Quanto inquina costruire una bici?

matteof93

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bagnolo piemonte
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Canyon Roadlite, Rockrider 5.3 Big29
si ok, ma tutti gli altri mezzi di trasporto inquinano anche dopo la produzione (e non poco) la bici NO
Sbagliato. Il carbonio, con le tecnologie attuali, ha un tasso di riciclabilità sostanzialmente nullo rispetto ai metalli. Questo è un problema grosso se pensi alla quantità di componenti in carbonio che vengono prodotti per il settore ciclistico ogni anno.
Dal mio punto di vista, per qualsiasi componente in carbonio dovrebbe esserci una sorta di tassa per lo smaltimento, anche perchè diciamocelo chiaramente: a noi amatori avere la bici in carbonio non serve a nulla, basterebbe una bici in alluminio. E se tutti fossero limitati all'alluminio, non si porrebbe nemmeno il problema di avere una bici meno prestante di quelle dei compagni di pedalate.
 

pietrogrip

Maglia Amarillo
13 Aprile 2011
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Sbagliato. Il carbonio, con le tecnologie attuali, ha un tasso di riciclabilità sostanzialmente nullo rispetto ai metalli. Questo è un problema grosso se pensi alla quantità di componenti in carbonio che vengono prodotti per il settore ciclistico ogni anno.
Dal mio punto di vista, per qualsiasi componente in carbonio dovrebbe esserci una sorta di tassa per lo smaltimento, anche perchè diciamocelo chiaramente: a noi amatori avere la bici in carbonio non serve a nulla, basterebbe una bici in alluminio. E se tutti fossero limitati all'alluminio, non si porrebbe nemmeno il problema di avere una bici meno prestante di quelle dei compagni di pedalate.
Non e' proprio cosi'.

Sempre in casa TREK:
.........."""""""""""""""Trek, ad esempio, dal 2011 ha instaurato una partnership con Materials Innovation Technologies, ed ha adottato la fase di riciclo come attività di routine nel processo di produzione presso la casa madre a Waterloo (Wisconsin).

Durante il processo di produzione delle biciclette, infatti, gli scarti del taglio, le parti modellate non conformi e una selezione di telai resi attraverso la garanzia vengono raccolti e successivamente inviati presso la struttura MIT’s South Carolina dando così inizio ad un importante processo di riciclo, con un quantitativo tra i 1.500 e i 2.000 kg di scarto inviato ogni mese.

Nel 2019 le subsidiary europee Trek si sono allineate al progetto della casa madre e hanno trovato un partner europeo per replicare l’attività di raccolta e di riciclo del materiale in carbonio al termine del suo ciclo vitale per trasformarlo in materiale riutilizzabile.

COME VIENE TRATTATO E RIUTILIZZATO IL CARBONIO
Il processo di recupero del carbonio usato prevede una fase di riscaldamento e, successivamente, di separazione delle resine.
Il risultato è un materiale al 100% senza resine, poco degradabile, disponibile in fibre e strati per la rivendita ai produttori.

Quest’ultimo viene poi impiegato per rinforzare applicazioni termoplastiche, mentre sono in corso attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo nel campo automobilistico, aerospaziale, medico e ricreativo.
Con questi prodotti riciclati i produttori di bici stanno già sviluppando prodotti come porta-borracce, selle e suole per scarpe senza attacchi.
Le possibilità di riutilizzo sono molteplici e infatti, i tecnici Trek, stanno lavorando sullo sviluppo di potenziali nuovi prodotti con l’utilizzo di questo materiale per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

E IN ITALIA…
Trek Italia, oltre che ad aderire al progetto di riciclo del carbonio, ha iniziato una serie di azioni mirate con l’obiettivo di contribuire alle politiche eco-friendly della casa madre.
Per esempio, è stato avviato un progetto per l’eliminazione/riduzione totale dell’utilizzo di plastica negli uffici, una raccolta differenziata più efficiente e più attenta allo smaltimento dei materiali di rifiuto, una riduzione del consumo di carta, specialmente per quel che riguarda i cataloghi, a favore del digital, una forte sensibilizzazione all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili (bici, auto elettriche, etc..) e diminuzione del consumo dei materiali di imballaggio nei centri di spedizione e logistica........................."""""""""""""""""""""""""
 
