Quale prevenzione contro le patologie muscolo-scheletriche?

abatta68

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7 Novembre 2008
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Gios Prodigiosa
Leggendo i vari post mi sembra di trovare spesso tra le righe un concetto che riassumo cosi: "vado in bici e il mezzo mi porta sempre più in là con i miei obiettivi e le mie ambizioni, quando poi vengono fuori i dolorini (spesso dopo i 30anni) allora tutti alla ricerca del "santone di turno" che ti risolve il problema in poco tempo e a prezzi modici, in modo da poter tornare subito in bici...."
E allora c'è chi sostiene che l'ortopedico non capisce nulla o che l'osteopata è un incompetente, biomeccanico si/no, e che tutti alla fine sono li solo per prenderti i soldi. ;nonzo%
A ben vedere i problemi riportati da molti sono in prevalenza correlati alla colonna vertebrale (ernie e curve non corrette) con conseguenti rotazioni del bacino, appoggio delle piante dei piedi non corretto, scarsa elasticità muscolare, sviluppo asimmetrico della muscolatura, tendiniti, ecc. Insomma, niente di cosi drammatico, se non fosse che è opinione comune il fatto di non sapere come affrontare tali problemi e di come questi possano portare a grosse frustrazioni psicologiche, in quanto ci allontanano dalla nostra amata bicicletta o non ce ne fanno godere appieno i benefici.
Tempo fa in un post chiesi con quali criteri occorre prepararsi atleticamente per "poter fare ciclismo senza farsi male e a qualsiasi età", visto che è uno sport che viene praticato in egual modo dai 15 ai 90anni... qualcuno mi ha consigliato lo spinning, altri serie infinite di ripetute, altri hanno consigliato di monitorarmi con apparecchi ultra tecnologici... fino a quando, dopo due giorni (2!) il post è stato chiuso, non so perchè... senza trovare una risposta che si rifacesse in nessun modo a quanto segue:

1.Sbaglio nel sostenere che una sana cultura sportiva deve basarsi principalmente sulla ricerca della migliore condizione di salute fisica e non sul conseguimento della migliore prestazione possibile?

2.Sbaglio nel sostenere che spesso cerchiamo la risposta ai nostri problemi esclusivamente valutando quello che dovrebbero fare gli altri per noi(i medici o simili, in questo caso), senza preventivare quello che invece potremmo iniziare a fare noi stessi?

3.Sbaglio a pensare che in Italia sia forte lo spirito competitivo e "dell'emulazione verso il Campione" e manchi invece la cultura che aiuta a diventare atleti e quindi ad approcciarsi a qualsiasi sport con la giusta preparazione?

4.Sbaglio a sostenere che sia poco diffusa (soprattutto in ambito ciclistico) l'idea che l'elasticità muscolare e la mobilità articolare siano gli elementi da ricercare (non solo per i ballerini!) al fine non solo di curare, ma soprattutto di prevenire tante delle patologie che leggiamo nei vari post di questo forum?

Voi cosa ne pensate? grazie
 
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scamorza

Apprendista Scalatore
4 Marzo 2006
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penso tu abbia ragione su tutta la linea.
però l'essere umano tende a concentrare tutte le energie focalizzandole su un punto solo. se debbo impegnarle tutte per pedalare non ne rimangono (o ne restano davvero poche) per uno sviluppo armonico della muscolatura, per lo strecthing, per migliorare la postura (anche statica). perciò si tende a rimandare ed eventualmente a cercare chi si concentri per noi su quei punti (biomeccanico, ortopedico ecc.ecc. )
 

