Non male come inizio. Per arrivare all'inizio della salita "vera" ho dovuto pedalare per ca. 25 km, fino a Tell all'inizio della Val Venosta.
Poi, superato il Ponte sull'adige e il passaggio a livello...iniziano le danze.
Il biglietto da visita iniziale è un breve tratto al 13%, che ti taglia le gambe, perchè è subito dopo un tratto pianeggiante.
La salita è molto bella, ombreggiata e con pochissimo traffico.
È piuttosto irregolare e alterna tratti molti ripidi (o visto anche un 16% sul computerino) ad altri pianeggianti. Ma i numeri e la grafica dal sito Meranobike parlano chiaro:
http://www.meranobike.it/htmlit/bdc_35.htm
A due terzi della salita ci sono due possibilità: a sinistra, prendendo un tornante si arriva all'Eggerhof, proseguendo dritti alla cava di Sassi denominata Mahlbach, in cui oltre alla cava non c'é altro, nenache lo strudel, quindi giro a sx in direzione Eggerhof.
Qui le pendenza aumentano sensibilmente, e sono quasi sempre sopra l'11%.
Sono quasi euforico per essere arrivato fino a questo punto senza mettere il piede a terra. Dopo il brutto periodo è una conquista.
Anni fa c'ero stato, ma mi ero fermato poco prima della meta, convinto di essere arrivato. E non sapevo che proseguendo avrei raggiunto L'Eggerhof (e uno strudel).
Continuo e scopro che qualcosa è cambiato da allora. Mi si para davanti un villaggio tutto nuovo di casette bifamiliari in legno, che nonostante la modernità, tutto sommato si integrano bene nel paesaggio. Delle sbarre elettriche impediscono l'accesso ai non residenti. Io non sono residente, ma sono un ciclista, e quindi riesco a passare a fianco della sbarra.
Non riesco a capire se si trattano di abitazioni, o di case-vacanza. Qualcuna è abitata e "viva" con dei giardinetti molto curati, altre sembrano chiuse. Comunque, io cerco qualcosa d'altro. Proseguo e subito dopo le case ecco L'Eggerhof, di cui ignoravo l'esistenza. Il cielo si rannuvola e fa subito fresco. Gli unici avventori del locale, che ha dei bei tavoli e panche all'esterno, sono germanici Ettepareva, loro in Alto Adige conoscono posti che noi, che qui ci siamo nati, non abbiamo mai neanche sentito nominare
(E uno scopo delle "salite strudelose" è anche questo). Chiedo un bella fetta di strudel e un Coca, che è il mio menù fisso, in queste occasioni. La vista è molto bella e spazia dal Gruppo del Tessa, ad Avelengo, alla Zona di Meltina in lontananza.
Pago e riparto per la stessa strada. La notevole pendenza è confermata dai freni costantemente tirati. Poi il fattaccio: una canaletta per l'acqua era piuttosto profonda, anche se non sembrava. Nonostante la velocità moderata il colpo è forte e....sdeeeeeng...... si rompe un nipple di un raggio anteriore, che essendo in ergal è piuttosto delicato. Ovviamente la ruota si s-centra e rimane bloccata ogni volta che tocca il freno.
Non mi rimane altro da fare di fissare il raggio penzolante con un elastico rimediato togliendolo da un lucetta Led, e di tirare il raggio opposto, per cercare di ridurre "l'otto". Apro del tutto il freno perdendo molto potere frenante e riparto. In queste condizioni la discesa è stata tutt'altro che piacevole! Giunto in pianura ho dovuto fare quasi una cronometro per essere a casa all'ora prefissata per l'appuntamento.
È andata bene, ma d'ora in poi nella borsetta un paio di nipples me li porto dietro.
Alla fine:79 km per ca.1000 m di dislivello.
In foto: in primo piano il protagonista, cioè lo strudel;
in secondo la Coca;
in terzo le casette bifamilari;
in quarto la cima Ifinger;
in quinto piano sullo sfondo con la neve la Sarner Scharte (Forcella Sarentina)