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charlietrotter

Apprendista Velocista
8 Febbraio 2011
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Mi permetto di fare un appunto....quello che dici è vero però, io che passo davanti al liceo che è sul corso principale di Rovigo, mi chiedo di tutta quella marea di genitori che accompagnano i figli a scuola, quanti abitano in un raggio di 3/4km che potrebbero benissimo prendere anche una graziella e andarci in bici togliendo macchine che intasano e inquinano......io abito a 3km dalla sede di lavoro e in 10min di pedalata sono al lavoro, rischiando la vita perché devi vedere come si comportano i genitori.....sembra che tutto debba essere concesso e tollerato perché stanno portando a scuola i figli!!!!!!!

In Italia manca totalmente la cultura della bici e di conseguenza non cala mai la co2.....io ricordo di un mio collega che abitava a 3km e veniva in macchina e come lui c'è ne sono tantissimi!!!
Un mio vicino di casa (pensionato) ogni mattina sfodera il suo Suv per andare a prendere il giornale, pane e caffe (600 mt. al massimo andata e 600 mt al rit., anche se non piove o con clima mite...).
ps: abito in provincia e senza troppo traffico....(no comment).
 
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matteof93

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Non e' proprio cosi'.

Sempre in casa TREK:
.........."""""""""""""""Trek, ad esempio, dal 2011 ha instaurato una partnership con Materials Innovation Technologies, ed ha adottato la fase di riciclo come attività di routine nel processo di produzione presso la casa madre a Waterloo (Wisconsin).

Durante il processo di produzione delle biciclette, infatti, gli scarti del taglio, le parti modellate non conformi e una selezione di telai resi attraverso la garanzia vengono raccolti e successivamente inviati presso la struttura MIT’s South Carolina dando così inizio ad un importante processo di riciclo, con un quantitativo tra i 1.500 e i 2.000 kg di scarto inviato ogni mese.

Nel 2019 le subsidiary europee Trek si sono allineate al progetto della casa madre e hanno trovato un partner europeo per replicare l’attività di raccolta e di riciclo del materiale in carbonio al termine del suo ciclo vitale per trasformarlo in materiale riutilizzabile.

COME VIENE TRATTATO E RIUTILIZZATO IL CARBONIO
Il processo di recupero del carbonio usato prevede una fase di riscaldamento e, successivamente, di separazione delle resine.
Il risultato è un materiale al 100% senza resine, poco degradabile, disponibile in fibre e strati per la rivendita ai produttori.

Quest’ultimo viene poi impiegato per rinforzare applicazioni termoplastiche, mentre sono in corso attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo nel campo automobilistico, aerospaziale, medico e ricreativo.
Con questi prodotti riciclati i produttori di bici stanno già sviluppando prodotti come porta-borracce, selle e suole per scarpe senza attacchi.
Le possibilità di riutilizzo sono molteplici e infatti, i tecnici Trek, stanno lavorando sullo sviluppo di potenziali nuovi prodotti con l’utilizzo di questo materiale per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

E IN ITALIA…
Trek Italia, oltre che ad aderire al progetto di riciclo del carbonio, ha iniziato una serie di azioni mirate con l’obiettivo di contribuire alle politiche eco-friendly della casa madre.
Per esempio, è stato avviato un progetto per l’eliminazione/riduzione totale dell’utilizzo di plastica negli uffici, una raccolta differenziata più efficiente e più attenta allo smaltimento dei materiali di rifiuto, una riduzione del consumo di carta, specialmente per quel che riguarda i cataloghi, a favore del digital, una forte sensibilizzazione all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili (bici, auto elettriche, etc..) e diminuzione del consumo dei materiali di imballaggio nei centri di spedizione e logistica........................."""""""""""""""""""""""""
si, ma il problema è che non è una tecnologia ampiamente diffusa. i metalli li ricicla chiunque, il carbonio no....quindi o si spinge per rendere completamente aperta la tecnologia di riciclo del carbonio, altrimenti è inutile.
 

pietrogrip

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si, ma il problema è che non è una tecnologia ampiamente diffusa. i metalli li ricicla chiunque, il carbonio no....quindi o si spinge per rendere completamente aperta la tecnologia di riciclo del carbonio, altrimenti è inutile.

NI, ovvero il livello di diffusione dei beni in carbonio e' numericamente molto inferiore rispetto agli altri metalli che sono di largo consumo, pertanto non la vedo una cosa cosi' macroscopica rispetto ad altri fattori maggiormente inquinati.
 

