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Quanto conta la genetica nella prestazione di un amatore?
Testo
<blockquote data-quote="andre.road" data-source="post: 6051338" data-attributes="member: 49838"><p>Consentimi di dire che dal dibattito scientifico al pensiero comune, passando per la divulgazione, si fa presto a far confusione e a generare luoghi comuni a dir poco fuorvianti.</p><p></p><p>Un aspetto che riguarda molti studi in questo ambito riguarda il campione. Si tratta in molti casi di ricerche sperimentali su campioni decisamente esigui che certamente sono in grado di rilevare aspetti interessanti e peculiarità, come il caso dei c.d. non responder che citi. Converrai tuttavia che si tratta di casi limite (l'eccezione che conferma la regola) per di più nelle condizioni stabilite per lo svolgimento dell'esperimento (medesima quantità e qualità dello stimolo, presumo)</p><p></p><p>In uno spettro più ampio di casi e in un contesto eterogeneo come quello amatoriale son convinto (ma è solo una convinzione personale perché studi su grossi campioni NON esistono) che l'incidenza dei casi limite sarebbe davvero minima. E a quel punto le variabili ambientali e comportamentali (allenamento, recupero, alimentazione, integrazione, stile di vita etc.) lascerebbero ben poco spazio a quelle "genetiche".*</p><p></p><p>Questo per dire che <u>nel senso comune</u> il discorso sulla genetica a giustificazione della prestazione è IMHO ridicolo.</p><p></p><p></p><p>*Discorso diverso per i professionisti dove le variabili non genetiche son controllate con metodo maniacale, dunque in quel contesto l'incidenza di fattori genetici e fisiologici è sicuramente maggiore.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="andre.road, post: 6051338, member: 49838"] Consentimi di dire che dal dibattito scientifico al pensiero comune, passando per la divulgazione, si fa presto a far confusione e a generare luoghi comuni a dir poco fuorvianti. Un aspetto che riguarda molti studi in questo ambito riguarda il campione. Si tratta in molti casi di ricerche sperimentali su campioni decisamente esigui che certamente sono in grado di rilevare aspetti interessanti e peculiarità, come il caso dei c.d. non responder che citi. Converrai tuttavia che si tratta di casi limite (l'eccezione che conferma la regola) per di più nelle condizioni stabilite per lo svolgimento dell'esperimento (medesima quantità e qualità dello stimolo, presumo) In uno spettro più ampio di casi e in un contesto eterogeneo come quello amatoriale son convinto (ma è solo una convinzione personale perché studi su grossi campioni NON esistono) che l'incidenza dei casi limite sarebbe davvero minima. E a quel punto le variabili ambientali e comportamentali (allenamento, recupero, alimentazione, integrazione, stile di vita etc.) lascerebbero ben poco spazio a quelle "genetiche".* Questo per dire che [U]nel senso comune[/U] il discorso sulla genetica a giustificazione della prestazione è IMHO ridicolo. *Discorso diverso per i professionisti dove le variabili non genetiche son controllate con metodo maniacale, dunque in quel contesto l'incidenza di fattori genetici e fisiologici è sicuramente maggiore. [/QUOTE]
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