Potrei dire la prima volta dello Stelvio da Prato, prima salita alpina in assoluto, o l'Izoard sotto un sole feroce, dove mi dovetti riparare sotto un albero per un po' di frescura, o il Giau sotto una pioggia torrenziale. Di ricordi ne ho diversi, ma quelli a cui sono particolarmente affezionato sono principalmente tre:
Il primo è legato alla salita della Crocetta, storica salita del Giro dell'Appennino, fatta insieme agli amici. Quella volta mi staccai subito, ma la feci ad una velocità tale che non avevo mai fatto e, benché arrivai ultimo, staccato da tutti gli altri, giunsi in cima con la consapevolezza di essere migliorato. Cosa che in effetti avvenne. Da quel momento le mie prestazioni presero un'altra piega e iniziai un percorso di crescita che durò molti anni, con molte soddisfazioni.
Gli altri due sono due gite organizzate in fretta e furia, fatte a corto di preparazione.
La prima era organizzata dalla Geo Davidson, società di Rapallo. In occasione dell'arrivo della tappa del Giro, organizzarono di andare a prendere le maglie delle varie classifiche a Milano. Quindi, trasferimento in treno a Milano e ritorno a Rapallo in bici, sulla strada della corsa in linea degli U23, 200 chilometri tondi. La soddisfazione di essere arrivato al traguardo, capace di intendere e di volere, mi diede una soddisfazione immensa.
Nota a margine: quando arrivammo c'era la banda e ci aspettavano tutti. C'era un sacco di gente. Un signore si avvicina al mio amico @pittemax e me e ci chiede: «Quando siete partiti?» E noi: «Stamani. Alle 10.» Erano le 18. «Siete partiti stamani?» Non si capacitava che avessimo fatto 200 chilometri in un solo giorno .
La seconda, un'altra gita, organizzata da noi. Treno fino a Ventimiglia e ritorno in bici. Io fino a Genova, i miei amici fino a Recco. Bellissima esperienza, una di quelle belle giornate di bici di cui ti ricordi per anni.
L'ultimo è relativo ad una gara, la Gepin Olmo. Più che uno scalino di miglioramento, fu la presa di coscienza di poter fare bene alle gare. Arrivare con più di 30 di media e in ottime condizioni fisiche sono quelle cose che sorprendono e lasciano una consapevolezza di sé inaspettata.
Ecco, se dovessi riassumere la mia vita ciclistica, ricorderei questo.
Il primo è legato alla salita della Crocetta, storica salita del Giro dell'Appennino, fatta insieme agli amici. Quella volta mi staccai subito, ma la feci ad una velocità tale che non avevo mai fatto e, benché arrivai ultimo, staccato da tutti gli altri, giunsi in cima con la consapevolezza di essere migliorato. Cosa che in effetti avvenne. Da quel momento le mie prestazioni presero un'altra piega e iniziai un percorso di crescita che durò molti anni, con molte soddisfazioni.
Gli altri due sono due gite organizzate in fretta e furia, fatte a corto di preparazione.
La prima era organizzata dalla Geo Davidson, società di Rapallo. In occasione dell'arrivo della tappa del Giro, organizzarono di andare a prendere le maglie delle varie classifiche a Milano. Quindi, trasferimento in treno a Milano e ritorno a Rapallo in bici, sulla strada della corsa in linea degli U23, 200 chilometri tondi. La soddisfazione di essere arrivato al traguardo, capace di intendere e di volere, mi diede una soddisfazione immensa.
Nota a margine: quando arrivammo c'era la banda e ci aspettavano tutti. C'era un sacco di gente. Un signore si avvicina al mio amico @pittemax e me e ci chiede: «Quando siete partiti?» E noi: «Stamani. Alle 10.» Erano le 18. «Siete partiti stamani?» Non si capacitava che avessimo fatto 200 chilometri in un solo giorno .
La seconda, un'altra gita, organizzata da noi. Treno fino a Ventimiglia e ritorno in bici. Io fino a Genova, i miei amici fino a Recco. Bellissima esperienza, una di quelle belle giornate di bici di cui ti ricordi per anni.
L'ultimo è relativo ad una gara, la Gepin Olmo. Più che uno scalino di miglioramento, fu la presa di coscienza di poter fare bene alle gare. Arrivare con più di 30 di media e in ottime condizioni fisiche sono quelle cose che sorprendono e lasciano una consapevolezza di sé inaspettata.
Ecco, se dovessi riassumere la mia vita ciclistica, ricorderei questo.