Kylo_ren

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ciuccio
si, ma il problema è che non è una tecnologia ampiamente diffusa. i metalli li ricicla chiunque, il carbonio no....quindi o si spinge per rendere completamente aperta la tecnologia di riciclo del carbonio, altrimenti è inutile.
In realtà il problema è che nel computo delle emissioni c'è anche il conto derivato dall'energia spesa per effettuare il riciclo. E serve molta energia per separare le resine e questa energia contribuisce al carbon footprint nella stessa misura in cui questa energia viene usata per creare il prodotto. Quindi se non è zuppa è Pan bagnato ma a sempre zuppa è. Che sia energia per fabbricare o per riciclare, sempre di Co2 emissions parliamo. L'equilibrio nel product Life cycle assessment può dare dati estremamente conflittuali a seconda di come vengono letti. Ciò non toglie che i forni di separazione dei materiali epossidici e carbonio consumano molta energia, in alcuni casi anche maggiore dell'energia necessaria per creare il compound.
 
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jacknipper

Diversamente scalatore
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si, ma il problema è che non è una tecnologia ampiamente diffusa. i metalli li ricicla chiunque, il carbonio no....quindi o si spinge per rendere completamente aperta la tecnologia di riciclo del carbonio, altrimenti è inutile.

NI, ovvero il livello di diffusione dei beni in carbonio e' numericamente molto inferiore rispetto agli altri metalli che sono di largo consumo, pertanto non la vedo una cosa cosi' macroscopica rispetto ad altri fattori maggiormente inquinati.
tra l'altro la produzione di alluminio è una delle più inquinanti
non a caso, col sopraggiungere delle nuove tecnologie, è più corretto parlare di impronta ecologica che di inquinamento diretto: per capirci le auto elettriche sono ottime perchè non inquinano le città ma l'energia va prodotta comunque e, anche fosse tutta da fonti rinnovabili, c'è il problema di quanto inquini produrre e smaltire le batterie in primis
 

RamboGuerrazzi

via col vento
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Ah beh se il trasporto pubblico fa pena e brucia denaro per le inefficienze non possiamo dare la colpa ai cittadini che per accompagnare i figli a scuola e andare a lavorare deve usare l’auto..
la colpa puoi darla a chiunque ti faccia sentire meglio: bus, comune, trenitalia, regione, stato, vicino di casa puzzolente. Resta il fatto che le città ormai sono dedicate alle auto e non alle persone.
 
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RamboGuerrazzi

via col vento
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corsa+gravel
Non è chiaro se nelle voci dei trasporti si includono le bici complete fatte in estremo oriente, e trasportate a destinazione. I trasporti navali sono tra le fonti mondiali di maggiore inquinamento, sarebbe interessante capire quanto risparmio di CO2 ci sarebbe nel produrre i beni non troppo lontano dai luoghi di vendita. In quel caso si trasporterebbero verso le fabbriche solo le materie prime, come i fogli di carbonio con costi energetici molto più bassi.

Poi però dovrebbero pagare i lavoratori. E questo non gli è mai piaciuto.
 
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bianco222

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Non è chiaro se nelle voci dei trasporti si includono le bici complete fatte in estremo oriente, e trasportate a destinazione. I trasporti navali sono tra le fonti mondiali di maggiore inquinamento, sarebbe interessante capire quanto risparmio di CO2 ci sarebbe nel produrre i beni non troppo lontano dai luoghi di vendita. In quel caso si trasporterebbero verso le fabbriche solo le materie prime, come i fogli di carbonio con costi energetici molto più bassi.
Il trasporto marittimo in realtà inquina molto poco. Tutto insieme è responsabile di circa il 2.5% delle emissioni di CO2 globale.
 

bianco222

Scalatore
24 Giugno 2013
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Olmo ZeroTre Disc
la colpa puoi darla a chiunque ti faccia sentire meglio: bus, comune, trenitalia, regione, stato, vicino di casa puzzolente. Resta il fatto che le città ormai sono dedicate alle auto e non alle persone.
In realtà molto ha a che vedere anche con la mentalità. A me capita di andare a Milano ogni tanto per lavoro. Io arrivo in centrale, scendo dal treno prendo una bici del bike-sharing e arrivo ovunque con bassa spesa, poco tempo e molto spesso su piste ciclabili (certo non vado nelle periferie, rimango sempre in zone più o meno centrali). Ma quelle piste ciclabili sono spesso mezze vuote. La stessa cosa la faccio quando vado a Londra. Ma lì le piste ciclabili sono strapiene.
 