Maurizio®

Apprendista Scalatore
14 Maggio 2008
2.066
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L'osteopata da cui vado io mi ha detto che secondo lui l'uomo non è fatto per andare in bici...o quantomeno non per andarci in modo estenuante come lo può già fare un semplice amatore. A dire il vero non solo lui mi ha detto ciò, ma anche un ortopedico (inteso come colui che vende articoli ortopedici plantari ecc).
Mi è stato fatto notare che tra l'altro quelli che ora sono ciclisti professionisti son stati seguiti in un certo modo fina da piccoli e di conseguenza sono stati indotti a "costruire" una determinata struttura scheletrico/muscolare che un amatore che non è mai stato attento a certi particolari fin da bambino non può di certo avere.
In effetti alla luce delle varie patologie che uno sportivo può avere negli anni e delle precauzioni che si possono tenere per evitarle è plausibile pensare che un preparatore atletico inizi a far tenere determinati comportamenti correttivi già da atleti molto giovani in previsioni che essi proseguano la loro attività sportiva col massimo rendimento possibile.
il mio osteopata mi ha poi parlato della cosidetta igiene posturale intesa come insieme di piccoli accorgimenti che spesso sono disattesi e che portano alla lunga all'insorgere di indolenzimento e "storture" (es.: tenere il portafoglio in una tasca posteriore dei pantaloni e magari sedercisi pure sopra, guardare la TV o leggere un libro con la testa ruotata tropppo a destra o sinistra o in alto o in basso, tenere il monitor del PC troppo alto o troppo basso ecc ecc)
 

t@rmac

Apprendista Passista
25 Maggio 2009
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Vicus M.
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Canyon Ultim CF (RI4) + chorus 11 v + shamal
1.Sbaglio nel sostenere che una sana cultura sportiva deve basarsi principalmente sulla ricerca della migliore condizione di salute fisica e non sul conseguimento della migliore prestazione possibile?

hai ragione al 100 %


2.Sbaglio nel sostenere che spesso cerchiamo la risposta ai nostri problemi esclusivamente valutando quello che dovrebbero fare gli altri per noi(i medici o simili, in questo caso), senza preventivare quello che invece potremmo iniziare a fare noi stessi?

concordo in pieno (errore che commetto anche io )


3.Sbaglio a pensare che in Italia sia forte lo spirito competitivo e "dell'emulazione verso il Campione" e manchi invece la cultura che aiuta a diventare atleti e quindi ad approcciarsi a qualsiasi sport con la giusta preparazione?

non esiste nessuna cultura sportiva se confrontiamo con altre nazioni (attendo critiche)...sopratutto a livello giovanile dove latitiamo di brutto


4.Sbaglio a sostenere che sia poco diffusa (soprattutto in ambito ciclistico) l'idea che l'elasticità muscolare e la mobilità articolare siano gli elementi da ricercare (non solo per i ballerini!) al fine non solo di curare, ma soprattutto di prevenire tante delle patologie che leggiamo nei vari post di questo forum?

3 volte a settimana mi faccio delle belle sedute di stretch o-o
 

lupo solitario

Ammiraglia
3 Febbraio 2008
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Quelle che testo.
1.Sbaglio nel sostenere che una sana cultura sportiva deve basarsi principalmente sulla ricerca della migliore condizione di salute fisica e non sul conseguimento della migliore prestazione possibile?

2.Sbaglio nel sostenere che spesso cerchiamo la risposta ai nostri problemi esclusivamente valutando quello che dovrebbero fare gli altri per noi(i medici o simili, in questo caso), senza preventivare quello che invece potremmo iniziare a fare noi stessi?

3.Sbaglio a pensare che in Italia sia forte lo spirito competitivo e "dell'emulazione verso il Campione" e manchi invece la cultura che aiuta a diventare atleti e quindi ad approcciarsi a qualsiasi sport con la giusta preparazione?

4.Sbaglio a sostenere che sia poco diffusa (soprattutto in ambito ciclistico) l'idea che l'elasticità muscolare e la mobilità articolare siano gli elementi da ricercare (non solo per i ballerini!) al fine non solo di curare, ma soprattutto di prevenire tante delle patologie che leggiamo nei vari post di questo forum?

