo dei tempi del ciclismo eroico, di Coppi e di Bartali: oggi se occorresse compattare l'unità nazionale molto probabilmente si agirebbe tentando di influenzare le competizioni calcistiche.. un mondiale ... un europeo. Non il Giro nè il Tour. Agli italiani della corsa rosa frega il giusto, di quella gialla ancora meno. Perchè (purtroppo dico io) il ciclismo, nel nostro paese, ha una dignità di sport "minore". "Manca un elemento trainante, un Pantani" si dirà, ma questa è proprio la dimostrazione che quello sport non è radicato nella cultura e nel costume degli italiani (e vive solo di fiammate ancorate alle gesta del singolo) o lo è in misura infinitamente minore rispetto a quanto lo sia nella coscienza dei francesi che non a caso, pur non avendo corridori di punta vincenti, continuano ad affollare le strade della loro gara di casa). [/QUOTE]
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