henry_z4

Pedivella
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la colpa puoi darla a chiunque ti faccia sentire meglio: bus, comune, trenitalia, regione, stato, vicino di casa puzzolente. Resta il fatto che le città ormai sono dedicate alle auto e non alle persone.
certo, è stato comodo per le amministrazioni pubbliche aprire alla privatizzazione del trasporto. Meno costi e introiti miliardari da bolli, superbolli, striscie blu e altre amenità e poter mangiare questi soldi facendo passare gli automobilisti per criminali.
Poi però c'è da investire per come dici tu "riportare le citta a misura d'uomo e non a misura di macchina" e guardacaso non ci sono i soldi..
chissà perchè..
 
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alespg

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Non e' proprio cosi'.

Sempre in casa TREK:
.........."""""""""""""""Trek, ad esempio, dal 2011 ha instaurato una partnership con Materials Innovation Technologies, ed ha adottato la fase di riciclo come attività di routine nel processo di produzione presso la casa madre a Waterloo (Wisconsin).

Durante il processo di produzione delle biciclette, infatti, gli scarti del taglio, le parti modellate non conformi e una selezione di telai resi attraverso la garanzia vengono raccolti e successivamente inviati presso la struttura MIT’s South Carolina dando così inizio ad un importante processo di riciclo, con un quantitativo tra i 1.500 e i 2.000 kg di scarto inviato ogni mese.

Nel 2019 le subsidiary europee Trek si sono allineate al progetto della casa madre e hanno trovato un partner europeo per replicare l’attività di raccolta e di riciclo del materiale in carbonio al termine del suo ciclo vitale per trasformarlo in materiale riutilizzabile.

COME VIENE TRATTATO E RIUTILIZZATO IL CARBONIO
Il processo di recupero del carbonio usato prevede una fase di riscaldamento e, successivamente, di separazione delle resine.
Il risultato è un materiale al 100% senza resine, poco degradabile, disponibile in fibre e strati per la rivendita ai produttori.

Quest’ultimo viene poi impiegato per rinforzare applicazioni termoplastiche, mentre sono in corso attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo nel campo automobilistico, aerospaziale, medico e ricreativo.
Con questi prodotti riciclati i produttori di bici stanno già sviluppando prodotti come porta-borracce, selle e suole per scarpe senza attacchi.
Le possibilità di riutilizzo sono molteplici e infatti, i tecnici Trek, stanno lavorando sullo sviluppo di potenziali nuovi prodotti con l’utilizzo di questo materiale per ridurre al minimo l’impatto ambientale.

E IN ITALIA…
Trek Italia, oltre che ad aderire al progetto di riciclo del carbonio, ha iniziato una serie di azioni mirate con l’obiettivo di contribuire alle politiche eco-friendly della casa madre.
Per esempio, è stato avviato un progetto per l’eliminazione/riduzione totale dell’utilizzo di plastica negli uffici, una raccolta differenziata più efficiente e più attenta allo smaltimento dei materiali di rifiuto, una riduzione del consumo di carta, specialmente per quel che riguarda i cataloghi, a favore del digital, una forte sensibilizzazione all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili (bici, auto elettriche, etc..) e diminuzione del consumo dei materiali di imballaggio nei centri di spedizione e logistica........................."""""""""""""""""""""""""
1500- 2000 kg al mese, è poco più di un progetto pilota, penso che riciclino la parte di produzione di prototipi e dei resi che arrivano in America, non credo che imbarchino gli scarti di produzione da Taiwan per essere riciclati negli Stati Uniti.
Comunque, Se in futuro essere applicato su larga scala, ben venga.
 

jacknipper

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certo, è stato comodo per le amministrazioni pubbliche aprire alla privatizzazione del trasporto. Meno costi e introiti miliardari da bolli, superbolli, striscie blu e altre amenità e poter mangiare questi soldi facendo passare gli automobilisti per criminali.
Poi però c'è da investire per come dici tu "riportare le citta a misura d'uomo e non a misura di macchina" e guardacaso non ci sono i soldi..
chissà perchè..
perdona ma rivangare il passato non ci aiuterà a migliorare il futuro
le cazz@te fatte ormai sono fatte ma all'estero si sono svegliati 20 anni fa e vi hanno posto rimedio
da noi ancora si fa le vittime dicendo che si fanno "passare gli automobilisti per criminali."
 