Voi cosa ne pensate? grazie

che hai ragione su tutti i punti.....io sto basando molto la mia preparazione invernale e non solo sull'attività fisica in palestra...con esercizi di potenziamento e che aumentano la mobilità della schiena.
 

abatta68

Scalatore
7 Novembre 2008
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Gios Prodigiosa
penso tu abbia ragione su tutta la linea.
però l'essere umano tende a concentrare tutte le energie focalizzandole su un punto solo. se debbo impegnarle tutte per pedalare non ne rimangono (o ne restano davvero poche) per uno sviluppo armonico della muscolatura, per lo strecthing, per migliorare la postura (anche statica). perciò si tende a rimandare ed eventualmente a cercare chi si concentri per noi su quei punti (biomeccanico, ortopedico ecc.ecc. )
si penso che la tendenza generale sia più o meno quella che hai descritto tu.... però capisci che cosi facendo si cerca di dare la bacchetta magica in mano ad un osteopata o ad un ortopedico solo perchè a questo paghiamo una parcella, chiedendo a lui di risolvere in 5min un problema che si è radicato in noi nel corso di tutto il nostro sviluppo. Quello che poi "contesto" (per modo di dire) è il fatto che a livello amatoriale si arriva a livelli di intensità e di dispendio fisico notevoli, prossimi a quello dei prof.... senza però fare tutto quello che fanno i prof, che oltre ad essere seguiti da osteopata, fisioterapeuta e quant'altro si sottopongono anche ad una preparazione atletica mirata, da atleti. Spesso sulle riviste si vedono pubblicate le tabelle di allenamento dei grandi del ciclismo, tabelle che magari riempiono una pagina intera, ma poi magari nel trafiletto vicino ad una foto in piccolo leggi che Ivan Basso nei tre mesi invernali fa 10ore la settimana di Pilates, per arrivare ad avere quella flessibilità che riesce a farlo stare sia su un telaio da salita che su quello da crono. I prof tutto questo lo fanno per ottenere il massimo dalla prestazione agonistica, mentre credo che le persone che praticano il ciclismo per passione a livello turistico e amatoriale, dovrebbero farlo per preservare le loro possibilità di continuare a praticare sempre questo sport che, probabilmente, ci accompagnerà nel corso della nostra vita il più a lungo possibile. Io personalmente faccio due ore di pilates alla settimana da più di un anno e alcuni esercizi di streching li eseguo ogni mattina dopo essermi alzato, per 15-20min al massimo. Credetemi se vi dico che oltre a star meglio fisicamente, mi permette di stare meglio anche di portafoglio (50euro di osteopata ogni 15-20giorni per un anno... provate a fare il conto... ci esce una bici nuova!) ...e questo su consiglio spassionato dell'osteopata stesso.
 
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abatta68

Scalatore
7 Novembre 2008
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Gios Prodigiosa
Sono quasi certo che le persone che hanno finora espresso un opinione non abbiano più 20anni e che, in qualche modo, abbiano iniziato a vivere quella fase in cui la propria salute e, conseguentemente, la propria condizione fisica diventa prevalente. Spesso il manifestarsi delle patologie sono il primo campanello d'allarme che dice che qualcosa in noi va cambiato e lo sport, se fatto correttamente, ci aiuta molto nel tentativo di migliorare e correggere il nostro stile di vita, spesso fatto di spostamenti in auto, seduti ad una scrivania, affossati su un divano, per non parlare delle abitudini alimentari. D'accordo con Maurizio quando dice che l'insegnamento verso una più generale cultura atletica debba essere già impartita a chi si affaccia a questo sport già da giovanissimi; io sono dell'idea che qualsiasi sia lo sport che si vada a praticare, non si possa prescindere da una preparazione atletica adeguata (il ciclismo non può e non deve essere solo "più pedalo e meglio è!")
 
6 Dicembre 2009
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Vipera
da Abatta68
Tempo fa in un post chiesi con quali criteri occorre prepararsi atleticamente per "poter fare ciclismo senza farsi male e a qualsiasi età", visto che è uno sport che viene praticato in egual modo dai 15 ai 90anni... qualcuno mi ha consigliato lo spinning, altri serie infinite di ripetute, altri hanno consigliato di monitorarmi con apparecchi ultra tecnologici... fino a quando, dopo due giorni (2!) il post è stato chiuso, non so perchè... senza trovare una risposta che si rifacesse in nessun modo a quanto segue:

1.Sbaglio nel sostenere che una sana cultura sportiva deve basarsi principalmente sulla ricerca della migliore condizione di salute fisica e non sul conseguimento della migliore prestazione possibile?

2.Sbaglio nel sostenere che spesso cerchiamo la risposta ai nostri problemi esclusivamente valutando quello che dovrebbero fare gli altri per noi(i medici o simili, in questo caso), senza preventivare quello che invece potremmo iniziare a fare noi stessi?

3.Sbaglio a pensare che in Italia sia forte lo spirito competitivo e "dell'emulazione verso il Campione" e manchi invece la cultura che aiuta a diventare atleti e quindi ad approcciarsi a qualsiasi sport con la giusta preparazione?

4.Sbaglio a sostenere che sia poco diffusa (soprattutto in ambito ciclistico) l'idea che l'elasticità muscolare e la mobilità articolare siano gli elementi da ricercare (non solo per i ballerini!) al fine non solo di curare, ma soprattutto di prevenire tante delle patologie che leggiamo nei vari post di questo forum?

Argomento interessante, dico la mia.
Premesso che io sono uno di quelli fortunati che, grazie alla bici, specialmente negli ultimi anni, sono stato "meglio" e non peggio, e sino ad ora gli unici dolorini che sento sono quelli legati alla pendenza delle salite: mi conforta che li "sentiva" anche Pantani.
In primis, credo che l'errore di chi va in bici è quello di "star troppo a sentire" quello che fanno e dicono gli altri, che spesso e volentieri sono praticoni poco scientifici. Una cosa l'ho imparata facendo sport da una vita, e questo vale in modo estremo per il ciclismo: ciò che va bene per Tizio non è detto che sia valido per Caio. Distinguerei però chi va in bici per fare una sgambatella e chi fa questo sport in modo agonistico! L'agonista (sia amatore sia prof) dovrebbere essere seguito da personale competente, insieme al quale programmare la propria attività, in funzione delle proprie esigenze, delle aspettative, degli impegni familiari e di lavoro. Questo per fare sport sano, star meglio ed evitare problemi. Per questo che scimmiottare la preparazione di Basso non ha sensoper il sottoscritto; cosiccome fare lo spinning o la pedana vibrante se la fa il tal dei tali ottenendo buoni risultati: per lui bisogna vedere sevabene per me. Ma bisogna stare anche attenti a non darsi troppo nelle mani di altri: i biomeccanici ad esempio, io ho grossi dubbi su certe estremizzazioni! Esempio altezza sella: 3000 formule, ogniuno ti piazza la sella in un modo diverso, ma sono io che vado in bici, sono io che devo trovare la mia posizione: poi senon trovo il bandolo della matassa ok,mi rivolgerò al biomeccanico.

Brevemente riprendo i vari punti da te menzionati:

1) Condivido in parte: per me star bene fisicamente significa anche ottenere delle prestazioni significative. Qui entriamo anche in quella che è la componente psicologica dell'attività sportiva e in quelle che sono le aspettative individuali di ogni persona! Per me, in ogni cosa che faccio, è fondamentale pormi degli obiettivi; nel ciclismo può essere scalare una salita in tot tempo, vincere o far bella figura (per me stesso) iin una corsa. Ma per un altro l'obiettivo potrebbe esser quello di perdere 5 kg edevitare di usare l'isulina se diabetico!