matthewbene

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In realtà il problema è che nel computo delle emissioni c'è anche il conto derivato dall'energia spesa per effettuare il riciclo. E serve molta energia per separare le resine e questa energia contribuisce al carbon footprint nella stessa misura in cui questa energia viene usata per creare il prodotto. Quindi se non è zuppa è Pan bagnato ma a sempre zuppa è. Che sia energia per fabbricare o per riciclare, sempre di Co2 emissions parliamo.
praticamente un loop infinito. la soluzione:andare a cavallo. evviva il progresso
L'equilibrio nel product Life cycle assessment può dare dati estremamente conflittuali a seconda di come vengono letti.
il chi del cosa?;pirlùn^
 

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perdona ma rivangare il passato non ci aiuterà a migliorare il futuro
le cazz@te fatte ormai sono fatte ma all'estero si sono svegliati 20 anni fa e vi hanno posto rimedio
da noi ancora si fa le vittime dicendo che si fanno "passare gli automobilisti per criminali."
dipende che estero:i soliti 4 gatti che vengono sistematicamente decantati come migliori salvo poi scoprire che non è tutto rose e fiori o il restante 90%del mondo dove se ne fottono? (e tu in un paese grande quanto una cacata di piccione devi penare per salvaguardare costoro)
 

matthewbene

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In realtà molto ha a che vedere anche con la mentalità. A me capita di andare a Milano ogni tanto per lavoro. Io arrivo in centrale, scendo dal treno prendo una bici del bike-sharing e arrivo ovunque con bassa spesa, poco tempo e molto spesso su piste ciclabili (certo non vado nelle periferie, rimango sempre in zone più o meno centrali). Ma quelle piste ciclabili sono spesso mezze vuote. La stessa cosa la faccio quando vado a Londra. Ma lì le piste ciclabili sono strapiene.
poco tempo ma mica tanto poco..intanto hai preso un treno, non so da dove ma sicuramente ci hai messo almeno 3 volte tanto tra fare un unico tragitto in moto (o in auto, dipende dalla zona e dal traffico l'opzione)
 

RamboGuerrazzi

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In realtà molto ha a che vedere anche con la mentalità. A me capita di andare a Milano ogni tanto per lavoro. Io arrivo in centrale, scendo dal treno prendo una bici del bike-sharing e arrivo ovunque con bassa spesa, poco tempo e molto spesso su piste ciclabili (certo non vado nelle periferie, rimango sempre in zone più o meno centrali). Ma quelle piste ciclabili sono spesso mezze vuote. La stessa cosa la faccio quando vado a Londra. Ma lì le piste ciclabili sono strapiene.

servono infrastrutture comode. Le piste ciclabili che ho visto a milano sono ancora insufficienti. Per farle però va tolto spazio alle auto, tolelrando le lamentele di chi è abituato a prendere l'auto per fare 3-4km (quasi tutti in pratica). Servono anche infrastrutture per parcheggiare/custodire le bici, altrimenti si è punto e a capo.
 
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Maglia Iridata
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Rewel Chorus 11; Vetta Centaur 10; Giant Athena 9; Bianche Vento 602 Veloce 8; Benotto 900sp 300ex 7
Un mio vicino di casa (pensionato) ogni mattina sfodera il suo Suv per andare a prendere il giornale, pane e caffe (600 mt. al massimo andata e 600 mt al rit., anche se non piove o con clima mite...).
ps: abito in provincia e senza troppo traffico....(no comment).
Non ci credo.....siamo nel ridicolo qua!!!!!!! A parte l'inquinamento....per un diesel è deleterio fare solo 600m o pochi km!
 

RamboGuerrazzi

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certo, è stato comodo per le amministrazioni pubbliche aprire alla privatizzazione del trasporto. Meno costi e introiti miliardari da bolli, superbolli, striscie blu e altre amenità e poter mangiare questi soldi facendo passare gli automobilisti per criminali.
Poi però c'è da investire per come dici tu "riportare le citta a misura d'uomo e non a misura di macchina" e guardacaso non ci sono i soldi..
chissà perchè..

nessuno criminalizza l'automobilista, sebbene le auto causino migliaia di morti dirette l'anno, più quelle indirette da inquinamento. Sembra più una coda di paglia, quando si parla di inquinamento. Anche perché gli automobilisti non chiedono piste ciclabili o mezzi pubblici. Se lo facessero, la politica li seguirebbe perché gli automobilisti sono in maggioranza e i loro voti fanno gola a tutti.