2 Condivido appieno, in senso generale!

3)Per la maggioranza dei praticanti sono daccordo; purtroppo è così!

4)Condivido appieno: parte dell'allenamento quotidiano dovrebbe essere dedicata alla "prevenzione" dell'infortunio; cosiccome nella preparazione si dovrebbe dedicare (specie in quella invernare) partedell'attività al potenziamento e all'equilibratura delle componenti muscolareal fine di ridurre l'isorgenza d problematiche posturali!


Chiudo infine facendo una considerazione su unafrase che ho riletto qui ed ho anch'io sentito da molti preparatori, e cioè che l'uomo non è nato per andare in bicicletta! Si sarà così, ma io quando pesavo 90 kg (partendo da 108) e provai a correre per buttare giù qualche kg mi distrussi i ginocchi: in bici si un pò di mal di sedere all'inizio, ma poi è stato uno spasso (si fa per dire)!
 

abatta68

Scalatore
7 Novembre 2008
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Gios Prodigiosa
...non proprio, nel senso che se è vero che se uno sta bene fisicamente ottiene conseguentemente delle prestazioni positive, non è detto che sia vero necessariamente il contrario, ovvero che delle buone prestazioni possano essere indice di salute (nei prof meno che mai, vedi doping e quanto di più alienante dal principio sportivo si possa trovare!). Quello al quale però ti riferisci tu forse è più un discorso di equilibrio psicologico che non di salute fisica, nel senso che il fatto di fare una tal salita in 20min mentre tempo fa la facevi in 15min non toglie nulla al benessere che l'attività ciclistica ti da, giusto? Altra cosa è provare un senso di frustrazione o di impotenza di fronte al fatto che il tuo rendimento fino all'anno prima era di un certo tipo e che da un certo punto in poi è un pò calato, mentre nelle tue aspettative c'era magari ben altro. Questo è un aspetto psicologico molto soggettivo e poco ha a che fare con la pratica sportiva in senso assoluto (lo stesso discorso che fai potrebbe essere facilmente riportato alla tua attività lavorativa, o ad altri ambiti). Porsi degli obiettivi penso sia una cosa sanissima, perchè ci da la spinta propositiva in ogni cosa che andiamo ad affrontare, ma il mancato raggiungimento di tali obiettivi al tempo stesso non deve diventare indice di fallimento o, di "non-salute", rifacendomi alla tua affermazione iniziale: "per me star bene fisicamente significa anche ottenere delle prestazioni significative". Credo comunque che tu volessi intendere più o meno questo (vista la costanza e la tenacia nel perdere 18kg, complimenti!), ho voluto solo usare una tua frase per ampliare un pò l'argomento... o-o
1) Condivido in parte: per me star bene fisicamente significa anche ottenere delle prestazioni significative. Qui entriamo anche in quella che è la componente psicologica dell'attività sportiva e in quelle che sono le aspettative individuali di ogni persona! Per me, in ogni cosa che faccio, è fondamentale pormi degli obiettivi; nel ciclismo può essere scalare una salita in tot tempo, vincere o far bella figura (per me stesso) iin una corsa. Ma per un altro l'obiettivo potrebbe esser quello di perdere 5 kg edevitare di usare l'isulina se diabetico
 
6 Dicembre 2009
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No il discorso che facevo è che, io per le mie caratteristiche fisiche, quando sto bene fisicamente ho anche degli ottimi rendimenti: tanto nel ciclismo, quanto nel calcio o nella corsa di fondo. Difficilmente quando sto bene non raggiungo certi obiettivi o li raggiungo se non sto bene! Nel mio caso soprattutto, come giustamente hai detto, la componente psicologica è fondamentale: quando so che mi sono allenato bene e sono "preparato", anche psicologicamente sono più "convinto"! Ma ritengo che certi aspetti dell'attività sportiva, come nel lavoro o nello studio, siano strettamenteindividuali e correlati alle personali motivazioni dell'individuo.
 

abatta68

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o-o certo! perchè è insita nello sport la logica della salute, che è un beneficio diretto alla persona ma soprattutto alla psiche della persona. Faccio un esempio estremo: una persona anziana che cammina e riesce ancora ad essere autonoma sarà sicuramente più positiva verso la vita che non una persona della stessa età meno attiva, magari provata dallo sua condizione attuale se messa in relazione con quella migliore di qualche anno prima. Nello sport questa valutazione viene quantificata spesso dai risultati, mentre nella vita occorre forse avere la capacità di relativizzare un pò tutto. Certo che tu hai il vantaggio psicologico di vivere in un posto bellissimo (San Gimignano giusto?) che penso ti possa predisporre bene fin dal mattino, quando apri gli occhi! altro che doping!!!! :mrgreen:
No il discorso che facevo è che, io per le mie caratteristiche fisiche, quando sto bene fisicamente ho anche degli ottimi rendimenti: tanto nel ciclismo, quanto nel calcio o nella corsa di fondo. Difficilmente quando sto bene non raggiungo certi obiettivi o li raggiungo se non sto bene! Nel mio caso soprattutto, come giustamente hai detto, la componente psicologica è fondamentale: quando so che mi sono allenato bene e sono "preparato", anche psicologicamente sono più "convinto"! Ma ritengo che certi aspetti dell'attività sportiva, come nel lavoro o nello studio, siano strettamenteindividuali e correlati alle personali motivazioni dell'individuo.
 
6 Dicembre 2009
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Condivido abatta; aggiungerei che, specialmente nel ciclismo, poi è fondamentale anche confrontarsi solo con se stessi e lasciar perdere il voler raggiungere "quelli che vanno più forte di te". Gli obiettivi devono essere primariamente riferiti al miglioramento delle proprie caratteristiche: idea personale e assolutamnete discutibile. Si, abito a San Gimignano, ma in realtà io sono del Monte Argentario, che è ancor più bello. Pensa al panorama che si vede dalla vetta del Monte Argentario, magari dopo che lo hai scalato: l'isola del Giglio, Giannutri, le varie Cale! Meglio, e non me ne vogliano, di San Gimignano! Direi un super doping (altro che operacion puerto)!!
 

abatta68

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Condivido abatta; aggiungerei che, specialmente nel ciclismo, poi è fondamentale anche confrontarsi solo con se stessi e lasciar perdere il voler raggiungere "quelli che vanno più forte di te". Gli obiettivi devono essere primariamente riferiti al miglioramento delle proprie caratteristiche: idea personale e assolutamnete discutibile. Si, abito a San Gimignano, ma in realtà io sono del Monte Argentario, che è ancor più bello. Pensa al panorama che si vede dalla vetta del Monte Argentario, magari dopo che lo hai scalato: l'isola del Giglio, Giannutri, le varie Cale! Meglio, e non me ne vogliano, di San Gimignano! Direi un super doping (altro che operacion puerto)!!
o-o hai aggiunto un ulteriore punto alle mie osservazioni iniziali, ovvero:

5) la ricerca dell'equilibrio psico-fisico attraverso una pratica sportiva.

Penso quanto sia difficile, a volte, rialzarsi e ripartire magari in seguito ad un infortunio o ad un problema di salute serio. Oppure come sia difficile da governare una situazione che ci vede in difficoltà e in condizioni di scarso rendimento (quello che dicevi tu), dove le aspettative che avevamo non corrispondono al vero, creando in noi delusione e frustrazione.
Io credo che è proprio in queste situazioni che vengono fuori i nostri limiti personali e la nostra forza/fragilità psicologica nell'affrontare tali difficoltà.
Lo sport in questo caso credo possa insegnare molte cose, e penso sia una parte integrante della cultura sportiva in genere, oltre che del ciclismo.